venerdì 30 ottobre 2015

0131 - teatro di strada

"Fiona, tutto bene?" urla Zigfrid, uscendo dalla stanza.
Miodrag e Delorean raggiungono il mago nel corridoio e muovono un passo verso l'uscita, ma si fermano quando la figura della ladra si staglia tra le ombre. Quando Fiona entra nella zona illuminata, tutti notano il suo sguardo soddisfatto e la figura esanime di Nadja, trascinata per un braccio.
"L'hai presa, eh?" domanda lo spadaccino con uno sguardo feroce, solo in parte mitigato da un accenno di sorriso.
"Stava per uscire dalla botola, ma sono riuscita ad afferrarla per un piede, poi le ho sbattuto la testa contro uno dei pioli di metallo" replica tranquillamente Fiona. "Penso sia solo svenuta, ma forse è meglio controllare".
Delorean si china ed esamina il corpo dell'assassina. "Non è presa bene, ma è ancora viva" commenta rialzandosi.
"E' presa meglio di com'ero ridotto io pochi minuti fa. Leghiamola ben stretta" esclama lo spadaccino, estraendo una corda e cominciando a bloccarle mani e piedi.
Fiona osserva i goffi gesti del compagno e scuote la testa. "Pensi che un'abile assassina come lei venga fermata da quei nodi da dilettante?"
"Ho stretto bene!" bofonchia Miodrag, tendendo la fune.
"Davvero?" commenta la ladra, afferrando un punto della corda e tirando. Il nodo si slaccia e le braccia dell'assassina ricadono lungo i fianchi. "Dai qua, faccio io".
"Ora bisogna avvisare le guardie che abbiamo trovato i veri assassini" dice il chierico, osservando le agili dita della ladra stringere dei complicati nodi attorno ai polsi ed alle caviglie di Nadja.
"Bisognerà portare in superficie tutti i corpi" commenta Zigfrid, "sarà dura se nessuno ci dà una mano".
"Fatemi stringere quest'ultimo nodo, poi vado a chiamare le guardie" esclama Fiona, tirando per l'ennesima volta le due estremità della corda.
"Va bene, solo ricordati che i soldati non sanno che stiamo indagando" ribatte il mago.
"Nessun problema" ribatte lei facendogli l'occhiolino.

Fiona esce dal pertugio tra le assi spaccate del recinto e raggiunge il vicolo. In lontananza, un paio di guardie stanno perlustrando la strada attorno alla villa, accompagnate da due mercenari con lo stemma della Casata dell'Aurora.
Se avessimo lasciato le indagini in mano a questi incompetenti, Amir finirebbe i suoi giorni in prigione pensa la ladra. Poi prende fiato ed urla: "Aiuto! Accorrete! Sono stata aggredita!"
Attirati dalle urla, i soldati si voltano verso la mezzelfa che si sta sbracciando in mezzo alla stradina. I due si scambiano un'occhiata e, dopo aver mormorato qualcosa agli uomini di Dragan, sguainano le armi e raggiungono di corsa la ragazza. "Si calmi, signorina! Sono il sergente Grimmett" dice l'uomo più grosso. "Cosa succede? Chi l'ha aggredita?"
"Due bruti mi hanno afferrato ed hanno cercato di trascinarmi dietro quella siepe! Per fortuna c'erano i miei compagni, che sono accorsi e li hanno inseguiti lì dentro!" grida Fiona, indicando il giardino della villa, che si intravede tra le assi della staccionata.
"Tu resta qui, io vado a chiamare il capitano Morningstar" dice Grimmett al suo compagno d'armi. "Ci sono state troppe aggressioni, questa notte!"
Quando l'altro risponde con un cenno d'assenso, il sergente si volta e corre verso la villa, tornando dopo una decina di minuti in compagnia di Malika. Il capitano nota Fiona in mezzo alla strada e la preoccupazione nel suo sguardo cede il posto al sollievo. "Saresti tu la donna aggredita?" dice con un sorrisetto beffardo.
"Certo!" esclama la ladra, posando teatralmente il dorso della mano sulla fronte. "Due uomini molto cattivi mi hanno aggredito, poi si sono infilati in quel capanno".
"Certo, come no. Uomini, seguitemi!" grida Malika, infilandosi nel pertugio tra le assi e dirigendosi verso la piccola rimessa degli attrezzi.

Il rumore dei passi nel corridoio riscuote Zigfrid dalle sue letture. Quando Fiona entra nella stanza assieme a Malika, il mago chiude il libro e si alza dalla sedia. "Finalmente! Pensavamo ti fossi persa!"
"Intendevi chiedermi se sto bene dopo l'aggressione che ho subito nel vicolo, vero?" ribatte la ladra, facendo un cenno con il capo verso il capitano, che scruta l'halfling con un malcelato sorriso.
"Certo! Certo!" esclama Zigfrid sorridendo affabilmente. "Stai bene?"
"Quindi questi sarebbero i tizi che hanno aggredito la vostra amica nel vicolo, giusto?" taglia corto il capitano, osservando i cadaveri sparsi nella stanza.
"Fiona è stata aggredita? Quando?" mormora Delorean allo spadaccino, guardando preoccupato la ladra.
"Sono proprio loro" ribatte Miodrag dando una gomitata sul torace del chierico, che trattiene una smorfia di dolore.
"E si dà il caso che siano anche gli assassini di Baler" aggiunge Zigfrid. "Quello è il falso cameriere, lì per terra ci sono i suoi vestiti. Quello a torso nudo è l'assassino della guardia. Questi altri due, invece, sono Huriya e Nadja, i due tizi che avevamo incontrato sulla nave di Acquadifonte".
"Vedo che siete riusciti a prenderne uno vivo" commenta il capitano, vedendo Nadja legata come un salame. "Ottimo lavoro. I miei uomini prenderanno i corpi e le prove, voi seguitemi fuori. Questa è pur sempre proprietà privata".

