lunedì 29 febbraio 2016

0206 - di nuovo insieme

"Ehi!" grida Tsadok, tossendo poi per la sabbia che gli è entrata in gola. La sua mano ha toccato qualcosa di morbido, che però è sparito subito dopo. Il mezzorco si alza sulle ginocchia e muovendo le braccia avanti e indietro cerca di ritrovare quello che ha percepito pochi momenti prima. L'unica cosa che riesce a sentire è la parete di roccia, mezzo metro accanto a lui.
Qualunque cosa fosse, ora non è più qui pensa sconfortato, rimettendosi a quattro zampe e continuando ad avanzare in mezzo alla tempesta, cercando di rimanere il più possibile vicino al bordo della gola.

Miodrag avanza con gli occhi socchiusi finché un'alta forma scura non appare davanti a lui. Le sue mani toccano la parete di nuda roccia, cercando un possibile riparo. Qui non c'è niente pensa sconfortato, poi gli viene un'idea. Si sfila lo zaino e recupera la pelle del behir, quindi appoggia le spalle alla parete e pesta con i piedi uno dei lembi.
Questo mostro vive nel deserto, quindi dovrebbe ripararmi dalla sabbia, no? pensa lo spadaccino, sollevando il lembo opposto fin sopra la testa. La sabbia smette di colpo di colpirgli il volto ed il rumore dietro al riparo improvvisato si affievolisce un po'.
Funziona! pensa euforico, poi la gioia sul suo volto si trasforma in terrore, quando di colpo la pelle si gonfia e lo scaglia in avanti. I piedi di Miodrag toccano terra un paio di metri più avanti, e non riescono a fermare la sua corsa mentre la pelle svolazza tra le sue mani, trascinandolo implacabilmente verso il nulla.
Poi, di colpo, uno sperone di roccia appare davanti a lui e lo spadaccino riesce solo a ruotare leggermente il fianco per proteggere l'uovo. L'urto è violento e la base del masso, resa instabile dall'erosione della sabbia sospinta dalla tempesta, si stacca dal terreno. Miodrag e la roccia cadono in avanti, colpendo con violenza la parete della gola. Lo spadaccino rimane intontito per qualche secondo, poi il dolore provocato dalle escoriazioni sul volto lo riporta alla realtà.

"Cosa è stato?" chiede Fiona, guardando la polvere staccarsi dalla volta della grotta e cadere a terra.
"Sembrava una piccola scossa di terremoto" risponde Zigfrid. "O la zucca del bisonte contro la parete della gola".
La ladra si avvicina al bordo e cerca inutilmente di vedere qualcosa fuori dalla caverna, poi prende fiato ed urla con quanto più fiato ha in gola: "Ehi! Siamo qui!"
"Non penso riescano a sentir..." inizia a dire il mago, poi si zittisce quando una figura si affaccia carponi e, con movimenti rigidi, entra nella grotta e si accascia contro la parete.
"Tsadok!" esclama sorridendo Fiona. "Ce l'hai fatta!"
"Dov'è Miodrag?" chiede Zigfrid, avvicinandosi e porgendogli la borraccia.
"Non ne ho idea" sospira il mezzorco, bevendo una lunga sorsata.

Miodrag scuote la testa per riprendersi, poi gira attorno alla roccia per controllare cosa ne abbia fermato la caduta. Rendendosi conto che il masso si è fermato sulla parete, lo spadaccino vi appoggia la mano e, tenendo saldamente la pelle svolazzante con l'altra, avanza faticosamente contro vento.
Dop una ventina di passi, il vento porta alle sue orecchie un suono inintelligibile, ma che proviene decisamente da una voce umana. Miodrag si china in avanti e avanza, dando fondo alle sue ultime energie. Dopo alcuni passi, le sue gambe cedono e lo spadaccino cade sulle ginocchia.
Bel modo di morire pensa tristemente, poi qualcosa lo afferra per le spalle e lo tira.
"Ecco Miodrag!" esclama Zigfrid, mentre Fiona trascina lo spadaccino all'interno della grotta e lo appoggia contro la parete.
"Speriamo che questa tempesta di sabbia non duri tanto" mormora Tsadok, rialzandosi a fatica ed avvicinandosi al compagno. Dopo aver mormorato alcune parole, una luce biancastra illumina la grotta. Tutti si sentono un po' più in forma e sorridono al chierico.
"Ora dobbiamo solo aspettare" mormora il mago, facendo cenno agli altri di allontanarsi dall'uscita e cominciando a preparare un fuoco.

venerdì 26 febbraio 2016

0205 - fugace contatto

Tsadok avanza chinato in avanti per contrastare le raffiche di vento, nelle orecchie solo il rombo della tempesta di sabbia e nient'altro. Il cavallo continua a tirare le redini strette nella mano nel tentativo di sottrarsi a questo inferno e galoppare lontano.
Che schifo di situazione! pensa il mezzorco, dando uno strattone e muovendo un altro paio di passi in mezzo al nulla. Il suo stivale si pianta in una roccia che sporge dal terreno, bloccandogli la gamba e facendolo cadere a faccia in giù. D'istinto allunga le mani, che affondano nella morbida sabbia e fermano la caduta. Il cavallo! grida una voce nella sua testa, quando si accorge che le redini non sono più tra le sue dita.
Dopo aver tentato un paio di volte di alzarsi in piedi, Tsadok si accorge che proseguendo carponi sembra sia più facile contrastare la furia degli elementi. Il mezzorco avanza nel nulla, tirando su la testa ogni tanto per guardarsi attorno. Dopo alcuni interminabili minuti, la sua testa cozza contro la roccia.
"Ahia!" urla d'istinto, ma le sue parole vengono inghiottite dal vento. Su cosa ho sbattuto? pensa poi, allungando le mani e tastando di fronte a sé. La superficie rocciosa si staglia ad un paio di passi da lui, quasi invisibile in mezzo alla sabbia che vortica davanti al suo volto. Una parete di roccia! Ora devo solo sbrigarmi a trovare un'apertura!

Miodrag da un paio di minuti non riesce più a scorgere nemmeno la testa del suo cavallo, a pochi passi da lui. Il vento lo spinge a destra ed a sinistra, facendolo ondeggiare. Un senso di sconforto lo assale, ma il tirare delle redini lo riporta alla realtà.
"Tranquillo, cavallo, ce la caveremo" mormora più a se stesso che alla povera bestia.
Muovendo faticosamente un piede davanti all'altro, lo spadaccino raggiunge una grossa roccia, non più alta di un metro, che si erge di fronte a sé. Alla base sembra che il vento soffi un po' meno intensamente, dopo essersi scontrato con l'ostacolo.
"Dai, su" esorta Miodrag, tirando a sé il cavallo e tentando di farlo sdraiare. La povera bestia oppone un po' di resistenza poi, sfinita, si accascia a terra. Mentre tiene saldamente le redini con una mano, con l'altra lo spadaccino comincia a cercare una fenditura nella superficie di roccia. Trovata! pensa soddisfatto, poi estrae una delle sue due spade e la conficca nel pertugio, legandoci quindi attorno le briglie.
Tu rimani qui, io cerco un riparo pensa Miodrag voltandosi un momento verso il cavallo, poi avanza a braccia protese per alcuni metri. Le sue dita non trovano nulla, poi qualcosa gli sfiora la gamba. Lo spadaccino si libera del contatto con un passo veloce in avanti, quindi si volta a destra ed a sinistra per cercare di individuare cosa l'ha toccato.
Davanti a lui c'è solo la nebbia giallognola creata dalla sabbia che gli vortica attorno scorticandogli le guance. Senza più nessun punto di riferimento, Miodrag solleva il mantello per ripararsi un po' dalla furia del vento ed avanza in mezzo al nulla, diretto verso un punto imprecisato dinnanzi a lui.

