giovedì 24 dicembre 2015

0170 - l'arte di esasperare

Zigfrid raggiunge la massiccia caserma e nota un nano intabarrato in un mantello che sta uscendo in quel momento. I due soldati di guardia battono i tacchi, ma la figura non si degna di rivolger loro nemmeno un'occhiata.
Il mago si piazza sulla sua strada e fa un piccolo inchino. "Buonasera, capitano!"
Tidrek Ashtone si ferma e squadra lo sconosciuto con aria minacciosa.
"Generale! Volevo dire generale!" esclama Zigfrid, ampliando per quanto possibile il suo sorriso.
"Non prendermi in giro, giovincello" grugnisce il nano.
"Non sono così giovane in realtà" ribatte il mago senza battere ciglio.
Il capitano si avvicina e squadra il volto dello sconosciuto, poi gli passa accanto e si avvia verso un vicolo. "Sono di fretta, per qualsiasi necessità rivolgiti alle guardie".
"Veramente..."
"Che c'è?!" sbraita il nano, voltandosi ed allargando le braccia.
"Credo che abbia arrestato dei miei compagni".
Il capitano muove un passo verso di lui. "E tu chi saresti?"
"Zigfrid, un umile mago. Giro con il gruppo che è entrato nella sua guarnigione poco fa. Per la cronaca, le suggerisco di indurire un po' la loro pena. Nonostante io sia la persona più intelligente del gruppo, non seguono mai le mie direttive".
Tidrek si scosta e richiama con un urlo i soldati. "Guardie! Portate dentro anche questo qui e mettetelo con gli altri!"
"Perché questa sfiducia nei miei confronti?" esclama l'halfling, sbuffando. "Suvvia, non ho fatto nulla di male. Non c'è bisogno di imprigionarmi!"
"Sono tuoi amici, no? Avrai voglia di rivederli, giusto?"
"Assolutamente no!" ridacchia il mago. "Cioè, non così presto! Gradirei invece fare una generosa donazione alla guardia cittadina affinché si prenda molta cura dei miei cari compagni!"
Il capitano lo fissa per un momento, poi si rivolge ai soldati. "Guardie, quest'uomo è ubriaco! Portatelo dentro!"
"Forse non ci siamo capiti..." ribatte il mago.
"Ora ho fretta, ci vediamo al mio ritorno" esclama Tidrek, voltandosi e scomparendo dentro un vicolo. Due guardie affiancano Zigfrid e lo afferrano per le braccia, trascinandolo verso l'ingresso della guarnigione.
"Riesco a seguirvi anche senza il vostro sostegno" brontola l'halfling, scrollandosi di dosso le mani delle guardie e varcando la soglia del massiccio edificio.
"Per di qua" dice un soldato, indicando una stanza da cui proviene un rumore ritmico.
"Che cosa sta succedendo, qui?" chiede Zigfrid, avviandosi di malavoglia verso la porta.
"Uno degli ospiti del capitano sta facendo rimbalzare una pallina da cinque minuti" risponde la guardia. "Purtroppo non è stato ancora accusato di nulla, quindi non posso entrare e portargliela via".
"Ne è sicuro?" sussurra il mago, mettendo mano al borsello e prendendo alcune monete d'oro. La guardia si assicura che nessuno stia guardando nella sua direzione, poi afferra il denaro ed entra nella stanza. In un angolo sono seduti gli schiavi del palazzo di Goyal, nell'altro si sono accomodati i tre avventurieri. Miodrag, disteso su una panca, sta osservando il soffitto. Tsadok, seduto per terra, sta guardando il pavimento mentre Fiona sta facendo rimbalzare una pallina di pezza contro il muro.
"No!" esclama la ladra quando la guardia si avvicina ed afferra la piccola palla al volo.
"Mi è stato ordinato di requisire questo oggetto" ribatte il soldato. "O vuole passare una notte in cella?"
"Finalmente, stavo per impazzire" mormora il mezzorco, alzando la testa.
Quando la guardia si volta verso di lui, Fiona balza in avanti e si riappropria della pallina. "Non la lancio più! Lo giuro! Ma la tengo io!"
Il soldato, interdetto dall'azione repentina della ladra, si volta verso Zigfrid. Quando il mago fa un cenno con la testa, lei lo squadra con un'espressione indignata.
"Immaginavo che ci fossi sotto tu" brontola la mezzelfa, tirando la pallina contro il muro e colpendo il compagno in testa.
L'halfing si china e raccoglie la piccola palla di pezza e se la mette in tasca. Quando si volta per uscire, però, viene bloccato da una guardia che si frappone fra lui e la porta.
"Una comoda camera mi attende in locanda. Comunque, se preferisce, posso continuare io a far rimbalzare la pallina".
"Spiacente, questi sono gli ordini del capitano Ashtone. Nessuno può uscire fino al suo ritorno".
"Come vuole" ribatte il mago fissando per un momento il soldato, poi mormora alcune parole arcane e schiocca le dita. Cinque palline si materializzano dal nulla e cominciano a rimbalzare da sole contro il muro. Fiona esplode in una sonora risata e batte le mani divertita.
Quando la guardia prova ad afferrare le palline, Zigfrid le fa sparire e lancia un altro incantesimo. Il rumore delle palline riprende senza che si veda alcunché.
"Posso andare avanti tutta la notte" ridacchia il mago, concentrandosi per cambiare il ritmo dei rimbalzi.
"Basta! Sto impazzendo!" esclama il mezzorco balzando in piedi, afferrando la sua ascia a rovescio e dirigendosi con passo deciso verso Zigfrid. Quando il mago si volta verso il compagno, Tsadok abbatte la testa del martello della sua speciale arma sul suo cranio.
L'halfling crolla a terra senza emettere suono, mentre una pozza di sangue comincia ad allargarsi sotto di lui.

mercoledì 23 dicembre 2015

0169 - un semplice spettatore

"Una pergamena di scrutare" esclama Zigfrid. "Mi sa che avrò anche bisogno di uno specchio per utilizzarla".
"Sono 1400 monete d'oro. Per cosa ne aveva bisogno?"
"Non pensavo fosse così cara..." mormora l'halfling, grattandosi il mento. "Odio dover buttare così tanto denaro, dovrei copiarla nel mio libro e non penso di avere abbastanza tempo".
"Se mi dice a che cosa le serve, potrei fornirle io il servizio per duecento monete d'oro" propone Syraban, appoggiandosi al bancone. "Le sto facendo un buon prezzo".
"Potrebbe essere un'idea" esclama Zigfrid. "Come faccio a descriverle chi voglio cercare?"
"Userò un incantesimo per visualizzare l'immagine che si formerà nella sua mente. Pensi intensamente alla persona che vuole trovare".
Il mago aggira il bancone ed appoggia una mano sulla testa dell'halfling, quindi chiude gli occhi e pronuncia alcune parole arcane. Dopo alcuni secondi, si avvicina ad un grande specchio appeso alla parete e comincia a lanciare un incantesimo. Dopo un'ora di gesti e complesse formule magiche, la superficie inizia a brillare di una debole luce azzurrina e si copre di fumo. Quando la leggera nebbia si dirada, l'immagine della gnoma compare al centro dello specchio.
"Quando ha finito, tocchi il bordo dello specchio due volte" mormora Syraban, allontanandosi ed iniziando a sistemare alcune pergamene.
Zigfrid osserva la figura della donna nascosta dentro ad un vicolo che si osserva attorno, poi con passo veloce si dirige verso l'ingresso del palazzo di Goyal. La domestica apre la porta e la scena si sposta all'interno dell'androne. Quando la gnoma comincia a salire le scale, Miodrag e Fiona la abbattono con pochi, rapidi colpi.
Quando la ladra stringendo il primo nodo nota il sangue e si volta verso Tsadok suggerendogli di curare la donna prima che muoia, il mago si copre gli occhi con la mano. Sono circondato da idioti...
Dopo aver osservato Miodrag caricarsi in spalla la prigioniera, uscire insieme a tutti gli altri e dirigersi verso la guarnigione, tocca due volte il bordo dello specchio.
"Grazie, mi è stato molto utile" mormora Zigfrid, appoggiando il denaro sul bancone ed uscendo di corsa dal negozio.
Il mago arriva nei pressi del palazzo di Goyal e, dopo essersi guardato un attimo attorno, entra nella casa, ispeziona velocemente le varie stanze al piano terra, quindi sale al piano superiore. Dopo aver dato un'occhiata alla camera da letto, ritorna nella grande sala in cui c'è stato il combattimento e nota che qualcosa brilla al dito del cadavere di Selina.
"Questo Fiona se l'è dimenticato" mormora Zigfrid, chinandosi e lanciando un incantesimo. Quando l'anello inizia a brillare della familiare aura di abiurazione, solo parzialmente sporcata dall'aura di un altro effetto magico, il mago sfila l'anello dalla mano della morta e se lo mette al dito. "Punto per Zigfrid!" esclama ridacchiando.
Dopo un'ultima occhiata alle varie carte, scende e si allontana dal palazzo in direzione della guarnigione.

martedì 22 dicembre 2015

0168 - nel frattempo...