giovedì 29 ottobre 2015

0130 - lavare l'onta nel sangue

Il gruppo avanza in silenzio finché una debole lama di luce non appare di fronte a loro. Miodrag scosta leggermente la copertura della lanterna, illuminando ad una decina di metri di distanza due porte ai lati del corridoio, una di fronte all'altra.
"Quella sulla destra, giusto?" sussurra Zigfrid, indicando la porta da cui esce la luce.
Lo spadaccino annuisce. Ad un cenno del mago, Fiona si avvicina ed appoggia l'orecchio sul legno. "Ci sono alcune persone qui dietro" bisbiglia la ladra. "Sento qualcuno russare e due che parlano. Non riesco a capire cosa dicono, ma sono sicura che uno dei due sia una donna".
Miodrag spalanca gli occhi, scosta Fiona e tende l'orecchio. "Sono i due della Rayo de Luna" scandisce, soffiando come un mantice, poi fa un passo indietro ed alza il piede per abbattere la porta, ma Zigfrid si frappone.
"Se è rinforzata dall'altro lato non riuscirai a sfondarla al primo colpo" sussurra il mago cercando di calmare il compagno, "e così perdiamo l'effetto sorpresa. Proviamo a girare la maniglia, dubito si siano chiusi dentro a chiave".
Miodrag, rosso in volto, fa un cenno affermativo ed estrae le spade. "Quando vuoi".
Zigfrid appoggia la mano sul pomello, ruota la maniglia e spalanca la porta. Lo spadaccino si lancia all'interno, facendo voltare le due figure che stanno parlando in un angolo, accanto ad un grosso tavolo. Una delle due è Nadja, la magra ragazza dai capelli rossi incontrata sulla nave. L'altra figura è Huriya, un uomo di colore dai capelli aggrovigliati, con molteplici orecchini ed una profonda cicatrice sul volto.
Miodrag si lancia sull'assassina ed affonda la lama nel suo fianco, strappandole un grido di dolore. Delorean intanto balza sul mago roteando la ascia ed affonda malamente il colpo, squarciandogli la tunica e lasciandogli una piccola ferita sul petto.
Il mago ignora il chierico e si volta verso lo spadaccino. I suoi occhi si socchiudono, incomprensibili parole arcane vengono pronunciate e la sua mano si protende verso il polso di Miodrag, che sente un'ondata di energia negativa salire lungo il braccio ed istintivamente irrigidisce i muscoli. Il ghigno di Huriya viene sostituito da un'espressione sconcertata quando un sorriso feroce compare sul volto dello spadaccino. "Tutto qui quello che sai fare, ciarlatano?"
Zigfrid, sentendo le parole arcane, entra nella stanza e protende le mani. Dai suoi palmi esplodono due raggi bianchi, che raggiungono sia il mago che la ladra, ustionando i loro volti. Un pugnale sibila accanto alla sua testa, conficcandosi nella spalla di Miodrag e facendo voltare l'halfling. Un ragazzo atletico, con le braghe mezze calate e parzialmente nascosto dalla porta, sta tentando di recuperare un altro pugnale infilato in una tasca dello zaino, appoggiato ad una pila di vestiti da cameriere. Il mago si volta e dalle sue mani partono una selva di dardi luminosi che abbattono il giovane prima che riesca ad afferrare l'arma.
Mentre il combattimento infuria nella stanza, Fiona sbircia dalla porta e nota un quarto uomo a torso nudo disteso sopra ad un giaciglio sul fondo della stanza, ancora immerso nel sonno nonostante i rumori del combattimento. Due frecce partono e si piantano nella sua gamba, svegliandolo di soprassalto.
Un urlo selvaggio scuote gli avventurieri. L'uomo a torso nudo si alza e, incurante delle frecce piantate nella coscia, balza sul tavolo e si avventa sullo spadaccino roteando ed affondando le sue due lame. Approfittando della distrazione offerta dal compagno, Nadja stiletta il suo avversario al braccio e poi si allontana con una capriola. Miodrag si volta per rispondere all'assalto, parando alcuni colpi ed affondando le lame nel fianco dell'uomo, senza però riuscire a fiaccare i suoi furibondi attacchi. All'improvviso sente qualcosa toccare la sua spalla e con la coda dell'occhio vede l'espressione feroce di Huriya mentre pronuncia una formula arcana. Le forze abbandonano il corpo dello spadaccino, che si accascia sotto un colpo ben assestato del suo avversario.
"Miodrag! No!" urla Delorean, affondando l'ascia nel collo dell'uomo, che si accascia al suolo esanime, e chinandosi per controllare il polso dell'amico. Il battito è molto debole e la vita sta lasciando velocemente il suo corpo.
"Delorean, salva il ragazzo! Io e Fiona intanto mi occupiamo degli altri!" urla Zigfrid, attingendo alle sue scarse riserve. Nadja improvvisamente crolla a terra, piegata in due dalle risate.
Meno uno pensa il mago, voltandosi verso l'uomo di colore che sta correndo verso la compagna con una pozione in mano. All'improvviso Huriya con uno schiocco di dita scompare alla vista.
"Non lo vedo, Zigfrid!" urla Fiona, muovendo l'arco in cerca di un bersaglio.
Maledizione pensa l'halfling. Quel tipo è troppo pericoloso se rimane invisibile!
Dopo una veloce occhiata a Delorean, che sta cantilenando per evocare i suoi poteri curativi, evoca dalla sua memoria l'incantesimo di dissoluzione. Il mago della Fredda Mano ritorna visibile e Nadja smette di ridere. Con un balzo, l'assassina si rialza. "Faremo bene ad andarcene!"
"Prima mi gioco il tutto e per tutto" replica Huriya, alzando le mani ed aprendo la bocca in maniera innaturale. Un'onda sonora colpisce tutti i presenti, che iniziano a sanguinare dalle orecchie. Un forte fischio ora copre qualunque suono. Delorean si appoggia alla parete per non perdere l'equilibrio.
Zigfrid si appoggia al tavolo, punta un dito sul mago e pronuncia l'ennesimo incantesimo. Un'aura violacea avvolge Huriya, che barcolla all'indietro e si appoggia al muro.
"Avrò io la sua testa!" urla Miodrag, lanciandosi in avanti ed affondando la spada nel suo torace. Il mago alza lentamente le mani ed afferra la spada, fissando lo spadaccino negli occhi. Poi la sua testa si reclina in avanti ed il suo corpo scivola lungo il muro.
"Sei rimasta solo tu" urla senza rendersene conto Zigfrid. Tutti cominciano lentamente ad avanzare verso l'assassina, tenuta sotto tiro dalla spada di Miodrag.
Nadja si guarda attorno, poi facendo una piroetta evita l'affondo dello spadaccino, si lancia sul tavolo ed imbocca la porta. "Non mi avrete!"
Eh, no! Ci sei scappata una volta, non fuggirai di nuovo! pensa Fiona, lanciandosi all'inseguimento.