giovedì 25 febbraio 2016

0204 - persi nella tempesta

I tre avventurieri voltano i cavalli nella direzione indicata dal mezzorco e osservano spaventati una nube color ocra, alta centinaia di metri, che si avvicina velocemente.
"Troviamo un nascondiglio, presto!" urla Miodrag, iniziando a guardarsi attorno.
"In quella gola potrebbero esserci delle grotte!" esclama Fiona, indicando una stretta depressione tra due dune, da cui spuntano alcuni ammassi di roccia.
"Speriamo di arrivarci in tempo!" ribatte lo spadaccino spronando il cavallo.
La ladra e il mago si lanciano al galoppo e raggiungono Tsadok che sta rotolando giù dalla cima di una duna.
"In groppa, svelto!" grida Zigfrid, passandogli le redini. "Se non ti sbrighi, ti lasciamo qui!"
Il mezzorco balza in groppa al suo destriero, che scarta per l'improvviso colpo sulla schiena, poi si dirige insieme ai compagni verso la piccola gola tra le dune individuata da Fiona. Il vento sibila attorno alle loro teste e la sabbia comincia ad alzarsi in grossi vortici, impedendo alla vista di spaziare lontano e graffiando i loro volti. Miodrag ormai non si vede più, come neanche la via carovaniera.
"Meglio scendere e proseguire a piedi" grida Zigfrid, fermando il cavallo e smontando. I due compagni lo imitano, poi iniziano ad avanzare faticosamente verso il canalone. Il rumore del vento rimbomba nelle orecchie ed è ormai talmente forte da impedire di sentire qualunque altro suono. Ben presto ognuno rimane solo in mezzo alla tempesta.
Questa sabbia mi sta cavando gli occhi! pensa Fiona fermandosi e recuperando una bacchetta dallo stivale. Dopo aver appoggiato le dita su un paio di punti segnati in precedenza, pronuncia un semplice comando. Con una scarica azzurra appare un largo scudo accanto a lei, su cui inizia a scivolare la sabbia. Il suo sorriso si trasforma in una smorfia quando il vento spinge violentemente la protezione contro il suo braccio, facendola cadere a terra. Le briglie le scappano di mano ed il cavallo, spinto dal vento, si allontana di pochi passi e scompare nella tormenta.
Cavolo! Ora dovrò ripagarlo! pensa la ladra, avanzando lentamente con le braccia protese alla ricerca della propria cavalcatura e dei suoi compagni. Le sue mani toccano una superficie leggermente ruvida e fredda al tatto.
Roccia! gongola Fiona, avanzando lungo la parete del canalone. Dopo alcuni interminabili metri, la parete rientra e la ladra si ritrova all'interno di una profonda grotta. Al riparo dal vento, nota che la sabbia si sta accumulando solamente all'ingresso e riesce a raggiungere il fondo della caverna. Speriamo che gli altri si siano salvati... pensa allontanandosi dalla furia del vento che fuori continua a soffiare impetuoso.
Dopo un paio di minuti una piccola figura chinata entra nella caverna e si accascia al suolo, tossendo rumorosamente.
"Zigfrid!" urla Fiona, correndo a soccorrere il compagno. "Fortuna che sei salvo!"
"Un altro po' in quell'inferno ed i miei polmoni sarebbero esplosi" biascica il mago. Dopo essersi tirato faticosamente in piedi, si guarda attorno. "E gli altri due?"
"Mi sono fermata per attivare uno scudo e li ho persi di vista" ammette la ladra. "Spero abbiano trovato un riparo".
"Speriamo" commenta mesto Zigfrid, guardando il muro di sabbia che vortica all'esterno.

mercoledì 24 febbraio 2016

0203 - punto d'osservazione

Dopo aver esaminato le altre grotte senza trovare nulla di valore, Tsadok appoggia una mano sulla spalla di Miodrag. "Non c'è altro da trovare! Dai, torniamo in città".
"Va bene, va bene" sbuffa lo spadaccino. "Pensavo di trovare un bottino ben più ricco".
Tsadok sorride. "Abbiamo il tuo uovo, la pelle e quello che abbiamo trovato nella grotta. Non ti basta?"
"Speravo in qualcosa di più. Evidentemente il diavolo ci ha preso in giro" borbotta Miodrag, dirigendosi verso i cavalli.

"Chissà perché Nadja voleva mandarci qui" borbotta lo spadaccino, osservando le braci che si colorano di rosso sotto l'effetto del vento.
"Probabilmente voleva farci mangiare dal behir" ribatte Zigfrid.
"Sei sicuro? Non è stato difficile abbatterlo".
"Siamo stati abbastanza fortunati" commenta il mago alzando le spalle. "Se fosse atterrato sopra di noi e ti avesse ingoiato, sarebbe stato un bel problema".
"Magari il diavolo c'ha tenuto nascosto qualche dettaglio" mormora Fiona, giocando distrattamente con il pugnale. "O forse ha mentito e lei voleva veramente rivelarci l'ubicazione della fortezza".
"Intendete quella nominata nel registro di Selina, giusto?" chiede Tsadok.
"Proprio quella" esclama Miodrag.
"Domani potremmo trovare un punto rialzato e vedere se c'è qualche costruzione in mezzo al deserto" propone il mezzorco.
"Per me è inutile, comunque non ci costa nulla fermarci qualche minuto mentre cavalchiamo verso Assur per dare un'occhiata" concorda lo spadaccino.

Dopo aver passato la nottata presso l'accampamento sulla via carovaniera, il gruppo riparte alla volta di Assur. Durante la mattinata il vento continua a soffiare impetuoso da ovest, alzando parecchia sabbia che si infila sotto i vestiti dentro le bisacce.
"Che ne dici di quell'altura?" chiede Tsadok, avvicinando il cavallo a Miodrag.
"Mi pare vada bene" risponde lo spadaccino, facendo cenno agli altri di fermarsi. "Noi ti aspettiamo qui".
Il mezzorco passa le redini a Fiona, quindi scende da cavallo e si inerpica lungo il pendio. Giunto sulla sommità, si guarda intorno. Alcune conformazioni rocciose emergono tra le dune, ma nessuna ha la forma di una fortezza.
Dopo aver fatto segno ai compagni di non aver visto nulla, il mezzorco viene sospinto da una raffica di vento e si volta per evitare di cadere. Ritrovato l'equilibrio, Tsadok osserva l'orizzonte. I suoi occhi si spalancano per lo stupore. Quando i suoi muscoli rispondono di nuovo, il mezzorco si precipita giù per raggiungere i compagni.
"Tempesta di sabbia!" urla con quanto fiato ha in gola.

martedì 23 febbraio 2016

0202 - un altro tipo di tesoro

Mentre gli altri attendono che il mago identifichi i vari oggetti trovati, Miodrag si ferma davanti all'entrata di una caverna parzialmente bloccata da una roccia dai bordi smussati e segnata un po' ovunque dagli artigli del mostro. Dopo aver tentato inutilmente di infilarsi nella stretta fessura, lo spadaccino appoggia la spalla sul grosso masso e spingendo lo fa rotolare via. Un velo di sabbia impalpabile si muove sospesa a mezz'aria, poi lentamente scende e si posa a terra.
"Questa caverna sembra promettente!" esclama per richiamare l'attenzione dei compagni, poi osserva l'interno e scruta tra le ombre. La grotta è abbastanza profonda e sul fondo sembra sia stata accumulata una grossa quantità di sabbia fine. Miodrag accende una torcia e si avventura all'interno.
"Wow!" esclama lo spadaccino sorridendo. "Questo sì che è interessante!"
Un uovo dal colore azzurro, lungo quanto un avambraccio, giace parzialmente immerso nella sabbia. Varie striature blu percorrono la superficie del guscio, riflettendo la luce della fiaccola e creando strani disegni sulle pareti di roccia.
"Zigfrid ha identificato praticamente tutto..." esclama Fiona entrando nella grotta e bloccandosi a pochi passi dallo spadaccino quando questo si volta con un'espressione soddisfatta sul volto. "Che c'è? Che hai trovato?"
"Un uovo di behir!" esclama Miodrag. "Se lo portiamo a Vaelan, possiamo farci un sacco di soldi!"
"Di sicuro vale molto" commenta la ladra, osservando i riflessi sulle pareti.
"Il vento che spira da ovest si sta facendo più intenso" borbotta Zigfrid entrando nella grotta insieme a Tsadok.
"Sì me n'ero accorto" ribatte Miodrag, "ma non ho visto nuvole, quindi per il momento non dobbiamo preoccuparci. Guardate che cos'ho trovato!"
Il mago affianca il compagno ed osserva l'oggetto dietro di lui. "Un uovo! Avevo proprio voglia di una bella frittata!"
"Ma è un uovo di behir?" chiede il mezzorco. "Io lo spaccherei prima che esca un altro mostro e cerchi di sbranarci!"
"Calmi, calmi!" esclama Miodrag, frapponendosi tra loro ed il suo tesoro. "Meglio venderlo a Vaelan, no?"
"E come pensi di trasportarlo senza romperlo?" chiede con una smorfia Zigfrid.
Lo spadaccino ci pensa un po', poi guarda i compagni. "Nel mio zaino non penso ci stia, dato che ho già la pelle. Potreste metterlo nei vostri, no?
"No, anche noi abbiamo gli zaini pieni" esclama Fiona, lanciando uno sguardo a Tsadok. "Tra l'equipaggiamento trovato e le razioni non ci sta più nemmeno uno spillo! E comunque non ci passerebbe per l'apertura".
"Mi è venuta un'idea!" esclama Miodrag, uscendo di corsa e tornando poco dopo con un vecchio mantello logoro. Dopo averlo strappato ed annodato, ci avvolge l'uovo e se lo lega al collo. "Che ne dite? Non è nemmeno tanto scomodo".
I tre compagni si guardano, poi scuotono la testa all'unisono.

