lunedì 30 novembre 2015

0152 - la diffidenza di Arun

"Ben svegliati, dormiglioni!" esclama Miodrag, osservando i compagni stiracchiarsi. "Mentre voi vi stavate riposando, io ho fatto un giro per la città ed ho trovato un paio di cose interessanti".
"Ma tu stanotte non hai dormito?" chiede Tsadok, osservando con curiosità un calzino appallottolato ai piedi del suo letto.
"Questo anello mi consente di riposare velocemente" risponde lo spadaccino, indicando un cerchietto attorno al suo mignolo.
"Quindi? Hai individuato i bordelli migliori della città?" chiede Zigfrid aprendo il libro ed iniziando a leggere.
"No, tappo. Innanzitutto ho trovato l'emporio di Briskly, si trova qui vicino. Poi sono stato fermato da un drappello di guardie. Ah, sono anche entrato nell'altra taverna! Decisamente più raffinata di questa".
"Anche una stalla sarebbe più raffinata di questa topaia" commenta Fiona, sedendosi a terra ed allungandosi fino a toccarsi i piedi. "Hai scoperto altro?"
"Tornando qui ho intravisto una figura balzare da un tetto all'altro, dirigendosi verso il centro della città. Purtroppo non sono riuscito a vedergli il volto. Non penso mi abbia visto".
"Sempre a lamentarvi!" esclama il mago. "Nel Dambrath non c'erano tutte queste comodità".
"Peccato che non siamo più lì" ribatte la ladra. "Ti mancano così tanto il fango e le grotte infestate dai ragni?"
Zigfrid risponde con un'alzata di spalle.
"Io scendo a fare colazione, chi viene?" chiede Miodrag.
I tre compagni si guardano, poi scuotono vigorosamente la testa.

Dopo aver pagato la cena e la camera, gli avventurieri si dirigono alla bottega Il Ricamo. E' un piccolo emporio con un insegna abbastanza appariscente, dall'esterno si possono ammirare alcuni dei prodotti del negozio. Uno gnomo dalle grandi orecchie che spuntano tra i capelli grigio cenere sta posizionando un manichino accanto alla porta. Quando il gruppo si avvicina, il sarto si volta, saluta con un largo sorriso e rientra nel negozio.
"Buongiorno!" esclama Zigfrid varcando la soglia. "Presumo che lei sia il signor Arun Briskly".
"Sì, sono io! A cosa eravate interessati?" esclama lo gnomo sistemando un rotolo di stoffa su uno dei tanti scaffali.
Miodrag si avvicina ed appoggia la nota di credito sul bancone. "La riconosce?"
"Cosa sarebbe?"
"Ce lo dica lei, la firma in fondo al foglio è la sua".
Il sarto guarda meglio il foglietto, poi scruta il volto dei suoi interlocutori senza proferir parola. "Vedo, ma non l'ho mica scritta io. Sembra una nota di credito per merce illecita, io non compro certe cose".
"Merce illecita, dice?" commenta Zigfrid sogghignando. "Beh, potrebbe essere. La nota l'abbiamo trovata addosso ad un uomo morto. Magari lei potrebbe far luce sul perché avesse questo foglietto".
"E lei come avrebbe fatto a trovarlo addosso ad un cadavere?"
"Per la precisione, all'interno di un bellissimo paio di stivali di cuoio. Di ottima fattura, tra l'altro".
"Ha perquisito un cadavere?" chiede lo gnomo, fissando gli occhi sorridenti del piccolo halfling. "Chi è lei?"
"Sono Zigfrid, lavoro per la Casata della Sabbia" risponde il mago, facendo vedere il medaglione. 
Il sarto osserva attentamente il simbolo, poi riporta lo sguardo sul suo interlocutore.
"Si dà il caso che una nostra amica abbia avuto una discussione con una persona, accompagnata da altri brutti ceffi. Tre, a quanto abbiamo capito. Magari lei ci può aiutare a capire perché la nostra amica ci abbia rimesso la pelle. Se vuole, possiamo fornirle un incentivo" aggiunge alla fine, appoggiando una manciata di monete sul bancone.
"Quindi non siete guardie" commenta Arun, tamburellando con la mano accanto al denaro.
"No, vogliamo solo trovare il responsabile e fare giustizia".
"Va bene, va bene. Ricordo quel Kaylash. E' un ragazzo che si è fatto fare degli stivali su misura e qualche giorno dopo mi ha procurato un rotolo di cuoio conciato. Io non avevo abbastanza soldi per pagarlo, quindi gli ho lasciato quella nota di credito".

venerdì 27 novembre 2015

0151 - prepararsi per la notte

"Cos'è questa schifezza?" chiede Fiona, rimestando con il cucchiaio nella grossa terrina e sollevando quella che sembra essere la testa di una carota con ancora le foglie attaccate.
"Cibo!" esclama Zigfird, ponendovi le mani sopra e mormorando un breve incantesimo. Quando un buon odore comincia a levarsi dall'intruglio, il mago provvede a versarsene una dose abbondante, poi spinge la grossa ciotola verso i compagni.
"Speriamo di non vomitare tutta la notte" mormora la ladra, versandosene qualche cucchiaiata e provando ad assaggiare.
"Ti sei dimenticata com'era il rancio nel Dambrath?" mormora il mago, infilandosi in bocca un boccone di carne.
"No, ma qui non siamo obbligati a farcelo andar bene".
Tsadok si versa una porzione e poi innaffia tutto con un'abbondante dose di olio al peperoncino. "Così almeno sa di qualcosa".
Un paio di avventori seduti al tavolo vicino alzano la testa ed annusano l'aria, poi battono le mani sul tavolo per richiamare l'attenzione della cameriera. "Ehi, bellezza! Perché a loro hai dato cibo migliore!?!"
"E' il tuo stesso stufato, idiota" urla una voce femminile dalla cucina.
Dopo un'occhiata rancorosa verso il tavolo degli avventurieri, i due riprendono mestamente a mangiare il proprio cibo.

Dopo aver finito di cenare, Zigfrid si alza e si avvicina all'oste. "E' possibile prendere una camera?"
Il vecchio scruta l'halfling, poi si dirige verso la cucina. "Mirza, vieni qui! I nuovi vogliono dormire!"
La cameriera li raggiunge, prende una chiave e si avvia lungo un corridoio pieno di porte. Il legno del pavimento è scheggiato e le pareti sono scrostate in svariati punti. Dopo aver raggiunto una delle camere che danno sul retro, apre la porta e porge la chiave a Miodrag. "Questa vi va bene?"
Fiona si sporge dallo stipite ed osserva la stanza. Appoggiati alle pareti laterali trovano posto due letti a castello, mentre sotto la finestra è posizionato un rozzo tavolino. Una sedia sbilenca completa l'arredamento. "Non si possono avere delle singole? Magari un po' più pulite..."
"Se vuoi una singola, c'è sempre l'abbeveratoio qui fuori" ribatte Mirza, piantandosi i pugni sui fianchi.
"Va benissimo questa!" esclama Zigfrid, entrando ed appoggiando la borsa su uno dei due letti. Una piccola nuvoletta di polvere si alza e rimane sospesa nell'aria.
"E quanto dovremo sborsare per questo splendore?" chiede la ladra.
"Una moneta d'oro".
Lo spadaccino si avvicina alla cameriera. "Io soffro d'insonnia. Se volessi andare a fare quattro passi, posso uscire o ci son problemi?"
"Puoi fare quel che vuoi, carino. Al massimo ti fermeranno le guardie per un controllo, quindi evita di uscire troppo ubriaco se non vuoi passare la notte in guardina".
Dopo aver salutato la donna, Tsadok appoggia la borsa sul pavimento, si distende su un letto e dopo qualche minuto comincia a russare rumorosamente.
"Questo russa più di Delorean" sussurra Fiona, osservando il mezzorco che respira a bocca spalancata.
"Ci penso io" risponde Zigfrid, togliendosi un calzino e ficcandoglielo in gola. Tsadok mugugna qualcosa, poi si gira e continua a dormire. Il silenzio cala nella stanza, rotto solo da un vago rumore di risucchio.
"Che schifo" commenta la ladra con un'espressione disgustata.
"Ma almeno l'hai insaporito come hai fatto con lo stufato?" chiede Miodrag sghignazzando.

giovedì 26 novembre 2015

0150 - i tre bicchieri

"Che mortorio" mormora Fiona.
"Nonostante il grande mercato, questa è in fondo una città portuale" ribatte una delle guardie. "In questa zona della città la gente va a letto presto e si sveglia prima dell'alba per uscire in mare. In giro troverete solo guardie e perdigiorno". Un'occhiataccia della ladra gli fa aggiungere: "Oltre a voi, s'intende".
"Sa consigliarci una locanda dove passare la notte?" chiede lo spadaccino.
"Ce ne sono due. Una economica lungo questa via ed un'altra al capo opposto della via principale. E se volete lasciare i cavalli al sicuro, vi consiglio di passare da Leopold. Lo trovate poco più avanti lungo la via".
"Grazie mille".
Miodrag scende da cavallo e prosegue insieme ai compagni fino ad una stalla, dove trova un assonnato guardiano che prende in custodia gli animali, poi si incammina lungo la via principale. Le basse case ad un piano ricordano i piccoli villaggi sulla costa del Dambrath, così lontani dallo splendore e dalla ricchezza di Vaelan. Alla pallida luce della luna si scorgono degli edifici più alti, alcuni verso l'estremità della città più lontana dal mare, altri poco più avanti lungo la via.
"Raggiungiamo la locanda o preferite fare un giretto?" chiede Tsadok.
"Direi di dirigerci verso la locanda lungo questa via, così ci facciamo un'idea del posto" propone Miodrag, incamminandosi lungo la via principale.
Dopo esser passati davanti a parecchie case dall'aria dimessa, gli avventurieri notano che davanti a loro iniziano a comparire alcuni piccoli empori. Ad un certo punto Zigfrid indica una larga costruzione ad un piano su cui svetta un'insegna in legno sbiadita dal tempo, che cigola sotto la spinta di una leggera brezza che giunge dal mare. La facciata versa in cattive condizioni, le assi di legno sono piene di buchi ed i chiodi spuntano in svariati punti. Molte delle finestre sono state rattoppate con pannelli di legno o teli di stoffa.
"I Tre Bicchieri" legge Fiona con un'espressione vagamente disgustata. "Siete sicuri di voler entrare qui dentro?"
"Certo!" esclama Zigfrid, girando la maniglia e varcando la soglia.
L'odore pungente di birra che pervade la locanda colpisce come un pugno. Il pavimento dell'enorme stanzone in cui sono disposti una decina di tavoli e relativi sgabelli è coperto di trucioli di segatura. Pochi avventori sono appoggiati al bancone e ad un paio di tavoli, la maggior parte dei quali è troppo ubriaca per mantenere una posizione eretta. Dietro al bancone scheggiato c'è un vecchio oste che sta passando uno straccio all'interno di un boccale e squadra con aria diffidente i nuovi venuti.
"Niente a che vedere con la Duna di Zaffiro" mormora la ladra, trattenendo a stento una smorfia. "Non possiamo trovare un posto più decente?"
Una cameriera bassa e prosperosa passa accanto al gruppo, lancia loro un'occhiata e poi mormora con fare sdegnato: "Clienti con la puzza sotto il naso, a quanto pare".
Zigfrid lancia un'occhiataccia a Fiona, poi sfoggia il suo migliore sorriso. "Lasci perdere i miei compagni. Vorremmo un posto dove sederci, dolcezza".
Dopo aver squadrato la mezzelfa con aria di superiorità, la donna si volta e raggiunge un tavolo su cui è riverso un vecchio ubriaco, lo afferra per le ascelle e lo trascina accanto al muro, depositandolo in malo modo. L'uomo biascica qualcosa, poi riprende a russare.
"Eccovi serviti" esclama la cameriera, togliendo il bicchiere e la bottiglia vuoti e dando una veloce passata alla superficie con uno straccio lercio.
"Grazie mille!" esclama il mago. "Vorremmo anche da bere e da mangiare, se la cucina è ancora aperta".
"Per me piccante!" aggiunge Tsadok.
La donna si allontana e torna poco dopo con delle ciotole di legno scheggiate, alcuni cucchiai e quattro boccali pieni di una birra scura dall'odore asprigno. "Qualche minuto ancora ed arriva anche lo stufato".
Il forte odore di spezie raggiunge gli avventurieri prima che un'enorme ciotola piena di un miscuglio di carne, patate ed altre verdure ignote atterri al centro del tavolo.
"E per te la nostra migliore selezione di peperoncino" esclama la cameriera, appoggiando accanto al mezzorco una boccetta piena di un intruglio dal colore rossastro.

