lunedì 31 ottobre 2016

0256 - la spesa del mago

Dopo aver dato un'occhiata ai fogli pieni di scarabocchi accatastati alla rinfusa sulle mensole, il mago afferra i libri senza nemmeno guardare le copertine ed inizia ad infilarli nello zainetto. Quando la libreria è stata svuotata, si avvicina al tavolo. "Formule, appunti..." mormora, dando una scorsa alle scritte dal carattere minuto e regolare. "Meglio prendere anche questi" aggiunge, chiudendo con delicatezza i due tomi e facendoli sparire in una delle capienti tasche laterali della borsa, poi passa al successivo scaffale.
Miodrag, intanto si guarda attorno con aria delusa. "Non c'è nemmeno un forziere!" esclama sbuffando. "Possibile che..."
"Un saggio sull'erbologia!" lo interrompe Zigfrid, aprendo la copertina di un piccolo libro dalla copertina sgualcita. "Ce l'avevo anch'io quando andavo a scuola, e non era nulla di che" aggiunge commosso, prima di lasciarlo cadere per terra e passare al successivo.
"Niente armi, armature o artefatti" mormora lo spadaccino perlustrando con gli occhi l'ambiente. "Possibile che il padrone di casa possedesse solamente una montagna di libri inutili e nient'altro?"
"Non sono inutili!" lo interrompe il mago. "E comunque solo un mago può aver edificato una struttura simile, e lo sanno tutti che i maghi sono soliti riempire le proprie case di scintillanti armature ed armi dall'elsa ingioiellata, giusto?"
Le parole grondanti sarcasmo del compagno zittiscono Miodrag, che incrocia le braccia e si appoggia pesantemente sul bordo di una scrivania ingombra. Alcune ampolle vuote rotolano a terra e si rompono in mille pezzi. Lo spadaccino allunga di colpo una mano e ferma un portaprovette di legno prima che raggiunga il pavimento. Le fialette sembrano piene, quindi si volta verso il mezzorco. "Tu conosci le pozioni, vero? Prova a capire queste a cosa servono".
Tsadok ne afferra una, rimuove il tappo e l'annusa, ritirandosi di colpo. "Dal forte odore sembra... un solvente".
Fiona guarda i compagni, lancia un'ultima occhiata alla stanza e poi si volta. "Mentre aspettiamo che Zigfrid finisca di fare la spesa, che ne dite se controlliamo l'altra stanza?"
"Volentieri" esclama Miodrag, alzandosi di scatto e raggiungendo la mezzelfa.

"Direi che è la camera da letto del padrone di casa" esclama Fiona, aprendo la porta e guardandosi attorno. "Da dove vogliamo iniziare?"
Pochi oggetti arredano la piccola stanza: un armadio appoggiato sulla parete, una piccola scrivania dotata di cassetti, un grande letto a baldacchino dalle lenzuola scure ed un piccolo comodino.
"Tu controlla i cassetti della scrivania, io cerco nel resto della camera" borbotta Miodrag avvicinandosi al letto. Dopo aver aperto il comodino, getta in mezzo alla stanza un paio di pantofole e qualche fazzoletto, poi si alza ed apre l'armadio. Un paio di vesti lunghe sono appese accanto ed alcune cinture, ma non c'è nulla che attiri la sua attenzione. "Qui niente".
"Qui ci sono solo fogli bianchi, buste e stecche di ceralacca nera" commenta la ladra, delusa. "Nulla che valga la pena prendere" aggiunge alzandosi.
E in quel momento il suo occhio allenato nota, all'estremità del suo campo visivo, qualcosa che non quadra.