lunedì 22 febbraio 2016

0201 - dubbi sul bottino

"Sono pur sempre i miei compagni" mormora Fiona ridacchiando, imbarazzata dalla proposta.
"Con gli altri dividiamo tutto quello che riusciamo a recuperare dall'equipaggiamento dei cadaveri" propone Tsadok, iniziando a riempire lo zaino pratico. "Mi pare di aver visto qualcosa di valore, ma lasciamo al mago il piacere di scoprirlo".
La ladra ci pensa un po', poi sorride. "Ok, mi sta bene".
I due avventurieri trasferiscono tutte le monete all'interno dei propri zaini, poi ritornano indietro ed iniziano a perquisire in maniera più approfondita i cadaveri, accatastando l'equipaggiamento ancora in buono stato all'interno di una cassa.
"Ora possiamo chiamare Miodrag e Zigfrid" esclama Tsadok. "Avranno finito di spellare quel behir, no?"
Fiona esce all'aperto e si appoggia alla parete di roccia, aspettando che i suoi due compagni smettano di litigare.
"Non esiste!" esclama Zigfrid, arretrando di un passo. "Non infilerò mai quella roba puzzolente nel mio zaino!"
"E' uno zaino magico!" ribatte Miodrag, avanzando verso il compagno con in braccio la pelle arrotolata ed ancora sanguinante del mostro. "E' l'unico modo per trasportarla fino a Vaelan!"
"Non è un problema mio!"
"Tu stesso hai detto che non c'è aria al suo interno! Basta che ti trasferisca il tuo equipaggiamento in un'altra tasca e non ci saranno problemi" propone lo spadaccino.
"Ho detto di no!" borbotta il mago incrociando le braccia.
Miodrag lo osserva per un po', poi abbassa le spalle deluso. "Non hai fatto storie con la cena della bettola di Assur e ti fai problemi per una semplice pelle?"
"Va bene, va bene" bofonchia Zigfrid, aprendo lo zaino e sistemando i suoi oggetti in un'altra tasca. Dopo aver sistemato il rotolo all'interno della grossa tasca principale, i due si avviano verso la grotta.
"Abbiamo trovato un po' di equipaggiamento" esclama Fiona, facendo cenno di seguirla.
Il mago si avvicina alla cassa piena di oggetti, lancia un incantesimo e ne esamina il contenuto. "Decisamente buono, come bottino!"
Dopo una rapida occhiata ai cadaveri ed alle casse piene di merci comuni, Miodrag perlustra il resto della grotta e si ferma davanti alle casse aperte. "E queste?"
"Erano vuote" esclama Tsadok, lanciando un'occhiata alla ladra.
"Già" conferma Fiona.
"Mi pare strano" borbotta lo spadaccino. "Il diavolo aveva parlato di un grosso tesoro ed avete trovato solamente quella cassa di oggetti".
"Non mi pare un magro bottino" commenta Zigfrid, alzando un mantello ed esaminandolo attentamente. "C'è parecchia roba magica, qui".
"Perché quel mostro avrebbe dovuto portare nella grotta dei forzieri vuoti? Non ha senso!"
"Magari qualcuno ci ha preceduto e si è portato via il contenuto" esclama Tsadok, alzando le spalle.
"E non hanno toccato altro?"
Il mezzorco si gratta il mento pensieroso. "Forse hanno sentito tornare il behir e si sono dati alla fuga".
"Sono molto deluso" borbotta Miodrag. "Tutta questa fatica per quattro pezzi di equipaggiamento in croce".
"Magari c'è qualcos'altro nelle altre grotte!" esclama Fiona sorridendo. "Non le abbiamo mica esplorate tutte!"
"Allora diamoci da fare, così possiamo tornare a Vaelan" ribatte lo spadaccino, uscendo a lunghe falcate dalla grotta ed avviandosi verso la successiva.

venerdì 19 febbraio 2016

0200 - pelle e monete

Miodrag si avvicina a Tsadok e gli porge la borraccia magica. "Bevi un po' d'acqua, così ti riprendi".
Il mezzorco la afferra e tracanna una lunga sorsata, poi alza il braccio e si bagna la testa.
"Ora va molto meglio" esclama, porgendo al compagno la fiaschetta e rialzandosi in piedi.
Dopo aver invocato Gond ed aver curato le proprie ferite e quelle dello spadaccino, Tsadok osserva il cadavere del behir. "A quanto pare era questa creatura la causa di tutti quei fulmini!" esclama piantandosi i pugni sui fianchi. "Spero non ce ne siano altri qui attorno".
"Penso sia l'unico della zona" ribatte Zigfrid. "Altrimenti gli altri sarebbero già arrivati per dare man forte".
"E' un bel bestione" commenta Miodrag. "Dite che possiamo ricavarne qualcosa?"
"E come hai intenzione di trasportarlo?" ridacchia il mago. "A spalla?"
"Possiamo sempre recuperare la pelle e portarla a Vaelan. Ci sarà qualcuno interessato ad un articolo simile, no?"
"Tu fa quello che vuoi" ribatte Tsadok, "intanto io perlustro la grotta laggiù".
"Vengo anch'io" esclama Fiona, allontanandosi insieme al mezzorco.
Sotto lo sguardo incuriosito di Zigfrid, Miodrag estrae un pugnale e comincia a tagliuzzare la dura pelle del behir.
"Non così, zuccone!" esclama il mago. "Se continui a massacrarla in quel modo, è già tanto se ci ricaverai cuoio sufficiente per la copertina di un libro!"
"Se sei tanto bravo, allora, fammi vedere tu come si fa!" ribatte seccato lo spadaccino.
Zigfrid si inginocchia di fianco al compagno, gli strappa di mano il pugnale e comincia a scuoiare il behir. "Ecco, vedi? Devi alzare la pelle e tirare! Il coltello ti serve solo per tranciare la membrana che la tiene legata ai muscoli!"
Mentre i due avventurieri lavorano sotto il sole, Fiona e Tsadok entrano nella grotta e si concedono un momento per godersi la freschezza data dall'ombra. La caverna, alta circa tre metri, si allarga appena oltre l'entrata e si estende parecchio, tanto che la zona più interna è quasi completamente avvolta nel buio. La sabbia del deserto copre parte dell'ingresso e si estende per pochi metri, lasciando poi spazio alla nuda roccia.
Fiona avanza di un paio di passi e si ferma davanti ad un cumulo di ossa di varia natura. "Questi sono i resti dei pasti precedenti" mormora, infilando un piede nel cumulo e disseppellendo un teschio.
"Lì mi pare ci sia qualcosa" esclama Tsadok, indicando un punto di fronte a sé. Alcune casse segnate da artigliate sono accatastate in un angolo, assieme ad alcuni cadaveri parzialmente essiccati disseminati poco distante.
La ladra si avvicina e si inginocchia accanto al corpo più vicino. "Questi devono essere i membri delle spedizioni scomparse di cui abbiamo sentito parlare".
"E questi sono i loro averi" esclama il mezzorco, guardando dentro ad una cassa. "Qui ci sono merci varie, ma non c'è nulla di valore".
"Eppure quel demone ha detto che avremmo trovato qualcosa di prezioso" commenta Fiona, rialzandosi e scrutando tra le ombre. "Forse c'è qualcosa dietro quel masso laggiù".
Il mezzorco segue la ladra fino alla grossa roccia in fondo alla caverna e spalanca gli occhi. Una piccola montagna di monete trabocca da alcuni forzieri mezzi distrutti. I due avventurieri si guardano sorridendo, quindi Fiona si gira per avvisare i compagni ma Tsadok le blocca posandole una mano sulla spalla. "Vuoi davvero dividere questo tesoro in quattro?"

giovedì 18 febbraio 2016

0199 - tra le zampe del mostro

Fiona impugna l'arco e scocca un paio di frecce, che rimbalzano sulla schiena della creatura e si perdono tra le dune. La bestia apre la bocca ed emette un grido stridulo, quindi si puntella sulle zampe e si lancia in avanti. Mentre Zigfrid pronuncia un incantesimo e si alza in volo, Miodrag estrae le sue lame e le corre incontro. Le fauci si aprono di fronte a lui, investendolo con una folata di aria fetida. Lo spadaccino scarta all'ultimo nel tentativo di evitare il morso della bestia, ma finisce sotto i suoi artigli. Una delle zampe saetta verso di lui e gli squarcia il petto, facendolo rotolare nella sabbia.
"Prenditela con uno della tua taglia!" urla Tsadok, afferrando la sua ascia a due mani e lanciandosi in avanti. Quando la creatura si volta per fronteggiare il nuovo avversario, il mezzorco balza in aria e affonda la lama nel collo del behir. Fiotti di sangue e pezzi di squame schizzano ovunque, inondando la sabbia ed i vestiti del chierico.
Con un ruggito la bestia si ritira di qualche passo, permettendo allo spadaccino di rialzarsi e rimettersi in guardia. Dalle mani di Zigfrid saetta un raggio che annerisce il dorso il mostro, che per indebolito crolla al suolo. Mentre le zampe lottano per rialzare il corpo dalla sabbia, le fauci del behir si aprono ed una luce compare nella sua gola.
"Allontanatevi, presto!" urla il mago. Lo spadaccino si getta di lato ed evita di poco il fascio di elettricità che scaturisce dalla bocca del mostro. Tsadok, investito in pieno, viene sbalzato all'indietro e cade a terra in preda agli spasmi.
"Tutto qui quello che sai fare?" balbetta il mezzorco, puntellandosi con l'arma per rimettersi in piedi.
Miodrag, approfittando della distrazione offerta dal compagno, si infila tra le zampe del mostro ed affonda le sue due lame nella morbida carne della pancia, ruotando le else per squartare gli organi interni.
La schiena del behir si inarca quando il mostro ruggisce di dolore. Tsadok avanza di un passo e disegna un cerchio nell'aria con la sua ascia, penetrando tra le scaglie del collo e staccandogli di netto la testa.
L'urlo disumano della creatura riecheggia tra le rocce mentre il suo corpo ormai senza vita si accascia al suolo.
"Bel colpo!" esclama Miodrag, divincolandosi dalla zampa che lo tiene ancora bloccato e rialzandosi in piedi.
Le gambe di Tsadok cedono, facendolo sedere pesantemente sulla sabbia. "Datemi un momento per riprendermi, poi vi curo" mormora il mezzorco, distendendosi e fissando il cielo terso.