mercoledì 25 novembre 2015

0149 - le porte di Assur

Gli occhi del mago si socchiudono fino a diventare due fessure. "E cosa produce?"
"Si occupa soprattutto di pelletteria" risponde l'elfo. "I suoi migliori prodotti sono le calzature su misura, ma anche le sue borse sono molto richieste. Produce anche vestiti da lavoro, ma non raggiungono la qualità delle mie merci. Sicuro di non voler provare nulla?"
"Sì, sono sicuro. Sono affezionato alle mie vesti".
"Ho una tunica che ti starebbe una meraviglia".
"Immagino. Grazie, non mi serve altro" ribatte Zigfrid sorridendo ed avviandosi verso l'uscita.

"Scoperto qualcosa?" chiede Miodrag.
"Il negozio di Arun è ad Assur" risponde il mago, "e stando alle parole di Alif, lì c'è anche la sede della Fredda Mano".
"Assur è sulla costa, a circa una giornata" commenta Fiona guardando una piccola mappa. "Radapur è alle pendici delle Montagne Curna, ed in mezzo abbiamo visto i fulmini. Se ci sbrighiamo a trovare la bottega, poi possiamo proseguire nel deserto".
"Acquistiamo l'occorrente e poi prendiamo dei cavalli a noleggio" propone Miodrag, trovando il consenso dei compagni.
"Sicuro di voler perdere tempo a fare acquisti qui? Stiamo andando verso un'altra città, mica in guerra" commenta Zigfrid.
"Non si sa mai" ribatte lo spadaccino.
Tsadok si avvicina a Fiona e le sussurra all'orecchio: "Pagate voi il mio cavallo, vero?"
La ladra sbuffa. "Sì, pago io. Tu vedi di non farci morire, intesi?"

E' ormai notte quando i quattro avventurieri raggiungono la cittadina portuale di Assur. Le imponenti mura, sproporzionate rispetto alle dimensioni della piccola città, sono illuminate da torce e si notano alcuni uomini sui camminatoi che scrutano all'esterno. La porta rinforzata è ancora aperta ed il gruppo si dirige verso il drappello di soldati a presidio dell'ingresso.
"Alt! Chi siete?" urla una delle guardie quando i cavalli entrano nella zona illuminata dalle torce. "Come mai siete arrivati così tardi?"
"Ci stavate per caso aspettando?" chiede Fiona.
"No, non stavamo aspettando voi" spiega un altro soldato, avvicinandosi. "Di solito chiudiamo le porte al tramonto, ma alcuni nostri commilitoni sono usciti a cavallo parecchie ore fa e non sono ancora rientrati. Li avete per caso visti?"
"Non abbiamo incrociato nessuno" risponde Zigfrid dalle retrovie.
"Perché chiudete le porte? E se una persona volesse entrare di notte?" esclama Fiona.
"Si annuncia alle guardie e mostra un lasciapassare" ribatte il soldato, poi si colpisce la fronte con il palmo. "Ah, già! Voi avete un lasciapassare?"
La ladra sorride. "Beh, dipende dal lasciapassare".
La guardia socchiude gli occhi, fa un passo indietro, appoggia la mano sull'elsa della spada poi scruta il volto della mezzelfa. "Quindi non possiamo lasciarvi entrare".
Zigfrid si avvicina. "Ma in questa città siete tutti così scorbutici? Siamo mercanti".
"Avete un documento che lo provi?"
Il mago mostra il medaglione della Casata della Sabbia. "Questo vi basta?"
"Direi di sì. Sbrigatevi ad entrare, così chiudiamo le porte".
"Ma non volevate aspettare i vostri compagni?" chiede Fiona.
"Se si sono diretti all'altra entrata, potremmo dover aspettare fino a domattina prima di saperlo" ribatte il capo del drappello, poi si rivolge ai propri uomini. "Ok, ragazzi! E' ora di chiudere!"
Il gruppo si affretta ad entrare mentre i soldati spingono le pesanti porte al loro posto e le bloccano con una grossa trave. La piccola città appare miseramente vuota: nessun viandante per le strade e poche finestre ancora illuminate.

martedì 24 novembre 2015

0148 - vittima innocente

"Non ho capito, però, cosa stessero cercando" mormora Zigfrid. "Hanno frugato ovunque".
"Io un'idea me la sono fatta" commenta lo spadaccino, fissando il cadavere di Elin.
"Diamo un'occhiata al resto della locanda" propone Tsadok. "Magari salta fuori qualche altro indizio".
Il gruppo si divide ed esamina altre due camere del primo piano, poi Zigfrid e Miodrag si avviano verso l'ultima stanza in fondo al corridoio, attirati dalle voci di due uomini. All'interno il sergente sta discutendo a bassa voce con un altro soldato. Nel letto c'è un altro cadavere, ancora avvolto nelle coperte macchiate di sangue.
"Questo è l'unico avventore che ha dormito nella locanda ieri notte" spiega il sergente. "L'hanno sorpreso nel sonno, è bastata una pugnalata".
"Avete scoperto cosa cercavano?" chiede il mago.
"Non ancora. Nelle camere non sembra mancare nulla, ma dobbiamo ancora controllare l'ultimo piano" dice il sergente, uscendo insieme al sottoposto.
"Secondo me è stata una rapina finita male" commenta lo spadaccino guardandosi attorno.
"Direi di no" ribatte Zigfrid. "Accanto al letto c'è un borsello aperto. Ci ancora le monete d'oro".
"Non l'avevo notato".
"Secondo me cercavano noi" esclama Fiona, entrando insieme a Tsadok. "Le nostre stanze sembrano state esaminate con maggior attenzione. Nella mia ho trovato alcune assi sradicate dal pavimento".
Il mezzorco si avvicina alla giacca appesa all'unica sedia presente e comincia a frugare nelle tasche, appoggiando sul tavolo un rotolo di spago, un piccolo pugnale con il fodero, un fazzoletto ed un foglio spiegazzato e piegato in quattro.
"Non penso cercassero lui. Il ragazzo voleva entrare nella guardia cittadina" commenta, dopo aver letto il contenuto del biglietto. "E' un modulo per arruolarsi".
"Che sfortuna, si è trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato" commenta Miodrag. "Poveretto".
Il gruppo raggiunge le scale ed incrocia una guardia che sta salendo al piano superiore. Tsadok lo ferma e gli chiede se hanno identificato il ragazzo in fondo al corridoio.
"Abbiamo mandato un uomo alla guarnigione con la sua descrizione, ma per il momento non sappiamo chi sia" risponde il soldato, poi si irrigidisce quando vede il proprio superiore scendere. "Sergente, al piano di sotto non abbiamo trovato molti indizi. Gli aggressori hanno forzato una delle finestre sul retro e sono entrati nella cucina. Hanno frugato ovunque, ma non sembra sia sparito nulla. L'incasso è ancora al suo posto".
"E voi, avete scoperto qualcosa?"
"Di sicuro non è stato un furto" spiega Zigfrid. "Ci sono molte cose che avrebbero potuto rubare e sono ancora presenti. Cercavano qualcosa di specifico. O qualcuno".
"Cercheremo di saperne di più chiedendo ai nostri contatti" aggiunge Miodrag, iniziando a scendere le scale. "Vi terremo informati".

Il gruppo percorre la via principale, attraversa il centro della città e raggiunge la Lama dell'Onore. Parecchi carri sono fermi accanto a botteghe e magazzini, circondati da garzoni indaffarati a caricare casse piene di merci. Alcune persone trascinano carretti pieni di blocchi di ferro, tronchi ed altre materie prime, mentre una mezza dozzina di uomini è raccolta attorno ad una bacheca coperta di fogli con svariati annunci, alla ricerca di un posto di lavoro.
Zigfrid comincia ad osservare i vari negozi ed alla fine riesce ad individuarne uno che fa al caso suo, una merceria. "Chiediamo lì dentro, magari conoscono la bottega che ha rilasciato quella nota di credito".
Il mago entra nel piccolo emporio, getta un'occhiata distratta ai vari manichini che sfoggiano eleganti vestiti dai colori vivaci e decorati con piccole pietre preziose, quindi si dirige al bancone dove un giovane elfo sta arrotolando un nastro di raso con movimenti lenti ed aggraziati.
"Buongiorno, mio piccolo amico! Cosa posso fare per te?" chiede il commesso, accentuando la domanda con un ampio gesto della mano. "Dovrei avere alcuni abiti della tua misura oppure se vuoi posso prenderti le misur..."
"Grazie, sono entrato solo per un'informazione" lo blocca Zigfrid, sfoggiando un sorriso affabile. 
"Dimmi tutto, caro".
"Stiamo cercando Arun Briskly, lo conosci?"
"Fammi pensare..." dice l'elfo alzando gli occhi ed afferrandosi delicatamente il mento con la mano. "Ho già sentito questo nome, ma al momento non mi viene in mente nulla".
"Dovrebbe essere il padrone della bottega il ricamo".
Il volto del commesso si illumina. "Ah, ho capito! Sei nella città sbagliata, bellezza".
"E quale sarebbe quella giusta?"
"Se vuoi trovare Arun, devi andare ad Assur".

