lunedì 25 luglio 2016

0245 - elementale, Zigfrid!

Il piccolo halfling prosegue fino a che la luce delle fiamme illusorie gli permette di vedere di fronte a sé, poi accende la punta del suo bastone con un incantesimo.
Le pareti del corridoio continuano fino ad un varco rettangolare, ad una decina di metri di fronte a lui. Qualunque cosa ci sia oltre, è completamente immersa nel buio.
Zigfrid avanza fino al varco e lì si ferma, illuminando l'interno della stanza con il bastone. Nell'angolo c'è un piccolo altarino, simile a quello della stanza precedente, e al centro stazionano due colossi di pietra, immobili.
Vediamo se anche questi sono illusioni pensa, frugandosi in tasca e recuperando una moneta di rame. Dopo aver soppesato per un attimo il piccolo dischetto di metallo, lo lancia contro uno dei bestioni. La moneta rimbalza sulla testa del mostro e rotola a terra fino a fermarsi tintinnando in un angolo.
Sospirando, il mago entra. Ci vuole un contatto diretto... pensa, dandosi da solo dello stupido.
I due grossi ammassi di roccia e terriccio si voltano lentamente verso di lui ed iniziano ad avanzare. Il rumore della pietra che gratta sul terreno risuona fastidiosamente nella piccola stanza, provocando un brivido lungo la schiena dell'halfling, che si blocca e si mette in attesa.
Quando i due mostri sono a portata, Zigfrid rotea il suo bastone e tenta di colpire il più vicino. Il bastone passa attraverso la roccia e prosegue verso il secondo, non incontrando nient'altro che aria.
Come sospettavo pensa soddisfatto, notando che le sagome dei due bestioni ora sono vagamente trasparenti. Incurante dei pugni che gli piovono addosso, il mago si avvicina al piccolo pilastro nell'angolo e tira la leva. Il pavimento vibra per un secondo, poi tutto ritorna alla normalità.
Dopo un rapido sguardo al resto della stanza, Zigfrid raccoglie la monetina di rame e si infila nella seconda apertura, proseguendo lungo il corridoio. I suoi passi alzano parecchie nuvolette di polvere, che rimangono sospese a mezz'aria.
Se ricordo bene, davanti a me dovrebbe esserci la stanza dell'aria pensa allungando il bastone davanti a sé.
La luce illumina il varco e due figure, che si muovono turbinando al centro della stanza. Sassolini e pulviscolo vorticano furiosamente attorno ad essi.
Ottima illusione! pensa Zigfrid, sogghignando. Peccato che la polvere che ho alzato non subisca lo stesso effetto.
Il mago entra nella stanza e viene assalito dal forte vento. Scuotendo la testa per ritrovare la concentrazione, chiude gli occhi e si ferma. Attorno a sé sente un vago rumore, ma l'effetto del vento sembra svanito. Sollevando lentamente le palpebre, nota che le due figure che gli si avventano contro sono traslucide, quindi prosegue tranquillo fino all'altare e tira la leva.

lunedì 18 luglio 2016

0244 - deduzioni logiche

Miodrag si gira ed osserva l'interno della stanza. I due elementali, fermi al centro della stanza, ora sono leggermente trasparenti. Il pilastro in fondo ora presenta due leve: una, solida, completamente abbassata ed una, traslucida, ancora alzata.
"Ma com'è possibile?" esclama lo spadaccino, cercando di capire cosa i suoi occhi gli stanno mostrando.
Zigfrid alza il bastone e gli dà un colpo sulla testa.
"Ahia!" esclama Miodrag, massaggiandosi il punto colpito.
"Così magari ti schiarisci le idee" mormora il mago, accennando un sorriso.
Lo spadaccino fissa il volto del compagno, si volta a guardare l'interno della stanza, quindi torna a fissare gli occhi dell'halfling. "Quindi non sei morto. Neanche stavolta!" aggiunge con una smorfia.
Fiona scoppia a ridere. "Mi spiace, magari saremo più fortunati la prossima volta!"

Tsadok osserva i suoi compagni discutere, incurante del gigante di fuoco che continua ad affondare i suoi pugni nel suo corpo senza veramente colpirlo, quindi si alza, esce dalla stanza e si aggrega alla risata della ladra, appoggiata alla parete del corridoio. "Eheh... perché stai ridendo? Che succede, quindi?"
"A quanto pare, Zigfrid ha abbassato la leva" risponde Miodrag.
"Incredibile, vero?" sbotta il mago. "Se non ci fossi io..."
"E che effetto ha avuto abbassare quella leva?" chiede lo spadaccino. "Non vedo grandi cambiamenti".
"Neanch'io, in effetti" conferma Zigfrid. "Probabilmente bisogna tirare le altre tre leve".
Tsadok, ancora concentrato sulla prima frase di Miodrag, sorride. "Quindi è grazie a me che abbiamo capito tutto! Se non ti avessi lanciato dentro, ora non sapremmo che pesci pigliare".
"Dovrei ringraziarti per avermi fatto rischiare il collo?" ribatte sdegnato il mago. "Ti prego, non farmi rispondere a questa domanda".
"Ehi, genio" interviene Fiona. "Dove sarebbero le altre leve di cui parli?"
Zigfrid scuote la testa, poi conta sulle dita di una mano: "Acqua, terra, fuoco, aria. Quattro elementi. Abbiamo tirato la leva nella stanza del fuoco, quindi mi aspetto che quel varco" esclama indicando l'altra uscita nella stanza, "conduca ad un'altra illusione elementale. Stessa cosa dall'altra parte del corridoio, quello da cui siamo entrati, se il creatore di questa struttura ha usato un minimo di cervello".
"Forse la grande porta con i bassorilievi che abbiamo attraversato prima indica la disposizione delle stanze" mormora la ladra, riportando alla mente le immagini rappresentate. "Se torniamo indietro e proseguiamo lungo il corridoio, dovremmo trovare la stanza della terra".
"Ottimo!" esclama Tsadok, battendosi un pugno sul palmo. "Andiamo nella stanza della terra!"
"Un attimo" interviene Fiona, bloccando l'entusiasmo del mezzorco. "Come facciamo a sapere se quello che vediamo è reale o un'altra illusione?"
"Facciamo così" risponde Zigfrid con un ghigno, "tu entri e carichi a testa bassa tutto quello che si muove. Se sbatti contro il muro, allora sono illusioni".
"Pessima idea, tappo" commenta la ladra con una smorfia.
"Potrei lanciarti nell'altra stanza" propone Tsadok. "Nella prima ha funzionato".
"Questa è un'idea che mi piace" ridacchia Fiona.
"C'è sempre il nostro caro goblin" mormora Miodrag, indicando la piccola creatura con il pollice.
Ninkle, dopo aver assistito al massacro dei suoi nuovi compagni ad opera di feroci mostri di fuoco, scuote vigorosamente la testa a destra ed a sinistra e si ripara dietro alle gambe di Fiona.
"No, poverino!" esclama la ladra con voce squillante, accarezzando distrattamente la testa del piccoletto, poi si volta a guardarlo e gli sorride: "Non ti preoccupare, non ti manderemo al massacro".
Zigfrid, sbuffando, si volta e avanza da solo lungo il corridoio, lasciando i suoi compagni ad osservare la sua schiena.