mercoledì 17 febbraio 2016

0198 - il sole si oscura

Il gruppo esce di corsa dalla grotta e scruta l'area per trovare la causa del piccolo smottamento.
"Io non vedo nulla" mormora Zigfrid, avvicinandosi alla ladra che era rimasta fuori. "Tu hai visto cos'è successo?"
"Niente" ribatte Fiona, poi indica un punto di fronte a lei. "Probabilmente il vento ha spostato della sabbia ed alcune rocce sono franate giù da quel pendio".
Miodrag recupera il cannocchiale dalla borsa e, seguendo le indicazioni della mezzelfa, scruta tra i massi. Un po' di pietrisco continua a rotolare giù dalla collina, ma lo spadaccino non riesce a vedere nient'altro di strano.
"Nulla di cui preoccuparsi, insomma" borbotta Zigfrid, voltandosi e tornando dentro la piccola grotta. Dopo aver percorso tutto il perimetro interno sfiorare la parete con la mano, il mago esce di nuovo sotto il sole. "Qui non c'è nulla di nascosto. Qualunque cosa abbia provocato quello squarcio nella roccia, non si è rintanata qui dentro".
"Direi di passare alla grotta successiva" esclama Miodrag. "Tsadok, tu rimani fuori con Fiona. Tenete d'occhio quel grosso masso, non mi sento tranquillo".
Fiona fa un cenno affermativo, poi beve una sorsata d'acqua dalla borraccia quindi si aggiusta il cappuccio.
La piccola grotta, profonda poco più di un metro, non nasconde nulla al suo interno, quindi il gruppo si sposta verso il centro della conformazione rocciosa.
"Qui le rocce sono fuse in più punti" commenta il mezzorco, osservando la pietra più scura. "Tutto sembra indicare che la fonte provenga dal grosso dente di roccia laggiù".
"Se tutte le grotte sono così, conviene passarle velocemente e dirigersi verso la grotta principale, laggiù" propone Zigfrid, indicando di fronte a sé.
Il gruppo si incammina lungo la strada di pietrisco e supera due alte rocce che si ergono parallele ai lati del sentiero, disegnando una specie di porta che conduce al largo spiazzo davanti alla grotta principale. Quando Miodrag muove un passo verso la caverna, il gruppo di avventurieri si ritrova d'un tratto avvolto dalla penombra. Tutti alzano gli occhi e vedono il profilo di un'enorme creatura che, dopo aver coperto per un attimo il sole, atterra di fronte a loro. Sei paia di gambe sostengono un corpo affusolato e coperto di scaglie azzurre. Una testa alta quanto un cavallo punta il gruppo, gli occhi scintillanti fissano con desiderio quello che la creatura considera il suo prossimo pasto.
"Un behir!" esclama Zigfrid, facendo un passo indietro e stringendo spasmodicamente il bastone.

martedì 16 febbraio 2016

0197 - rocce tra le dune

Miodrag osserva l'ennesimo fulmine salire velocemente verso il cielo, illuminando il cerchio di pietre al centro del bivacco ed il volto dei suoi compagni addormentati, quindi si volta a guardare il filo di luce che rischiara l'orizzonte ad est.
"Avanti, dormiglioni!" esclama, alzandosi ed iniziando a scuotere Tsadok. "E' arrivata l'alba, facciamo colazione e poi partiamo!"
"Ancora cinque minuti..." mormora Fiona, girandosi dall'altra parte e tirandosi la coperta sopra la testa.

Verso mezzogiorno il gruppo raggiunge la conformazione rocciosa notata il giorno prima dalla ladra. Un grosso ammasso di roccia si innalza in mezzo alle dune, circondato tutt'attorno da creste più piccole. La sabbia del deserto ha scavato la pietra e disegnato vari solchi, il cui risultato è una struttura aliena, piena di anfratti e pinnacoli dalle bizzare forme allungate. Una distesa di sassolini e roccia fuoriesce dalla sabbia, formando una piccola stradina che conduce al centro della collinetta.
Fiona tira le redini per fermare il cavallo, poi accarezza distrattamente il collo dell'animale. "Da quel che vedo, ci sono un sacco di grotte" esclama guardandosi attorno, socchiudendo gli occhi per proteggersi dal riverbero della sabbia, "sia nel blocco centrale sia nelle rocce tutt'attorno".
Miodrag affianca la ladra e osserva il paesaggio. "Non sembrano esserci pericoli, però direi di lasciare qui i cavalli per sicurezza e continuare a piedi".
Tsadok smonta da cavallo, lega le redini ad un masso poi avanza fino al primo ammasso di roccia. "Qui la pietra sembra come fusa. Ed anche qui" aggiunge, spostandosi verso un'altro spuntone. "E solo sul lato che guarda il centro della montagna. Potrebbe dipendere dai fulmini che abbiamo visto".
"Già, potrebbe" mormora Zigfrid, scendendo anche lui dal suo cavallo. "Tenete gli occhi aperti".
"Andiamo direttamente alla grotta più grande?" chiede Miodrag, indicando una zona scura alla base del grosso sperone.
Zigfrid scuote la testa. "Andiamo con ordine, meglio controllare tutte le grotte prima di avventurarci avanti. Non mi piace l'idea di essere sorpreso alle spalle".
Il gruppo si riunisce quindi avanza verso la prima grotta, poco più alta del mezzorco. Fiona sorride quando il mago abbassa lo sguardo e salta all'indietro. "E' solo uno scorpione del deserto! E' talmente piccolo che ha paura perfino di un tappo come te!"
Tsadok guarda con attenzione il terreno e, non notando tracce evidenti, entra nella grotta insieme a Zigfrid. All'interno l'aria è più fresca e dopo qualche secondo i suoi occhi si abituano alla semioscurità. "Non è molto profonda, giusto un paio di metri" esclama avanzando, poi si ferma quando il compagno indica una macchia scura su una delle pareti.
"Ci sono tracce di sangue, qui" mormora Zigfrid.
"E questo cos'è?" esclama Tsadok, indicando delle scanalature scavate nella roccia, vicino all'ingresso. Ognuno dei tre segni paralleli è lungo una ventina di centimetri, profondo un paio e largo quando il dito del mezzorco. "Sembrano artigli".
"Il sangue è secco" commenta Miodrag, avvicinandosi alle macchie. "Speriamo che la causa sia lont..."
La frase muore in gola allo spadaccino ed un brivido scende lungo la spina dorsale di tutti quando, in lontananza, si sente il suono di alcuni ciottoli che rotolano rimbalzando sulla nuda roccia.

lunedì 15 febbraio 2016

0196 - prossima destinazione, deserto!

"Ora cosa facciamo?" chiede Miodrag, sedendosi ad un tavolo della locanda.
"Dovremmo andare alla fortezza" ribatte Zigfrid, afferrando uno sgabello ed accomodandosi.
"Hai scoperto dove si trova?" chiede Tsadok.
"Non ancora" borbotta il mago scuotendo la testa.
"Intanto potremmo andare alla grotta che ci ha indicato quel diavolo" propone lo spadaccino. "Ha detto che c'era nascosto un tesoro, no?"
"Se c'è da guadagnarci qualcosa, io ci sto" esclama Fiona, attirando con un gesto l'attenzione di una cameriera ed ordinando il pranzo. "Ora che ci penso, ma non c'era un certo magazzino da ripulire?"
"Scordatelo" esclama Zigfrid, sorridendo alla ladra. "Ormai qui ci conoscono tutti, siamo diventati famosi. Vediamo di non diventare anche famigerati".