Zigfrid, dopo essersi reso invisibile, si fionda fuori dalla stanza ed attende sul pianerottolo che le guardie raggiungano il primo piano ed affrontino i compagni, quindi esce dal palazzo e raggiunge il primo vicolo.
Finire in prigione in questo momento non è un'opzione contemplabile pensa osservando le ombre che si muovono dietro alla tenda al piano di sopra. Quando vede la testa di Tsadok sbirciare fuori dall'entrata e la porta principale chiudersi, un sorrisetto si dipinge sul suo volto. Devono essere stati dannatamente convincenti! Buon per loro.
Le ore passano ed il giorno cede il passo alla notte mentre Zigfrid continua a muoversi tra i vicoli facendo finta di passare per caso nei pressi del palazzo, osservando i passanti e chiunque mostri un qualche interesse per l'edificio.
Ad un certo punto un'ombra scende da un tetto e si dirige verso l'ingresso, quindi il mago si acquatta dietro allo stipite di una casa ed osserva la piccola figura guardarsi attorno e bussare alla porta. Quando la domestica apre la porta, Zigfrid fa fatica a trattenere le risate. Ottimo travestimento, Fiona!
Il sorriso gli muore però sulle labbra quando la piccola gnoma si allontana e la porta si chiude. "Ma che cavolo...?"
Il mago osserva la donna entrare in un vicolo, perciò si infila in una strada parallela con l'intento di seguirla. Alla prima laterale svolta a sinistra e prosegue fino a raggiungere la stradina presa dalla gnoma. Il vicolo è deserto, di lei non c'è traccia.
Dove diavolo s'è cacciata? pensa l'halfling guardandosi attorno, poi istintivamente alza gli occhi quando un rumore sopra di lui richiama la sua attenzione.
Se è brava anche solo la metà di Fiona, seguirla per me sarà impossibile pensa Zigfrid tornando sui suoi passi. Meglio usare le mie capacità.
Il mago prosegue fino alla via via principale, diretto all'emporio di magia situata a pochi passi dalla locanda. Quando arriva nei pressi del negozio, nota la luce spenta e la porta sprangata. L'insegna dondola sospinta dalla leggera brezza che spira dal mare.
Tanto so che ci sei pensa Zigfrid iniziando a bussare vigorosamente sullo stipite, attirando lo sguardo di alcune signore che stanno rientrando a casa. Ad ogni colpo, il legno incantato emette il suono di un campanello.
Dopo qualche minuto una voce scocciata arriva da dietro la porta. "Arrivo, arrivo".
Un uomo alto, pelato e con un corto pizzetto ben curato si affaccia e squadra il piccoletto che lo sta osservando. "Buonasera. Non ha visto che il negozio è chiuso?"
Zigfrid sorride, poi bussa sulla pancia del suo interlocutore. L'uomo sbuffa senza scomporsi e chiude la porta, rischiando di prendere in mezzo la mano dell'halfling. Dopo qualche secondo riapre e fissa il mago con aria annoiata. "E' ancora qui?"
"Buonasera" esclama Zigfrid sorridendo, "avrei estremo bisogno del suo aiuto. E sono disposto a pagarlo molto bene".
"Non ha altri da andare a scocciare?"
"Spiacente".
"Cosa vuole?"
"Ho bisogno di alcune pergamene e di trovare delle persone".
"Facciamo presto, allora, così posso tornare alla mia cena".
Il padrone dell'emporio si scosta e fa cenno di accomodarsi nel negozio. L'halfling entra ed osserva la stanza gremita di oggetti vari, pergamene e barattoli pieni di componenti per incantesimi. Il mago chiude la porta e si accomoda dietro al bancone. "Allora, di che pergamene ha bisogno? Comunque io sono Syraban".

lunedì 21 dicembre 2015

0167 - l'ospitalità del capitano

"Che cosa stai insinuando?" esclama il nano, fissando il mezzorco.
"La Fredda Mano ha basi in varie città" risponde Miodrag. "Noi abbiamo appena scoperto che qui, ad Assur, aveva la sua sede principale".
"E dove sarebbe?"
"Immagino che conosca Luther Goyal".
"Sì, è il mercante più ricco di Assur" risponde il nano. "E' via per affari da circa sei mesi".
"E voi ve la siete bevuta" mormora ridacchiando Fiona.
"Avete controllato?" chiede Tsadok.
"E perché diavolo avremmo dovuto controllare dov'è il signor Goyal?!" sbraita il capitano. "Abbiamo saputo che era via per affari, cosa che faceva spesso!"
"Beh, la risposta è semplice. Nel suo palazzo ospitava i membri più alti di quest'organizzazione" risponde lo spadaccino, "che sfruttavano le ricchezze del mercante per finanziare i loro traffici. Avevano anche degli schiavi, tenuti rinchiusi in luride celle nelle cantine, che abbiamo liberato e condotto qui. Il sergente potrà testimoniarlo".
Il nano socchiude gli occhi e fissa i tre avventurieri. "Per prima cosa contatterò la signorina Morningstar. Voglio che mi confermi la vostra storia. Fino a quel momento sarete miei ospiti".
"Intanto noi vorremmo interrogare la prigioniera" ribatte Miodrag.
Il nano scende dalla sedia senza rispondere, quindi si dirige la porta e richiama a gran voce l'attenzione del sergente.
"Prenditi cura dei nostri ospiti, mentre io sono via" esclama il capitano, facendo entrare il sottufficiale e dirigendosi all'uscita.
"Bene" balbetta il sergente, "potete accomodarvi in un'altra sala in attesa del ritorno del capitano".
"Io andrei a farmi una buona dormita in locanda" esclama Tsadok. "Sono molto stanco".
"Penso non possiate andarvene" ribatte il soldato.
"Cosa?" esclama Miodrag. "E chi l'ha detto?"
"Beh, le parole del capitano Ashtone erano chiare. Non siete prigionieri, ma non potete lasciare la sede della guarnigione fino al suo ritorno".
"Perché?" sussurra Tsadok, fissando con astio il sergente.
"Questi sono gli ordini".
"Bene, le ha ordinato di prendersi cura di noi. Questo vuol dire cibo, bevande e quant'altro. E dopo la cena noi andiamo" aggiunge il mezzorco, indicando l'uscita. "Chiaro?"
"Spiacente, posso solo darvi da mangiare e da bere. Di andarsene non se ne parla" risponde il sergente, visibilmente imbarazzato, poi fa cenno di seguirlo in un'altra stanza. "Presumo sia andato a parlare con Syraban, ritornerà tra poco".
"Chi è questo Syraban?" chiede Tsadok, seguendo controvoglia l'uomo.
"E' un mago, un uomo di cui il nostro capitano si fida" ribatte il sottufficiale, dopo aver fatto accomodare in una piccola saletta il gruppo.

venerdì 18 dicembre 2015

0166 - la guarnigione di Assur

Fiona estrae la corda ed inizia a legare Ronika, mentre Tsadok si china ed evoca i suoi poteri per stabilizzarla. Dopo aver stretto l'ultimo nodo, la ladra perquisisce la prigioniera e le sottrae le armi e tutti gli oggetti di valore. "Dopo quello che ho trovato addosso a Selina, questa qui mi ha un po' deluso..." commenta con tono scocciato.
"Ehi, sergente!" urla Miodrag verso la cantina. "Abbiamo catturato l'altro membro del gruppo! Ora possiamo accompagnarla alla guarnigione!"
Il sottufficiale sale le scale e raggiunge lo spadaccino, seguito dai suoi due uomini e dagli schiavi. "Mi auguro non l'abbiate uccisa".
"No, ci siamo trattenuti" replica sorridendo Miodrag, poi raggiunge Ronika e se la carica sulle spalle. "Vogliamo andare?"