mercoledì 28 ottobre 2015

0129 - via di fuga

Il gruppo si riunisce davanti alla breccia nello steccato.
"Quindi? Scoperto nulla?" chiede Zigfrid.
"Abbiamo parlato con un piccolo accattone" risponde la ladra. "A quanto pare, i due si sono rinchiusi in quel capanno".
"Ok, direi di muoverci con cautela" commenta il mago. "Fiona è non ha bisogno di aiuto per nascondersi, quindi renderò invisibile il bisonte e Miodrag raggiungerà da solo il capanno. Io darò copertura dall'alto. Se esce qualcuno, penserà di avere a che fare con un solo avversario e potremo averne ragione facilmente".
Tutti annuiscono, quindi il mago lancia i suoi incantesimi. Rimasto solo, lo spadaccino si infila nell'apertura tra le assi e raggiunge velocemente il capanno. Dopo un giro di perlustrazione in cui non nota niente di strano, Miodrag afferra la maniglia ed apre la piccola porticina, che ruota sui cardini arrugginiti producendo un fastidioso cigolio.
L'interno è vuoto.
"Venite, non c'è nessuno" esclama lo spadaccino, facendo accorrere i compagni.
Il gruppo osserva l'interno della struttura fatiscente. Parecchi attrezzi da giardinaggio, ormai distrutti dalla ruggine, sono appesi alle pareti. Alcune assi giacciono per terra, abbandonate alla rinfusa. Miodrag osserva attentamente le pareti ed il soffitto, ormai quasi collassato su se stesso.
"Questi pezzi di legno non sono parte del tetto" mormora lo spadaccino, chinandosi ad esaminare le tavole rotte. "Guardate, questo sembra coprire una macchia di sangue!"
Miodrag afferra una delle assi e la solleva. Tutto il blocco di legno si alza, rivelando un passaggio nascosto. La luce della lanterna illumina uno stretto passaggio verticale, alcuni pioli arrugginiti si perdono nell'oscurità sottostante. "Sono sicuramente passati di qua" dice lo spadaccino, iniziando a scendere.
Far scendere il mezzorco che ci vede al buio pareva brutto, vero? pensa Fiona, appoggiando il piede sul primo gradino.

Lo spadaccino scende per qualche metro e poi sente il terreno solido sotto di sé. Mentre il resto del gruppo lo raggiunge, Miodrag afferra la lanterna ed illumina la vecchia galleria, scavata rozzamente nel terreno e tenuta in piedi da vecchie assi malconce. Una parte del corridoio è franato, lasciando un'unica via da seguire.
"Meglio sbrigarsi. Non vorrei che il tunnel collasse seppellendoci qui sotto" mormora Miodrag.
"Ma cosa stai dicendo! Questa struttura è solidissima" ribatte Zigfird, assestando una manata ad una trave e facendo cadere una pioggia di pietrisco. "Uhm... forse non è solida come pensavo".
"Già" commenta Fiona. "Tieni le mani a posto, così magari non verremo sepolti a causa tua".
"Qui ci rimaniamo secchi" borbotta lo spadaccino, osservando il mago avanzare con passo sicuro lungo il corridoio, seguito dagli altri due. Miodrag china la testa per mormorare una preghiera e quando apre gli occhi nota un foglietto mezzo sepolto dalla terra appena caduta. 
"Ragazzi, ho trovato qualcosa".
I compagni tornano indietro e si raccolgono attorno allo spadaccino che, dopo aver raccolto il documento ed avergli dato un'occhiata distratta, se lo infila in tasca. "Questo lo guardiamo dopo, intanto vediamo se ci sono impronte".
"Oltre a quelle che abbiamo creato noi avanzando?" commenta Fiona, guardando Zigfrid di sbieco.
"Non vi ho detto io di proseguire" borbotta Miodrag.
Fiona si china ed esamina il terreno. "A parte le nostre impronte, vedo altre due serie recenti. Ci sono anche parecchie tracce vecchie, parzialmente coperte da polvere e detriti".
Il gruppo avanza guardingo, mentre il medaglione sul petto di Delorean dipana le ombre ed illumina la strada. Dopo una decina di metri il tunnel sbocca in un corridoio più largo. A destra, dopo qualche passo, una porta di legno rinforzato blocca il passaggio. Una pesante trave, parecchie casse ed alcuni barili colmi di pietre impediscono alla porta di aprirsi.
"Se qualcuno ha intenzione di aprire quella porta, mi avverta" commenta a bassa voce Zigfrid. "Così me ne vado prima che si liberi qualunque cosa sia tenuta bloccata lì dietro".
"Ma alla fine cosa c'era scritto su quel pezzo di carta che hai trovato?" chiede Fiona, avvicinandosi allo spadaccino.
Miodrag si ferma, estrae il foglietto e scorre il testo, quindi si sofferma a leggere l'ultima parte. "Ci sono appunti sulla villa e sembra che ci siano anche le indicazioni per muoversi qui sotto. Probabilmente uno dei due tizi l'ha perso rimettendoselo in tasca".
"Quindi?" lo incalza la ladra, sbirciando il documento da sopra la sua spalla.
"Direi di qua" mormora Miodrag, puntando il dito verso il buio in fondo al largo corridoio. "Dovrebbe esserci una porta sulla sinistra. I due tizi dovrebbero essere lì dentro".
"Bene, ora avanziamo in silenzio" commenta a bassa voce Zigfrid. "Stranamente non c'è molta eco qui dentro e magari non ci hanno ancora sentito".