Il gruppo vende l'equipaggiamento recuperato e si rifornisce di cibo, quindi parte al galoppo lungo la via che attraversa il deserto e porta a Radapur.
Dopo quattro faticosi giorni di viaggio tra le dune, Fiona ferma il cavallo accanto ad uno spiazzo di terra battuta, dove qualche tempo prima si erano fermati con la carovana del mercante, ed indica una piccola conformazione di roccia che si staglia sulla linea dell'orizzonte. "Guardate lì. Dovrebbe essere il punto di origine di quegli strani lampi che abbiamo visto ieri notte".
"Finalmente" esclama Tsadok. "Non ne posso più di galoppare in questo mare di sabbia".
"E pensa che ti aspettano altri quattro giorni di viaggio per tornare alla civiltà" ridacchia Zigfrid, togliendosi uno stivale e svuotandolo dalla sabbia che vi è entrata.
Il mezzorco storce la bocca al pensiero di dover riattraversare il deserto.
"Bivacchiamo qui e domani andiamo in esplorazione" propone Miodrag asciugandosi la fronte. "E' stato un viaggio faticoso e non sappiamo cosa potremmo trovare. E' meglio continuare dopo che ci saremo riposati".
Tutti scendono da cavallo, quindi iniziano ad approntare il campo per la fredda notte desertica.

venerdì 12 febbraio 2016

0195 - le chiavi di Assur

"Ho bisogno di una perla per le identificazioni" esclama il mago, appoggiando il borsello sul bancone del negozio di magia.
Syraban recupera un largo cassetto foderato di velluto, toglie il panno e consegna una piccola fialetta piena di polvere color avorio nelle mani del mago.
"Non è che hai anche un bicchiere, del vino ed una piuma di gufo?" chiede Zigfrid con un sorriso.
L'uomo recupera da un armadietto un bicchiere di vetro, lo pulisce con uno strofinaccio e glielo consegna, poi fornisce il resto dei componenti. "Sono cento pezzi d'oro".
Zigfrid paga il mago, quindi prepara l'intruglio e lo beve tutto d'un fiato. Nella sua mente si forma l'immagine dell'anello e di un libro con la spiegazione delle sue principali funzioni.
"Cavolo" esclama rabbiosamente. "Ho scoperto solo che, oltre all'effetto di protezione, sono attivi due incantesimi. Uno di ammaliamento ed uno di divinazione".
"Questo vuol dire che sei maledetto?" commenta Miodrag.
"No, zuccone. Vuol dire che le proprietà sono troppo particolari per poterle comprendere con un incantesimo così semplice".
Syraban fissa il piccolo circoletto d'oro appoggiato sul bancone. "E' in linea con gli effetti che mi ha descritto il tuo compagno".
"Non è che ti interesserebbe acquistarlo?" chiede Zigfrid con un sorriso innocente.
"Grazie, non tratto questo tipo di oggetti" ribatte il mago, poi fissa l'halfling sorridendo. "La mia attività ne risentirebbe".

"Allora, siete pronti?" esclama Miodrag, bussando alle porte delle camere dei compagni. "Le guardie che ci devono scortare alla premiazione sono qui sotto che ci aspettano".
"Ma tu non eri contrario a ricevere questa onorificenza?" ridacchia Fiona, fissandosi lo zaino sulla spalla.
"Prima andiamo, prima ce lo togliamo dai piedi" borbotta lo spadaccino, avviandosi giù per le scale.
La piazza centrale di Assur è addobbata a festa ed un piccolo palco di legno è stato eretto davanti alla porta del palazzo comunale, sede del Concilio della città. Una nutrita folla si sta radunando nella piazza, mentre alcuni uomini stanno finendo di disporre fiori e festoni sulle finestre degli edifici che fanno da sfondo.
"Quanta gente" mormora Miodrag, osservando le persone che si accalcano per vedere chi verrà premiato.
"E' una città piccola, le voci corrono" ribatte Zigfrid. "E non penso che quell'affare venga allestito così spesso".
Gli avventurieri si fanno strada fino alla piccola scaletta e salutano il giudice Holton, che fa loro segno di raggiungerlo sul palco.
"E' con sommo onore" esclama l'uomo a pieni polmoni, "che il Concilio ha deciso di dare le chiavi della città di Assur a questi valorosi uomini di Vaelan, il cui operato ha permesso di sgominare una grossa organizzazione criminale che operava qui, tra noi".
Mentre la gente comincia ad applaudire, il giudice si volta verso il gruppo ed inizia a stringere la mano a tutti, porgendo poi una piccola chiave dorata appesa ad un nastro di raso.
"I cittadini che io rappresento vi ringraziano per aver reso più sicura questa città!" esclama l'uomo allontanandosi, poi tra un applauso e l'altro invita il gruppo a fare un inchino per il pubblico.
Tsadok e Zigfrid provano goffamente ad imitare la graziosa riverenza di Fiona, mentre Miodrag muove un paio di passi avanti ed alza le braccia per farsi vedere meglio.
"Basta così, grazie" mormora il giudice continuando a sorridere alla folla, poi appoggia una mano sulla spalla dello spadaccino e delicatamente lo riporta tra i suoi compagni.
"E meno male che non volevi attirare l'attenzione" gli sussurra all'orecchio Fiona.
Miodrag alza le spalle, poi torna a guardare Holton quando questi si avvicina alla folla. "D'ora in avanti questi valorosi uomini saranno cittadini di Assur!"
Un altro scroscio di applausi rimbomba nella piazza, poi i cittadini cominciano ad allontanarsi per tornare alle loro faccende. Il giudice accompagna il gruppo all'interno del palazzo comunale, quindi chiude le porte per avere un po' di tranquillità.
"Le chiavi che vi ho consegnato vi permetteranno di entrare in città a qualunque ora del giorno e della notte, basta che le mostriate alle guardie" esclama Holton, poi afferra alcuni borselli e li porge a Zigfrid. "Il Consiglio ha anche pensato di ricompensarvi con duecento monete d'oro a testa".
"Oh, grazie mille!" esclama il mago, dividendo i soldi con i compagni.
"Venendo a lei" continua il giudice avvicinandosi a Tsadok, "la sua parte presumo servirà per pagare la multa".
Il mezzorco guarda la pila di monete nelle sue mani, poi con un sospiro le riconsegna al funzionario.

giovedì 11 febbraio 2016

0194 - pensieri illuminanti

Dopo esser passato a trovare Arun presso la bottega Il Ricamo ed aver venduto la merce rubata dal magazzino di Goyal, Miodrag torna in locanda con un paio di stivali nuovi.
La porta di Zigfrid è aperta e lo spadaccino si affaccia. "Buongiorno! Sei riuscito a dormire?"
"Più o meno" borbotta il mago, sfogliando il suo libro degli incantesimi. "Non sono ancora in grado di studiare, mi serve altro tempo... ma almeno riesco a tenere gli occhi aperti".
"Quindi qualcuno ti ha fatto il malocchio!" esclama Miodrag.
Zigfrid si gira e scruta il compagno appoggiato sullo stipite. "Sì, come no".
"Ho parlato un po' con Syraban" confessa lo spadaccino. "Lui ha ipotizzato che possa essere l'effetto di un incantesimo per controllare la tua mente".
Il mago fissa furente il compagno per qualche secondo, poi sbuffa e distoglie lo sguardo. "Sì, può essere. Ci dev'essere riuscito solo perché ero molto stanco".
"Hai idea di chi potrebbe essere?"
"Se lo sapessi, sarebbe già morto" sibila Zigfrid.
"Non hai nemmeno una vaga idea di chi possa essere?" lo incalza Miodrag.
"No" risponde sospirando il mago, poi chiude gli occhi e cerca di riflettere su quanto gli è successo. Non ho dormito tutta la notte, sono stato comandato nel sonno... Non ho mai sentito di una magia simile. Soprattutto che duri così tanto.
"Syraban mi ha anche fatto notare che, se l'incantesimo avesse preso di mira me, probabilmente ora sareste tutti morti".
"Sì, è probabile" ammette Zigfrid, osservando le spade che pendono dalla cintura dello spadaccino.
"Probabilmente è successo perché è venuto a contatto con te e non con me".
Zigfrid spalanca gli occhi, colpito da un'illuminazione. Se è un effetto prolungato, probabilmente avrà lasciato qualche residuo magico!
Il mago si alza e pronuncia poche parole arcane, cominciando poi a guardarsi attorno. Una parte dell'equipaggiamento di Miodrag si illumina, come anche il mantello appoggiato sulla sedia. Anche i residui di polvere argentea si illuminano debolmente. Zigfrid sposta le coperte ed esamina il letto. Una piccola fascetta brilla debolmente sul lenzuolo, residuo dell'effetto di un incantesimo attivo.
Che stupido pensa il mago, alzando le mani e osservando l'anello sulla sua mano destra illuminarsi.
"Che succede?" chiede Miodrag, osservando il compagno mentre si toglie il circoletto d'oro.
"Ritengo che quanto è successo questa notte sia stato causato da questo oggetto" esclama Zigfrid, infilando l'anello in uno dei sacchetti legati alla cintura. "L'ho preso a Selina e me lo sono messo senza controllare. Sembrava innocuo. Sì, lo so, dovevo esaminarlo meglio".
"Quindi ora smetterai di girare di notte a prendere a bastonate i tuoi compagni?"
"Ripeto che non è colpa mia!" ribatte Zigfrid con un sorrisetto. "E' stata colpa del bisonte che ha tentato di corrompermi!"

mercoledì 10 febbraio 2016

0193 - a caccia di informazioni sulla fortezza

Miodrag e Fiona tornano alla locanda. Passando davanti alla porta chiusa della camera del mago, lo spadaccino vi appoggia l'orecchio e sente Zigfrid rigirarsi nel letto.
"Questo non è niente rispetto ai rumori di stanotte" mormora la ladra, avvicinandosi.
"Lasciamolo dormire" ribatte Miodrag. "Io vado a fare un giretto, vieni?"
"No, penso starò qui e controllerò che il tappo non faccia altri danni" ribatte Fiona.
Lo spadaccino saluta la compagna e si avvia verso l'uscita. Dopo un'ultima occhiata alla stanza di Zigfrid, Fiona si ritira.