lunedì 24 ottobre 2016

0255 - scambio di sguardi

Zigfrid, Miodrag e Tsadok trattengono il fiato, in attesa che il corpo della mezzelfa si dissolva, che il suo braccio prenda fuoco o che una legione di demoni prorompa dal pavimento e si scagli contro di loro.
Non accade nulla di tutto questo. Fiona osserva per un po' la fiaschetta, rigirandosela tra le mani e soppesandola. "In fondo, non era poi così difficile prenderla" esclama sorridendo, poi se la infila in borsa.
"Guarda che non è tua" mormora Zigfrid, osservando le mani della mezzelfa mentre stringono le fibbie.
"Io l'ho presa, io la conservo" sentenzia la mezzelfa, piantandosi i pugni sui fianchi. "Hai qualcosa da obiettare?"
Zigfrid sbuffa e Miodrag interviene per evitare inutili litigi. "Bene, io direi di controllare cosa c'è nelle altre stanze" esclama, piazzandosi tra i due.
Il mago e la ladra si lanciano un'ultima occhiata di sfida, poi Fiona scende i gradini e si dirige verso la porta alla propria destra. Dopo aver controllato gli stipiti e la serratura, ruota il pomolo e spinge sui rinforzi di metallo.
La porta si apre cigolando e rivela dietro di sé una piccola stanza, anch'essa scavata nella roccia. Su tre delle pareti sono addossate numerose scaffalature e scrivanie, mentre la quarta è completamente sgombra; sui vari ripiani sono ammassate pergamene arrotolate, ampolle piene di liquidi dai colori sgargianti e attrezzatura alchemica di ogni tipo. Due libri sono aperti sulla scrivania, uno molto grande, pieno di disegni e formule, ed uno più piccolo, in cui sembra che siano stati presi degli appunti. Al centro, sul pavimento, è disegnato un pentacolo; sui vertici sono poste delle candele nere, spente e mezze sciolte, mentre a fianco ci sono i resti anneriti di una piccola creatura, probabilmente un coniglio o una gallina.
"Fantastico! Un laboratorio!" esclama Zigfrid, attraversando il varco e cominciando a frugare in giro.

lunedì 17 ottobre 2016

0254 - far combaciare i pezzi del puzzle

Fiona osserva i solchi e ci soffia sopra per vedere se qualcuno è più profondo e nasconde qualche marchingegno al suo interno. "Sembrano solo incisioni" borbotta, quindi estrae il pugnale e lo infila sotto i cuscini, spostandolo lateralmente per tagliare eventuali fili nascosti. La lama stride contro la pietra, ma non c'è nulla che opponga resistenza.
"Proviamo un'ultima cosa" sussurra, piegando l'elsa del pugnale e sollevando di qualche millimetro il cuscino. Miodrag e Tsadok si ritraggono d'istinto; Zigfrid lancia loro un'occhiata di sufficienza, quindi si rivolge alla ladra. "Tutto a posto?"
"Sembra tutto in ordine" mormora Fiona, reinfilando il pugnale nel fodero. "Probabilmente chi utilizza queste stanze non si aspetta che qualche intruso arrivi fin qui. E dato l'esiguo peso della fiaschetta, dubito che ci sia una trappola a pressione".
"Può essere" conviene Zigfrid, osservando i tre cuscini. Nel suo cervello comincia a farsi strada un'idea. "Tre colori, rosso, verde e azzurro. Il colore del liquido contenuto nella fiaschetta richiama la tonalità del cuscino. Forse all'appello mancano due artefatti, uno legato al fuoco" dice, indicando il cuscino rosso, "ed uno legato alla terra" aggiunge, spostando il dito in direzione di quello verde.
"Ne sei sicuro?" chiede Tsadok.
"No, la mia è solo un'idea" esclama il mago alzando le spalle. "Non c'è nulla di concreto su cui posso basarmi. Ma la struttura esterna, i colori ed i simboli che abbiamo visto sembrano confermare la mia ipotesi".
Miodrag, Fiona e Tsadok osservano pensierosi le superfici di velluto, indecisi sul da farsi.
Zigfrid allunga una gomitata a Fiona ed esclama: "Ora puoi prenderla".
"Perché non lo fai tu?" ribatte la mezzelfa.
"Ci tengo alle mie mani".
"Ma non ci sono trappole, ho controllato!"
"Sei tu l'esperta, quindi spetta a te confermare che non ce ne siano" ribatte Zigfrid, indicando l'artefatto con la mano aperta. "Puoi anche recuperarla con una corda" aggiunge con un ghigno.
"Ma non rischiamo di romperla?" interviene Miodrag, poi inizia a guardarsi attorno. "Non conviene utilizzare... dov'è finito il goblin?"
"Era svenuto, quindi l'ho lasciato all'ingresso" risponde Fiona con un sorriso divertito. "Così non potrai usarlo per le tue idee geniali".
Lo spadaccino incrocia le braccia, contrariato. "A cosa serve un goblin che ti segue, se non puoi utilizzarlo per gli incarichi pericolosi?"
"Non mi abbasso nemmeno a risponderti" sibila Fiona ad occhi socchiusi. "Va bene, facciamola finita" esclama poi, allungando la mano e afferrando l'artefatto.

