lunedì 28 novembre 2016

0260 - ultimi dubbi prima del ritorno

Dopo aver oltrepassato il portale, il gruppo ripercorre a ritroso il buio corridoio e, seguendo le istruzioni di Zigfrid, oltrepassa senza problemi le stanze con le illusioni.
Ad un tratto, la luce del bastone del mago illumina la magra figura del goblin, seduta a gambe incrociate davanti al crocevia.
"Ninkle!" esclama Fiona. "Sei salvo!"
"Sì! Sì!" risponde la creatura, balzando in piedi ed abbracciando la mezzelfa. "Lui... cattivo" aggiunge con un sibilo, dopo aver indicato Miodrag.
"Suvvia, era un semplice scherzo..." ribatte sorridendo lo spadaccino davanti allo sguardo velenoso della ladra.
"Sì, è vero" esclama comprensivo Zigfrid, poi si avvicina al goblin e gli afferra la collottola. L'urlo stridulo di Ninkle riempie il corridoio mentre il mago lo trascina verso la stanza dei golem di pietra.
La mano di Fiona si posa sulla spalla dell'halfling. "Che intenzioni hai?" chiede, fissando il compagno con occhi furenti.
"Niente, niente" esclama sorridendo Zigfrid, dopo aver mollato la sua vittima, che si rintana dietro la schiena della sua salvatrice. "Andiamo" sibila la ladra, indicando con un gesto secco l'uscita.
Miodrag incrocia le braccia e si guarda pensieroso i piedi. "Siete sicuri che quella leva nella stanza con l'acqua non sia importante?" chiede senza alzare lo sguardo. "Sono curioso di sapere cosa succede nel tirare quella leva. Zigfrid, ti ho visto più volte far ricorso ad un incantesimo che consente di volare. Non è che potresti lanciarmelo, così attraverso la stanza senza pericolo ed esamino quel piedistallo?"
"Sicuro!" esclama il mago, voltandosi verso Tsadok. "Senti, afferralo per il colletto e per la cintura, poi lancialo con tutta la forza che hai nella stanza".
"Davvero posso farlo?" chiede il mezzorco con un sorriso divertito sul volto.
"Ehi... non era questo ciò che intendevo!" esclama Miodrag, alzando le mani e allontanandosi di un passo dai compagni. "Va bene" aggiunge, abbassando le spalle e sospirando. "Mi terrò la mia curiosità".
"Bravo ragazzo!" esclama soddisfatto Zigfrid.

Dopo le stanze piene di illusioni, attraversare il vecchio ponte traballante è una passeggiata. I due janni che li avevano condotti fin lì sono spariti e dietro il grosso portone si vedono le tre maestose figure dei djinni, allineate, che stanno guardando verso di loro. Zigfrid si avvicina e si prostra in un leggero inchino.
La possente voce di Azura riempie la grande sala e rimbalza sulle pareti. "Avete portato a termine la vostra parte dell'accordo?"
"Ovviamente" replica il mago, alzando leggermente gli angoli della bocca.
"Ci abbiamo messo più del previsto" borbotta Miodrag, grattandosi nervosamente una gamba.
La testa di Zigfrid si gira appena. "Le menti semplici faticano a superare ostacoli semplici" esclama, raccogliendo con soddisfazione il mugugno del compagno.
"Mostratemi l'artefatto" tuona il djinn, allungando un braccio.
Fiona fruga nella sua sacca, recupera l'ampolla e la tende davanti a sé, senza però consegnarla nelle mani del genio. Azura piega le spalle e si avvicina per esaminare l'oggetto, poi annuisce e si volta, facendo cenno a due janni di avvicinarsi. Il genio sussurra loro qualcosa, poi si raddrizza e ritorna a guardare il gruppo di avventurieri. Le due creature scompaiono in un sbuffo di fumo e ricompaiono dopo pochi secondi portando con sé un baule, che appoggiano ed aprono davanti alle vorticanti gambe di Azura. All'interno ci sono parecchie monete d'oro che rilucono al bagliore delle fiamme eteree e della sfera luminosa sulla sommità del bastone di Zigfrid. Sopra di esse, due pergamene arrotolate e legate da un cordino di seta azzurra fanno bella mostra di sé.
"E il bracciale?" chiede il mago, fissando dritto negli occhi il genio.