martedì 27 ottobre 2015

0128 - sulle tracce degli assassini

Delorean si aggrappa al bordo del muro e cerca di tirarsi su, soffiando e contraendo i muscoli nello sforzo, ma rimane appeso con le gambe che scivolano sulle pietre senza fare presa.
"Muscoloso come sei, non riesci ad arrampicarti?" ridacchia Fiona, poi con una piccola rincorsa corre sulla parete e si ritrova in cima.
"Smettila di prendermi in giro e dammi una mano" grugnisce il mezzorco.
La ladra afferra il compagno per la collottola e tira verso l'alto, mentre lui tende i bicipiti con tutta l'energia di cui dispone. Grazie alla spinta combinata, Delorean raggiunge la sommità del muro, ma le sue braccia mancano la presa. La grossa figura del mezzorco vola oltre il bordo e tira una craniata sul selciato.
"Mamma, che male!" sbraita il chierico, alzandosi e massaggiandosi la testa dolorante.
Fiona scoppia a ridere. "Che imbranato! Hai la coordinazione di una lumaca asmatica!"
Il chierico, furente, si volta e cerca di afferrare la gamba della ladra, ma lei con un agile balzo schiva la mano e si issa in piedi.
"Vediamo la grande acrobata quanto male si fa" ringhia Delorean. "Dai, scendi!"
"Subito" replica Fiona, girandosi di spalle e realizzando un perfetto salto mortale. Il sorrisetto e l'impertinente inchino della ladra fa infuriare ancora di più il mezzorco, che con fare scocciato si volta e raggiunge lo spadaccino, inginocchiato per terra ed intento a osservare un segno scuro sul terreno battuto. "Delorean, avvicina la luce! Secondo te è sangue?"
"Sì, sembra proprio sangue" commenta il chierico, chinatosi per esaminare la macchia.
"Ci sono altre gocce anche sul marciapiede dall'altra parte della strada" esclama la ladra. "Portano in quel vicolo!"
"Peccato che non veda nessuna impronta" borbotta lo spadaccino.
Zigfrid arriva di corsa, madido di sudore e con il fiatone, quindi si ferma con le mani sulle ginocchia. "Non pensavo di metterci così tanto a fare il giro".
Mentre il mago riprende fiato, Miodrag recupera la sua lanterna dallo zaino ed inizia a seguire la pista. Dopo aver attraversato la strada, prosegue lungo marciapiede di fronte e poi si infila nel vicolo indicato da Fiona. Pochi metri e la traccia sembra sparire. Lo spadaccino comincia a guardarsi attorno, illuminando l'alto muro della villa e lo steccato di una proprietà abbandonata dall'altra parte della stradina, fino a che la torcia non rivela una piccola macchia sul selciato al centro della via ed un'altra vicino ad una breccia nel vecchio recinto.
Miodrag si rialza e fa per attraversare la strada, ma la mano di Delorean lo ferma. "Hai notato in fondo alla via? Sembra ci sia qualcuno".
Lo spadaccino scruta nell'oscurità, soffermandosi su qualcosa che spunta da dietro lo steccato. "Sì, lo vedo. Dall'altezza direi che c'è un ragazzino che ci sta spiando".
"Magari ha visto qualcosa" mormora il chierico. "Vado a controllare".
Delorean si avvia verso la svolta, guardando spesso nel giardino della casa abbandonata e facendo finta di non essersi accorto della figura che lo osserva. Quando attraversa la stradina, la testa scompare dietro l'angolo.
Cavolo! pensa il chierico, lanciandosi oltre la svolta e notando ad una decina di metri un ragazzino che si sta allontanando di corsa. "Ehi! Fermati! Voglio solo parlarti!"
Il giovane si blocca, poi si volta lentamente. La luce del medaglione illumina i vestiti logori e sporchi del ragazzino e le scarpe ridotte ad ammassi informi di stoffa. Il suo sguardo intimorito guizza di qua e di là nervosamente alla ricerca di una via di fuga.
"Non aver paura, voglio farti solo una domanda".
Il ragazzo fa un passo indietro. "Dicono tutti così".
"Per caso hai visto passare due tizi? Uno grosso ed uno vestito di scuro? Uno dei due era ferito" dice amichevolmente il chierico, tirando fuori una razione di carne secca e porgendogliela.
Il giovane avanza timidamente, mantenendosi però a debita distanza. "Può essere".
"Se ti do anche una moneta d'oro, potresti dirmi dove li hai visti?" aggiunge Delorean, estraendo una moneta dal borsello e facendosela girare tra le dita.
Il ragazzo fissa avidamente il dischetto che brilla alla luce del medaglione, quindi avanza ancora un po' e sporge la mano per prendere il fagotto del cibo, poi si blocca quando Fiona gira l'angolo. "Erano due tizi. Come faccio a sapere che quella poi non torna nella tua tasca?"
"Tu non ti preoccupare. Rispondi ed avrai la moneta".
"Non mi fido" ribatte il ragazzo, indietreggiando davanti ai due.
"Fiona, hai monete d'argento?"
La ladra, dopo un'occhiata al piccolo sbandato, fruga nel borsello, estrae una decina di monete e le posa in mano al chierico. Lui ne appoggia cinque sul selciato e fa un paio di passi indietro, indicando a Fiona di fare altrettanto. "Queste puoi prenderle subito, le altre dopo che avrai risposto".
Il ragazzo fissa i due, poi si avvicina senza distogliere lo sguardo ed afferra la pila di monete. "Ho visto i due uomini di cui parli. Si sono infilati in quell'apertura nello steccato e sono entrati in quella piccola costruzione laggiù".
Delorean e Fiona si voltano a guardare la piccolo ricovero in mezzo al giardino della villa abbandonata. "Sono ancora lì dentro?" chiede il chierico.
"Io non li ho visti uscire" borbotta il ragazzino, poi si lancia sulla seconda pila di monete nella mano del mezzorco e scappa via.
Fiona lancia un'ultima occhiata al vicolo, ora deserto, quindi fa cenno al compagno. "Torniamo dagli altri, ora sappiamo dove cercare".