La sede della guarnigione è una massiccia struttura circolare a breve distanza dal porto, incassata nei resti di una vecchia cinta muraria di cui rimangono solo alcuni frammenti. Il gruppo segue il sergente all'interno della struttura e attende mentre il soldato parla con alcuni sottoposti, che prendono in custodia Ronika e si dirigono verso le celle al piano di sotto.
"Un momento!" esclama Miodorag. "Voglio assicurarmi che la detenuta non possa evadere".
Detto questo, scende insieme alle guardie ed osserva la cella, lunga poco più di cinque metri ed adatta ad ospitare parecchi detenuti, quindi esamina la resistenza delle sbarre ed il lucchetto della porta. "Ok, non penso possa scappare".
La prigioniera viene chiusa nella cella e due guardie rimangono a presidio, mentre le altre accompagnano lo spadaccino di sopra, giusto in tempo per vedere gli schiavi che vengono condotti in un'altra stanza.
"Ora fornirete le spiegazioni al capitano" dice il sergente, dirigendosi verso l'ufficio in fondo al corridoio, oltre le scale.
Una guardia apre la porta ed il gruppo entra nella piccola stanza. Un nano si sta allacciando un mantello, ma quando si volta e vede gli avventurieri se lo toglie sbuffando e si siede alla scrivania. "Chi siete? Cosa avete combinato?"
"Nulla" esclama Fiona.
"Se siete qui, qualcosa avete fatto!" sbraita il nano, sbattendo un pugno sul tavolo.
"Siamo venuti qui di nostra spontanea volontà" ribatte Miodrag.
"Portando una pericolosa criminale che faceva parte di una cospirazione" aggiunge la ladra.
"E voi siete in combutta con lei".
"Decisamente no" esclama lo spadaccino, cercando nello zaino il medaglione della guardia cittadina di Vaelan.
"Non mi fido di chi gira con una orecchie a punta" sbraita il nano, socchiudendo gli occhi e fissando Fiona.
La ladra incrocia le braccia e sostiene per un attimo il suo sguardo, poi si appoggia alla parete.
"Lavoriamo per la guardia cittadina di Vaelan" esclama Miodrag, sventolando il distintivo. "Siamo in missione per conto di Malika Morningstar. Non so se ne ha mai sentito parlare".
"Intendi quella sbarbatella orecchie a punta con la puzza sotto il naso?"
Lo spadaccino rimane interdetto dalla risposta. "E' un ottimo capitano e sa fare il suo lavoro. Da quando c'è lei, Vaelan è molto più sicura. Tornando al motivo per cui siamo qui, noi stiamo affrontando un'indagine che coinvolge varie città della regione, incentrata su un'organizzazione criminale molto ramificata".
Il nano si versa da una brocca un boccale di birra e la sorseggia continuando a fissare a turno i tre membri il gruppo. "E questa organizzazione cosa...?"
"Ha mai sentito parlare della Fredda Mano?" lo interrompe Miodrag.
"No, qui no".
"Quindi ne ha sentito parlare da qualche altra parte!"
"Un mio vecchio commilitone faceva da scorta ad una carovana diretta a Radapur. Quando è tornato ha accennato a quel nome, ma non mi ha detto molto prima di andarsene per un altro viaggio".
"E lei ritiene che Assur sia esente dai pericoli di quest'organizzazione?" chiede con tono spocchioso Fiona.
"Presumo di sì" commenta Tsadok. "Sembra non sapere che la Fredda Mano ce l'hanno in casa".

giovedì 17 dicembre 2015

0165 - pulizie per gli ospiti

"I morti possiamo lasciarli lì dove sono" commenta Miodrag, guardando i corpi dei due anziani servitori. "Potrebbero anche essere un diversivo per attirare l'attenzione della gnoma, così la prendiamo di sorpresa".
"Secondo me è controproducente" ribatte il chierico. "Potrebbe estrarre le armi di riflesso e rischieremmo di più. Meglio farli sparire".
Detto questo, Tsadok afferra la donna e l'uomo per le caviglie e li trascina lungo il corridoio, gettandoli poi giù dalle scale. I corpi rimbalzano sui gradini e si fermano nella cantina, scatenando le urla dei prigionieri.
"Questo è il tuo concetto di non attirare l'attenzione?" borbotta lo spadaccino. "Li avranno sentiti fino al porto".
Il chierico con un sorrisetto alza le spalle e comincia a creare acqua per sciacquar via il sangue dal pavimento. Miodrag scuote la testa e si avvicina al sergente, stupefatto dopo la scena dei cadaveri: "Ha visto che è arrivato un altro membro dell'organizzazione? Abbiamo fatto bene ad attendere qui".
L'uomo fissa stralunato lo spadaccino. "Ma ha visto cosa ha appena fatto il suo compagno?"
"Lo ammetto, è un comportamento poco ortodosso. Ma dobbiamo agire in fretta!"
"Dovrete spiegare molte cose al capitano. E, nonostante il vostro distintivo, non penso che eviterete facilmente la prigione".
"E perché? Tanto quelli sono morti, mica si lamentano. E facendo parte della Fredda Mano, si meriterebbero ben altro".
"Meglio che vada ad aiutare le altre guardie a tenere buoni quei poveretti uomini. Così non vedrò altre dimostrazioni... poco ortodosse".
"Già, è meglio" esclama Miodrag sorridendo.
"Non vedo l'ora che finisca questo turno di guardia..." mormora l'uomo.
Quando il sergente scompare giù dalle scale, lo spadaccino raggiunge il chierico, che sta riappendendo al suo posto lo specchio deformato dai colpi. "Il sergente aveva ragione. Non è stata la migliore mossa che tu potessi fare".
"Non importa" risponde serio il mezzorco. "Così possono vendicarsi dei torti subiti".
Fiona si avvicina. "Ora che conosciamo l'aspetto di quella gnoma, direi di chiedere al domestico se sa dirci chi è".
"Preferirei non scendere... Comunque presumo sia Ronika" ribatte Miodrag, dopo averci pensato un po' su. "A meno che non sia Iskra, ma dalle note sul foglio penso di poter escludere quest'eventualità".
"Ok, allora attendiamo il suo ritorno".

Dopo altre due lunghissime ore in cui il silenzio è rotto solo dal sonoro russare del chierico, qualcuno bussa alla porta. Miodrag sibila per imporre il silenzio, quindi si appoggia alla parete, subito imitato da Tsadok. Fiona indossa il cappello, riassume le sembianze della vecchia domestica ed apre la porta.
La gnoma squadra la vecchietta. "Sono rientrati?"
"Sì, li ho avvertiti del suo arrivo. La attendono al piano di sopra" balbetta la ladra. "Prego, entri pure".
Ronika scruta il volto del suo interlocutore, poi scrolla le spalle. "Fai qualcosa per quella gola, Biljana. Sembra quasi che tu abbia ingoiato un rospo".
La gnoma entra nel corridoio e si dirige su per le scale, ma saliti i primi due gradini Miodrag le balza addosso, affondandole entrambe le spade nella schiena. L'immagine della vecchia domestica si sfoca e scompare quando la ladra impugna l'arco e scocca un paio di frecce, che si piantano tra le scapole. La gnoma barcolla e si accascia sui gradini.

mercoledì 16 dicembre 2015

0164 - piano? che piano?

Il pomeriggio trascorre tranquillo mentre il gruppo attende nella cantina e cerca invano di ottenere altre informazioni dagli schiavi.
"Ma se qualcuno bussa alla porta" mormora Tsadok, "come facciamo a farlo entrare senza che sospetti nulla?"
"Potrei usare il mio cappello per camuffarmi da domestica" risponde Fiona.
"Ah, hai davvero un oggetto simile?"
"Sì, è molto comodo. Dovrò solo allenarmi a parlare come una vecchia".
"Ok, poi noi penseremo a neutralizzare gli eventuali membri della Fredda Mano".
Il familiare suono di qualcuno che bussa alla porta attira l'attenzione di tutti i presenti.
"Voi state giù con i prigionieri e cercate di non fare rumore" sussurra Miodrag al sergente, che risponde scuotendo il capo.
"Va bene, salga anche lei. Ma ordini ai suoi uomini di fare silenzio e... cerchi di non intralciarci".
La ladra indossa il cappello magico ed assume le sembianze della vecchietta, poi sale di corsa le scale insieme allo spadaccino ed al chierico, con il sottufficiale al seguito. Gli uomini si appoggiano al muro per evitare di essere visti. Il sergente fa per aprire bocca ma viene zittito da Miodrag, che con un cenno indica a Fiona di aprire l'uscio. La mezzelfa apre la porta e si trova davanti una bassa e magra gnoma, vestita con un'armatura di cuoio tinta di nero.
"Buonasera" gracchia la ladra con voce stridula.
"Dov'è Atanas?"
"E' fuori".
La donna socchiude gli occhi e fissa intensamente la vecchia. "Non esce mai".
"Non so cosa dirle... è uscito senza dirmi nulla".
La gnoma sbuffa, scuotendo la testa. "Selina è in casa?"
"No, sono usciti assieme".
"Fra quanto tornano?"
"Non me l'hanno detto, mi spiace".
"Ripasso dopo" mormora la donna, voltandosi ed andandosene.
Fiona chiude la porta e si volta verso i compagni.
"Ma... ma... non dovevamo farla entrare e catturarla?" sbraita esterrefatto Miodrag. "L'hai fatta andar via!"
"Ehm... mi sono immedesimata troppo nella parte ed ho dimenticato il piano" esclama la ladra arrossendo. "Scusatemi!"
"E va bene così, non ci siamo ricordati di pulire questo macello" esclama Tsadok, indicando i due cadaveri e le macchie di sangue sulla parete.
"Era quello che volevo dirvi prima" borbotta il sergente.