"Hai nulla su fortezze erette nei dintorni?" chiede Miodrag osservando i vari libri sugli scaffali.
Syraban si allontana dal bancone e recupera due piccoli volumi. "Ho questi, ma trattano principalmente di leggende. Uno parla anche del Palazzo delle Nuvole a Vaelan".
"Hai anche una mappa della zona?" domanda lo spadaccino, sfogliando i due libri.
"Ho questa, ma non è molto dettagliata" replica il mago, srotolando una mappa sopra ai libri. "Sono indicate le principali città, comprese quelle vecchie ed ormai in rovina come la Vecchia Vaelen".
"Dista molto da qui?"
"Mi pare servano tre settimane di viaggio a cavallo per arrivarci".
Miodrag osserva per un po' la mappa senza riuscire ad individuare nulla di interessante. "Non mi è utile. Peccato".
"Mi spiace. Forse puoi trovare qualche vecchio libro tra le bancarelle del porto".
Lo spadaccino ringrazia, saluta ed esce dal negozio.

Il mercato è decisamente affollato, nonostante la cappa di caldo che avvolge la città. La brezza che soffia dal mare non porta sollievo ai cittadini che si destreggiano tra le bancarelle, in cerca di prodotti convenienti ed ingredienti per il pranzo.
"Vedo che ha trovato qualcosa di interessante!" esclama sorridendo il mercante quando nota Miodrag sfogliare un piccolo libricino a cui mancano parecchie pagine. Verso la fine si fa accenno ad alcune vecchissime città costruite nel deserto ed ormai scomparse da tempo.
"Questo quanto viene?" chiede lo spadaccino.
"Cinque pezzi d'argento".
"Ok, lo prendo" esclama Miodrag. Mentre appoggia le monete sul palmo della mano del mercante, l'occhio gli cade sull'angolo visibile della copertina di un libro, sommerso sotto altri volumi. Sembra esserci un occhio stilizzato, parte di un disegno più grande.
Lo spadaccino sposta la pila e recupera il piccolo libricino, su cui c'è disegnato lo stesso simbolo visto nei cunicoli di Vaelan. Il marchio dei beholder. Miodrag sfoglia le pagine e si sofferma sull'ultimo capitolo. A quanto pare, i beholder che avevano preso possesso del Durpar sono stati cacciati sulle montagne Curna. "Penso comprerò anche questo".

martedì 9 febbraio 2016

0192 - consulente esterno

Miodrag e Fiona osservano Zigfrid varcare la soglia del negozio di magia e si guardano tra loro.
"Son curioso di sapere che cosa è venuto a fare qui" mormora lo spadaccino.
"Basta entrare per scoprirlo" ribatte la ladra, sbocconcellando un panino all'uvetta recuperato dal buffet della locanda.
Dopo un attimo di tentennamento Miodrag entra nel negozio, fa un cenno a Syraban e si ferma di fianco a Zigfrid. "Sei venuto a comprare qualcosa che plachi il tuo sonnambulismo?" esclama ridacchiando.
"Umpf... divertente" borbotta l'halfling, guardando storto lo spadaccino.
"Hai chiesto un consulto al mago? Magari lui riesce a spiegare quello che ti è capitato stanotte".
"Allora, che è successo?" chiede interessato Syraban.
"Nulla di cui tu debba preoccuparti" risponde scocciato Zigfrid. Dopo aver contato il denaro, prende la pergamena e si dirige alla porta. "Ora cercherò di dormire. Ci vediamo verso mezzogiorno".
"Mezzogiorno?" domanda Miodrag lanciando un'occhiata interrogativa a Fiona, che risponde con un'alzata di spalle.

Syraban osserva i due in silenzio, poi inizia a riordinare le pergamene.
"Stanotte è successa una cosa strana" dice lo spadaccino, attirando l'attenzione del mago. "Il nostro compagno si è aggirato per le stanze durante il sonno ed ha aggredito il nostro chierico. C'era una strana nebbiolina che gli usciva da sotto le palpebre. Sai cosa potrebbe provocare un comportamento del genere? Potrebbe essere l'effetto di un incantesimo?"
Syraban appoggia le pergamene sul bancone e fissa i due avventurieri. "Penso proprio di sì, ma non saprei dire quale".
"Però quando l'ho innaffiato con una brocca d'acqua è rinvenuto".
"Potrebbe essere un incantesimo della scuola di ammaliamento" mormora fra sé e sé il mago, grattandosi il mento.
Miodrag osserva l'espressione di Fiona, smarrita quanto lui, quindi sorride al mago e gli dice: "Non ho idea di cosa tu abbia detto, vorrei solo capire chi può averlo fatto e quale scopo aveva".
Syraban sorride. "Di sicuro un mago capace, se è riuscito ad influenzare la mente di un mago. Per quanto riguarda lo scopo, non azzardo nessuna ipotesi. Vi voglio però far riflettere su una cosa. Perché ha scelto lui, quando poteva prendere il controllo di uno di voi due, che di sicuro siete meno allenati a resistere ad un attacco simile?"
Miodrag e Fiona si scambiano uno sguardo preoccupato, entrambi allarmati dalle possibili implicazioni di ciò che ha detto il mago.

Dopo aver chiuso la porta della camera con un paio di mandate, Zigfrid sposta il letto al centro della stanza e comincia a disegnarci attorno un cerchio di polvere d'argento. Soddisfatto del risultato, srotola la pergamena ed attiva l'incantesimo.
La polvere si illumina di un vago bagliore biancastro, quindi torna al suo colore naturale.
Vediamo se così riesco a dormire pensa il mago, saltando all'interno del cerchio e coricandosi nel letto.

lunedì 8 febbraio 2016

0191 - sonno agitato

Miodrag attende una decina di minuti, poi si infila la tracolla ed esce dalla propria stanza. Dopo aver osservato tutti i possibili appigli, lega una corda alla maniglia della porta che dà sulla camera di Zigfrid e la fissa sulla sua, quindi prende una sedia e la incastra contro lo stipite. Ecco, così non dovrebbe uscire.
Soddisfatto del lucchetto improvvisato, lo spadaccino esce e comincia a girare per i vicoli.

Il sole sta ormai superando il profilo delle mura della città quando Miodrag rientra nella locanda. La corda è ancora ben tesa e la sedia è nella posizione originale, segno che nessuno è entrato o uscito dalla camera del mago.
Quando lo spadaccino inizia ad arrotolare la corda, Fiona esce dalla camera e lo saluta sbadigliando. "Che stai facendo con quella corda?"
"Ho bloccato la camera del mago per evitare che esca di nuovo".
"Ah, capisco. Ti confermo che non è uscito. Però l'ho sentito lamentarsi parecchie volte nel sonno. Probabilmente ha fatto qualche incubo".
"Forse è bene svegliarlo" commenta tra sé e sé Miodrag, infilando la corda nella borsa e cominciando a bussare sulla porta della camera del mago.
Dopo un paio di minuti Zigfrid si affaccia con il borsello in mano. Pesanti occhiaie gli segnano il viso ed i capelli sono intrisi di sudore. Anche la veste, tutta stropicciata, è bagnata in più punti.
"Tappo, non hai una bella cera" esclama Fiona, osservando lo stato del compagno.
"Mi sento spossato, come se non avessi chiuso occhio per tutta la notte" mormora il mago, passando loro accanto e dirigendosi verso l'uscita.