lunedì 23 novembre 2015

0147 - lasciati in mutande

Il sergente sale le scale, raggiunge il primo piano e prosegue lungo il corridoio. Tutte le porte sono aperte e gli avventurieri notano che nelle stanze regna il caos più totale. I bauli sono stati aperti ed i letti sono stati rovesciati.
"Qui abbiamo trovato il cadavere della padrona della locanda" mormora il sergente, indicando la porta della camera dove fino al mattino prima aveva alloggiato Zigfrid.
Nella stanza ci sono tre corpi, coperti da un telo di iuta macchiato di sangue.
"Perché ci sono altri due cadaveri?" chiede Fiona.
"Malika mi ha detto che Elin era riuscita ad uccidere due degli aggressori prima di soccombere" risponde il mago.
"Già, si è battuta ferocemente" interviene il sergente. "Purtroppo non è bastato".
Miodrag si avvicina e delicatamente scopre il corpo della nana. Il suo corpo è segnato da parecchie ferite superficiali. Un largo squarcio si apre all'altezza dell'addome ed altre due le segnano il collo.
Dopo aver esaminato il cadavere della donna, lo spadaccino si alza. "E degli altri due che ci può dire? Erano facce conosciute?"
"No, i miei uomini non li hanno mai visti in città" risponde il sergente. "Abbiamo mandato delle staffette a parlare con i soldati di guardia ai varchi ed a spulciare i registri, ma dalle prime risposte non sembra gente arrivata recentemente".
"Probabilmente erano qui da parecchio tempo" commenta Zigfrid.
"Oppure sono entrati utilizzando le gallerie sotterranee" sussurra Fiona chinandosi, scostando il lenzuolo di uno dei due aggressori e rivelando il cadavere di un ragazzo dalla testa sfondata.
"Come mai indossa solo una maglietta, un paio di mutande e gli stivali?" chiede lo spadaccino osservando il corpo mezzo nudo.
"Bella domanda" risponde il sergente. "Anche l'altro assassino è stato spogliato di quasi tutto. Pensiamo che i loro compagni volessero recuperare in velocità l'equipaggiamento".
"Ma avrebbero dovuto togliere gli stivali per sfilare i pantaloni" esclama Miodrag.
"Osservagli le gambe, ci sono dei segni rossi" commenta Zigfrid. "Non hanno perso tempo a sfilarli, li hanno direttamente tagliati".
"Scusate, vado a controllare a che punto sono i miei uomini con l'esame delle altre stanze" dice il soldato, uscendo dalla porta.
Fiona aspetta che l'uomo sia scomparso dietro lo stipite, poi sfila entrambi gli stivali e li gira per esaminare eventuali scomparti nel tacco. Un foglietto piegato esce dall'interno della calzatura e cade sul pavimento.
"Come facevi a sapere del foglietto?" chiede Tsadok.
"Non lo sapevo" risponde la ladra, aprendo il bigliettino. "Però questi sono stivali decisamente nuovi e di qualità, valeva la pena controllare".
"Cosa c'è scritto?" chiede Zigfrid.
"E' un lettera di credito" spiega Fiona. "Un certo Arun Briskly, proprietario di una bottega chiamata il Ricamo, deve cinquanta monete d'oro a Kaylash in cambio di un rotolo di cuoio conciato".
"Questa è un'ottima pista da seguire" commenta Miodrag. "Ora dobbiamo solo trovare questa bottega".

venerdì 20 novembre 2015

0146 - un buon compromesso

Dopo aver ricompensato gli avventurieri con parecchie monete d'oro come ringraziamento per averlo scagionato dall'accusa di omicidio, il nababbo li congeda e riprende i suoi affari.
"Abbiamo avvertito Amir, ora io proporrei di andare nel deserto per trovare quel tesoro a cui ha accennato Alif" esclama Zigfrid.
"Mi sembra un'ottima idea!" commenta Tsadok. "Un po' di soldi mi farebbero comodo, dato che al momento non ne ho".
"Davvero? Quanto hai in tasca?" chiede Miodrag.
"Un paio di monete d'argento, l'ultimo obolo ricevuto al tempio" mormora mestamente il chierico.
Lo spadaccino spalanca gli occhi. "E come pensi di equipaggiarti per il viaggio?"
"Qualcosa mi inventerò".
"Che ne dite se per il momento gli affidiamo parte dell'equipaggiamento di Delorean?" propone Fiona. "Al nostro compagno non servirà per un po' e per noi potrebbe fare la differenza".
Miodrag si toglie la borsa dalla spalla e la porge al mezzorco. "Per me sta bene. Vedi di trattarlo con le dovute cure".
"Un momento!" esclama Zigfrid, afferrando la bisaccia e frugandoci dentro. "Per l'equipaggiamento va bene, ma il denaro lo conserviamo noi".
"E come mi pago la locanda?" chiede Tsadok, alzando un sopracciglio.
"Facciamo un patto" propone Fiona sorridendo. "Io ti anticipo i soldi per il vitto e l'alloggio, tu me li restituirai appena ne avrai l'occasione".
Il mezzorco ricambia il sorriso. "Mi sta bene".
"Bene, possiamo andare". Il mago si incammina verso le stalle, ma il braccio di Miodrag lo ferma. "Io andrei prima a vedere cos'è successo in locanda, non mi fido molto della competenza della guardia cittadina".
"Anch'io stavo pensando la stessa cosa" aggiunge la ladra.
"Avete ragione, glielo dobbiamo ad Elin" conviene Zigfrid. "Quelle grotte nel deserto possono attendere un altro paio di giorni".

I tre piani della Duna di Zeffiro svettano come sempre tra le case della Lama del Riposo, anche se lo spettro della morte della proprietaria sembra conferire una luce tetra all'edificio.
Quattro guardie stanno tenendo alla larga i curiosi e cercano di mantenere l'ordine. Quando il gruppo si avvicina, uno dei soldati si sposta per intercettarli. "Mi spiace, non è permesso l'accesso alla locanda".
Miodrag mostra il distintivo fornito da Malika. "A noi l'accesso è consentito".
"Scusate, non ero stato informato del vostro arrivo". La guardia si sposta e fa cenno ai commilitoni di lasciar entrare i nuovi arrivati.
Gli avventurieri varcano la soglia e si dirigono verso le scale, ma un sergente si frappone. "Voi che ci fate qua? Non è permesso a nessuno l'ingresso!"
"Siamo venuti qui per l'arrosto" lo schernisce Zigfrid. "Dicono sia la miglior cucina della città".
"Veramente noi eravamo ospiti della Duna di Zeffiro" interviene Miodrag.
Il soldato si pianta i pugni sui fianchi e si piega in avanti fissando intensamente il mago negli occhi. "Non voglio ficcanaso qui dentro".
"Quindi tu dovresti uscire" ribatte Zigfrid sostenendo il suo sguardo.
"Vuoi essere arrestato, piccoletto?" sibila il sergente, mentre le vene del collo si ingrossano visibilmente.
"Vuoi essere maledetto, stangone?"
Lo spadaccino si frappone fra i due ed esibisce il distintivo. "Siamo amici di Malika e siamo qui per dare una mano con le indagini".
Il soldato si raddrizza, dà un'occhiata al simbolo quindi scrolla le spalle. "Se vi manda il capitano, mi tocca farvi rimanere. Seguitemi".

giovedì 19 novembre 2015

0145 - presentazione del nuovo compagno

"Chi sarebbe questo Amir?" domanda il mezzorco, accostandosi allo spadaccino mentre il gruppo si dirige verso il Cortile Nador.
"Amir Sandstone è il nababbo della Casata della Sabbia" risponde Miodrag. "Noi lavoriamo per lui".
"E potrebbe assumere anche me? Dato che me ne sto andando dal tempio, non penso copriranno più le mie spese".
"E quanto vorresti chiedere?"
"Attualmente ho vitto ed alloggio gratuiti, in più mi danno una moneta d'argento a settimana. Pensavo di chiedere sette o otto monete d'oro al mese".
Lo spadaccino trattiene un sorriso. "Non so se accetterà, è una somma considerevole. Potremmo però assumerti noi".
Fiona scuote la testa, si avvicina a Miodrag e gli piazza una gomitata tra le costole, quindi gli sussurra all'orecchio: "Cosa credi di fare?"
"Sto solo cercando di aumentare le nostre entrate" mormora lo spadaccino, massaggiandosi il costato.
"Non fare il taccagno con i soldi degli altri" ribatte la ladra, poi si rivolge a Tsadok ad alta voce. "Ti presenteremo al signor Sandstone, deciderà lui se assumerti e quanto pagarti".

La sede della Casata è fresca rispetto alla calura patita nei sotterranei del tempio. Amir finisce di parlare con un inserviente, quindi invita il gruppo ad accomodarsi attorno al tavolo nel suo ufficio. "Ho saputo della tragedia, mi dispiace".
"Come ha fatto a saperlo?" chiede Fiona, sorpresa.
"Mi ha mandato un messaggio il capitano Morningstar non appena l'ha saputo".
"Ah, capisco" ribatte la ladra, appoggiandosi allo schienale.
"Scusate se mi permetto, ma dov'è il vostro compagno di viaggio Delorean?" chiede Amir, lanciando un'occhiata distratta a Tsadok.
Fiona e Miodrag si guardano, quindi lo spadaccino si volta verso il nababbo. "Ma lei non ha appena detto che ha saputo della tragedia?"
"Sì, mi è stato riferito che la padrona della Duna di Zaffiro è morta. Non eravate fino a ieri suoi ospiti?"
"Ah, si riferiva ad Elin!" esclama la ladra, rattristandosi. "Sì, l'hanno uccisa".
"Non mi avete ancora detto del vostro amico sacerdote" li incalza Amir.
"Un diavolo ha rubato l'anima del nostro compagno, ora è nelle mani dei chierici di Ilmater" risponde lo spadaccino, lanciando un'occhiataccia a Zigfrid.
"Questo è ben più difficile da affrontare rispetto alla morte di Elin" commenta il nababbo. "Fatevi forza".
"Affronteremo e risolveremo anche questo problema" ribatte Fiona. "Oltre ad avvisarla delle sorti di Delorean, volevamo anche presentarle un nuovo membro del gruppo, Tsadok".
Il mezzorco stringe la mano di Amir. "E' un piacere conoscerla, vorrei entrare a far parte della sua Casata".
"Se i suoi compagni garantiscono per lei, non vedo quale sia il problema" esclama il nababbo, andando alla scrivania per prendere le carte del contratto.
"Magnifico, ora siamo anche diventati garanti" sussurra Zigfrid, osservando preoccupato il nuovo compagno.