martedì 15 dicembre 2015

0163 - segregati in cantina

Tsadok risale la corda e raggiunge i compagni, quindi il gruppo segue il sergente fino al piano interrato, con le due guardie che chiudono la fila. Le scale portano ad una larga cantina, dotata di una rastrelliera per i vini vuota ed alcune botti ammassate in un angolo. In fondo c'è un buco nel muro, da cui parte un piccolo corridoio scavato nella roccia con delle aperture chiuse da grate e illuminate dalla luce di un paio di lampade. All'interno una decina di persone sta osservando i nuovi venuti.
Il domestico che ha aggredito il maggiordomo esce dalla prima cella e si ferma davanti al sergente. "Avete ucciso i nostri aguzzini?" chiede umilmente, concludendo la frase con un accenno di inchino.
"Finalmente ti abbiamo trovato!" esclama Miodrag, avanzando e piazzandosi accanto a lui. "Spiega per cortesia alla guardia cittadina che cosa è successo".
"Noi siamo poveri schiavi al servizio delle persone al primo piano" mormora il giovane a bassa voce. "I due vecchi domestici ci tenevano prigionieri e ci picchiavano quando non lavoravamo. Questi signori... dov'è il vostro amico?"
"Come? C'è un quarto uomo?" esclama il sergente, voltandosi verso lo spadaccino.
"E' uscito prima del vostro arrivo per chiamare rinforzi" ribatte Miodrag, sostenendo lo sguardo dell'uomo.
Mentre la guardia fa il giro delle celle, constatando il degrado in cui vivono i prigionieri, Fiona si avvicina al domestico. "Senti, ma chi erano i vostri aguzzini? Sai i loro nomi? Mi pare che una si chiamasse Selina".
"Sì, l'altra si chiama Galana o Galena. Non ho sentito il suo nome molto spesso, quindi non posso essere più preciso" mormora contrito il giovane. "Mi spiace".
"Il capo era la guerriera, giusto?" chiede lo spadaccino.
"No, Selina era il capo. L'altra era la sua guardia del corpo".
"E avete mai sentito parlare di un certo Petar? O di Ronika? Oppure di Gligor?"
"Sì, ogni tanto venivano a parlare con Selina".
"Portavano gente?" chiede Fiona.
"No, di solito venivano da soli, ogni tanto in due. Entravano e salivano al primo piano. Quando arrivavano il vecchio ci mandava nelle celle, ma un paio di volte siamo riusciti a nasconderci nella camera da letto ed abbiamo sentito parte dei loro discorsi. Sembravano prendere ordini".
"E sapresti riconoscerli?" interviene Miodrag.
"Sì, certo".
Il sergente ritorna dagli avventurieri. "Sembra che la vostra storia sia vera, dopotutto. Io però ho il dovere di portarvi tutti in guarnigione. Dovete spiegare al capitano quello che sta succedendo in questa città".
"Nessun problema" ribatte lo spadaccino. "Però dobbiamo farlo senza dare nell'occhio. Bisogna sistemare la casa come se non fosse successo nulla, così potremo catturare gli altri membri dell'organizzazione. Sappiamo che devono venire qui a prendere gli ordini".
"Siamo stati chiamati perché usciva fumo da una finestra" commenta sardonico il sottufficiale. "Secondo voi questo non attira l'attenzione?"
"Magari non erano nei paraggi e non se ne sono accorti" ribatte Tsadok. "Secondo me dovremo attenderli qui".
"Noi offriamo la massima collaborazione, ma la nostra indagine è troppo importante per mandarla all'aria" esclama Miodrag guardando il soldato.
"Lo direte al mio capo" ribatte il sergente, avviandosi verso la scala.
"Non possiamo aspettare almeno l'oscurità?"
Il sottufficiale parlotta un po' con i suoi uomini e Fiona sente i commenti di una delle guardie sul trascorrere una giornata in panciolle anziché camminare per strada. Alla fine l'uomo si volta verso il gruppo, sbuffa ed alla fine esclama: "E sia".

lunedì 14 dicembre 2015

0162 - ardite spiegazioni

Gli avventurieri si guardano interdetti, poi lo sguardo di tutti si concentra sulla porta. Dal piano inferiore arriva un'esclamazione soffocata, seguita dal rumore dei passi di corsa che salgono le scale. Fiona, Tsadok e Miodrag vedono Zigfrid sorridere beffardo, schioccare le dita e sparire nel nulla.
Il chierico si fionda alla finestra, afferra la corda ed inizia a calarsi giù pochi secondi prima che tre soldati, armi in pugno, si palesino sulla porta. Le balestre tengono sotto tiro i due avventurieri mentre il sottufficiale avanza puntando la spada. "Fermi là! Che ci fate dentro la casa del signor Goyal? Siete degli sporchi ladri, eh!? Ed assassini, per di più!"
"Non siamo ladri né assassini!" esclama Miodrag. "Al piano inferiore c'è un uomo che può spiegarvi tutto".
Il sergente nota la corda appesa alla finestra che si muove, quindi indica ad un sottoposto di controllare. Il soldato si sporge e nota Tsadok che si sta calando.
"Ehi, tu! Fermati, furfante!" esclama la guardia, puntando ed azionando la balestra.
Un quadrello sibila a pochi centimetri dalla testa del chierico, che molla la presa ed atterra un metro più giù.
"Prima mi intimi di fermarmi e poi cerchi di farmi fuori?! Ma sei scemo?" urla il mezzorco, guardando verso la finestra aperta. "Ora torno su e ti ficco questo quadrello dove non batte il sole!"
"Cerchiamo di calmarci" grida lo spadaccino, estraendo il distintivo di Malika Morningstar. "In realtà facciamo parte della guardia cittadina di Vaelan".
Il sergente avanza, osserva il piccolo medaglione e poi fissa il giovane ad occhi socchiusi. "E perché il vostro amico lì sotto stava scappando?"
"Non stava scappando, stava andando a controllare una possibile pista per le nostre indagini. Temiamo che qualcuno possa essere fuggito da lì".
"Spiegatemi cos'è successo" grida il sottufficiale, guardandosi attorno. "Cos'è tutto questo casino? Chi sono i due cadaveri al piano terra? E queste due donne? E tutto questo sangue?"
Miodrag ridacchia imbarazzato. "Beh, gran parte del sangue è mio".
"Noto" commenta l'uomo, osservando le vesti zuppe di sangue dello spadaccino. "In quanto al resto? Badate bene, se le vostre risposte non mi aggraderanno, passerete il resto dei vostri giorni ai lavori forzati!"
"Noi siamo arrivati qui per parlare con il signor Goyal, abbiamo bussato e ci hanno aperto la porta due vecchietti, quindi senza preavviso ci hanno aggredito! Era un'imboscata bella e buona! Noi ci siamo solo difesi".
"Quei due vecchietti in fondo alle scale?" chiede il sergente, indicando la porta. "Li avete massacrati!"
"Non siamo stati noi!" esclama Fiona. "Hanno fatto tutto da soli!"
"Spiegati meglio, orecchie a punta!"
La ladra apre la bocca per ribattere, ma lo spadaccino interviene. "Quando siamo entrati, il vecchio ha dato di matto e ha aggredito la vecchia con la magia, fulminandola sul posto".
"Sì, come no. Pensi che sia così fesso da crederti?"
"E' la verità" esclama Fiona. "Noi volevamo solo parlare. La domestica è caduta, ed il mio compagno si è chinato per soccorrerla. A quel punto il maggiordomo ci ha aggrediti".
"Quindi il vecchio ha aggredito voi, non la donna" puntualizza il sergente.
"Sì, ma ha sbagliato mira ed ha scagliato non so quale magia sulla signora, che è morta sul colpo. Era una scena fuori dalla realtà!"
Il sottufficiale si volta verso Miodrag. "E tu perché non l'hai fermato?"
"Io stavo dando una mano alla donna, non ho visto cosa stava accadendo!"
"E come spiegate il cadavere del vecchio, legato qui sotto?"
"Dal piano superiore è comparso un uomo, pazzo anche lui, che si è scagliato con uno specchio contro il vecchio, colpendolo finché non si è accasciato per terra".
"Non ho mai visto nessuno comportarsi così" commenta la ladra, scuotendo la testa.
"E questo pazzo dove sarebbe finito? E come spiegate questi altri due cadaveri?"
"Questi non c'entrano, erano due assassini" commenta Fiona, reprimendo un sogghigno. "Noi siamo i buoni!"
"Ditemi dov'è questo uomo, oppure vi arresto tutti e tre!" urla il sergente, afferrando lo spadaccino per il bavero.
"Si è rintanato di sotto" esclama Miodrag, divincolandosi. "Scendiamo, così potrà confermare la nostra versione e spiegare a lei chi c'era veramente in questa casa".