"Arrivo! Arrivo! Non occorre che mi buttiate giù la porta!" esclama Syraban aprendo la porta e lasciando passare il piccolo mago. Zigfrid appoggia il borsello sul bancone, poi fissa il negoziante con occhi segnati dalla stanchezza. "Una pergamena, per favore".
"Dormito male, eh?" biascica Syraban stiracchiandosi. "Che pergamena ti serve?"
"Cerchio magico di protezione".
"Protezione da cosa?"
"Bella domanda" sospira Zigfrid.
"Spiegami un po' che sta succedendo" esclama il mago, appoggiandosi sul bancone.
"Presumo di dovermi proteggere contro qualcosa di malvagio. Almeno credo".
"So che voi halfling siete restii a dare spiegazioni, ma se mi dai qualche indizio in più forse posso aiutarti".
"E' come se mi avessero spaccato questo bancone sulla testa" sibila tra i denti Zigfrid, guardando storto il negoziante. "Ho bisogno di un cerchio magico contro il male e di dormire qualche ora di fila. Posso avere il mio incantesimo, ora?"
"Ok, ok... non è necessario essere così scorbutici" esclama Syraban, poi si volta e comincia a cercare l'incantesimo nel mucchio di pergamene accatastate sui vari ripiani dietro al bancone.

venerdì 5 febbraio 2016

0190 - concentrarsi sui dettagli

"Anch'io vorrei dormire!" ribatte Zigfrid, piantandosi i pugni sui fianchi e fissando la ladra negli occhi assonnati. "Peccato che il mezzorco c'abbia provato con me!"
Miodrag non riesce a trattenersi e scoppia di nuovo a ridere. "Secondo me sta ancora dormendo! Sai che è sonnambulo? E' entrato qui ed ha iniziato a prendere a bastonate il pover Tsadok".
"E' da quando eravamo nel Dambrath che giriamo con il tappo. Non è mai stato sonnambulo" ribatte Fiona, suscitando un mormorio di approvazione da parte di Zigfrid.
"Sarà stato un attacco improvviso. Comunque sono riuscito a svegliarlo con una secchiata d'acqua" aggiunge lo spadaccino, afferrando di nuovo la brocca e lavando per la terza volta il mago con il poco liquido rimasto.
"Basta! Basta!" esclama Zigfrid. "Etciù! Ecco, ora grazie a te mi sono anche preso il raffreddore".
Miodrag ridacchia, poi torna improvvisamente serio. "Tra l'altro, mentre eri addormentato ho notato che dalle tue palpebre usciva una specie di nebbiolina. Di colore violaceo, mi pare".
Zigfrid chiude gli occhi e scava nella sua memoria alla ricerca di un qualche incantesimo che produca un effetto simile. Lo spadaccino lo osserva per un momento, poi inizia a tamburellare con le dita sul comodino. "Allora? Hai capito cosa potrebbe essere?"
"Quello che hai visto dovrebbe dimostrare che il bisonte ha lanciato un incantesimo che mi inducesse ad andare da lui!" esclama il mago, indicando la camera da cui si sente provenire il sommesso russare di Tsadok, che intanto ha ripreso sonno.
"Lui ti avrebbe indotto a prenderlo a bastonate?" chiede incredulo Miodrag.
Un sorrisetto compare sul volto di Zigfrid. "Probabilmente sperava in qualcosa di differente".
"I vostri giochetti notturni non mi interessano" commenta lo spadaccino, alzando le mani. "Io me ne torno a dormire".
"Così finalmente potremo avere un po' di silenzio" mormora Fiona, trascinando i piedi fino alla sua camera e chiudendosi dentro.

Quando sente l'ultima porta chiudersi, Zigfrid indossa la tunica e si avvia alla finestra. Dopo un veloce esame degli infissi, la spalanca e guarda fuori. La via dietro alla locanda è deserta e non si vede nessuno sui tetti. Gli scuri delle case di fronte sono tutti chiusi. Un drappello di guardie svolta l'angolo e procede lentamente lungo lo stretto vicolo, sparendo poi alla svolta successiva.
Zigfrid mormora le parole di un incantesimo e controlla di nuovo i tetti ed il vicolo, ma nessun bagliore magico attira la sua attenzione.
Strano, veramente molto strano pensa il mago, accostando gli scuri.
Dopo essersi seduto sul letto, Zigfrid chiude gli occhi e, mettendo in pratica gli insegnamenti del suo maestro, comincia a sondare i ricordi delle ultime ore. Nella sua testa i sogni continuano a vorticare sfuggendo al suo controllo, finché un frammento di ricordo non emerge dalla massa. L'imperiosa voce di un uomo gli ordina qualcosa. Nonostante tutti i suoi sforzi Zigfrid non riesce a capire quale sia il comando, ma ormai il mago è sicuro.
Qualcuno è entrato nei suoi sogni ed è riuscito a controllarlo.

giovedì 4 febbraio 2016

0189 - brusco risveglio

Quando Zigfrid alza le braccia per sferrare un nuovo colpo, Miodrag si allunga ed afferra il bastone. Il mago, per tutta risposta, gli tira un calcio colpendolo alla caviglia.
Lo spadaccino evita un secondo calcio e con una torsione del polso gli strappa il bastone dalle mani. Dopo averlo usato per deviare un pugno, il bastone viene gettato in un angolo.
Mentre Zigfrid continua invano a tentare di colpire Miodrag con calci e pugni, questo afferra la brocca d'acqua appoggiata sopra al comodino di Tsadok ed innaffia la testa del mago.
Svegliatosi di colpo, Zigfrid sbatte un paio di volte le palpebre ed osserva Miodrag in piedi di fronte a sé. Apre la bocca per parlare, ma un altro fiotto d'acqua gli arriva addosso e lo fa annaspare. "Basta! Basta! Sono sveglio! Cosa stai cercando di fare? Annegarmi!?"
"Era ora che ti svegliassi!" esclama Miodrag, appoggiando la brocca senza distogliere lo sguardo dal mago. "Sei sonnambulo, a quanto pare!"
"Non sono mai stato sonnambulo in vita mia!" esclama indispettito Zigfrid, poi pronuncia le parole di un piccolo trucchetto. Un rozzo asciugamano compare dal nulla e comincia ad asciugare il suo corpo. Lo spadaccino allontana disgustato lo sguardo non appena l'asciugamano inizia ad asciugare le sue parti intime.
Quando il mago si volta verso il letto, nota Tsadok che si sta massaggiando la testa. "E tu? Cosa ci fai nel mio letto!? Fuori!"
"Io stavo dormendo!" ribatte il mezzorco. "Tu sei entrato e mi hai preso a bastonate in testa!"
"Lo credo bene! Sei nel mio letto!"
"Guarda che questa non è la tua stanza" esclama Miodrag. "La tua è quella qui a fianco. Ti ho visto uscire dalla camera di soppiatto, entrare qui dentro e prendere il qui presente chierico a bastonate".
"Ti sarai sbagliato" borbotta Zigfrid lanciandogli un'occhiata scocciata.
"Il bernoccolo sulla testa di Tsadok lo dimostra" ribatte lo spadaccino.
"Sarai stato tu a colpire il bisonte" esclama il mago grattandosi, poi si guarda attorno. "Ed hai anche rubato le mie cose! Dov'è il mio prezioso libro!? Ridammelo!"
Miodrag scuote la testa, esasperato. "Il tuo equipaggiamento è nella tua stanza".
"Ma questa è la mia stanza!" esclama Zigfrid, poi scuote la testa ed alza una mano. "Mettiamo per assurdo che questa non sia la mia camera. Dove sarebbe la mia camera?"
"Te l'ho già detto" sibila lo spadaccino, afferrandolo per il polso e trascinandolo nel corridoio fin davanti alla porta aperta della camera di Zigfrid. All'interno l'equipaggiamento è disposto esattamente come il mago l'aveva sistemato.
"Adesso vuoi dirmi cosa ci facevi nella stanza di Tsadok? E perché l'hai preso a bastonate?" chiede per l'ennesima volta Miodrag, mentre l'halfling rovista tra i suoi effetti personali per controllare che ci sia tutto.
"Avrà usato qualche trucco per convincermi ad andare di là. Sicuramente ci ha provato con me!" esclama infastidito Zigfrid, incrociando le braccia ed osservando lo sguardo del compagno.
Miodrag scoppia in una sonora risata, che si placa quando lo spadaccino pensa alla nudità dell'halfling, per poi riprendere il volume di prima non appena il pensiero passa. Solo quando un'altra porta si apre Miodrag riesce a placare le risate.
Fiona compare sulla soglia ed osserva i due stropicciandosi gli occhi. "Si può sapere che succede? State facendo una confusione del diavolo! Qui la gente vorrebbe dormire".

mercoledì 3 febbraio 2016

0188 - passi nella notte

"Prima che qualcos'altro colpisca la mia testa, è meglio che vada a dormire" esclama Zigfrid, fissando intensamente Tsadok prima di aprire la porta della sua camera. Il mezzorco, appoggiato alla sua arma con gli occhi semichiusi, sembra non sentire le parole del mago.
"Notte" sussurra Fiona, chiudendosi la porta alle spalle.
"E' stata una giornata impegnativa e nemmeno io sono preso molto bene" mormora Miodrag, notando alcuni tagli sulle braccia non del tutto rimarginati. "Meglio che mi riposi un po'".
Lo spadaccino osserva il mezzorco per un momento, poi scuote la testa, entra nella sua stanza e si richiude la porta alle spalle. Il rumore riscuote dal torpore Tsadok, che si guarda attorno spaesato. "No-non stavo dormendo!"
Rendendosi conto di essere da solo davanti alla sua camera, fischiettando entra e si corica per la notte.