lunedì 26 ottobre 2015

0127 - impronte in giardino

Delorean e Miodrag escono all'esterno e si dirigono al punto dell'aggressione sul lato sinistro della villa.
"Effettivamente qui è molto buio" commenta lo spadaccino. "Riesci a fare un po' di luce, così vediamo se ci sono impronte?"
Il chierico estrae il medaglione da sotto la camicia e lo sfiora pronunciando il giusto incantesimo. Una forte luce inizia ad irradiarsi dal monile, illuminando il giardino.
"Questo dev'essere il percorso delle guardie" dice Miodrag, indicando la serie di impronte che costeggiano l'alta siepe.
"E quello è l'altro cadavere" aggiunge Delorean, indicando una figura riversa sul terreno e coperta da un lenzuolo.
"Forse però è meglio ricostruire cosa è successo con l'aiuto della guardia ferita" commenta lo spadaccino, rientrando dentro e ritornando dal chierico insieme al soldato.
"Qui è dove mi sono fermato ed ho visto il mio compagno d'armi a terra" dice l'uomo. "Poi sono corso fino a quel muro laggiù".
Il gruppo si sposta verso la zona dell'agguato e, mentre Miodrag continua a ricostruire gli eventi con la guardia, Delorean si china per esaminare il cadavere. "Ci sono segni violacei sul collo, probabilmente l'hanno fatto svenire con una presa. Poi vedo una profonda ferita all'altezza del cuore".
"L'hanno colto alle spalle" commenta lo spadaccino. "Probabilmente era già svenuto quando l'hanno ucciso. Sembra il lavoro di un professionista".
"Dici che siano usciti da lì?" chiede Delorean, illuminando con il medaglione il piccolo ingresso di servizio all'angolo della villa.
Miodrag si inginocchia e controlla il terreno. "Potresti aver ragione, ci sono delle impronte che arrivano da quella porta. Però c'è un'altra serie di impronte che viene da quel capanno. E sembrano leggermente più pesanti, probabilmente l'assassino era nascosto lì dentro".
"Non ci resta che scoprirlo" dice il chierico, alzandosi e dirigendosi verso la piccola costruzione in legno. La porta è chiusa ma il lucchetto, forzato, giace a terra poco distante. Miodrag lancia un'occhiata al chierico, poi gira la maniglia ed apre la porta. La luce del medaglione illumina una carriola di legno in un angolo e vari attrezzi da giardiniere appesi alle pareti. Sul lato opposto, uno scaffale sostiene vari sacchi di concime, impilati ordinatamente. Alcuni bauli dal coperchio piatto completano lo scarno arredamento.
"E quello cosa sarebbe?" dice Delorean, indicando alcuni vestiti ripiegati ed appoggiati sopra ad una cassa.
"Quello che si è introdotto nella villa dev'essersi cambiato qua" ribatte Miodrag.
"Potrebbe essere. O forse sono i vestiti del giardiniere".
"Chiederemo al padrone di casa" replica lo spadaccino, afferrando i vestiti ed infilandoli nella borsa magica.
"Ho un dubbio" mormora Delorean, grattandosi il mento. "Se quelli non sono i vestiti del giardiniere, uno dei due si è cambiato qui dentro. Non è che hanno aggredito uno dei camerieri, l'hanno fatto a pezzi e l'hanno messo dentro ai sacchi?"
"Improbabile. Troppo poco sangue".
Entrambi si voltano di scatto quando la piccola porticina di servizio si apre e Zigfrid e Fiona escono in giardino.
"Direi che il finto cameriere è uscito di qui" esclama il mago, voltato verso la ladra, poi si accorge della presenza degli altri due. "Ah, siete qui! Avete scoperto qualcosa di interessante?"
Miodrag indica il cadavere della guardia ed illustra brevemente come dovrebbero essere andati i fatti. "Abbiamo anche trovato i vestiti del tipo, quindi sappiamo che taglia ha".
"Sempre che non siano i vestiti del giardiniere" aggiunge Delorean. "Voi?"
"Noi invece abbiamo scoperto che tra i camerieri ce n'era uno non autorizzato che adesso è sparito. E molto probabilmente è scappato dalla stessa porta da cui siamo usciti noi" spiega Zigfrid.
"Non ci resta che uscire in strada e vedere se c'è qualche altro indizio" propone Delorean, ottenendo un cenno di assenso dai compagni.
"Ok. Lanciami!" esclama il mago con un sorriso, indicando oltre il muro. Il chierico sogghigna, quindi lo afferra per la cintura e grugnendo per lo sforzo lo solleva da terra.
"Che cavolo fai? Stavo solo scherzan..."
Zigfrid non riesce a finire la frase e viene scagliato in avanti. Un urlo segue l'esile figura che, seguendo una traiettoria troppo bassa per oltrepassare il muro di cinta, si incastra tra i rami della siepe.
"Ahia! Ora che ti sei divertito, vedi anche di tirarmi fuori da qui!" si sente urlare tra le foglie, mentre le corte gambe dell'halfling si dibattono per liberarsi.
"Scusa, ho sbagliato mira" esclama il chierico con un sorriso divertito, quindi afferra le caviglie del mago e tira, facendolo ruzzolare per terra.
Miodrag si aggrappa al muro e si tira su, poi si lascia cadere in strada. "Venite a vedere, ci sono delle macchie per terra! Potrebbe essere sangue!"