venerdì 11 dicembre 2015

0161 - il registro dei trasferimenti

Mentre Zigfrid si siede su una sedia e si concentra sul guanto, tutti gli altri leggono il foglio in mano alla ladra, che riporta una lista di numeri e nomi, segnati accanto a date e luoghi.
"Ci sono anche degli incarichi" esclama Tsadok, indicando alcune righe.
"Perlustrazione gola... Recupero artefatto... Omicidio Baler... Duna di Zaffiro..." legge ad alta voce Miodrag. "A parte il primo, sembrano legati alle nostre indagini".
"E' quello che abbiamo visto succedere" commenta Fiona. "Abbiamo trovato dei cadaveri nel tempio di Myrkul, trasportati sull'isola di Shilparam dalla nave di Huriya e Nadja, e questo corrisponde. Ed abbiamo incontrato di nuovo i due assassini a seguito dell'omicidio di Baler. Sappiamo anche che gli indizi alla Duna di Zaffiro portano a questo palazzo, ed anche questo corrisponde, come il numero di persone implicate indicato qui a fianco".
"E quindi?" chiede il chierico.
"Quindi questo è il registro delle attività della Fredda Mano!" esclama Miodrag. "Questi erano i mandanti di tutti i casini che abbiamo dovuto affrontare!"
"Ma la cosa più importante è che è presente un altro trasferimento che non è ancora avvenuto" aggiunge la ladra, osservando l'ultima riga. "Tra cinque giorni una certa Ronika partirà da Vaelan con sette persone, se ho interpretato bene quanto c'è scritto".
"La cosa che non capisco" commenta lo spadaccino, "è cosa vogliano dire quei numeri dove non ci sono le note. Sembra quasi un registro di reclutamento".
"E questa fortezza indicata qui in cima? Pensate sia dove ci troviamo?" chiede Fiona.
"E' un palazzo, non una fortezza" risponde Miodrag. "E guardate il nome annotato accanto alla prima data. Luther Goyal. Questi hanno rapito il padrone di casa e l'hanno trasferito da Assur alla fortezza".
La ladra annuisce. "Secondo me la fortezza è un luogo che noi ancora non conosciamo, ed al suo interno troveremo tutta la gente indicata qui".
"Sono più di cento persone!" esclama Tsadok. "Sembra stiano radunando un esercito!"
"Concentriamoci sui nomi indicati" mormora lo spadaccino. "Huriya e Nadja sono morti, Iskra a quanto c'è scritto è impazzita. Rimangono Ronika, Gligor e Petar".
"Bisogna capire come trovarl..." inizia a dire il chierico, ma un rumore al piano terra gli fa morire la frase in gola.
Qualcuno sta bussando alla porta, poi gli avventurieri sentono il cigolio dell'uscio che si apre ed una voce squillante giunge fino a loro. "Signor Goyal? Siamo della guardia cittadina. Qualcuno ha segnalato del fumo che esce dalla finestra".

giovedì 10 dicembre 2015

0160 - perquisizione accurata

Fiona corre accanto a Zigfrid, estrae il pugnale e taglia la gola a Selina. "Ecco, così non soffrirà più".
Il mago squadra la ladra. "E da dove viene tutta questa pietà?"
"In fondo sono un animo buono" mormora sorridendo la mezzelfa, mentre comincia ad esaminare il cadavere della donna. "E poi, ora che è morta, non ha più bisogno di questo splendido arco".
L'halfling mormora un incantesimo. Parte dell'equipaggiamento inizia a brillare di una luce azzurra. "Questo guanto è differente da quelli che abbiamo già trovato" commenta indicando la mano di Selina.
"Riesci a capire di cosa si tratta?" chiede Fiona, slacciando la cintura per recuperare una piccola bandoliera con quattro fialette.
"Avrò bisogno di un po' di tempo e di tranquillità" ribatte il mago, sfilando l'oggetto dalla mano di Selina.
"Potremo chiedere a Nieven, sono sicuro che lui ci riuscirebbe" commenta la ladra con un ghigno.
"Continua a fare del sarcasmo" sbotta Zigfrid. "Vedrai dove ti porterà".
"Comunque non riesco a capire una cosa" aggiunge Fiona guardandosi attorno. "Dove diavolo è finito il borsello con le monete? Non è possibile che girasse senza denaro!"

Miodrag apre gli occhi e nota Tsadok chino su di lui. "Cosa è successo?"
"Abbiamo sconfitto le due aguzzine ed ora se stai fermo vedo di curarti" risponde il chierico, appoggiando le mani sul suo petto ed invocando i suoi poteri.
Lo spadaccino si rialza e osserva la stanza, devastata dal combattimento. Nell'angolo il circolo di fuoco continua a bruciare, annerendo il soffitto e producendo ondate di fumo che scappano attraverso la finestra aperta, perdendosi nel cielo limpido. "Zigfrid, non pensi sia il caso di spegnere quelle fiamme, prima che la casa prenda fuoco e ci crolli addosso?"
Il mago schiocca due dita e le fiamme scompaiono nel nulla, lasciando un cerchio fumante sul soffitto.
Mentre Miodrag comincia a frugare nella scrivania rovesciandoci sopra il contenuto dei cassetti e Tsadok si infila sotto per controllare la presenza di doppi fondi, Fiona apre l'antina del mobiletto in fondo alla stanza, parzialmente annerito dalle fiamme magiche. "Qui c'è un plico di fogli!"
"Io invece ho trovato una piccola botola" esclama il chierico, tirando un gancio e facendo aprire lo scompartimento segreto. Una piccola scatolina cade a terra, aprendosi e rivelando un piccolo tesoro in gemme.
"Nei cassetti non c'è nulla di interessante, invece, solo delle ricevute per acquisti di merce" mormora con disappunto lo spadaccino.
Il chierico si rialza ed osserva le carte e punta il dito sulla sigla di Goyal. "Guardate, queste firme sono differenti!"
"E' vero, non me n'ero accorto" commenta Miodrag. "Sembrano fatte da persone differenti".
"E quando hanno iniziato a contraffare la firma?"
"Direi circa sei mesi fa, se non mi sono perso qualche documento".
"Questo, invece, è decisamente più interessante" mormora Fiona, leggendo un foglio preso dalla pila trovata nell'armadietto. "Sembra che qualcuno vi segnasse una serie di trasferimenti ad una fortezza, o almeno è quello che riesco a capire".

mercoledì 9 dicembre 2015

0159 - momenti drammatici

Zigfrid stringe l'ultimo nodo, poi sale al piano superiore e affacciandosi alla porta nota la donna combattere con Tsadok. "Posi le armi, signorina! Oggi ho già ucciso, non vorrei dovermi ripetere!"
La guerriera non presta ascolto alle parole e continua a battersi strenuamente contro i due avversari.
"Ma perché non mi ascoltano mai?" mormora il mago alzando le mani ed iniziando a recitare un'incantesimo, ma si blocca quando una freccia si infilza nello stipite della porta a pochi centimetri dal suo orecchio. Selina, in piedi accanto alla scrivania, sta incoccando un'altra freccia.
Sono due, quindi pensa Zigfrid, pronunciando le parole per evocare un incantesimo. Un circolo di fiamme circonda la figura della ragazza, ustionandole il volto e strappandole un grido di dolore. Con un balzo attraversa il muro di fuoco e scompare di nuovo dietro alla scrivania.
Intanto Miodrag e Tsadok stanno incalzando l'altra donna, che però sembra reggere abilmente il combattimento contro due contendenti. Notando i vestiti lordi di sangue del compagno, il chierico si allontana di un passo per invocare Gond. Una sfera di luce esplode dal suo medaglione ed investe lo spadaccino, rimarginando alcune delle sue ferite.
"Non mi sento tanto meglio" esclama Miodrag, calando la spada sull'avversario che para agilmente con lo scudo.
"Scusa, la religione non mi è mai interessata molto" ribatte Tsadok, roteando l'ascia. "Preferivo lavorare nelle fucine!"

