lunedì 19 dicembre 2016

0263 - e poi, all'improvviso, un urlo

Fiona riapre gli occhi e scorge la familiare piazza del mercato, le case in pietra che fanno da sfondo ad un caterva di bancarelle ricolme di merci, spezie e cibarie. Parecchia gente sta facendo acquisti ed alcuni si voltano a guardare la strana apparizione. Le basta una veloce occhiata per notare che sono tutti presenti all'appello tranne Azura.
Tsadok molla di colpo la mano di Ninkle, si allontana di qualche passo, si appoggia al muro di una casa ed inizia a vomitare.
Il goblin si volta raggiante verso Fiona. "Ancora! Ancora!"
La ladra risponde con un sorriso tirato, poi abbassa lentamente il suo sguardo fino a guardarsi gli stivali, immersi per un paio di dita negli escrementi di un qualche animale, coperti alla buona con della paglia. Dalla puzza, si direbbe il prodotto di una mucca.
"Fenomenale!" mormora Zigfrid tra sé e sé, "Proprio come avevo chiesto!"
Lo sguardo assassino della mezzelfa lo trapassa da parte a parte. "Ecco cosa gli avevi sussurrato!"
"No, non è stata colpa mia!" esclama sorridendo il mago. "Io sono stato molto preciso sulle coordinate, se poi Azura ha capito male..."
"Io ti uccido" sibila Fiona, iniziando a strofinare la suola degli stivali sulla parte pulita della balla di fieno sparsa per terra.
Un urlo stridulo richiama l'attenzione di tutti verso una donna, a pochi metri da loro, che si nasconde dietro le spalle del marito. "Un goblin! Ci stanno attaccando!"
"No! Non è vero!" urla Fiona, balzando in avanti e nascondendo Ninkle dietro di sé.
"Mettigli il tuo cappello magico" propone Miodrag, avvicinandosi. "Così evitiamo rogne".
"Ottima idea!" esclama la mezzelfa.
Gli piazza velocemente la cappa in testa e la figura del goblin assume le sembianze di un magro bambino di sei anni, dagli occhi grandi e lattiginosi. La ladra raddrizza le spalle e si volta verso la signora. Il suo sguardo furente la fa sparire ancora di più dietro al marito. "E' solo brutto, non c'è bisogno di offendere!"
La signora si scosta un po' ed osserva meglio la magra figura del bambino, quindi abbassa il capo e prorompe in mille scuse, imbarazzata per la brutta figura. Fiona, ancora infuriata, si volta facendole cenno di andarsene.
"Non capisco questa reazione" borbotta Fiona, avvicinandosi a Miodrag. "I goblin a Vaelan possono stare, giusto?"
"Sì, mi pare che la legge lo consenta" conviene lo spadaccino. "Probabilmente è solo una svitata. Tu comunque tienilo nascosto, almeno per il momento".
"Non in casa nostra" sentenzia Zigfrid, avvicinandosi. Nessuno si era accorto che si era fatto da parte per evitare di farsi vedere insieme a loro.
"Per il momento rimane con me" sibila Fiona, guardandolo storto. "E dopo lo scherzo che mi hai tirato, non sei nella posizione di dettare condizioni".
"Ti ripeto che non è stata colpa mia" ribatte il mago, sfoggiando un sorriso conciliante.
"L'abbiamo salvato, per me ora può andare per la sua strada" esclama Tsadok, pulendosi la bocca con il dorso della mano e strofinandosela poi sui calzoni. "Dopo averci ricompensato, naturalmente. Oppure possiamo tenerlo come domestico. Potrebbe fare le pulizie!"
"No! No! No!" esclama Zigfrid scuotendo la testa. "Goblin e pulizie sono parole che non si possono usare nella stessa frase".
"Potremmo chiedere a Nieven di usare uno dei suoi incantesimi per dargli un aspetto decente" propone Miodrag. "Che ne dite?"