mercoledì 18 novembre 2015

0144 - richiesta inaspettata

Il mezzorco apre la porta e fa per uscire, ma viene richiamato dalla profonda voce del nano. "Già che ci sei, offri loro qualcosa da bere. Non sono abituati al caldo delle nostre fucine".
"Non ho nulla con me" risponde Tsadok dopo essersi tastato le tasche.
Thorgurn si copre gli occhi con la mano e sbuffa sonoramente. "Li porti nella sala ristoro e gli offri un bicchiere d'acqua fresca, brutto testone".
"Ah, già" ribatte il mezzorco sorridendo. "Senta, mi permetterebbe di accompagnarli nel deserto? Non si offenda, ma qui è parecchio noioso e sono anni che non esco da queste quattro mura".
Miodrag apre la bocca per commentare, ma si blocca quando nota il fabbro sorridere per la prima volta. "Mi pare un'ottima idea! La tua predisposizione per la religione è decisamente carente, magari riuscirai a trovare la tua strada come mercenario. E poi... finalmente la smetterai di infilarti in cucina per dare una mano al cuoco!"
"Ma perché? Quell'uomo fa un cinghiale che è una vera squisitezza!"
"Caleb non ha mai cucinato cinghiale in vita sua! Dopo tredici anni passati qui dentro non hai ancora capito che lo stufato è fatto con carne di cammello?" esclama esasperato il nano.
"Cammello, cinghiale... che differenza fa? E' buono" mormora il mezzorco, arretrando di un passo.
"Sarebbe buono se non bruciasse come le fiamme dell'inferno! Devi smetterla di versare nel pentolone interi vasetti di peperoncino! Ora vai, prima che ti tiri dietro un martello!"
Il gruppo segue Tsadok fuori dalla stanza e percorre in silenzio le buie gallerie.
"Siamo sicuri di volerlo con noi?" sussurra Zigfrid uscendo dal dedalo di tunnel e rientrando nella struttura principale del tempio.
Fiona osserva per un momento l'imponente fisico del mezzorco, quindi risponde con un'alzata di spalle. "Abbiamo già te, lui non può essere peggio. E comunque senza Delorean non abbiamo molte possibilità di sopravvivenza. Mi sa che è l'unica opzione".
"Vediamo cosa sa fare" propone Miodrag, poi appoggia la mano sulla spalla di Tsadok. "Prima hai chiesto al tuo superiore di poter venire con noi, ma non hai mica chiesto il nostro parere".
"E' vero, scusa" mormora il mezzorco, poi gli rivolge un sorriso sghembo. "Posso unirmi a voi?"
"Se vuoi aggregarti a noi, dobbiamo capire se puoi esserci utile" esclama lo spadaccino. "Iniziamo con una cosa semplice: quanto sei abile nel combattimento?"
Il volto di Tsadok si illumina. "Venite con me, vi faccio vedere!"

Gli avventurieri entrano in una piccola fucina scarsamente illuminata che, a differenza di quella del nano, ha solo alcuni logori attrezzi appoggiati alle pareti ed un'incudine scheggiata in più punti ancorata al centro della stanza.
Il mezzorco fruga dietro ad alcune lastre di metallo arrugginite, poi si volta raggiante. "Io uso questa!"
"E cosa sarebbe?" esclama Miodrag, osservando la strana arma in mano al sacerdote.
"Ho preso questa bellissima ascia e gli ho montato un martello sul fondo del manico!" ribatte lui con un sorriso, mentre accarezza con gesti amorevoli l'impugnatura foderata in cuoio.
"Secondo me se la tira sul naso" commenta Zigfrid, sedendosi sopra l'incudine.
"No, sono molto bravo" ribatte Tsadok, facendo volteggiare l'arma per aria. "E sono anche molto forte! Di solito affidano a me i lavori pesanti perché sanno che posso farcela!"
Miodrag lancia un'occhiata d'intesa a Fiona, poi indicando il grosso blocco d'acciaio su cui è seduto il mago esclama: "Secondo me quello non riesci a sollevarlo".
Zigfrid salta in piedi e si allontana quando il mezzorco afferra l'incudine e sbuffando tenta di sollevarla. Il suo volto diventa rosso e le vene del collo si ingrossano, ma il grosso attrezzo non accenna a spostarsi. Poi, dopo aver cambiato posizione, finalmente riesce nell'impresa. "Visto?"
"Ok, penso possa venire con noi" esclama la ladra.
"Questa posso portarmela via?" chiede Tsadok, mollando la presa e facendo rimbombare l'intera stanza. "Avete un posto dove metterla?"
"Questo prima si vuole unire a noi senza invito" mormora Zigfrid guardando i due compagni, "ed ora vuole anche un posto dove dormire!?! Siete ancora sicuri di volerlo?"
"Mica posso dormire in giardino!"
"Cioè tu vorresti venire a vivere da noi?" esclama Miodrag, sgranando gli occhi.
Riona inizia a ridacchiare. "Che tipo! Ci siamo appena conosciuti!"
"Beh, insomma... se avete bisogno di me, devo seguirvi dalla mattina alla sera! Sarà divertente!"
"Potremmo lasciarlo di guardia davanti alla porta" sussurra Zigfrid allo spadaccino. "Oppure farlo dormire nella tua fucina".
"Hai davvero una fucina?" esclama il mezzorco. "Posso usarla?"
"Vedremo" taglia corto Miodrag. "Comunque sì, ho una fucina. Ed ho realizzato una forgia a ventilazione perpetua".
Tsadok spalanca gli occhi. "E come hai fatto?"
"Eh, sapessi..." ridacchia il ragazzo, pensando al topo scheletrico che ha rinchiuso nella piccola ruota di metallo che aziona il mantice.
"Ora andiamo da Amir" interviene Fiona, "dobbiamo aggiornarlo su Delorean".

martedì 17 novembre 2015

0143 - nascosto tra le ombre

"Molto generoso da parte vostra" esclama l'alto sacerdote sorridendo. "Scusatemi, ora devo organizzare il ricovero per il vostro compagno e per la donna".
Quando il chierico si allontana per parlare con gli altri chierici presenti, Miodrag afferra lo zaino di Delorean e se lo carica in spalla. "Andiamo al tempio di Gond, vediamo cosa riusciamo a scoprire lì".
Dopo un'ultima occhiata al compagno disteso sul letto, il gruppo esce dal tempio e si dirige verso la massiccia struttura in pietra sull'altro lato della piazza.

Un cupo rumore di martellate accoglie gli avventurieri. La bassa navata centrale è praticamente vuota, solo un paio di persone stanno pregando mentre alcuni novizi si adoperano per accendere candele e pulire le immagini sacre.
"Buongiorno, in cosa possiamo esservi utili?" domanda a bassa voce un novizio, dopo aver fatto un piccolo inchino.
"Siamo venuti qui per trovare qualcuno che sappia come recuperare un'anima che è stata estirpata dal corpo di un nostro compagno" replica Miodrag.
Il chierico rimane interdetto dalla risposta dello spadaccino, ma si riprende subito e con un sorriso forzato li invita a seguirlo fino ad un varco sulla parete laterale. Dopo aver preso una lanterna appesa al muro, il giovane sacerdote guida il gruppo attraverso un labirinto di stretti cunicoli che si aprono a pochi passi l'uno dall'altro e si perdono nell'oscurità e, usando i vari suoni per orientarsi, giunge davanti ad una piccola porta in metallo che si apre nella nuda roccia. Il chierico bussa vigorosamente, poi senza attendere risposta gira la maniglia e fa cenno agli avventurieri di entrare.
Miodrag varca la soglia ed entra in una piccola stanza, illuminata solamente dalle braci di un fuoco morente ed ingombra di martelli e pinze. Al centro c'è una grossa incudine, fissata su due blocchi di pietra.
Un nano con uno spesso grembiule di cuoio fa un cenno di saluto al novizio, che esce chiudendosi la porta alle spalle, poi infila una lama incandescente dentro un barile pieno d'acqua, si deterge il sudore con uno straccio ed infine osserva i nuovi venuti. "Sono Thorgurn. Cosa volete da me?"
"Abbiamo assistito ad un'apparizione" esclama Miodrag, fissando il fabbro. "Un diavolo si è preso le anime di due persone davanti ai nostri occhi".
Gli occhi del nano si chiudono in due piccole fessure. "E cosa ci facevate in compagnia di un diavolo?"
"E' stata colpa sua" ribatte lo spadaccino, indicando il mago.
"Insomma, la vuoi finire?" sbraita Zigfrid. "E' stato un incidente! E ribadisco che non è stata comunque colpa mia, si è presentato di sua spontanea volontà! Andrete avanti tanto?"
"Finché non recuperiamo l'anima di Delorean" sibila Miodrag, fissandolo torvo.
Il chierico batte la sua grossa mano sull'incudine. "Va bene, va bene. Spiegatemi un po' cos'è successo".
Lo spadaccino ricostruisce per l'ennesima volta gli eventi, sottolineando spesso le colpe del mago, che appoggiato alla porta ascolta con aria insofferente.
"Ha qualche idea su come possiamo riportare l'anima del nostro amico all'interno del suo corpo?" chiede Fiona.
"Io posso solo cercare nella nostra biblioteca le informazioni su dove poter trovare un accesso agli inferi e su come ritrovare quel diavolo di cui mi parlavate" risponde il nano.
"Semplice, basta sapere il suo nome" commenta sarcastico Zigfrid.
Il chierico ignora il mago e continua a fissare la ladra. "Per quanto riguarda l'anima del vostro amico, non ho mai visto un'estirpazione. Magari c'è qualche vecchio manoscritto che tratta di questo argomento, dovrei cercarlo".
Lo spadaccino si volta verso la ladra. "Io non ho nessuna intenzione di andare a cercarlo negli inferi. Faremmo una pessima fine".
"Allora conviene concentrarsi sull'altra questione" dice Thorgurn. "Cercherò qualche informazione sul recupero delle anime insieme ai miei confratelli. Quando ne saprò di più vi farò sapere".
"Noi intanto potremmo andare a vedere cosa sono quei fulmini in mezzo al deserto" commenta Zigfrid, staccandosi dal muro.
"O potremmo scoprire cosa è realmente successo in locanda" ribatte Miodrag.
"Tsadok, vieni qui" esclama il nano, girando di lato la testa e fissando una zona immersa nell'oscurità. "Accompagna i nostri ospiti all'uscita".
I tre avventurieri si lanciano delle occhiate perplesse, poi strabuzzano gli occhi quando un mezzorco si stacca dall'angolo più buio della stanza e si ferma accanto a Thorgurn. "Certo, maestro".