Le stelle illuminano debolmente le sagome dei tetti che si riflettono sul vetro della camera di Miodrag, ormai sveglio dopo solo un paio d'ore di sonno. Domani dobbiamo tornare al magazzino di Goyal, il resto della merce ci frutterà un bel po' pensa lo spadaccino, osservando una piccola nuvola oscurare una parte del cielo notturno.
I suoi pensieri vengono interrotti dal rumore di una porta che cigolando si apre, seguito da alcuni passi leggeri che si allontanano.
Che cavolo succede? pensa Miodrag, aprendo silenziosamente la porta e sbirciando fuori.
Zigfrid, nudo e con in mano il bastone, si sta allontanando dalla sua camera. Dopo una ventina di passi si ferma davanti alla porta della camera di Tsadok. La sua mano afferra la maniglia e la ruota lentamente fino allo scatto della serratura.
"Perché giri nudo per il corridoio?" sussurra Miodrag senza ottenere risposta. I suoi occhi si spalancano quando nota una leggera nebbiolina violacea uscire dalle palpebre chiuse del mago.
La porta si apre lentamente, quindi Zigfrid entra nella stanza. Lo spadaccino corre nel corridoio, raggiunge la camera e si affaccia appena in tempo per vedere il mago afferrare il bastone con entrambe le mani e calarlo vigorosamente sulla testa di Tsadok.
Il colpo prende di striscio la fronte del mezzorco e si schianta sul cuscino, facendo sobbalzare il letto.
"Ahia!" urla il chierico, toccandosi la fronte e guardandosi attorno con occhi annebbiati.
Sotto lo sguardo esterrefatto dello spadaccino Zigfrid torna ad alzare il bastone e comincia a colpire ripetutamente Tsadok, che alza le braccia nel tentativo di difendersi.
"Che cavolo ti è preso!? Smettila!" urla Miodrag muovendo un passo verso il compagno. Il mago si volta di scatto e facendo roteare il bastone colpisce lo spadaccino al volto.

martedì 2 febbraio 2016

0187 - impresa di pulizie

Il gruppo esce dalla guarnigione e si dirige verso la locanda.
"Maledizione, questa non ci voleva" borbotta Miodrag, calciando con rabbia un piccolo coccio di terracotta trovato per strada.
"Perché ti stai lamentando?" chiede Zigfrid. "Ci è andata più che bene".
"Ora tutta la città riconoscerà i nostri volti!" sibila lo spadaccino. "Preferivo rimanere nell'ombra ed avere una ricompensa tangibile".
"Da quando in qua sei così avido? Nei momenti sbagliati, poi!"
"Come sarebbe a dire?"
"Ti va bene quando truffiamo e deprediamo i magazzini, ma quando è il momento della gloria rompi le scatole!" esclama il mago, fermandosi in mezzo alla strada. "Non sei mai contento!"
"Ma che gloria e gloria! Far vedere a tutti quanti che abbiamo ripulito la città? Chissenefrega!" ribatte Miodrag aprendo le braccia. "Domani tanto torniamo a Vaelan, e questa città si dimenticherà di noi".
Zigfrid si volta e nota il sorrisetto sul volto di Fiona. "A questo ragazzino bisogna insegnargli tutto, anche la politica".
Miodrag si avvicina al mago, si pianta i pugni sui fianchi e si china per guardarlo dritto negli occhi. "Spiegati".
"Domani non ci presenterà come i salvatori di Assur. Domani spiegherà ai cittadini di come lui abbia ingaggiato noi per aiutare la guardia cittadina a salvare la città".
"Senza pagarci" commenta lo spadaccino.
Zigfrid sbuffa, poi un sorriso di scherno compare sulle sue labbra. "Questo è ovviamente un dettaglio che il caro giudice terrà per sé".
Un rumore di passi fa voltare i quattro avventurieri. Il giovane domestico si avvicina correndo e si ferma a pochi passi dal gruppo. "Io ed i miei sventurati compagni siamo in debito con voi" mormora a bassa voce.
"Vero" concorda Zigfrid.
"Vorremmo sdebitarci, ma siamo appena stati liberati e non abbiamo nulla" balbetta il giovane, grattandosi la nuca. "Non sappiamo come fare".
"Grazie, ma non serv..." inizia a dire Fiona, ma viene interrotta dal mago, che sorride e si strofina le mani.
"Effettivamente dovreste proprio farlo".
Miodrag si avvicina. "Cosa vuoi che facciano, tappo? Non hanno nulla!"
Zigfrid si volta verso lo spadaccino. Una strana luce brilla nei suoi occhi, e la sua espressione non fa presagire nulla di buono. "Beh, noi a Vaelan abbiamo una casa vuota, che va pulita e sistemata".
"E come ci arrivano, a Vaelan? Ci costerà un sacco".
"Possono contattare un mercante e pagarsi il viaggio come braccianti. Per le spese di pulizia e per sopravvivere i primi tempi" aggiunge il mago frugando nel borsello, "penso che trenta monete d'oro basteranno".
Il giovane domestico spalanca gli occhi quando vede le monete in mano al mago, poi si inginocchia davanti a lui e lo abbraccia, iniziando a piangere. "Grazie! Grazie!"
"Via, via! No!" esclama impacciato Zigfrid, cercando di scollarsi il ragazzo di dosso tra le risate dei compagni. "Le regole sono chiare. Io pago, tu non mi abbracci!"

lunedì 1 febbraio 2016

0186 - sconto di pena

Il giudice Holton osserva ad uno ad uno il volto di tutti i presenti, poi si volta verso Tsadok. "Da quanto mi avete raccontato, l'accusa mossa nei suoi confronti passa decisamente in secondo piano rispetto a quanto avete fatto per la città di Assur. Non posso però lasciar correre. Dichiaro che il mezzorco qui presente versi duecento monete d'oro come multa per il suo gesto".
Zigfrid apre la bocca per ribattere, ma viene zittito da un gesto spazientito del giudice. "Dichiaro inoltre che, per il prezioso aiuto che avete dato alla nostra comunità, domani verrete ricompensati con le onorificenze che questa città può offrirvi".
Il mago guarda Tsadok in cagnesco, poi sul suo volto compare un accenno di sorriso. "Grazie, davvero".
"Onorificenze?" chiede Miodrag, osservando il giudice senza capire.
"Probabilmente ci daranno le chiavi della città" spiega Zigfrid.
Il capitano Ashtone si schiarisce la voce, poi raddrizza la schiena. "Ma l'atto del mezzorco..."
Ferdinand non lo lascia terminare. "Con tutto il rispetto, capitano, questi uomini hanno fatto in pochi giorni più di quanto siate riusciti a fare voi negli ultimi due o tre mesi".
Gli occhi di Tidrek diventano due fessure. Il suo sguardo si sposta da un avventuriero all'altro, mal celando il desiderio di poterli incenerire seduta stante.
Zigfrid risponde sfoggiando il suo più ampio sorriso, gustandosi il momento.
"Secondo me voi sottovalutate il costante lavoro giornaliero della guardia cittadina" esclama in tono conciliante lo spadaccino, "che ogni giorno si batte contro il crimine. Io penso che questa onorificienza dovrebbe essere data al capitano Ashtone".
"Già" commenta sarcastico il mago. "Ubriachi e risse da taverna sono un gravissimo problema".
"Inoltre siamo abituati a lavorare senza le attenzioni della folla" continua Miodrag, ignorando le parole del compagno. "Un pubblico ringraziamento ci metterebbe in imbarazzo".
Il giudice annuisce. "Apprezzo molto le tue parole. Ho quindi deciso che domani verrà ricompensato anche il capitano con un premio in denaro".
"Grazie, giudice" mormora Tidrek, imbarazzato dalle parole del funzionario.
"E capisco anche il vostro imbarazzo, ma è giusto che veniate ricompensati. Così ho deciso, ora siete liberi di andare".

Dopo aver salutato i presenti, Ferdinand Holton apre la porta dell'ufficio e se ne va. Miodrag si avvicina al capitano Tidrek e, senza dire una parola, gli porge la mano.
Il nano osserva per qualche secondo lo spadaccino, poi gli stringe la mano con forza. "Grazie ma non era necessario".
"Mi pareva giusto così".
"L'ho apprezzato, mi creda. Lei è in debito di una bevuta".
"Mi può ora spiegare cosa intendeva il giudice per onorificenza? Non sarà mica una cerimonia ufficiale, vero?"
"Esattamente questo".
"Bene, i nostri volti perderanno l'anonimato e non avremo alcuna ricompensa da spendere" brontola contrariato lo spadaccino, incrociando le braccia e fissando il pavimento.