venerdì 23 ottobre 2015

0126 - indagini in cucina

Miodrag esce nell'atrio, raggiunge il chierico che ha curato la guardia e lo afferra per un braccio. "Permette una parola?"
Il giovane si volta e guarda intimorito lo spadaccino. "Prego, mi dica. C'è qualcosa che non va?"
"Lei ha visto la ferita di quell'uomo, prima di fasciargliela. E' possibile che se la sia inflitta da solo?"
"Non posso escluderlo del tutto, ma ritengo sia quantomeno improbabile. Avrebbe dovuto pugnalarsi con la sinistra ed in una posizione scomoda da raggiungere".
"Grazie, mi ha tolto un grosso dubbio" risponde Miodrag, sorridendo.

Fiona si accoda a Zigfrid, che si sta dirigendo verso le cucine alla ricerca del maggiordomo. Un cameriere gli indica un uomo di mezz'età che sta parlando con uno sguattero.
"Buonasera" dice il mago, attirando la sua attenzione.
"Buonasera, desidera qualcosa?"
"Vorrei sapere chi ha servito il dolce al tavolo del nababbo della Casata Nacmoran".
Il maggiordomo osserva l'halfling con uno sguardo perplesso. "Con più di quaranta camerieri in sala non posso dirglielo con certezza".
"Ha l'abitudine di assoldare camerieri esterni?"
"Non proprio. Alcune delle Casate invitate mettono a disposizione la propria servitù" replica l'uomo. "Non li conosco tutti personalmente".
"Può convocare tutti i camerieri? Vorrei sapere se c'era qualcuno di estraneo".
Il maggiordomo parla con un paio di inservienti, che si affrettano a recuperare tutti i camerieri ed a radunarli in cucina.
Zigfrid sale su una sedia e scruta la massa di gente di fronte a sé. "Ho bisogno che vi raggruppiate per Casata d'appartenenza".
Gli uomini si guardano perplessi, poi si dispongono ordinatamente in una decina di gruppetti.
"Ora vorrei che quelli che hanno servito il dolce avvelenato alzassero la mano".
Non vedendo braccia alzate, il mago si volta verso il maggiordomo. "Per caso manca qualcuno?"
"Non penso" replica l'uomo.
Una donna si fa avanti timidamente e con un cenno discreto chiede di poter prendere la parola. "Io ho servito allo stesso tavolo. C'era un altro cameriere che ha portato quei piatti, ma qui non lo vedo".
"Puoi per favore descriverlo?" chiede Zigfrid.
"Una ragazzo magro, atletico, dai capelli scuri. Non parlava molto, si è limitato a fare il suo lavoro".
"Già" commenta sarcastico il mago, "abbiamo visto che bel lavoro è riuscito a fare".
La donna abbassa lo sguardo ed arrossisce.
"Ti costa tanta fatica evitare certi commenti?" mormora Fiona. "Quella povera donna è sull'orlo delle lacrime".
"La sicurezza di questa Casata fa schifo" borbotta Zigfrid. "Il primo che passa si veste da cameriere, si intrufola indisturbato qui dentro e fa quello che vuole".
Il maggiordomo si irrigidisce. "Tutti i camerieri per entrare nella villa hanno dovuto esibire un documento della Casata di appartenenza, controllato scrupolosamente dai nostri uomini all'ingresso".
"Voglio avere i nomi delle guardie che hanno effettuato il controllo" dice Zigfrid all'uomo. "Voi, invece, potete tornare alle vostre occupazioni".
"Lì dietro, in fondo alla sala, c'è una piccola porta di servizio" sussurra Fiona. "Non potrebbe esser entrato da lì?"
"E' il caso di andare a controllare" risponde il mago.