lunedì 21 novembre 2016

0259 - ulteriori ricerche

Una piccola catasta di libri è ammonticchiata ai piedi del mago ed un sottile velo di polvere aleggia per la stanza, aggrappandosi agli stivali e posandosi sulle mensole più basse. Tsadok allunga per l'ennesima volta la mano, recupera dallo scaffale più alto gli ultimi due tomi rimasti e li porge a Zigfrid.
"Grazie" esclama giulivo l'halfling, cominciando a sfogliare con delicatezza le pagine ingiallite e leggendone attentamente il contenuto.
"Hai finito di fare la spesa?" chiede Miodrag, varcando la soglia insieme a Fiona. L'unica reazione di Zigfrid è una leggera scrollata di spalle. Il mezzorco invece si volta e osserva lo sguardo rabbuiato della ladra. "Qualcosa non va?"
"Niente" lo zittisce lei, cominciando a guardarsi attorno alla ricerca di un'altra nicchia nascosta.
"Ha trovato troppi pochi tesori per i suoi gusti" spiega lo spadaccino, avvicinandosi a Tsadok ed a Zigfrid.
"E cioè?" chiede l'halfling, senza alzare gli occhi dal libro.
Fiona per tutta risposta si slaccia il sacchettino dalla cintura, lo lancia a Miodrag e ritorna a tastare le pareti. Lo spadaccino allenta il cordino e si fa cadere il contenuto del borsello sul palmo della mano. Il mago chiude di colpo il libro, avvicina la punta illuminata del bastone ed osserva attentamente le pietre. "Direi sulle quattrocento monete d'oro" commenta. "Forse qualcosina di più".
"Ho trovato un'altra nicchia!" esclama la ladra soddisfatta, infilando il braccio attraverso la parete illusoria ed estraendo una scatola di legno larga e bassa. Dopo averla appoggiata su un tavolo, controlla che non ci siano altri trucchetti sulla chiusura. "Non c'è nessun lucchetto" borbotta perplessa, poi solleva il coperchio. Una serie di piccole scatoline, tutte allineate, fanno bella mostra di sé; polveri di vari colori, petali, pezzi di legno e altri materiali ignoti emanano odori che spaziano dal piacevole al nauseabondo. "Cos'è questo schifo?"
"Quello schifo, come l'hai chiamato tu, sembra una borsa dei componenti" ridacchia Zigfrid, avvicinandosi. "Interessante l'idea di conservarla all'interno di un vano segreto. Forse è il kit per le emergenze, dato che nessun mago sano di mente girerebbe senza i propri effetti personali".
Fiona apre alcune delle scatoline chiuse e ne esamina il contenuto. "Una volta ti ho visto utilizzare delle perle per i tuoi incantesimi, dici che qui ce ne siano?"
Il mago osserva la disposizione dei componenti, poi alza un involucro cilindrico e lo apre. Vuoto. "Mi spiace, questo era lo scomparto più probabile. Non penso ce ne siano".
Man mano che esamina le varie scatole ed apre le bustine di tessuto, le spalle della ladra si abbassano. "Uffa! Niente di niente!"

Appoggiato alla spalla di una delle librerie, Miodrag osserva i gesti meticolosi della ladra poi, annoiato, si volta verso la parete scurita da quella che sembra essere una vampata di calore. La roccia sottostante sembra liscia, anche se in alcuni punti si notano delle piccole bolle ruvide. Lo spadaccino allunga una mano e passa un dito sulla fuliggine: una parte si trasferisce sul polpastrello, ma la parete non si schiarisce più di tanto. Strati su strati di nero pensa Miodrag, Sembra la parete di un caminetto, peccato non ci sia la canna fumaria...
"Che stai facendo?" chiede Tsadok, notando i movimenti del compagno.
"Volevo capire cosa avesse causato questo" risponde lo spadaccino, indicando la parete. "Secondo te?"
Il mezzorco guarda un po' la parete, poi scrolla la testa. "Non saprei, forse è il segno lasciato dal lancio di una magia malvagia" spiega senza molta convinzione, poi il suo sguardo viene catturato dalla forma sul pavimento. Attorno al cerchio che delimita il pentacolo ci sono delle scritte, tracciate con la stessa sostanza usata per il resto. Facendo appello agli insegnamenti dei maestri del tempio di Gond, comincia ad analizzare ed interpretare le scritte. "Questo è un incantesimo per incanalare il potere per altri incantesimi".
"Che tipo di incantesimi?" chiede Zigfrid, continuando a guardare nella borsa degli incantesimi ritrovata.
"Non ne ho idea" risponde Tsadok. Mastro Randolf aveva ragione, avrei dovuto stare più attento durante le lezioni...
Il mago si volta, lancia un'occhiata al pentacolo e poi ritorna ai suoi affari con un sorrisetto.
"Quindi? Hai capito cos'è?" domanda il mezzorco. "Non dovresti copiarlo? Potrebbe tornarti utile".
"Non mi interessa" replica Zigfrid. "E poi io saprei farlo meglio".
"Se non c'è altro che può tornarci utile" si intromette Miodrag, raggiungendo la porta, "propongo di tornare dai geni e consegnare l'artefatto".
Il mago chiude il libro di colpo e lo infila nella borsa. "Va bene, va bene... andiamo".