lunedì 16 novembre 2015

0142 - al tempio di Ilmater

Miodrag raggiunge il tempio di Ilmater, varca la soglia e si siede su una delle ultime panche. "Non può essere successo. E' solo un sogno. Qualcuno mi dica che è solo un sogno" mormora il giovane, congiungendo le mani e fissando l'enorme statua del dio nell'abside accanto a lui.
Lo spadaccino prega per venti lunghi minuti, poi la sua concentrazione viene rotta da una decina di guardie, che entrano nel tempio portando con sé due barelle. Su una è distesa Nadja, sull'altra Delorean. Zigfrid e Fiona seguono il gruppo a pochi passi di distanza. Un sacerdote si avvicina e confabula con uno dei soldati, quindi indica una piccola porticina sul lato e li precede lungo la navata.
Lo spadaccino si alza e si dirige verso il piccolo passaggio verso cui si sono diretti i suoi compagni, ma un novizio lo ferma. "Mi spiace, questa è un'area riservata ai malati".
"Quelli che sono appena passati sono i miei compagni di viaggio ed il mezzorco sulla barella è un mio amico".
"Mi scusi, non lo sapevo" mormora il sacerdote, poi scruta per un attimo il volto pallido del suo interlocutore, lo fa accomodare nel primo stanzino e gli porge una borraccia piena d'acqua. "La prego, beva un po'. E' molto pallido, non vorrei svenisse".
Miodrag beve alcune sorsate di liquido mentre si guarda intorno nel tentativo di capire in che corridoio sono sparite le guardie con le due barelle. "Ma quindi il mio amico non è morto? Dovrebbe esserlo, come anche quella donna. Dopo tutto quello che hanno passato devono essere morti. Non può essere altrimenti!"
"Se il suo amico è stato portato qui dentro, direi che è ancora vivo" risponde sorridendo il novizio. "Se vuole seguirmi, lo cercheremo assieme".
L'uomo si incammina lungo gli stretti corridoi della zona privata del tempio e raggiunge una saletta in cui stanno riposando alcuni dei soldati che hanno trasportato il mezzorco e la prigioniera. Uno di loro indica di proseguire nel corridoio. Poco più avanti altre due guardie sorvegliano l'ingresso di una stanza, ma si fanno da parte quando vedono i paramenti sacri del giovane. All'interno ci sono due letti occupati da Delorean e da Nadja, accanto ai quali stanno discutendo a bassa voce Zigfrid e Fiona. Alcuni sacerdoti sono chinati sopra i due corpi e stanno effettuando i primi esami, guardandosi l'un l'altro senza proferir parola.
Quando la ladra nota Miodrag, gli fa cenno di avvicinarsi. "Mi sembri meno pallido di quando ti ho visto uscire di corsa dalla guarnigione".
"Già. Ma non erano morti?" chiede lo spadaccino.
"Respirano, quindi direi di no" risponde Fiona, fissando il mago.
"Tu non hai idea di quanto vorrei averti seguito fuori da quella maledetta cella" borbotta Miodrag, stringendo i pugni.
Mentre i tre stanno parlando nella stanza entra un uomo alto, con capelli lunghi e candidi come la neve, che scivolano su una bianca tunica dai bordi ricamati in oro. Si china sui due corpi e, dopo averli osservati con occhio esperto, si avvicina al gruppo. "Siete voi i compagni di questi due poveretti?"
"Sì e no" risponde Miodrag. "Il mezzorco fa parte del nostro gruppo, la donna era una criminale nostra prigioniera".
"Capisco. Devo darvi due notizie, una buona ed una cattiva. La buona notizia è che il vostro compagno non è morto".
"E' impossibile!" esclama lo spadaccino. "Ho visto con i miei stessi occhi un essere diabolico infilargli la mano nel petto!"
"Un essere diabolico?" commenta l'uomo socchiudendo gli occhi. "Effettivamente potrebbe benissimo essere opera di un diavolo".
"Ed è colpa sua!" urla Miodrag indicando Zigfrid con il dito.
Il mago ignora l'accusa del compagno e sostiene lo sguardo dell'alto sacerdote che, dopo aver sentito l'accusa dello spadaccino, ora lo sta fissando disgustato. "E quale sarebbe la cattiva notizia?"
"La cattiva notizia è che il corpo del vostro compagno, come anche quello della signorina distesa sull'altro letto, non ha più un'anima al suo interno. E' in pratica un guscio vuoto".
"E cosa possiamo fare per sistemare le cose?" chiede Fiona.
"Sinceramente non lo so. Noi possiamo prenderci cura dei loro corpi, ma non abbiamo molte risposte per quanto riguarda il recupero dell'anima".
"Se trovassimo il diavolo, potremmo ucciderlo e riprenderci l'anima del nostro amico?" domanda Miodrag.
"E' una bella domanda. Dovreste chiederlo ai sacerdoti di Gond, loro hanno conoscenze molto più empiriche delle nostre. Probabilmente hanno le risposte che state cercando. Noi faremo tutto quanto il nostro potere per preservare la vita del vostro amico".
"Grazie per la vostra disponibilità" dice Miodrag, poi si china accanto al letto ed afferra la borsa di Delorean, estraendone un voluminoso borsello. Dopo aver contato sommariamente il contenuto, la deposita nelle mani dell'alto sacerdote. "Sono circa cinquecento monete d'oro. Dovrebbero coprire una parte delle spese".

venerdì 13 novembre 2015

0141 - non rientra nell'accordo

"Ucciderlo non era nei patti!" urla Miodrag, mentre il corpo di Delorean crolla a terra.
"Infatti non l'ho ucciso, come da contratto" ribatte Alif con una strana luce negli occhi. "E sempre secondo il suddetto contratto io avrei dovuto lasciarlo in salute. Il suo corpo è in perfetta salute, quindi ho rispettato l'accordo. Ma non c'è nessun vincolo che mi impedisca di separare l'anima dal corpo e farla mia. La conserverò per un momento molto speciale e per assicurarmi che non facciate scherzi".
Detto questo, il diavolo fa un inchino e scompare in una nuvola di fumo.
Lo spadaccino si precipita al capezzale del compagno, tastando il collo in cerca del battito. Quando le dita sentono il sangue scorrere nelle vene del mezzorco, corre alla porta e la tempesta di colpi. "Aprite, maledizione! Delorean sta male!"
Le guardie aprono la porta ed entrano nella stanza. Due si dirigono verso Nadja, mentre le altre attorniano il chierico. Mentre gli uomini esaminano il corpo di Delorean, Miodrag urla con quanto fiato ha in gola e scappa dalla porta.
"Non è morto, dev'essere solo svenuto" commenta uno dei soldati. "Portiamolo dai sacerdoti di Ilmater, loro sapranno cosa fare".
"Anche la prigioniera è svenuta" commenta un'altra guardia.

Un accordo con un diavolo, roba da non credere pensa Fiona, sedendosi su una panchina di fronte alla sede della guarnigione e rimuginando sugli eventi delle ultime ventiquattr'ore. L'omicidio durante la cena di gala e la cattura di Nadja. E, per finire, la morte della padrona della Duna di Zaffiro. Mi sento in colpa, Elin probabilmente è morta mentre quei tizi cercavano noi.
Un rumore improvviso distrae la ladra dai suoi pensieri. Un pallidissimo Miodrag esce di corsa dalla sede della guarnigione, spintona alcune persone e sfreccia davanti a lei, allontanandosi verso il centro della città. "Ma che cavolo...?"
Fiona si alza e muove un passo verso il compagno, che però si è già dileguato tra la folla. Allora entra nella caserma e scende verso le segrete, decisa a trovare il mago che sicuramente avrà qualche risposta. Quando vede alcuni uomini caricare Delorean su una barella, fissa con disgusto l'halfling, che sta accompagnando fuori il compagno. "Mi spieghi che è successo?"
"Prima accompagniamo Delorean al tempio, poi ti spiegherò tutto" ribatte Zigfrid, con lo sguardo fisso sul chierico.
La ladra si avvicina al mezzorco e gli assesta un paio di ceffoni con l'intento di svegliarlo, ma non ottiene nessun risultato.
"Lascia stare, è inutile" mormora il mago scuotendo la testa.
"Vedi cosa succede a voler evocare i diavoli?" urla Fiona, fissando il mago con uno sguardo carico d'odio.
Malika entra nella stanza, si guarda attorno con i pugni sui fianchi e poi mormora: "Ce diavolo è successo, qui dentro?"
L'halfling non si accorge della presenza del capitano e continua a fissare la ladra. "Non doveva andare così. La mia era solo un'illusione. Quello che l'ha ridotto così non lo era".
"Le cose possono sfuggire di mano" sibila Fiona.
"Non a me!" ribatte Zigfrid, sostenendo il suo sguardo.
"... sei un cretino! Tu e i tuoi giochetti. Ora ci abbiamo rimesso un compagno!"
"Ma in realtà nell'accordo c'era scritto che dovevamo rimanere nelle stesse condizioni..."
"Dovresti saperlo che a giocare con il fuoco ci si scotta".
"Ma non è stata colpa mia!"
"Sì, invece".
"No".
"".
"No".
"Di chi è stata l'idea di far comparire un diavolo? Chi è che ha messo in atto tutto?"
"In realtà si è presentato da solo" mormora il mago.
"Non c'entra".
"Come... come non c'entra!?! Non è colpa mia!"
"E lui come ha fatto a sapere che proprio in quel momento, proprio in quella cella, c'era l'occasione per apparire?"
"Perché a quanto pare era interessato a noi. A dirla tutta, anche a Nadja... ma soprattutto a noi".
"Comunque è colpa tua. E' sempre colpa tua".
Malika batte un pugno sullo stipite della porta, gli occhi fuori dalle orbite. "Un... un... diavolo è comparso nella mia prigione!?!"
Le guardie osservano perplesse la discussione, poi un sergente fa un passo avanti e tossisce per richiamare l'attenzione. "Mentre voi discutete, possiamo portare questi due al tempio?"
"Andate!" urla il capitano, poi trapassa Zigfrid con lo sguardo. "E lei ha ragione. Sei un cretino!"