Fiona sente i rumori delle lame che cozzano nella furia del combattimento e la voce di Zigfrid che grida parole arcane, quindi afferra il volto del domestico e lo fissa negli occhi. "Nasconditi nel seminterrato! Dopo aver sconfitto i tuoi aguzzini, verremo a liberarvi!"
L'uomo scuote il capo facendo segno di aver capito, quindi rientra in casa e si fionda giù per le scale. La ladra sale i gradini a due a due e raggiunge il pianerottolo nel preciso momento in cui una freccia si pianta nel petto di Zigfrid, che cade a terra in un lago di sangue, e la spada della donna penetra nel costato di Miodrag, strappandogli un grido di dolore e facendolo accasciare.
Dopo aver impugnato l'arco, Fiona scocca alcune frecce contro la guerriera. Un paio si piantano nel muro, mentre l'ultima la colpisce alla spalla. Un'ultima asciata di Tsadok abbatte definitivamente l'avversario.
Intanto il mago striscia fino alla porta e si accascia dietro al muro, poi ingoia una pozione e si rialza. "Al mio tre, finiamo quell'assassina".
Un'altra freccia sfiora la testa del chierico, concentrato nell'evocare una magia curativa per salvare il compagno, e si pianta nella porta dietro ai due fuori dalla stanza.
"Ti vedo affaticata!" esclama la ladra con un ghigno, poi si sporge assieme a Zigfrid e scocca un altro paio di frecce, che si piantano nel torace della donna. L'halfling corre nella stanza e si lancia contro l'assassina, posandole una mano sulla spalla e maledendola. La pelle di Selina incartapecorisce ed il suo corpo smagrisce visibilmente. Un suono gorgogliante le esce dalla gola mentre il suo corpo collassa a terra.

martedì 8 dicembre 2015

0158 - bloccati in casa

La ladra afferra il domestico e lo trascina fuori, nel frattempo Zigfrid estrae una corda dalla borsa e comincia a legare il vecchietto. Un larga macchia di sangue sta inzuppando il pavimento, allargandosi sempre di più sotto il suo corpo.
"Quando ho finito, cerca di curarlo" esclama il mago rivolgendosi a Tsadok, poi si ferma quando sente il rumore di una finestra che si apre. "C'è qualcuno al piano di sopra! Presto, andate a controllare prima che scappi!"
Miodrag esce dalla porta ed osserva le finestre, tutte chiuse. "Qui non sta scappando nessuno!"
"Starà scappando sul retro" esclama Zigfrid, stringendo un altro nodo.
Lo spadaccino gira attorno all'isolato, arrivando nello stretto vicolo che passa dietro al palazzo, quindi si sposta per guardare oltre la siepe che nasconde il piccolo giardino sul retro. Una ragazza in armatura di cuoio sta scendendo agilmente lungo una corda, aiutata da un'altra donna ben più massiccia che si sporge sopra di lei. Quando quest'ultima nota il nuovo arrivato, urla: "Torna su! Quest'uscita non è più sicura!"
Tsadok, dopo essersi assicurato che il domestico non sia un pericolo per la ladra, sale di corsa le scale e assesta un calcio poderoso alla porta, che si spalanca sbattendo contro il muro. La donna si ritrae dalla finestra e si volta a guardarlo, mentre la compagna si arrampica sul cornicione e rotola nella stanza.
"Arrendetevi, non avete vie d'uscita!" esclama il mezzorco, brandendo la sua ascia.
Per tutta risposta, la donna sguaina la spada e si protegge con lo scudo. "Selina, nasconditi! A questo tizio ci penso io!"
L'avete voluto voi pensa Tsadok, balzando in avanti ed affondando il colpo prima che la donna più esile abbia il tempo di alzarsi e correre via. L'armatura di cuoio si lacera e dalla carne comincia a colare un rivolo di sangue.
Selina geme di dolore, poi con una capriola si allontana dal mezzorco e si ripara dietro alla scrivania, scomparendo alla vista.
"Assapora il filo della mia lama" esclama l'altra donna, vibrando un fendente che supera la guardia di Tsadok e gli lacera in profondità il quadricipite.
I due avversari cominciano a combattere cercando di penetrare le difese del nemico con i propri affondi, ma mentre quelli del mezzorco si schiantano spesso sullo scudo, i colpi della donna vanno quasi sempre a segno. Il sangue comincia a scorrere copioso mentre Tsadok sente le proprie energie venire meno.
Miodrag, dopo essersi arrampicato sulla corda, balza nell'ufficio dietro alla guerriera ed estrae le spade. "Ora hai un avversario alla tua altezza!" urla, lanciandosi all'attacco.

Fiona continua a scuotere il domestico finché non smette di ridere, quindi lo investe di domande. "Chi sei? Chi erano i due vecchi? Chi c'è al piano di sopra?"
Il ragazzo fissa gli occhi della ladra e, con voce tremante, esclama: "Sono uno schiavo, i due mostri erano i nostri aguzzini. Ed i tuoi compagni stanno combattendo con i loro padroni!"

lunedì 7 dicembre 2015

0157 - reazione inspiegabile

Miodrag osserva a bocca aperta la vecchietta volare all'indietro e battere la testa per terra, quindi si avvicina e si china per controllare le sue condizioni. Dopo aver constatato che è ancora viva, la afferra per un braccio e cerca di farla rialzare. "Ma cosa fa, signora! Alla sua età rischia di farsi seriamente male se fa certi movimenti!"
Quando lo spadaccino si volta per richiamare l'attenzione di Tsadok, sente una mano appoggiarsi sullo spallaccio dell'armatura ed alcune parole che non comprende. Una scarica di elettricità attraversa il suo corpo e scende a terra, passando per le membra dell'anziana signora. La vecchia esala il suo ultimo respiro e crolla a terra con gli occhi rovesciati ed i vestiti che cominciano a fumare.
Miodrag si alza di scatto, sconvolto dalla visione del corpo semicarbonizzato della donna. "Ma che diamine...?"
Altre parole incomprensibili escono dalla gola dell'anziano maggiordomo, che porta i palmi davanti a sé e fa scaturire una vampata di fuoco. Le fiamme magiche segnano il volto e le mani dello spadaccino mentre evitano di un soffio la ladra, riparata dietro allo stipite della porta.
Lo sguardo di Miodrag, ancora sconvolto per l'anziana domestica morta tra le sue braccia, si posa sull'uomo senza riuscire a metterlo bene a fuoco. "Ma è impazzito? Io volevo solo parlare".
"Stia calmo!" esclama Fiona, rimanendo dietro alla porta per ripararsi dalle magie del maggiordomo. "Non abbiamo cattive intenzioni!"
Zigfrid, sentendo frammenti dell'incantesimo in draconico e le esclamazioni dei compagni, indica a Tsadok di seguirlo e raggiunge di corsa la ladra alla porta. Dopo una distratta occhiata al cadavere per terra, il mago si sofferma sulla figura del vecchio e, notando le sue mani artigliate ancora protese verso lo spadaccino, alza un dito verso di lui. Un raggio nero colpisce il maggiordomo, che barcolla appoggiando un ginocchio a terra.
"Basta violenza!" urla lo spadaccino, voltandosi di scatto verso Zigfrid. "Non occorre ucciderlo!"
"Infatti non l'ho ucciso, l'ho solo stremato" esclama il mago. "Così evitiamo che cerchi di nuovo di farti arrosto".
Un urlo dalla cima delle scale attira l'attenzione di tutti i presenti. Il domestico che era salito al piano di sopra osserva il maggiordomo con il volto stravolto dall'odio, quindi scende di corsa le scale, afferra uno degli specchi appesi alla parete e lo abbatte con tutta la forza che possiede sulla testa del vecchio, che stramazza al suolo. Poi, non contento dello sfogo, continua a colpirlo ripetutamente.
"Questa è una casa di pazzi" mormora Miodrag, sconvolto da tanta brutalità.
Quando il domestico si ferma ansimante, il maggiordomo utilizza le ultime forze rimaste per alzare un dito tremante e scagliare un ultimo incantesimo contro lo spadaccino, che barcolla all'indietro. Un ultimo colpo del domestico abbatte definitivamente il vecchio, che crolla a terra.
"Basta così!" urla Zigfrid, scagliando un ultimo incantesimo contro il giovane, che si piega in due in preda alle risate. "Fiona, legalo ed interrogalo, io farò lo stesso con il vecchio. Voglio sapere cosa sta succedendo in questa casa!"