lunedì 10 ottobre 2016

0253 - oltre il portale

Zigfrid sbatte un paio di volte le palpebre e strizza gli occhi per tentare di eliminare le macchie scure che vede davanti a sé. Quando la vista torna a fuoco, comincia a guardarsi attorno.
Una grande stanza si apre dinnanzi a lui; le pareti di roccia scavata ed il pavimento piastrellato hanno una sfumatura di verde, dovuta alla luce proiettata dal portale e dalle quattro torce eteree appese alle pareti. Sulle pareti laterali, ben visibili tra le torce, si stagliano due porte di legno scuro, rinforzate da sostegni in metallo lucido decorati a sbalzo. In fondo, alcuni gradini conducono ad una zona rialzata, sopra alla quale s'innalza maestoso un altare di pietra grigia. Tre cuscini di velluto, appoggiati sulla ruvida superficie di pietra, spezzano la monotonia cromatica ed attirano l'attenzione del mago. Uno rosso, uno verde ed uno azzurro. Sopra quello centrale si vede chiaramente una fiaschetta che scintilla alla luce delle torce.
Cuscini sopra ad un altare? pensa Zigfrid, tirando gli occhi per vedere meglio. Se questa stanza appartiene al creatore della fortezza, magari sopra ai cuscini ai lati ci saranno dei rari libri di magia!
Fiona, Miodrag e Tsadok compaiono dalle nebbie del portale e, dopo essersi strofinati gli occhi, si guardano intorno.
"Ecco laggiù la fiaschetta" esclama il mago, indicando davanti a sé. "Fiona, controlla se c'è qualcosa che la protegge".
La ladra controlla il pavimento e si avvicina alle pareti, esaminando ogni sporgenza e rientranza. Dopo una decina di minuti avverte che si può avanzare senza pericolo, poi precede il gruppo fino agli scalini. "Anche qui nessuna trappola" esclama, salendo con passi leggeri fino a raggiungere l'altare.
Il gruppo la raggiunge e la affianca, osservando quello che si para loro dinnanzi. La fiaschetta di cristallo, grande quanto un grosso pugno e chiusa da un tappo decorato con una spirale, sembra colma di un liquido azzurro. Zigfrid osserva con disappunto gli altri due cuscini: non c'è appoggiato sopra nulla.
Tsadok allunga una mano verso l'artefatto, ma Fiona lo blocca. "Qui non ho ancora controllato. Hai davvero così tanta voglia di farti amputare la mano da una lama fuoriuscita da uno di questi solchi?" esclama, indicando i disegni geometrici che decorano la superficie dell'altare.
"Veramente ci tengo, alle mie mani" ribatte imbarazzato Tsadok, ritirando il braccio ed accarezzandosi istintivamente il polso.

lunedì 3 ottobre 2016

0252 - chiarire gli ultimi dubbi

"Interessante" mormora Fiona, poi alza la voce. "Ora che cosa facciamo?"
"Zigfrid, secondo te come funziona? E' pericoloso?" chiede Miodrag, continuando a osservare il portale.
Lo sguardo del piccolo halfling si fa serio. Dopo averci riflettuto un po', si avvicina e allunga un braccio. La mano scompare nella nebbia, ed un fastidioso formicolio gli tende i muscoli e arriva fino alla schiena. Quando ritira il braccio, la mano ricompare intatta.
"Non sembra pericoloso" mormora, osservandosi le dita: i muscoli si muovono come al solito e tutta la pelle è ancora al suo posto.
"Non sono ancora convinto che la leva nella stanza dell'acqua sia solo un diversivo" esclama Tsadok, mettendo una mano sulla spalla del mago quando questi avanza di un passo. "Secondo me dovremmo tentare di nuovo di sbloccarla".
Zigfrid gli lancia un'occhiataccia. "Prova a utilizzare la segatura che ti ritrovi nella zucca" esclama seccato. "Qui ci sono solo tre simboli, aria, fuoco e terra. Sono tutti e tre illuminati. Non c'è traccia di quello dell'acqua. E la stanza con la leva che non si tira è differente dalle altre. Ed è l'unica realmente pericolosa" aggiunge a bassa voce, fissando il vuoto e socchiudendo gli occhi.
"Secondo te perché l'avrebbero costruita?" chiede dubbioso Miodrag. "Mi pare uno spreco".
"Perché chi ci si avventura per tirare la leva muore nel tentativo" sbuffa il mago. "E' un ottimo sistema di sicurezza, semplice ed efficace".
"Una letale piscina al chiuso, insomma" ridacchia Fiona.
"Hai idea di che bel massaggio ti facciano quei cosi?" ribatte Zigfrid con un sorriso. "Meglio di una locanda per nobili!"
"Spero solo che la leva non servisse per sbloccare qualcosa oltre questo portale" mormora lo spadaccino, accarezzandosi il mento preoccupato.
"Speriamo di no" risponde Fiona, poi si volta verso il mago. "Andiamo?"
"Direi di sì" esclama Zigfrid, entrando nel portale.
I tre avventurieri si lanciano un'occhiata rassegnata, poi si infilano a turno nella nebbia che vortica sotto l'arco di pietra.