lunedì 12 dicembre 2016

0262 - preparativi per il viaggio

L'imperiosa voce di Azura fa voltare tutti e fa ritrarre Ninkle dietro la schiena dei Fiona. "L'accordo è concluso. Fateci sapere dove volete essere condotti".
"Un momento!" esclama Miodrag, guardandosi attorno. "E il mio uovo?"
Fiona scoppia a ridere insieme a Tsadok. "Quindi alla fine ci tenevi!"
Azura indica un cumulo di coperte vicino ai resti della statua e lo spadaccino ci si avventa. "Con tutta la fatica che ho fatto per portarlo sano e salvo fin qui..." borbotta, spostando i lembi del tessuto e controllando l'integrità dell'uovo. Non ci sono crepe, né altri segni di rottura. Al tatto, il guscio è leggermente caldo.
"Stai controllando se scalcia?" lo canzona Fiona, senza smettere di ridere.
"Tutto a posto" ribatte Miodrag, ignorando il sarcasmo e legandosi l'uovo in vita con la vecchia fascia. "Ora possiamo andare".
Zigfrid spiega in dettaglio dove vuole essere condotto, illustrando la città di Vaelan con l'ausilio di una piccola magia illusoria, poi si avvicina e sussurra qualcosa al genio.
"Formate un cerchio e tenetevi per mano" comanda Azura, mentre gli altri due djinni si allontanano.
Fiona prende la mano di Minkle, che si volta alla sua destra per fare lo stesso con Zigfrid, ma il mago si allontana scuotendo la testa. Allora porge la mano ad Azura, ma anche lei si rifiuta di toccarlo.
"Perché non volete dargli la mano?" chiede Fiona, incredula. "Me lo sarei aspettata dal tappo, ma non da un genio".
"I goblin sono esseri malvagi" spiega Azura, senza scomporsi. "Quella ignobile creatura è ancora in vita solo perché è in vostra compagnia".
"Ma Ninkle è buono!" supplica la ladra, alzando il tono di voce.
"Lo afferro io" esclama Tsadok, allungando una mano verso il goblin.
Ninkle tende timidamente la sua, temendo che il mezzorco gliela stritoli. Tsadok stringe forte il polso ed il goblin inizia a strillare cercando di liberarsi.
"E' per il tuo bene" sbotta Tsadok, "così non apri il cerchio nel momento cruciale!"
Fiona sussurra qualcosa a Ninkle, che si calma e stringe i denti per evitare di pensare al dolore che gli corre su per il braccio.
"Se questo è il vostro primo viaggio magico, vi consiglio di chiudere gli occhi" spiega Azura, "così eviterete il disorientamento".
Ninkle chiude gli occhi strizzandoli il più possibile. Sorridendo per la buffa espressione del goblin, Fiona lo imita abbassando le palpebre; Tsadok, Miodrag e Zigfrid, invece, tengono gli occhi aperti ed osservano i movimenti del genio.
Azura inizia a salmodiare, e le orecchie di tutti si riempiono del fragore del vento foriero di tempesta; le sue palpebre diventano rosse, come se i suoi occhi fossero diventati dei globi infuocati, poi attorno al gruppo inizia a sprigionarsi del fumo, che vortica attorno alle loro gambe.
Tutti, per una frazione di secondo, si sentono sollevare e poi cadere verso il basso.

lunedì 5 dicembre 2016

0261 - la mano più veloce del Durpar

La bocca di Azura si contrae in un terrificante sorriso. Con estrema lentezza, la sua mano destra si allunga verso il braccio sinistro ed afferra uno dei bracciali dorati che pendono dal polso, lo libera e lo allunga verso il gruppo.
"Uno solo?" chiede Tsadok, interdetto.
"Anch'io pensavo che l'accordo fosse per averne uno a testa" borbotta Fiona, fissando in tralice il mago. "Così è un po' scomodo".
"No, l'accordo riguardava un solo bracciale per comunicare con i geni. Ed è per questo che lo terrò io" ridacchia Zigfrid, avanzando per prenderlo.
Fiona, contrariata, gli posa una mano sulla spalla e lo ferma, poi alza lo sguardo verso Azura. "Proprio a lui devi darlo? Ho riportato io la boccetta!"
L'espressione neutra del genio non cambia ed il suo braccio rimane teso in avanti. 
"A questo punto lo prendo io" esclama Tsadok, balzando in avanti ed allungando una mano.
Fiona, senza farsi prendere alla sprovvista, supera con una capriola il mago ed afferra al volo il bracciale, sostituendolo con la fiaschetta. Azura ritira la mano e le dita del mezzorco si chiudono sul vuoto.
"Veramente un bel gioiello" esclama la ladra, osservando il circoletto d'oro dal fine intarsio e mettendoselo al polso.
"Sì, splendido" borbotta Zigfrid, guardando con sufficienza la compagna.
"Come funziona?" chiede Fiona, lanciandogli un'occhiata. "Bisogna parlarci?" aggiunge, avvicinandolo alla bocca e parlando al braccialetto.
Il mago scuote la testa, poi le scocca un'occhiataccia. "Evita di darti troppe arie, se non sai di cosa stai parlando".
"Simpatico, molto simpatico" commenta la mezzelfa.
"Ed è per lo stesso motivo che non finirà in mano al nostro bestione".
Gli sguardi di Fiona, di Miodrag e di Tsadok si posano sul volto sghignazzante del mago, sottintendendo la domanda che vortica nella mente di tutti.
"Le sue... arie" spiega Zigfrid, indicando la pancia del mezzorco. 
Lo spadaccino scoppia a ridere e scuote la mano tesa davanti al naso. "Sì, lui di arie se ne intende parecchio!"