giovedì 12 novembre 2015

0140 - costi non previsti

Alif si alza in piedi e con uno schiocco di dita materializza una penna. Zigfrid gli passa il contratto ed il diavolo appone la sua firma la pergamena, che inizia a bruciare.
"L'accordo è fatto" esclama il mostro, poi comincia a camminare lungo il bordo del cerchio con le mani intrecciate dietro la schiena. "Che volete sapere?"
"Chi era e per chi lavorava, tanto per iniziare" esclama il mago.
"Nadja era un'assassina e faceva parte della Fredda Mano, una gilda segreta di tagliagole".
"Chi è il capo di questa gilda?"
"Il suo capo era quel mago che avete incontrato, Huriya. Lei non sapeva chi fosse veramente al comando, quindi non posso dirvelo".
"Che fregatura" commenta Delorean, squadrando l'halfling. "Dovevi scrivere meglio quell'ultima richiesta".
"Ho dovuto frenare i vostri entusiasmi!" ribatte Zigfrid. "Dove possiamo trovare i membri della Fredda Mano?"
"Questa è una bella domanda" ribatte Alif. "Nadja voleva tendervi un'imboscata, spingendovi a raggiungere uno sperone di roccia in mezzo al deserto, nella strada verso Radapur, presso il quale spesso si notano dei fulmini anche se non c'è una nuvola in cielo. Vi avrebbe detto che in una delle grotte si nascondevano i suoi compagni, ma in realtà vi avrebbe mandato in bocca ad un mostro. Certo, il posto potrebbe comunque interessarvi, dato che all'interno ci trovereste un piccolo tesoro".
"Interessante..." mormora il mago, grattandosi il mento e prendendo mentalmente nota dell'informazione.
"Poi, una volta tornati, vi avrebbe detto che i suoi compagni magari si erano spostati e vi avrebbe fatto girare senza meta, dandovi ogni volta un'indicazione sbagliata. Comunque sia, la sede della Fredda Mano è ad Assur, anche se è controllata da qui".
"Da chi di preciso?" chiede Zigfrid.
"Lei non lo sa e quindi è un'informazione che..."
"... che non puoi darci" finisce per lui il mago. "Abbiamo capito".
"Voglio divertirmi, quindi vi regalerò un piccolo indizio. Diciamo che questa persona l'avete conosciuta".
"E cosa puoi dirci delle persone che hanno assassinato Baler, l'erede della Casata Nacmoran?"
"Nadja vi avrebbe detto che questi individui, e per questi intendo tutti quelli a cui avete trovato il medaglione addosso, erano solo povera gente che lottava contro il governo di questa città, che non li accetta ed è sordo alle loro richieste. Questa però è solo una mezza verità. L'altro aspetto è che queste persone sono state plagiate da un culto utilizzato per uno scopo malvagio. E tutto quello che avete affrontato finora è connesso da una sottile linea invisibile".
"Un po' criptica, come risposta" commenta Zigfrid.
"Nel contratto non c'è scritto che dovevo dare risposte chiare e semplici" ridacchia il diavolo. "Voglio solo aggiungere una cosa. Il vostro amico mago si sta impegnando molto per trovare informazioni in merito a quell'oggettino che avete recuperato. Dategli tutto l'aiuto possibile".
"Questo è un consiglio, non è una risposta ad una mia domanda" borbotta il mago. "Andrà a vantaggio tuo, immagino".
"Ovviamente! Come tutto il resto, d'altronde" ribatte Alif con un sorriso radioso ed un profondo inchino.
"Non sono sicuro di volerlo fare" esclama Miodrag.
Il diavolo si volta verso lo spadaccino senza smettere di sorridere. "Conviene a voi, io ne trarrò solo un vantaggio".
"Decideremo in seguito" interviene Zigfrid, riconquistando l'attenzione del mostro. "Per quell'artefatto proprio non se ne fa niente?"
Il diavolo ridacchia. "Non rispetterebbe i patti. Ora devo andare".
"Come possiamo ricontattarla?"
Il dito del diavolo punta il volto del mago, poi si sposta verso il basso. La tunica si lacera, poi una fiammella inizia ad disegnare sul petto un simbolo arzigogolato, strappando all'halfling un grido di dolore. Quando il mostro apre la mano, la camicia si richiude, come se non fosse mai stata strappata. "Così dovremmo essere a posto".
"Le direi grazie, se non facesse così male" biascica Zigfrid, stringendosi il petto che continua a bruciare.
"Ah, un'ultima cosa..." aggiunge Alif, scomparendo e ricomparendo all'improvviso davanti a Delorean. "Ho sempre voluto possedere l'anima di un sacerdote".
Detto questo, il diavolo infila una mano nel petto del mezzorco e ne estrae un globo biancastro, circondato da scariche rosse.

mercoledì 11 novembre 2015

0139 - stesura del contratto

"Potrei sapere allora per quale motivo è qui, dato che l'incantesimo non avrebbe dovuto riguardarla?" chiede Zigfrid.
"Vorrei tanto saperlo anch'io" mormora Miodrag, fissando gli occhi neri del mostro.
"Diciamo che sono qui per dare una mano" risponde il diavolo, strofinandosi le mani. "Ovviamente la cosa divertente è che sono venuto di mia spontanea volontà e non sono stato evocato, per cui ho sempre facoltà di ammazzarvi se la cosa mi aggrada".
"Potrebbe farlo" ribatte il mago, "ma noi saremmo più propensi a trovare un accordo".
"Il tuo amico mi pareva volesse vedere uno sbudellamento, poco fa. Potrei fargli vedere quanto più interessante e divertente sia l'evento se le budella sono le sue".
"Era solo una tecnica per intimorire la nostra prigioniera" ribatte lo spadaccino, toccandosi istintivamente la pancia. "Non parlavo sul serio".
"Gesto lodevole, te lo concedo" commenta Alif, ridendo sguaiatamente. "Comunque non farò nulla di tutto ciò, subirei delle spiacevoli conseguenze se mettessi a repentaglio il vostro operato".
Il gruppo si lancia occhiate interrogative, cercando di capire a cosa stia alludendo il diavolo.
"Penso invece che accoglierò la proposta del piccolo halfling. Io non metterò fine alla vostra vita e vi darò le informazioni che state cercando".
"E cosa vuole in cambio? La nostra collaborazione?"
"Non mi servirebbe a nulla, ho già parecchi servitori. Diciamo che per prima cosa mi prenderò l'essenza vitale della vostra prigioniera, che comunque non vi appartiene" esclama Alif, alzandosi in piedi ed avvicinandosi a Nadja.
Sotto lo sguardo atterrito dei tre uomini, il diavolo infila la mano nel petto della donna e ne estrae un globo scuro, avvolto da fulmini bluastri. Dopo averlo osservato con interesse, lo fa sparire sotto il mantello.
"Chiederò qualcos'altro per siglare il contratto" aggiunge sorridendo.
Zigfrid deglutisce, poi prende coraggio ed estrae dalla borsa un foglio di carta ed un pennino. "Mettiamo in chiaro i punti del nostro accordo".
Alif guarda scocciato il pezzo di carta, schiocca le dita e si risiede su una pila di cuscini comparsi dal nulla. "Odio quando voi maghi volete scrivere i termini e le postille del contratto. Preferirei trattare con i tuoi compagni".
"No!" esclama l'halfing alzando le mani. "No, non si può! Non sono abbastanza esperti per poter stilare un contratto con lei".
"Perché no?" chiede Delorean. "Saprei benissimo cosa chiedere!"
"Già, ma non sapresti quali clausole aggiungere per avere salva la vita" ribatte il mago. "Tornando a noi... Lei si impegna a non ucciderci, in più la nostra durata di vita e le nostre condizioni di salute non verranno influenzate da quest'incontro. In cambio lei ci darà tutte le risposte che avrebbe dovuto darci la qui presente prigioniera Nadja".
"Direi che è un buon accordo, per la vostra parte" commenta il diavolo. "Poi?"
"Io vorrei non essere coinvolto in questo patto" esclama Miodrag.
"Non sei citato" lo zittisce il mago.
"So che il tuo amico avrebbe preferito trattare con una succube, glielo leggo negli occhi" mormora Alif. "Vuoi che prenda l'aspetto di una succube?"
"No! Vorrei solo tornare a dieci minuti fa!" balbetta lo spadaccino.
Il diavolo sghignazza divertito. "Davvero è ciò che vuoi?"
"No! No!" grida Zigfrid, agitando le braccia e mettendosi in mezzo tra i due. "Non lo vuole davvero, l'accordo lo deve siglare con me!"
"Peccato. Sarebbe stato divertente".
"Per lei immagino di sì. Torniamo al nostro compenso. Oltre alle risposte, lei ci fornirà un potente artefatto" aggiunge Zigfrid, accennando un sorriso.
"Non avete nulla che possa valere un compenso simile. Mi limiterò a darvi le informazioni di cui avete bisogno".
"Beh, non penso abbiamo altra scelta" ribatte il mago, scrollando le spalle. "Ora dacci le informazioni".

martedì 10 novembre 2015

0138 - il diavolo in persona

Zigfrid conclude la lettura dell'incantesimo, poi getta a terra la pergamena ed incrocia le braccia.
Nadja fissa il mago rimanendo immobile, troppo terrorizzata per muovere un solo muscolo, poi balza sulla panca quando il pavimento all'interno del cerchio si deforma eruttando lava. La stanza si riempie dell'odore di zolfo quando un trono emerge dal suolo. Sopra vi è seduta una figura avvolta in un manto nero, dalla pelle e dai capelli bianchi. Dopo aver lanciato una fugace occhiata all'assassina, che trema per la paura, si volta verso il gruppo all'esterno del circolo.
"Chi osa disturbarmi?" tuona il diavolo, scrutando il volto delle tre figure che lo osservano.
"Mi scusi, sua eccellenza" risponde il mago con deferenza. "L'ho evocata io, il sommo Zigfrid".
"E perché mi hai evocato, piccola creatura mortale?"
"Ho scoperto il suo nome in un antico tomo" dice Zigfrid, "e mi è stato detto che..."
Le parole del mago vengono interrotte da una risata stridula alle spalle del gruppo. Tutti si voltano e vedono una figura appoggiata al muro, avvolto nelle stesse vesti del diavolo evocato. La pelle del suo volto, rossa come il fuoco, è martoriata da piccole escrescenze ossee simili a spuntoni che fuoriescono per parecchi centimetri. I capelli neri brillano alla base e producono fumo come fossero di brace.
"Scu-scusi" balbetta Zigfrid, allarmato dalla nuova presenza. "Salve. Lei dovrebbe essere all'interno del cerchio".
"Insieme a quel fantoccio, frutto della tua fervida immaginazione?" risponde la figura, staccandosi dal muro e raggiungendo il cerchio disegnato col sangue.
"Che succede, tappo?" sussurra Miodrag, preoccupato dallo sguardo sbarrato del compagno.
"Non ne ho la più pallida idea" ribatte l'halfling, sudando freddo.
La creatura osserva attentamente il disegno sul pavimento, poi corregge uno dei simboli. "Così è meglio" commenta tra sé e sé, poi con la punta del piede rompe il cerchio, si avvicina al trono e con un gesto della mano fa scomparire il falso diavolo.
"Posso presentarmi? Sono il magnifico Zigfrid, per servirla" azzarda il mago, facendo un passo avanti.
"Desideri davvero servirmi?" ridacchia il diavolo, fissandolo negli occhi con un perfido sorriso stampato sul volto.
"E' solo un modo di dire".
"Peccato". La creatura si volta verso Nadja, che non riesce a controllare il tremore, e le punta un dito contro. La donna crolla a terra, svenuta.
"Ehm... quella è la nostra prigioniera, dovevamo interrogarla. Posso comunque sapere qual è il suo nome?"
Il diavolo ridacchia e si siede sulla panca. "In un'altra vita, forse. Molti vorrebbero sapere il mio nome. Voi potete chiamarmi Alif, come la prima lettera dell'alfabeto delle vecchie tribù che vivevano in questa terra".
"Capisco" sussurra a denti stretti Zigfrid.
Delorean rimane immobile davanti alla figura che è comparsa nella cella, troppo impaurito per fare qualcosa. Miodrag osserva il diavolo esterrefatto, poi corre alla porta della cella ed inizia a pestare violentemente sul metallo. "Aprite! Vi prego, aprite!"
"E' inutile che ti affanni tanto" esclama Alif, "le guardie lì fuori non possono sentirti. In questa stanza il tempo sta scorrendo molto più velocemente che nel resto del pianeta".
Miodrag osserva atterrito le figure immobili dei soldati di fronte alla porta, quindi si gira e mette mano alle spade.
"Neanche quelle ti serviranno, e comunque non sono qui per uccidervi".

