lunedì 31 luglio 2017

0282 - nessuna traccia, ma molte spiegazioni

Fiona, seduta su una piccola panca nell'ufficio di Malika, osserva i propri compagni. Il viaggio e gli imprevisti incontrati nel deserto, sommati al combattimento con gli uomini della Fredda Mano, hanno lasciato il segno: le vesti logore e bruciacchiate, le macchie di sangue rappreso ed i fori nelle armature fanno da contorno ad occhi stanchi e cerchiati. Anche il mio aspetto non dev'essere tanto meglio pensa la ladra, osservando la pelle secca e cotta dal sole delle sue braccia. Se non fosse per l'impulsività di Miodrag e per la scelleratezza di Zigfrid, a quest'ora potrei essere in una vasca piena d'acqua profumata... E invece sono qui, ad un passo dal finire in galera.
La porta si spalanca e Malika entra nell'ufficio, portandosi dietro un paio di fogli pieni di appunti. Dopo essersi accomodata ed aver appoggiato le carte al centro della scrivania, alza la testa e osserva con un sorriso i quattro avventurieri. Un luccichio nei suoi occhi non promette niente di buono. "I miei uomini hanno controllato il quartiere e mi hanno riferito che, stranamente, non c'è alcun segno della presenza di quel grosso drago verde. Il tetto che mi avete indicato non presenta tracce di acido, come neanche il cadavere trafitto dalle frecce" esclama tutto d'un fiato, poi sposta lo sguardo sul mago. "Come se fosse... un'illusione".
"Perché guarda me? Ci sono molti maghi in città" ribatte Zigfrid, mentre i suoi compagni trattengono il fiato e lanciano occhiate furibonde nella sua direzione. "Lo sa, vero?"
"Tipo quelli che hanno lanciato le palle di fuoco..." sussurra Fiona, osservandosi gli stivali.
Il commento non passa inosservato ed il piccolo halfling raddrizza la schiena. "Ecco, appunto".
"Potrebbe essere stato il tipo sul tetto, quando si è visto attaccato da noi" ipotizza Miodrag, strofinandosi il mento con la mano.
Il capitano alza la mano per zittire gli avventurieri. "Spiegatemi le novità, poi parleremo del drago".
"E del premio per essercene liberati" esclama Zifrid, abbozzando un sorriso. "L'ho affrontato da solo!"
Fiona e Miodrag, all'unisono, si coprono gli occhi con il palmo della mano: l'esclamazione di Zigfrid sentita nel vicolo rimbomba ancora nelle loro orecchie.
Malika fissa con odio il piccoletto, poi si appoggia allo schienale della sedia. "Come ho detto, ne parleremo dopo".
"Noi siamo andati ad Assur per seguire le tracce della Fredda Mano ed abbiamo scoperto cosa stava succedendo nella dimora di Luther Goyal, di cui lei dovrebbe già sapere tutto. Ci siamo poi spinti nel deserto per cercare una famigerata fortezza, ma non ne abbiamo trovato traccia. Ritornati a Vaelan, abbiamo visto Ronika, uno dei luogotenenti della Fredda Mano che è riuscita ad evadere dalla prigione di Assur; l'abbiamo seguita fino al rifugio Tulloch e l'abbiamo vista parlare con un tizio nel giardino sul retro".
"Siete sicuri fosse proprio Ramesh?"
Miodrag chiude gli occhi e ripensa al loro primo incontro con l'elfo all'interno del rifugio.
"Sì, era Ramesh" esclama, annuendo. "Quando ci siamo palesati, è svanito ed ha dato ordine a Ronika e ad altra gente di attaccarci".
"Svanito in che senso?"
"Ha pronunciato delle strane parole, è apparso qualcosa sotto ai suoi piedi e poi è scomparso in una nuvola di fumo".
"Chiaramente un incantesimo di teletrasporto" commenta Zigfrid. "E' stato sicuramente lui ad evocare il drago".
"E poi siete stati attaccati da questa Ronika e da altri uomini" aggiunge Malika, ignorando le parole del mago.
"Esattamente! E' chiaro che stessero lavorando insieme" ribatte Miodrag. "Ho sentito chiaramente la voce di quell'elfo che diceva 'Petar, pensaci tu'".
Malika fissa per qualche secondo il volto dello spadaccino, poi appunta un paio di note sul foglio che ha davanti.
"Non mi è mai piaciuto questo Ramesh" commenta Miodrag a bassa voce, poi alza il tono. "A quel punto abbiamo reso inoffensivi Ronika, Petar ed il tizio che mi ha usato come bersaglio per la sua balestra".
"Tengo a precisare che non ero presente quando hanno fatto fuori tutte queste persone" puntualizza Zigfrid, sistemandosi meglio sulla sedia.
"Penso di avere tutto quello che mi serve" esclama Malika, alzandosi e sistemando le carte che ha sul tavolo. "Voi attendete qui".
"Posso ricevere il supporto di un guaritore?" chiede il mago.
Il capitano osserva per un momento il piccolo halfling, coperto di ustioni e con i vestiti laceri, poi sposta lo sguardo su Tsadok.
"Certo, ci penso io" esclama il mezzorco.
"Ottimo" commenta Malika uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.