lunedì 14 novembre 2016

0258 - un piccolo tesoro

"Attento!" esclama di colpo Fiona, balzando di lato ed evitando per un soffio una selva di aghi fuoriusciti dal bordo superiore della serratura. I piccoli frammenti di metallo rimbalzano per terra e si perdono nei meandri della stanza.
"Tutto bene?" chiede lo spadaccino, aiutando la compagna ad alzarsi.
"C'è mancato poco" sussurra la ladra. "Dovevo girare il grimaldello a sinistra".
"Aprilo, dai!" la incita Miodrag con un sorriso incoraggiante, dopo un ultimo sguardo preoccupato ai sottili aghi che riflettono la luce della torcia. 
Fiona recupera i suoi attrezzi, traffica un altro po' con la serratura ed alla fine fa scattare il meccanismo di apertura.
Ancora scossa per l'imprevisto di poco prima, la ladra apre il coperchio e guarda il contenuto dello scrigno: una dozzina di grosse pietre giacciono sopra un piccolo cuscino di velluto nero. La luce eterea delle torce rende difficile capire di che minerale siano composte, però dalle dimensioni sembrano molto preziose.
"Belle pietre" esclama Miodrag, "quanto pensi possano valere?"
"Un po', ma non abbastanza" mormora Fiona, alzando il cuscino e controllando la presenza di un doppio fondo o di uno scomparto segreto. "Chi è che costruisce una nicchia magica, ci nasconde dentro un baule protetto da aghi probabilmente avvelenati e poi ci conserva dentro solo una manciata di pietre preziose?"
"Non saprei..." risponde dubbioso lo spadaccino. "Tu cosa ci terresti, lì dentro?"
"Un artefatto, un unguento miracoloso, la chiave di un immenso tesoro" inizia ad elencare la ladra. "Avrebbe più senso".
Notando lo sguardo sconsolato della mezzelfa, Miodrag le appoggia una mano sulla spalla. "Magari le pietre hanno qualche significato particolare! Non ci pensare, o ti verrà mal di testa!"
"Hai ragione" mormora Fiona, sforzandosi di sorridere. "Torniamo dagli altri, è ora di consegnare la fiaschetta".
"Magari prima diamo un'occhiata più approfondita al laboratorio, se non ci ha già pensato Zigfrid" esclama lo spadaccino, dirigendosi verso la porta.

lunedì 7 novembre 2016

0257 - luce verde

La luce emanata dalle torce eteree all'esterno rimbalza sulle pareti donando alla stanza un'aria spettrale. Solo un punto sulla parete, delle dimensioni di un piccolo quadro, è differente e sembra riflettere luce naturale. Fiona si avvicina e tasta il bordo, accorgendosi che le sue dita passano attraverso la parete: c'è uno scomparto segreto, nascosto alla vista da un incantesimo di illusione.
"Che cosa stai guardando?" chiede Miodrag, alzandosi ed avvicinandosi alla mezzelfa.
Fiona sorride. "Qui dietro c'è qualcosa, una specie di nicchia segreta".
"Cosa aspetti?" esclama lo spadaccino. "Controlla cosa c'è dentro!"
La ladra infila con prudenza la mano e inizia a controllare alla cieca cosa è stato nascosto dietro al muro illusorio. Sotto le sue dita sente qualcosa dalla forma strana, difficile da definire. E' freddo e liscio al tatto, però il fatto che non si stia muovendo è un ottimo segno.
Miodrag osserva l'espressione di Fiona farsi prima perplessa e poi disgustata. Quando la mezzelfa ritira il braccio, lo spadaccino osserva incuriosito ciò che tiene in mano: il teschio di uno gnoll, perfettamente bianco, con sopra una candela mezza consumata.
"Che schifo!" esclama Fiona, gettando l'oggetto sul letto e pulendosi la mano sui pantaloni. Con un po' di riluttanza, infila di nuovo il braccio nella nicchia e ricomincia a frugare, concentrandosi sui bordi e sul fondo. Dopo poco, le sue dita incontrano qualcosa di rigido, una superficie rugosa con angoli netti. Aiutandosi con l'altra mano, estrae dalla nicchia nascosta un piccolo bauletto e lo deposita sul comodino. Il coperchio è fissato alla struttura principale da un complesso lucchetto innestato all'interno.
"Riesci ad aprirlo?" chiede Miodrag, eccitato dal ritrovamento.
"Ci provo" mormora la ladra, recuperando da una piccola tasca interna della giacca una bustina ed appoggiandola sul letto. Dopo aver scelto con cura il grimaldello adatto, comincia a lavorare sulla minuscola toppa.
Quando, dopo alcuni tentativi, il piccolo strumento ruota finalmente a destra, si sente distintamente un CLIC.