lunedì 9 novembre 2015

0137 - un'idea diabolica

Il mago scende nel sotterraneo e raggiunge i compagni nella piccola stanza delle guardie. "Ho tutto il necessario, ora possiamo far parlare la nostra cara assassina".
"A cosa ti serve quel pollo?" chiede Fiona, osservando il piccolo volatile spennato.
"Adesso vedrai" ribatte Zigfrid, facendo un cenno alle guardie ed entrando nella cella.
Nadja è distesa sulla piccola panca di legno fissata alla parete, con le mani dietro la testa. Quando gli avventurieri entrano volta la testa, poi si alza sorridendo e si massaggia i polsi.
Miodrag osserva le manette aperte sul pavimento, abbandonate al centro della stanza. "Dobbiamo chiamare un fabbro per fissarle meglio".
"Tutto a suo tempo" ribatte Zigfrid, poi sorride alla prigioniera. "Buongiorno, Nadja. Il capitano Morningstar mi ha detto che non vuoi parlare".
Un'alzata di spalle è l'unica risposta che riceve.
"Mentre eri via abbiamo provato a convincerla con le buone" interviene Miodrag. "Sono stato gentile ed educato. Le ho proposto la protezione della Casata della Sabbia, le ho addirittura offerto il nostro aiuto per farla evadere. Tutto inutile, non vuole dirci per chi lavora".
"Molto bene" commenta il mago, prendendo un pugnale dallo stivale e tranciando di netto la testa al pollo. Dopo essersi sporcato le dita con il sangue dell'animale, comincia a tracciare un circolo attorno alla panca, aggiungendo qua e là alcuni simboli arcani.
"Che stai facendo?" chiede Delorean, osservando il comportamento del compagno.
"Ho sempre voluto provare questo incantesimo, ma non se ne è mai presentata l'occasione" commenta Zigfrid, continuando a disegnare sul pavimento ed osservando di tanto in tanto lo sguardo perplesso della prigioniera.
"Quale incantesimo?" chiede Fiona.
"Il capitano Morningstar ci ha detto che Nadja non vuole parlare. Per cui evocherò qualcuno che ci darà le informazioni che vogliamo!" esclama Zigfrid con un largo sorriso. "Tempo addietro ho trovato il suo nome su un libro. Purtroppo ho potuto acquistare solamente un pollo, ma penso che la nostra amica sarà un pagamento gradito per i suoi servigi".
Gli occhi dell'assassina si spalancano quando intuisce le intenzioni del mago. "Non vorrete mica vendermi ad una creatura degli inferi, vero?"
"Brava la nostra ragazza!" esclama trionfante Zigfrid.
"Non potete farlo!"
"Certo che possiamo! E lo faremo" ridacchia il mago.
"Stai scherzando, vero?" esclama Fiona. "Se hai veramente intenzione di evocare un diavolo, io non voglio assistere".
"Guarda che si meriterebbe ben di peggio" ribatte Zigfrid. "I suoi amici sono entrati alla Duna di Zeffiro ed hanno ammazzato Elin".
Tutti si voltano verso il mago.
"Elin è morta?" chiede Delorean.
"Sì, me l'ha riferito il capitano mentre tornavo qui".
"Io non ho obiezioni. Vediamo quanto resiste prima di sbudellarla" esclama Miodrag, appoggiandosi alla parete e godendosi lo sguardo terrorizzato dell'assassina.
"Delorean, almeno tu!" dice la ladra appoggiando una mano sulla spalla del chierico, che fissa duramente la piccola figura che continua a disegnare con il sangue.
"Non ci sono altri modi?" chiede il mezzorco. Quando il mago non gli risponde, si rivolge a Nadja. "Sei ancora convinta di non volerci dire nulla?"
"Io vi dirò tutto quello che volete sapere!" esclama l'assassina, la faccia sconvolta dalla paura. "Non lo fate, vi prego!"
"Questa mi pare una follia" commenta Fiona, afferrando la maniglia ed aprendo la porta. "Non voglio averci niente a che fare. Ed anche tu non dovresti volerlo, Delorean".
Il chierico la fissa per un momento, poi sussurra: "Glielo dobbiamo ad Elin".
Mentre la ladra esce dalla cella, Zigfrid finisce di disegnare sul pavimento e si ferma ad ammirare la sua opera, poi alza lo sguardo e sorride a Nadja. "Ultima possibilità. Chi ti ha incaricato di uccidere Baler, l'erede della Casata Nacmoran?"
"Io... non posso dirvelo perché non lo so" balbetta la ragazza, abbassando lo sguardo.
"Che bugiarda che sei. E dato che non vuoi rispondere alle mie domande, non mi lasci altra scelta" commenta il mago, aprendo la pergamena e cominciando a leggere.

venerdì 6 novembre 2015

0136 - pessime notizie

"Ha detto che non è riuscita a sapere nulla da Nadja, giusto?" chiede Zigfrid, mentre percorre assieme ai compagni il corridoio che porta alle segrete.
Malika annuisce. "Dopo averla curata, abbiamo provato per tutta la notte ad interrogarla, anche con metodi diciamo... poco ortodossi. Non vuole parlare".
"Mi è venuta un'idea, ma ho bisogno di un po' di tempo per prepararmi. Torno tra una ventina di minuti" dice il mago, correndo su per le scale.
"Ma come fate a sopportarlo?" chiede il capitano, osservando la piccola figura sparire oltre la svolta.
"A volte ce lo chiediamo anche noi" ribatte Fiona guardandosi la punta delle scarpe.
Una guardia scende e si mette sull'attenti, poi quando Malika gli fa un cenno si avvicina e le sussurra qualcosa all'orecchio.
"Scusatemi, ho una questione da sbrigare. Potete attendere nella guardiola l'arrivo del vostro compagno" dice la donna, prima di dirigersi insieme al soldato verso le scale.

Zigfrid raggiunge uno dei negozi di magia e ne esce pochi minuti dopo con una pergamena in mano, quindi trova una bancarella e contratta con il mercante per un pollo già spennato. Soddisfatto degli acquisti, si fa largo fra la folla in direzione della Lama della Giustizia. Giunto davanti alla sede della guarnigione, nota il capitano fermo davanti all'ingresso che parla con un drappello di guardie.
"Grazie, fatemi sapere se scoprite altro" dice la mezzelfa ai soldati, poi si volta verso il mago. "Ho una pessima notizia da darti, Zigfrid".
L'halfling scruta il volto impassibile di Malika, poi lancia un'occhiata alle guardie che si stanno allontanando. "Sputa il rospo".
"Voi alloggiavate presso la Duna di Zaffiro, vero?"
"Sì, fino a ieri. Poi ci siamo trasferiti nella nostra nuova casa".
"Mi spiace dirtelo, ma qualcuno si è introdotto nella locanda. Elin è morta".
Lo sguardo del mago si fa duro. "Cosa cercavano?"
"Non lo sappiamo, i miei uomini stanno ancora indagando. Sembra che la nana abbia sorpreso i ladri mentre frugavano in una delle stanze e questi l'abbiano aggredita. E' riuscita ad ucciderne due prima di morire. Poveretta".
"Già, povera Elin. Non meritava di finire così" commenta Zigfrid, distogliendo lo sguardo.
"Ti assicuro che indagheremo a fondo" promette il capitano, mettendogli una mano sulla spalla.
"Grazie. Ora, se non le dispiace, raggiungo i miei compagni. Abbiamo un'assassina da interrogare".

giovedì 5 novembre 2015

0135 - vicolo cieco

"Cerchiamo nella stanza, dovrà pur esserci un altro passaggio" esclama Fiona, tastando le pareti di roccia in cerca di una leva o di un'apertura nascosta.
Dopo essersi assicurato che lo spadaccino riesca a reggersi sulle sue gambe, Delorean si unisce alla ladra nella ricerca, ma dopo una ventina di minuti i due avventurieri non hanno trovato nulla.
"Lasciate perdere, questa è solo una trappola per curiosi" mormora Zigfrid, sedendosi a gambe incrociate sul pavimento ed agitando con il piede il mucchietto di cenere e sparpagliando davanti a sé i frammenti d'osso.
"Abbiamo rischiato la vita per nulla?" chiede Miodrag, battendo sulla roccia dietro all'intelaiatura della porta. "Sei sicuro che questo non sia un portale magico?"
"Ho controllato, è una comune porta di legno incassata nella roccia" ribatte il mago. "Solo non capisco perché sprecare tempo per costruire una struttura del genere al solo scopo di usarla come trappola".
"Probabilmente c'è un modo per passare oltre, ma noi non riusciamo a comprenderlo" azzarda Fiona, appoggiando la schiena alla parete.
"Questa notte ho rischiato due volte di morire" esclama lo spadaccino. "Direi che è più che sufficiente. Torniamo a casa".
"Va bene, va bene" sbuffa il mago, rialzandosi da terra ed uscendo dalla stanza. I compagni lo seguono e si avviano nel lungo tunnel, ripercorrendo i propri passi e sbucando dopo più di mezz'ora nel giardino della villa abbandonata. Dopo il caldo soffocante patito nelle gallerie, tutti accolgono con gratitudine la debole brezza che spira dal mare e che porta alle narici l'odore del mare.
"Domani sistemeremo anche la questione con Amir" esclama Miodrag, dirigendosi verso casa. "Ora ho solo voglia di distendermi a letto e perdere conoscenza".

I rumori della città svegliano Fiona alcune ore dopo l'alba. Il sole sta già cuocendo la città sotto i suoi raggi e la giornata si preannuncia torrida. Scendendo nella sala comune per fare colazione, la ladra trova Delorean intento nelle preghiere del mattino e Miodrag che lava il proprio vestito in un catino. "Attento a non rovinarlo, con tutto quello che ti è costato".
"Penso che il sangue e la sporcizia siano la preoccupazione minore" ribatte lo spadaccino con una smorfia, alzando la camicia e mostrando gli squarci sul petto e sulle maniche.
"Prova a chiedere al tappo se riesce a rammendartela con la magia" ridacchia Fiona, prendendo dalla ghiacciaia una brocca piena di latte e sedendosi al tavolo.
"Vado a svegliarlo" interviene Delorean rialzandosi. "Abbiamo un appuntamento con Malika ed abbiamo dormito fin troppo".
Il chierico torna nella stanza accompagnato dal mago, che appoggia il suo libro sul tavolo e si serve un bicchiere di latte. "Buongiorno a tutti! Io ho già studiato, se voi avete finito le vostre incombenze possiamo muoverci!"
"Come mai sei sempre l'ultimo ad alzarti e poi ci metti fretta per uscire?" chiede Fiona, infilandosi la borsa a tracolla ed afferrando l'arco.
"Perché posso permettermelo" replica Zigfrid con un sorriso sornione. "Sono una persona organizzata, io!"