lunedì 24 luglio 2017

0281 - i segreti di un personaggio pubblico

Malika fissa duramente il gruppo di avventurieri, poi nota Tsadok uscire dal vicolo dietro al rifugio Tulloch, guardarsi attorno e dirigersi poi verso di loro.
"Ehi! Che succede?" chiede il mezzorco. "Che fine ha fatto il drago?"
Miodrag gli fa cenno di cambiare discorso e poi gli indica con la testa il capitano. Tsadok lo guarda perplesso, poi si volta verso Malika e sorride. "Buongiorno, capitano! Come mai da queste parti?"
L'occhiata torva della mezzelfa lo fa ammutolire. "Per il momento lasciamo perdere quel drago. Cosa stavi dicendo riguardo alla Fredda Mano?" chiede, voltandosi verso lo spadaccino.
"Il farabutto che mi ha scagliato contro una balestrata lavorava per la Fredda Mano".
"Come anche il capo di quella baracca" aggiunge Tsadok, indicando con il pollice il rifugio.
Lo sguardo di Malika si sposta sulla bassa costruzione di pietra e terriccio. Le palpebre si socchiudono mentre il suo cervello lavora alacremente per far collimare quello che sa su Ramesh, il fondatore dell'organizzazione che si occupa di carità, benvisto dalla comunità e dall'Alto Consiglio che governa Vaelan, con quanto gli stanno rivelando questi avventurieri. "Spiegatevi meglio" esorta, impaziente.
"Non mi pare il caso di discutere di quello che sappiamo qui" ribatte Miodrag. "Dobbiamo recuperare i cadaveri e portarli presso la guarnigione, così potremo vedere se hanno addosso qualcosa di importante. Lì potremo parlare di quello che abbiamo scoperto".
Il capitano lancia un'occhiata gelida allo spadaccino, poi fa un cenno ad alcune guardie di avvicinarsi. "Portate in guarnigione tutti i corpi che trovate, calmate la folla, fate la conta dei danni e poi ripulite questo casino" ordina ai soldati, poi si volta verso gli avventurieri. "Comunque con voi non ho ancora finito" sibila, fissando il gruppo e soffermandosi infine sul piccolo mago.
Zigfrid sostiene il suo sguardo senza scomporsi. Dopo aver tossito un paio di volte, si avvia verso il centro della città. I suoi compagni gli si accodano, lanciando occhiate preoccupate in direzione di Malika.