giovedì 22 ottobre 2015

0125 - la guardia ferita

"Ha detto che la guardia ha tentato di bloccare due tizi che stavano scavalcando il muro per uscire. Sa dove è successo?" chiede Delorean.
"Non ho avuto modo di parlare con il soldato" ribatte Malika. "Andate a parlarci voi, presumo che uno dei sacerdoti di Dragan lo stia ancora curando".
Il gruppo entra in casa e trova la guardia ferita in una stanza al piano terra. Un chierico sta bendando la spalla dell'uomo, che reprime una smorfia di dolore.
"Ehi, tu! Fermati un momento!" esclama Miodrag. "Vorremmo esaminare la ferita".
Il giovane sacerdote guarda perplesso lo spadaccino, poi volta lo sguardo verso il ferito che scruta i nuovi venuti con sguardo diffidente. "Perché volevate vedere la mia ferita?"
Zigfrid sbuffa ed indica al chierico di continuare con un gesto della mano. "Vorremmo sapere cos'è successo qui fuori".
"In realtà io volevo capire che lama era stata usata, con che angolazione e se l'aggressore era mancino" incalza Miodrag.
"E tu lo capiresti solo guardando una ferita?" ribatte il soldato con uno sorriso di scherno.
"Questo ed altro ancora" replica lo spadaccino con un ghigno stampato sul volto.
"No, non lo capirebbe" si intromette il mago, "ma gli piace atteggiarsi".
"Comunque hanno usato un pugnale".
"Magico?" chiede Delorean.
"Di sicuro non era avvolto dalle fiamme" risponde strafottente la guardia.
Zigfrid scuote la testa. "Quindi cos'è successo? Può farci un resoconto dei fatti?"
L'uomo lancia un'ultima occhiata seccata allo spadaccino, poi si rivolge all'halfling. "Stavo facendo il mio giro di ronda, mi hanno affidato il perimetro della villa. Dopo aver parlato con le guardie all'ingresso, sono tornato indietro ed ho sentito un rumore. Ho svoltato l'angolo ed ho visto uno dei miei compagni a terra, un individuo sconosciuto chino su di lui ed una terza figura appesa al muro. Quando ho intimato l'alt, quello chinato ha pugnalato l'altra guardia, si è alzato e si è diretto verso il muro".
"Li ha visti in faccia?" chiede Delorean.
"No, era troppo buio. Il primo, quello più magro, si era già catapultato oltre la parete. Io ho raggiunto di corsa il secondo uomo ed ho tentato di afferrarlo per il vestito. Quello ha estratto da non so dove un pugnale e me l'ha piantato nella spalla. Ho perso l'equilibrio e sono ruzzolato a terra. Quando mi sono rialzato i due erano già spariti. In mano mi è rimasto solo il fazzoletto che ho consegnato prima al signor Dragan".
"Ha notato qualche segno particolare?" domanda Zigfrid.
La guardia ci pensa un po'. "Quello più magro penso fosse vestito da cameriere, mentre l'altro indossava vestiti di stoffa grezza, forse cuoio".
"Io ho finito di fasciarla" si intromette il sacerdote. "Ora beva questa".
Il mercenario prende la boccetta, la stappa con il pollice e trangugia il contenuto in un solo sorso. "Grazie mille".
Zigfrid ringrazia l'uomo, poi si sposta per parlare in privato con gli altri. "Direi che il prossimo passo da fare è parlare con la servitù".
"Io andrei a controllare all'esterno, non vorrei che qualche prova sparisca" ribatte Delorean.

mercoledì 21 ottobre 2015

0124 - boccone amaro

Delorean, osservando l'uomo che non sembra dare alcun segno di vita quando i suoi accompagnatori lo scuotono, si alza per andare a vedere.
Dopo un rapido esame, il chierico non ha dubbi. "E' morto".
In sala tutti cominciano a guardarsi attorno ed a discutere su cosa sia potuto succedere. Un paio di donne svengono tra le braccia dei mariti. Zigfrid si avvicina facendosi largo tra i presenti e lancia un incantesimo. "I dolci su questi tre piatti sono avvelenati. Nessuno tocchi il cibo!"
Alcuni sporgono la testa per guardare il cadavere, mentre altri si raccolgono in piccoli gruppetti attorno ai nababbi e li bersagliano di domande.
Ad un certo punto si sente del trambusto provenire da fuori. Dragan abbandona la moglie e si avvia verso l'atrio per intercettare una guardia che sta entrando. I due cominciano a discutere a bassa voce.
"Avete notato?" sussurra Fiona. "La guardia è ferita".
"Sì, ho visto" ribatte Miodrag.
"Non riesco a capire cosa stia sussurrando" aggiunge la ladra. "Mi pare abbia detto che ha trovato qualcosa".
Quando il soldato estrae un oggetto dalla tasca e lo mostra al nababbo, quest'ultimo si volta verso Malika e le fa cenno di avvicinarsi. Il capitano si avvicina ed osserva quello che Dragan le sta porgendo, poi si dirige verso Amir, in piedi accanto al figlio.
"Signor Sandstone, mi duole informarla che è in arresto per omicidio" declama ad alta voce Malika, fissando negli occhi il nababbo.
"Cosa sta insinuando?" ribatte Amir, sostenendo il suo sguardo.
Il capitano mostra l'oggetto che ha preso dalle mani di Dragan, un fazzoletto con sopra una clessidra ricamata in oro. "Questo lo riconosce?"
"Sì, è il simbolo della mia Casata. E allora?"
"La guardia del nababbo Dragan l'ha strappato ad uno dei due uomini che stavano scavalcando il muro di cinta" spiega Malika. "Ora si volti".
"Questo è inammissibile! Io sono un membro dell'Alto Consiglio!"
Zigfrid si avvicina e posa una mano sul braccio di Amir. "Evitiamo scenate in pubblico. E' chiaro che è una montatura, se un ladro è abbastanza esperto da introdursi in questa villa, non può essersi fatto rubare un oggetto tanto compromettente".
Malika stringe le manette e ne approfitta per sussurrare qualcosa all'orecchio del nababbo, che si calma e precede il capitano fuori dal salone sotto lo sguardo severo di tutti i membri delle altre casate.

Gli avventurieri accompagnano i due all'esterno ed osservano il capitano affidare il nababbo a due guardie, che lo fanno salire su una carrozza. Quando la vettura si allontana, Miodrag si avvicina. "Non è il caso di seguire Amir per evitare qualche agguato lungo la strada?"
"Ci hanno messo parecchio impegno per incastrarlo" ribatte Malika, "non penso vogliano ucciderlo. E poi ci sono i miei uomini".
"Quindi ha deciso veramente di arrestare Amir Sandstone" commenta Zigfrid.
"So benissimo anch'io che quella è una prova falsa" risponde il capitano. "Ma davanti all'Alto Consiglio non posso definirla tale senza prove. Terrò ufficialmente Amir sotto custodia finché non verrà fatta luce sulla vicenda. Dato che voi siete tanto bravi a fare danni quanto a risolvere i problemi, vi affido ufficiosamente le indagini".
"Sono loro a far danni, io risolvo i problemi" puntualizza il mago, beccandosi un'occhiataccia dai compagni.
Un fugace sorriso increspa le labbra di Malika, poi la donna torna seria. "L'incarico non può essere ufficiale, in quanto tutti sanno che lavorate per la Casata della Sabbia. Vi darò comunque un distintivo che vi autorizza a lavorare per la guardia cittadina, da mostrare solo in caso di necessità. Non fatemene pentire".
"Non puoi quindi usarlo per ottenere sconti al bordello, hai capito?" dice Zigfrid rivolgendosi allo spadaccino.
"Chissà che sconto potrei ottenere" commenta Miodrag, grattandosi il mento.
"Lo useremo solo se sarà necessario" lo zittisce il mago, poi si volta verso Fiona. "E tu... no, non farmi neanche iniziare. Con uno di questi saresti pericolosa. Perciò stacci alla larga!"
"Questo medaglione mi autorizza a fare l'esattore delle tasse" esclama la ladra con gli occhi che brillano.
"Ecco, appunto" mormora Zigfrid guardandola in cagnesco. "No! No! No! Non ci pensare neanche!"
"Mi sto già pentendo della scelta" borbotta Malika, scuotendo la testa.

