lunedì 19 settembre 2016

0251 - sguardo d'intesa

Fiona balza nella stanza e d'istinto si china per evitare un poderoso colpo diretto contro la sua testa. Con un paio di rapidi balzi affianca Tsadok, che in quel momento scarta di lato per scansare un pugno. L'ammasso di roccia si schianta sul torace della mezzelfa; il dolore le fa tremare le ginocchia, ma facendosi forza scatta di nuovo in avanti ed imbocca l'uscita.
Anche Tasdok, dopo aver menato un fendente ed aver tranciato di netto una delle braccia del mostro, si muove velocemente verso il corridoio e raggiunge la compagna.
Miodrag, con la schiena appoggiata alla parete, osserva i due compagni piegati dalla fatica. "Forza, ce n'è ancora una" esclama quando il mago lo raggiunge e si inoltra nelle profondità del corridoio.
Il chierico e la ladra si scambiano uno sguardo, poi si raddrizzano quasi all'unisono.
"Se prima mi stavo pentendo della scelta, ora non più" mormora Fiona a bassa voce.
"Di cosa stai parlando?" chiede Tsadok, guardandola senza capire.
Fiona, dopo uno sguardo alla schiena dei compagni che intanto si sono allontanati, risponde battendo una mano sulla borsa a tracolla, piena del denaro ritrovato nella tana del behir.
"Ah, intendevi quello" esclama sorridendo il chierico. "Brava ragazza!"

Dopo aver passato anche la stanza successiva, il gruppo si ferma appena oltre l'ingresso dell'ultimo varco inesplorato. Il corridoio è identico a quelli esplorati in precedenza, caldo e asciutto.
"Andiamo" esclama il mago evocando un incantesimo di luce e muovendo un passo in avanti.
"Speriamo che le sorprese siano finite" mormora Tsadok, seguendo l'halfling insieme ai compagni. "Sono stufo di tutte queste illusioni".
La luce che risplende sulla punta del bastone di Zigfrid si riflette sulle pareti scure di roccia scavata. Mentre avanzano, tutti si accorgono che attorno a loro l'ambiente cambia aspetto: la solida roccia lascia il posto a blocchi di pietra levigata ed anche la terra battuta del pavimento viene sostituita da piastrelle di marmo.
"Fermi" esclama il mago alzando una mano, poi indica la fine del corridoio.
Al centro della parete c'è un arco di pietra su cui risplendono tre simboli, uno al centro, in cima all'arco, e due sulle colonne laterali. Fuoco, terra ed aria. Non sembra esserci traccia di alcun simbolo legato all'acqua. Il varco è composto di una leggera nebbia eterea, vagamente lattiginosa, che impedisce di vederci attraverso.
"Forse mi sbaglio" borbotta Zigfrid sorridendo, "ma questa è la prova che la stanza con gli elementali dell'acqua è stata messa lì solo come trappola".

lunedì 12 settembre 2016

0250 - credere a ciò che si vede

Miodrag, Zigfrid e Tsadok entrano nella stanza degli elementali della terra. Il chierico comincia a menare fendenti alle sagome dei due mostri, e si piega sotto i colpi ricevuti. Con movimenti lenti e cercando di evitare altri pugni, il mezzorco si muove fino all'uscita.
Zigfrid ridacchia alla vista del suo compagno che ingaggia le illusioni, poi si ferma quando non sente i leggeri passi di Fiona.
"Allora?" esclama, voltandosi a guardare l'esile figura della mezzelfa, ferma all'ingresso.
"Non voglio entrare" mormora la ladra, gli occhi sbarrati dalla paura. Davanti a lei i due colossi stanno letteralmente facendo a pezzi i suoi tre amici.
"Muoviti" esclama il mago, facendo un teatrale gesto per convincerla ad avanzare.
Le orecchie della mezzelfa sentono le parole dell'halfling, ma i suoi occhi vedono solo il massacro dei suoi compagni. Dentro di sé sa che tutto quello che sta vedendo è solo un'illusione, ma il suo cervello si rifiuta di accettarlo. L'esperienza con gli elementali dell'acqua non è stata piacevole e le immagini che le si parano davanti nutrono i suoi dubbi sul fatto che questi grossi bestioni di terra, roccia e fango siano solo frutto di una magia.
"N... no" balbetta, muovendo un passo indietro.
Zigfrid ritorna accanto alla mezzelfa, le afferra il mento e la costringe a guardarlo dritto negli occhi. "Visto? Sono ancora vivo. E' tutta un'illusione. Ora muoviti".
"Non... non ce la faccio" mormora Fiona, abbassando lo sguardo.
"Facciamo così" esclama ridacchiando il mago. "Chiudi gli occhi ed entra nella stanza. Se l'illusione che vedi ti sembrerà ancora reale, non c'è problema. Soccomberai sotto i colpi di quei due bestioni. Così finalmente potremo trascinarti oltre la stanza".
"Sei uno stronzo" sibila Fiona, irrigidendosi. "Lo sai, vero?"
Le labbra del mago si piegano in un sorriso. "Sono stato anche gentile, non credi?"
Poi, senza preavviso, spinge la donna nella stanza.

lunedì 5 settembre 2016

0249 - si torna indietro

Fiona, in equilibrio precario sui talloni, ruzzola all'indietro e finisce sopra a Tsadok, che sbuffa più per lo stupore che per il peso della mezz'elfa.
Zigfrid recupera il pezzo di leva, poi fissa per un po' la colonnina. "E' inutile perdere tempo qui, dovremmo affrontare questi due bestioni per riuscire a raggiungere il meccanismo rotto".
I due elementali d'acqua, intanto, avanzano velocemente verso l'ingresso della stanza. Il loro movimento solleva un'onda alta quasi un metro che si schianta sul mago, fermo sul ciglio dell'apertura; la forza dell'urto lo sbatte per terra.
"Penso non abbiano la minima intenzione di lasciarci passare" borbotta Zigfrid, sputacchiando quello che gli è entrato in bocca. "Facciamo il giro e vediamo dove porta l'altro tunnel".
"Uffa!" esclama Fiona, rialzandosi e fissando con ira le due figure vorticanti. "Non mi piacciono i contrattempi, soprattutto quando tentano di ammazzarci!"
Zigfrid intanto le passa accanto e torna verso l'ingresso della struttura. Fiona e Tsadok seguono il compagno fino alla stanza con le illusioni di fuoco; Ninkle è disteso per terra al centro della stanza, svenuto. La ladra si avvicina e delicatamente lo solleva; dopo essersi fatta passare le esili braccia attorno al collo, se lo issa in spalla.
Il sorriso divertito di Miodrag si spegne quando lo sguardo glaciale della mezzelfa si posa su di lui. "Con te facciamo i conti dopo" sibila Fiona, passandogli accanto.
"Era solo uno scherzo innocente..." borbotta lo spadaccino, scrollando le spalle ed incamminandosi dietro ai compagni. "Siete riusciti a tirare la leva?"
"Si è rotta" è la laconica risposta di Zigfrid.
"Cosa vuol dire che si è rotta!?!" sbraita Miodrag. "E ora cosa facciamo?"
"Magari quella leva era solo un esca" borbotta il mago, "forse non serviva tirarla".
Nel corridoio cala il silenzio: tutti stanno riflettendo sulle possibili implicazioni delle parole di Zigfrid e nessuno vuole pensare all'eventualità di aver fallito.