mercoledì 19 luglio 2017

0280 - un corpo dal cielo

"Sapevo che dove c'erano dei casini avrei trovato voi" esclama la donna.
"Io..." inizia a dire Miodrag, ma Malika continua imperterrita: "E soprattutto te!" aggiunge, fissando Zigfrid con odio e disgusto.
La ladra lancia un'occhiata al sorriso dello spadaccino e inizia a ridacchiare pure lei. "Se si concentra sul tappo, forse noi la passiamo liscia" gli sussurra all'orecchio. Miodrag annuisce impercettibilmente in risposta.
"Ammetti che tutto questo casino è opera tua" sibila il capitano, piantandosi davanti al mago, piegandosi in avanti e fissandolo negli occhi.
Zigfrid continua a tossire e balbetta una risposta inintelligibile.
"Cosa hai detto?" sibila Malika.
"Mi vedi come sono ridotto..." colpo di tosse, "per aver affrontato quella cosa? Guardami, sono ad un passo dalla morte!"
Il capitano lo squadra da capo a piedi, notando i vestiti bruciati, i capelli che ancora fumano e la faccia rossa e coperta di bolle. "Dovresti..."
"Spiegami perché è comparso un drago sopra la città!"
"Io non lo so! Io stavo seguendo loro che scappavano..."
Malika si volta di scatto verso gli altri due. "E voi? Cosa avete da dire?"
"Effettivamente sono stato colpito anch'io" esclama Miodrag, cercando di togliersi i resti delle frecce ancora piantati nella sua spalla. "Stavo seguendo un pericoloso criminale e qualcuno ci ha attaccato dal tetto della casa qui a fianco. Può darsi che l'abbia evocato lui".
Fiona, rendendosi conto che è l'unica senza un graffio, si sposta impercettibilmente dietro allo spadaccino, gli tocca le l'armatura e si sporca i vestiti con il sangue.
"Dovreste darmi una medaglia per come l'ho affrontato!" continua imperterrito Zigfrid, drizzando la schiena e smettendo per un momento di tossire. "Altro che queste accuse! Io da solo l'ho affrontato!"
Malika ignora deliberatamente le parole del mago e si volta verso una delle guardie che sta tentando di calmare la folla e riportare l'ordine in strada. "Tu, sali a controllare!"
"Scusi, capitano... salire dove?" balbetta il soldato.
Miodrag indica l'edificio da cui è partita la balestrata. "Quello è l'edificio. Non ci sono però scale che portano in cima, probabilmente è possibile salire dal retro".
"Hai sentito?" esclama Malika, rivolta alla guardia. "Vedi di sbrigarti".
Il soldato scatta sull'attenti, poi sparisce in un vicolo poco distante e, dopo un paio di minuti compare sul tetto agitando un braccio. "Capitano!" urla per farsi sentire. "C'è un uomo, qui. Ha cinque o sei frecce piantate addosso!"
"E' morto?" grida di rimando Malika.
La figura scompare dietro il muretto e si rialza dopo qualche secondo. "Direi di sì!"
"Buttalo giù, così siamo sicuri!" esclama Zigfrid, ricominciando poi a tossire.
"No, non..." inizia a dire il capitano, ma è troppo tardi. Un corpo viene sollevato oltre il parapetto ed atterra scompostamente in strada, a pochi passi dal mago. Schizzi di sangue colpiscono i vestiti e la nuca di Zigfrid, che balza di lato afferrandosi quel che rimane della tunica per non inciampare. "Non così vicino a me!" esclama con voce stridula.
Lo sguardo furente di Malika viene sostituito per un attimo da un sorriso divertito e soddisfatto, poi torna di nuovo serio. "Cosa diavolo ti è saltato in mente!?!" urla alla guardia.
"Ma lui aveva detto..." inizia a risponde il soldato, ma viene zittito dall'occhiataccia del capitano.
"Ora prendi ordini da un cittadino qualsiasi? Ora scendi, dopo dovrò farti rapporto" grida, poi si avvicina al cadavere. "E questo chi sarebbe?"
Ecco, non possiamo neanche perquisire i corpi in pace pensa Fiona con disappunto.
"Questo è il criminale che mi ha sparato contro con la balestra" ribatte intanto Miodrag.
"E perché l'avrebbe fatto?"
"Era in combutta con quelli della Fredda Mano" esclama lo spadaccino.