Malika apre la porta del proprio ufficio e fa accomodare gli avventurieri mentre Amir, seduto su una poltrona, osserva alcune carte con fare svogliato.
"Buongiorno, capo!" esclama Miodrag. "Non ti hanno ancora rilasciato?"
"Stavamo aspettando il vostro resoconto per scagionare del tutto il signor Sandstone" risponde il capitano, chiudendo la porta ed accomodandosi dietro alla scrivania. "A proposito, vedo che vi siete dati una ripulita".
"Abbiamo fatto il possibile" replica Delorean, afferrando uno sgabello e sedendocisi sopra.
Mentre anche la ladra e lo spadaccino si accomodano sulle sedie rimanenti, Zigfrid si appoggia al tavolo e descrive in dettaglio le indagini e gli eventi della nottata, omettendo il secondo viaggio nelle gallerie e l'incontro con il non morto.
"Questa lettera, inoltre" dice Miodrag porgendo a Malika il bigliettino recuperato nel tunnel, "dovrebbe scagionare del tutto il nababbo".
"Direi di sì" ribatte il capitano con un cenno d'assenso. "Signor Sandstone, è libero di andare. E mi scuso per il disturbo che le ho arrecato".
"Non si preoccupi, ha fatto solo il suo dovere" dice Amir alzandosi ed avviandosi all'uscita. "Ora finalmente potrò dormire in un letto che si possa definire tale. Con voi ci vediamo nel tardo pomeriggio, dobbiamo discutere di alcuni dettagli che riguardano la Casata della Sabbia".
"Certo! E faccia buon riposo" esclama Zigfrid, accennando un saluto mentre il nababbo esce dalla stanza e si chiude la porta alle spalle.
"Ora che abbiamo concluso le questioni burocratiche, c'è ancora una faccenda in sospeso" dice Malika appoggiando i gomiti sul tavolo ed afferrandosi la testa con le mani. "La donna che avete catturato è una tipa tosta e si rifiuta di parlare. E' anche riuscita a liberarsi per ben due volte delle manette".
Fiona lancia uno sguardo eloquente a Miodrag, che replica scrollando le spalle.
"Potremmo interrogarla noi, se non le dispiace" propone il mago. "I miei compagni non vedono l'ora di poter scoprire i mandanti di tutte queste attività illecite".
"Non avevo il coraggio di chiedervelo" ribatte il capitano con un sorriso. "Seguitemi, vi accompagno".

mercoledì 4 novembre 2015

0134 - la stanza in fondo al tunnel

"Ma quanto è lungo questo tunnel?" chiede Miodrag. "Stiamo camminando da quasi venti minuti e non abbiamo trovato nulla".
"Avanziamo ancora un po'" ribatte Zigfrid. "Dovrà pur sbucare da qualche parte, questa galleria!"
"Di sicuro sbuca fuori. Quella è una scaletta" osserva Fiona, indicando dei pioli di metallo fissati nel muro di pietra. La ladra si avvicina, controlla che la struttura possa reggere il suo peso, quindi sale e sposta la botola sovrastante. Dopo una veloce occhiata, scende dai compagni.
"Non ci crederete, ma quel passaggio porta ad un parco vicino alla chiesa di Gond" esclama ridacchiando. "Ho visto la cima del tempio".
"Quindi queste gallerie attraversano almeno metà della città" commenta Zigfrid. "Molto interessante. Mi chiedo se il cumulo di casse vicino a dove siamo entrati blocchi altre gallerie".
Delorean copre parzialmente la luce del medaglione per poter scrutare nell'oscurità grazie alla sua vista da mezzorco. "Se vi interessa saperlo, il corridoio termina pochi passi più avanti".
Il gruppo avanza e illumina una porta dalla fattura più recente rispetto alle altre presenti nel tunnel, rinforzata da sostegni e bande di metallo. Fiona tende le orecchie e fa segno a tutti di tacere. "Sentite questo rumore? Proviene da lì dietro".
Tutti si concentrano, ma sembra che solo le orecchie della ladra riescano a percepire il debole suono.
"Una porta installata da poco e non si vedono i cardini" mormora Zigfrid. "E Fiona dice che ci sono rumori dall'altra parte".
"Ormai che siamo qui, direi di aprirla e vedere cosa c'è dietro" dice Miodrag, afferrando la maniglia e spalancando la porta. Dall'altra parte c'è una piccola stanza, completamente spoglia. La sagoma di un'altra porta si staglia sul lato opposto, parzialmente coperta dalla figura di uno scheletro, al cui interno sembra crescere un ammasso di interiora violacee. Due grossi tentacoli avvolgono le ossa delle braccia, mentre un altro più piccolo si fa strada nel cranio ed esce dalla bocca, come una lunga e viscida lingua.
"Avanti, ragazzi! Spacchiamogli le ossa!" urla lo spadaccino scattando in avanti ed affondando la lama nella pancia del non morto, che però si sposta leggermente di lato ed evita il colpo. Un altro saltello gli permette di evitare anche il raggio lanciato da Zigfrid, che rimane a bocca aperta davanti all'imprevisto comportamento della creatura.
Fiona si nasconde dietro lo stipite della porta e scaglia una freccia, ma il dardo gli passa tra le costole e rimbalza sul muro.
I tentacoli sollevano il braccio destro dello scheletro che si abbatte su Miodrag, squarciandogli la camicia ed il petto e facendolo urlare per il dolore. Quando il braccio sinistro si solleva, lo spadaccino ruota il polso e blocca il colpo con la spada, incidendo in profondità l'osso e tranciando quasi di netto il tentacolo.
"Mi sono sempre piaciuti i fegatini con la cipolla" mormora Delorean, afferrando l'ascia e girando attorno allo scheletro per prenderlo alle spalle. Lo scheletro si china ed il colpo sfiora la testa di Miodrag.
"Non è stata una buona idea aprire questa porta" esclama Fiona, scagliando un'altra freccia.
"Io l'avevo detto che volevo andare a dormire!" urla lo spadaccino, roteando le lame e provocando una nuvola di schegge d'osso. Il ghigno sul suo volto sparisce quando le mani scheletriche del non morto si stringono attorno ai suoi polsi e la lingua-tentacolo saetta contro il suo volto. La mente di Miodrag urla al corpo si andarsene, di scappare da lì, ma i muscoli non sembrano rispondere. Rimane immobile, mentre l'immondo abbraccio della creatura lo stringe a sé in una letale morsa.
Devo fare qualcosa o il ragazzino è spacciato pensa Zigfrid, richiamando alla mente uno dei suoi ultimi incantesimi. Un cerchio di fuoco investe il chierico e lo spadaccino ed avvolge la creatura in una spira di fiamme. I tentacoli si incendiano e si ritirano, abbandonando la presa su Miodrag che cade a terra svenuto. Delorean, incurante dei propri capelli che bruciano, aggira l'ostacolo e trascina il compagno lontano dal combattimento.
Lo scheletro si dimena nell'inferno di fiamme e si lancia contro il muro, sbriciolandosi al contatto con il fuoco. Il muro continua a bruciare i resti del non morto fino a consumarli del tutto.
"Per fortuna è ancora vivo!" esclama Delorean, invocando i propri poteri per curare lo spadaccino. Miodrag apre gli occhi lentamente, si guarda attorno e poi fissa lo sguardo su Zigfrid. "Possiamo andare a dormire, ora?"
Il mago sorride, quindi allarga le braccia. "Hai rischiato la vita per raggiungere quella porta ed ora vuoi andartene senza vedere cosa c'è dietro?"
"Aprila e facciamola finita" esclama Fiona, aiutando il ferito ad alzarsi.
Zigfrid sorride alla ladra, quindi si volta ed afferra la maniglia, la ruota e tira verso di sé.
"Maledizione!" urla il mago, colpendo con un pugno il muro di pietra appena oltre la soglia.

martedì 3 novembre 2015

0133 - lezione di storia

"Beholder?" chiede Delorean grattandosi il mento. "E cosa sarebbero?"
"Sono creature malvagie che molto tempo fa invasero questa regione" spiega lo spadaccino. "Hanno assoggettato la città ed hanno governato con il pugno di ferro finché una coalizione di umani non li ha distrutti".
"Ma come parli forbito, ragazzino" lo canzona Zigfrid. "Stai recitando a memoria nozioni che ti ha insegnato Agha, non è vero?"
Fiona tira uno scappellotto al mago, che si afferra la testa simulando un dolore lancinante. "Ahia! Mi hai fatto malissimo!"
"Tu smettila di prendere in giro Miodrag" ribatte la ladra, poi si volta verso lo spadaccino. "Ok, quindi la cassa apparteneva ad una famiglia di beholder vissuta qui più di cento anni fa. Hai detto che sai anche chi ha realizzato questo posto".
"Non posso esserne certo, ma direi che questi tunnel siano stati scavati da un gruppo di dissidenti. Avevano bisogno di organizzare la resistenza all'interno della città e probabilmente si sono rifugiati qui sotto. Queste sembrano scorte di viveri ed armi in attesa di un assedio. Non mi stupirebbe se i tunnel arrivassero oltre le mura della città".
"Il simbolo è stato cancellato con la punta di un pugnale e con cattiveria, quindi potrebbe essere come dici tu" commenta il chierico. "Ma gli undici pallini del disegno... non vi ricordano le undici punte del simbolo sul medaglione?"
"Hai ragione!" esclama Miodrag.
"Ok, potrebbero esserci un legame" replica Zigfrid, "ma non abbiamo abbastanza elementi per capire se avete ragione o meno".
"Bene, tutto chiaro" lo interrompe Delorean, tirando fuori un piede di porco. "Che ne dite se ora guardiamo cosa contiene questa cassa?"
Il legno cede e si spacca sotto la pressione della barra di ferro, rivelando all'interno alcune stoffe e vestiti riccamente decorati con motivi floreali e fili d'oro.
"Questo sembra un bottino di guerra, peccato che ormai sia invendibile" commenta Zigfrid afferrando il lembo di un vestito, che si disfa tra le sue mani.
"Magari c'è qualcosa sotto!" dice lo spadaccino, rovistando tra i tessuti mentre gli altri osservano distrattamente le altre casse.
Un'esclamazione di sorpresa fa girare tutti. Miodrag estrae dal fondo un piccolo scrigno, finemente lavorato e decorato con alcune lamine d'argento.
Fiona controlla la serratura e poi fa scattare il meccanismo. "Pietre preziose! Bel colpo!"
La ricerca nel resto della mercanzia non dà altri frutti, solo merci avariate, stoffa e stoviglie ormai irrimediabilmente rovinate. Il gruppo si raduna fuori dalla porta ed inizia a discutere sulla prossima mossa.
"Dobbiamo scoprire dove porta quel condotto!" esclama Zigfrid.
"Io vorrei andarmene a dormire" ribatte Miodrag, sbadigliando vigorosamente. "Ma se proprio ci tieni, posso attendere ancora un po'. Faccio strada".
Lo spadaccino avanza nel buio illuminato dall'emblema di Delorean e si ferma dopo una decina di metri, osservando un'apertura sulla destra. Ad un suo cenno, Fiona si avvicina e controlla la presenza di eventuali pericoli.
"Tutto ok, non c'è nessuno" sussurra la ladra, indicando agli altri di avvicinarsi.
Il corridoio prosegue per un paio di metri e termina con una scaletta che sale verso il soffitto, su cui è presente una botola di legno. Miodrag si arrampica, spinge il pannello con la testa e scruta attorno a sé.
"Da lì si accede ad uno scantinato" dice lo spadaccino tornando indietro. "Dalle ragnatele che ho visto direi che la casa è abbandonata da parecchio tempo".
"Andiamo avanti" sussurra Zigfrid, avanzando nel tunnel principale.