venerdì 4 dicembre 2015

0156 - servitù prossima alla pensione

Miodrag afferra il battacchio e bussa un paio di volte. Dopo circa un minuto si sentono dei passi lenti e trascinati, poi il rumore di una chiave che gira nella serratura. La porta si apre ed una signora anziana si sporge, alza lo sguardo ed osserva sorridendo il volto dello spadaccino. "Buongiorno... desidera?"
"Buongiorno, gentile signora" esclama Miodrag, sfoggiando un sorriso gioviale. "Noi stavamo cercando il proprietario del magazzino numero dodici. Ci hanno detto che vive qui".
"Lei cerca il signor Goyal, dico bene?" biascica la vecchietta, strizzando gli occhi per il riverbero del sole.
"Sì, è lui il proprietario del magazzino" conferma lo spadaccino, che alza gli occhi ed osserva l'interno della casa. Un paio di metri oltre la porta si snoda una larga scala che sale al primo piano. Un uomo vestito di lino, dalla carnagione scura, sta pulendo con un piumino la cornice di un quadro.
"Il signor Goyal vive qui" borbotta la donna, "ma ora non è in casa, è via per lavoro. Io sono solo la domestica".
"Capisco" mormora Miodrag. "E nel frattempo, mentre il mercante è via per lavoro, chi è che cura i suoi affari? Ha un socio con cui poter parlare?"
"Gli affari, dice?" esclama la vecchietta, grattandosi una guancia senza smettere di sorridere. "Beh, forse potete parlare con mio marito".
La domestica si volta e con voce stridula comincia ad urlare: "Atanas! Atanas!"
Lo spadaccino e la ladra sentono dei passi provenire dal piano di sopra, poi un vecchietto esce da una porta e scende lentamente le scale, sorreggendosi al corrimano. Quando raggiunge l'uomo con il piumino, gli indica con un secco gesto della mano di andare di sopra. L'uomo lancia uno sguardo alla porta, poi sale gli ultimi gradini ed entra in una stanza.
"Hai notato anche tu la sua occhiata implorante? O l'ho solo sognata?" sussurra Fiona all'orecchio del compagno.
"Cosa vai urlando, cara?" esclama il vecchietto raggiungendo la domestica.
"Questo signore ha chiesto chi è che gestisce gli affari del signor Goyal".
L'anziano osserva il volto di Miodrag, poi si appoggia alla porta. "Non saprei. Ma se ha qualche carta da consegnare, può lasciarla a me".
"In realtà cercavamo il signor Goyal per discutere di una questione delicata" mente lo spadaccino. "Stavamo indagando su un furto che ha subito".
"Un furto? Che furto?" esclama Atanas, voltandosi a guardare la domestica con aria interrogativa. Lei alza le spalle e scuote la testa. "E dove?"
"Al magazzino numero dodici" esclama Miodrag. "Giù al porto".
"Io non so di nessun furto" borbotta il vecchietto, guardando per terra.
"E' una cosa che è successa parecchio tempo fa" aggiunge lo spadaccino.
"Ah, ma lei parla di tanto tempo fa" esclama Atanas, alzando lo sguardo. "Più di uno o due anni fa!"
"Mi riferisco all'ultimo furto di pellame".
"Io... non me lo ricordo".
"E' sicuro che non ci sia qualcuno con cui parlare? Tipo un figlio?"
"No, lui è ancora giovane. Non ha ancora trovato la donna della sua vita".
Questo mercante è pazzo, se ne va lasciando tutti i suoi affari in mano a questi due svampiti pensa Miodrag, poi si volta verso Fiona e le sussurra: "Qui non otterremo nessuna risposta, proviamo con altri metodi".
La ladra osserva con aria interrogativa lo spadaccino mentre posa la mano sullo stipite della porta su cui è appoggiata la vecchietta e, spingendo, esclama: "Sarà meglio entrare, così ne discutiamo con calma!"
La donna, non aspettandosi la spinta, barcolla e cade pesantemente all'indietro, battendo la testa sul pavimento. Una piccola pozza di sangue si allarga mentre la donna, senza fiato per la caduta, comincia a mugolare per il dolore.

giovedì 3 dicembre 2015

0155 - diretti al palazzo di Goyal

Miodrag si avvia verso l'uscita e mette mano alla maniglia, ma Tsadok lo ferma. "Non sarebbe il caso di controllare la situazione fuori dal magazzino, prima di uscire? Mi pareva ci fosse un po' di movimento, quando siamo entrati".
Fiona scansa lo spadaccino e scosta la porta quel tanto che basta per sbirciare all'esterno. Le uniche figure che si vedono sono tre guardie ad una quindicina di metri che si stanno allontanando lungo la via, dando le spalle al magazzino. La ladra si blocca ed aspetta che i soldati si allontanino.
"E allora, possiamo uscire sì o no?" esclama Zigfrid, battendo nervosamente il piede per terra.
"Ssh!" sibila Fiona, cercando di zittire l'halfling.
La ladra nota una delle guardie che si ferma, quindi riaccosta la porta mentre l'uomo si volta a guardare. "Fate il massimo silenzio, oppure finiamo dritti in galera" sussurra fissando i compagni.
Dopo due lunghissimi minuti, Fiona si sporge di nuovo e nota che la via è sgombra, quindi fa cenno agli altri di uscire. Miodrag e Tsadok si infilano nel vicolo a fianco del magazzino. Quando Zigfrid le passa accanto, la ladra gli lancia un'occhiata gelida, poi raggiunge i compagni. "Andiamo direttamente al palazzo di Goyal o passiamo da Arun?"
"Stavo riflettendo su una cosa" esclama lo spadaccino sogghignando. "Se ho capito bene, i membri della Fredda Mano hanno rubato a questo mercante. Noi ora abbiamo fatto lo stesso. Ora facciamo anche noi parte di quest'organizzazione, giusto?"
Zigfrid lo osserva per un momento a bocca aperta, poi borbotta: "A volte mi chiedo perché continuo a viaggiare in tua compagnia".
Fiona reprime un sorriso, poi ripete la domanda precedente. Miodrag torna serio quindi, dopo averci pensato un po' su, esclama: "Noi siamo qui per seguire la pista della lettera di credito. Proseguirei in quel senso".
"Quindi la prossima tappa è il palazzo" conclude il mago. "Andiamo".
"Io passerei comunque a depositare la merce alla taverna" aggiunge lo spadaccino. "Non mi fido a girare con della refurtiva addosso".
"Già, sembra che questa città sia piena di ladri" sogghigna Zigfrid.

Gli avventurieri raggiungono l'altra taverna della città, chiamata Il Ponticello perché è stata in parte scavata nel terreno e per raggiungere l'atrio bisogna passare per una piccola passerella in legno. Già dall'esterno la struttura appare migliore della precedente: la pittura non è scheggiata e ci sono anche le tende alle finestre.
Il gruppo affitta una stanza e vi deposita la merce rubata, poi esce e si dirige verso il palazzo del mercante, situato nella parte più ricca della città e incassato tra altri due edifici. Sulla facciata a due piani dell'edificio si apre un grande portone circondato da alte finestre, oscurate da pesanti tendaggi. Un cancello di metallo conduce ad uno stretto giardino.
"Sembra non ci sia nessuno all'interno" mormora Tsadok osservando le tende al primo piano.
"L'unica è bussare e chiedere del padrone di casa" ribatte Miodrag.
"Non conviene fare un giro attorno alla villa?"
"Per me è tempo sprecato" sbuffa lo spadaccino, avviandosi lungo il vialetto insieme a Fiona e fermandosi davanti alla porta.

mercoledì 2 dicembre 2015

0154 - polvere ovunque

Il deposito di Goyal è uno dei più grandi del porto, circondato da numerose strutture più piccole. L'alto portone domina la via principale, mentre l'ingresso più piccolo dà in uno stretto vicolo. La struttura in pietra porta i segni del tempo e l'aspetto fatiscente denota la scarsa manutenzione del proprietario. I vetri delle larghe finestre sono oscurati da svariati strati di sporcizia e pile di rifiuti giacciono sparsi tutt'attorno al perimetro.
"Non vedo scale per raggiungere il tetto" mormora Tsadok, osservando i lati dell'edificio.
"Il tetto è spiovente" ribatte Zigfrid, "non penso ci sia un modo semplice per arrivarci".
Il gruppo si avvicina al portone principale, guardandosi intorno per capire se c'è qualcuno interessato a loro. Un paio di uomini sono indaffarati a trasferire dei barili in uno dei magazzini più piccoli a qualche isolato di distanza, mentre altri tre stanno trasportando delle attrezzature da pesca verso una rimessa vicino ai moli. Nessuno sembra essersi accorto della loro presenza.
"Controlla la porta e vedi se è possibile entrare" sussurra il mago in direzione di Fiona.
La ladra attraversa la strada e si appoggia con la schiena ad uno dei due battenti, constatando che qualcosa all'interno blocca l'apertura. Dopo una veloce occhiata alla piccola porticina incassata nel portone, la mezzelfa torna dai compagni.
"Il portone è bloccato, ma posso facilmente aprire la serratura della porticina di servizio".
"Ok, allora entriamo" dice Miodrag, uscendo dal vicolo e facendo cenno agli altri di seguirlo.

L'interno del magazzino è praticamente vuoto, solo il fondo del locale è occupato da alcune casse ancora sigillate. In alcuni punti si vedono segni di merce spostata di recente, ma tutto il resto è coperto da uno spesso strato di polvere, segno che la struttura non è usata da un bel po'.
Mentre Tsadok esamina il pavimento in cerca di eventuali tracce, Fiona prende un piede di porco dallo zaino e scoperchia una delle casse, sollevando una nuvoletta di polvere. Pellicce, fascette di cuoio e pelli piegate sono imballate ordinatamente e protette da uno strato di paglia secca.
"Merci di qualità!" esclama la ladra con un fischio, prendendo diversi prodotti ed infilandoseli nella borsa. "Saranno cinquecento monete d'oro di materiale grezzo!"
"E che ci fanno qui?" commenta lo spadaccino. "Il magazzino sembra abbandonato da un pezzo".
"Più che altro, sembra che lo stiano svuotando lentamente" ribatte Zigfrid, osservando i segni sul pavimento.
Tutti si voltano quando sentono la voce del mezzorco uscire da un piccolo ufficio in un angolo. "Qui forse c'è qualcosa di utile".
"Hai trovato qualche documento?" chiede Miodrag, raggiungendo Tsadok nella stanza.
I due cominciano a frugare tra gli schedari, trovando solamente raccoglitori vuoti. Ad un certo punto, esaminando attentamente la scrivania, lo spadaccino scopre dei fogli accartocciati dietro all'ultimo cassetto. "Risale a sei mesi fa. Ci sono elencate delle merci provenienti dal Lurien per un valore di seimila monete d'oro".
"E' una bella somma!" commenta il mezzorco. "Saranno almeno dodici o tredici casse come quelle che abbiamo trovato".
"E nel magazzino ce ne sono solo sei. E non è detto che non ce ne fossero altre".
I due tornano dai compagni e li mettono al corrente della scoperta.
"Il magazzino è abbandonato, a parte per la sparizione di parte delle casse che sono arrivate mesi fa. Potremo simulare un furto e rivendere le merci ad Arun" propone Miodrag. "Ci potremmo fare una discreta sommetta!"
"Non occorre simularlo" commenta Fiona, accarezzando affettuosamente il proprio zaino.
"Dobbiamo solo capire come portare fuori sei casse" mormora lo spadaccino.
"Quindi non andiamo a vedere al palazzo di questo Goyal?" chiede Tsadok. "Possiamo presumere che Kaylash abbia rubato la pelle qui dentro, ma che collegamento c'è tra lui e la vostra amica assassinata?"
"Il mezzorco ha ragione, siamo entrati qui per un altro motivo. Dobbiamo andare a cercare altre informazioni" ribatte Miodrag. "Dato che siamo qui prendiamo un po' di materiale da mostrare ad Arun, così vediamo se è interessato".

martedì 1 dicembre 2015

0153 - l'importatore di pelli

"Per cinquanta monete d'oro" sottolinea il mago.
"Esattamente. Un vero affare, data la qualità della merce" aggiunge lo gnomo. "Presumo l'abbia rubata, dato che certi prodotti vengono importati esclusivamente da Luther Goyal, uno dei mercanti più ricchi della città. Sul mercato ordinario quella pelle vale quattro volte tanto".
"E' sicuro della provenienza?"
"Sì, sono praticamente certo che si tratti di un suo prodotto".
"E dove possiamo trovare questo Goyal?" chiede Tsadok, appoggiandosi al bancone.
Arun scoppia a ridere. "Bella domanda! Possiede il palazzo più bello della città, ma da qualche mese non si vede in giro. Alcune voci sostengono che sia in viaggio per procurarsi pelli esotiche, ma non saprei dirvi molto di più".
"E Kaylash dove avrebbe potuto rubare quel rotolo?" chiede Miodrag.
"Non penso l'abbia preso da una bancarella, di solito i rotoli vengono tenuti all'interno dei negozi e non ho sentito colleghi lamentarsi di qualche furto. E poi Goyal vende all'ingrosso, secondo me potrebbe averlo rubato nel suo magazzino".
"E dove si trova?"
"Al porto, è uno di quelli più grandi".
"Presumo lei viva ad Assur da parecchio" interviene Zigfrid cambiando argomento, "e che sia informato su quello che succede in questa città. Sa se in città è presente una gilda chiamata la Fredda Mano? Conduce affari sporchi".
"Non l'ho mai sentita. In città ci sono una decina di associazioni, ma nessuna possiede quel nome. Questa è una comunità piccola. Se davvero esiste una gilda chiamata la Fredda Mano, o è molto piccola oppure sa nascondere veramente bene le sue attività".
"Ci è stato molto utile" conclude il mago, appoggiando altre cinque monete d'oro sul tavolo.
"Vi prego, accettate in cambio questi" ribatte Arun, recuperando da sotto il tavolo alcuni fazzoletti di seta.
"Grazie!" esclama Fiona, prendendo il regalo e distribuendolo ai compagni.
"E se prendessi degli stivali nuovi?" esclama Zigfrid. "Quelli che ho visto sembravano di ottima qualità. Pagando, s'intende".
Lo gnomo sorride, poi esce da dietro al bancone ed inizia a prendere le misure all'halfling.

"Io andrei a controllare il magazzino" propone Tsadok, uscendo dal negozio.
"Stavo pensando la stessa cosa" dice Miodrag. "Dobbiamo capire come individuare il magazzino".
"A quello ci penso io" esclama Zigfrid, infilandosi in un vicolo che conduce al porto.
Dopo aver attraversato il quartiere povero abitato dai pescatori, il gruppo raggiunge la zona portuale. Una mezza dozzina di edifici alti e larghi sovrastano svariate strutture più piccole, evidenziando la disparità tra i mercanti che lavorano con altre città portuali rispetto a quelli che commerciano solo con Vaelan ed i piccoli porti sulla costa più a nord.
Il mago indica una piccola costruzione circolare con un timone come insegna. "Lì avremo tutte le informazioni che cerchiamo".
Dopo aver incrociato un paio di uomini appartenenti a casate differenti che si dirigono alle loro navi con alcuni documenti in mano, gli avventurieri varcano la soglia della piccola capitaneria di porto.
"Buongiorno, in cosa posso esservi utile? Dovete registrare una nave in partenza o siete appena sbarcati?" chiede una giovane impiegata seduta dietro ad un bancone.
"Buongiorno a lei" esclama Zigfrid. "Vorremmo solo avere un'informazione. Mi saprebbe indicare il magazzino del mercante Goyal?"
"Deve per caso ritirare della mercanzia dal deposito?" domanda la ragazza, senza alzare gli occhi dal registro che sta sfogliando.
"Esattamente".
"E' il numero dodici".
Tsadok appoggia le mani sul bancone e sorride all'impiegata. "Abbiamo sentito delle voci su alcuni furti al porto. Sono vere?"
"Temo abbia capito male. Il porto è ben pattugliato. C'è stata una serie di furti circa un anno fa, ma poi la situazione si è calmata. Non deve temere per la sua merce".
Zigfrid ringrazia la ragazza, poi invita i compagni ad uscire. "Ora vediamo cosa c'è in quel magazzino".