martedì 20 ottobre 2015

0123 - un ricevimento da ricordare

La carrozza raggiunge finalmente l'ingresso e si ferma. Un inserviente in livrea apre lo sportello, abbassa il predellino ed aiuta Fiona a scendere, poi si sposta per lasciare spazio agli altri passeggeri.
Una coppia sta raggiungendo l'ingresso della villa, passeggiando sul vialetto di ruvido marmo bianco. Le alte porte che conducono all'interno sono aperte e parecchie persone stanno conversando nell'atrio, in attesa di poter prendere posto nella sala del ricevimento.
Quando il gruppo sale la piccola rampa di scale che porta all'ingresso, un maggiordomo si avvicina e, dopo un leggero inchino, si rivolge a Delorean: "Buonasera, signore. La prego di lasciare la sua arma presso il nostro guardaroba. Le verrà restituita all'uscita".
Il chierico guarda l'uomo in cagnesco. "Questa è la mia sacra ascia rituale. Non la lascierò incustodita".
"Purtroppo mi vedo costretto ad insistere, signore. Ho l'ordine di non far entrare nessun arma all'interno della villa".
Il mezzorco si volta verso i compagni. "Voi fate come volete, io aspetterò fuori".
"Sicuro?" chiede Fiona.
Delorean scende le scale senza rispondere e si piazza a braccia conserte accanto ad una delle statue del giardino. Gli altri depositano le armi e le borse presso il guardaroba e si dirigono insieme agli altri invitati verso la sala del ricevimento, che nel frattempo è stata aperta. Una decina di tavoli sono stati allestiti con ghirlande di fiori colorati ed argenteria di pregio. Una barda con un cappello da giullare sta accordando la sua arpa sopra un piccolo palco, mentre un ragazzino dai capelli azzurri le siede accanto a gambe incrociate ed osserva le persone che girano per la stanza cercando il proprio posto.
Osservando i presenti, Zigfrid nota che Bilmin è già arrivato e si sta intrattenendo con alcuni membri dell'Alto Consiglio. Quando i nababbi si allontanano, il mago si avvicina e lo saluta.
"Signor Zigfrid!" esclama lo gnomo. "Questa sarà una bellissima festa! Anche se non hanno chiamato Agha, l'intrattenimento sarà all'altezza, vedrete".
"Non ne dubito" risponde cortesemente l'halfling.
Due colpi di tosse attirano l'attenzione di tutti. Uno gnomo vestito con abiti sontuosi entra nella sala, accompagnato da una gnoma minuta. "Benvenuti nella mia umile dimora! Ora daremo inizio al ricevimento. Spero gradiate il menu che abbiamo scelto per voi. Godetevi la serata".

Quando il nababbo della Casata della Sabbia scende dalla carrozza assieme al figlio Gamal, Delorean attende che si avvicini poi gli si affianca e gli sussurra: "Buonasera Amir, io e gli altri vorremmo parlarle di una cosa importante. Fiona, Zigfrid e Miodrag sono già all'interno".
"Spero non sia nulla di grave, vorrei godermi la cena" dice Amir, consegnando al maggiordomo il suo bastone intagliato. Quando l'uomo gli porge una mano, il chierico a malincuore si slaccia l'ascia e gliela consegna, poi segue i due all'interno della sala del ricevimento e si accomoda al tavolo indicato da un cameriere, accanto ai suoi compagni che hanno già preso posto.
"Hanin, l'uomo che abbiamo salvato nel deserto, ci ha fatto sapere che succederà qualcosa stasera" dice a bassa voce Miodrag, guardandosi attorno per assicurarsi che nessuno stia origliando.
"Potrebbero esserci dei problemi nel quartiere o a questa festa, sembra i dervisci siano stati pagati per rinunciare ai servizi di scorta" aggiunge Zigfrid.
"Capisco" commenta Amir. "Voi tenete gli occhi aperti, se si renderà necessario sarete la mia scorta".
Alcuni camerieri si avvicinano al tavolo ed iniziano a servire dei piatti elaborati che emanano un odore molto invitante.
"Finalmente si mangia!" esclama Delorean, avventandosi sul cibo.

Mentre le varie portate vengono servite e tutti mangiano parlando di affari, la musica della barda riempie la sala ed un piccolo gruppo di maghi intrattiene gli ospiti materializzando delle figure eteree che ballano tra i tavoli.
Ad un certo punto Dragan si alza e, battendo delicatamente su un calice, richiama l'attenzione. "Tra un po' verrà servito il dolce, permettetemi di approfittare della pausa per ringraziare uno degli ospiti d'onore della serata, che ci ha intrattenuto durante la cena. Fate sentire il vostro apprezzamento per Nimlos, giunta qui dal lontano Cormyr!"
Uno scroscio di applausi riempie la sala, mentre la barda ringrazia con profondi inchini. Kalina si avvicina al tavolo e, mentre i camerieri depongono i piatti con le fette di torta, discute con Amir dello spettacolo. Poi rivolge la sua attenzione al resto della tavolata. "Vi state divertendo? Come vi è parsa la serata?"
Zigfrid si sporge verso la giovane halfling. "Al mio segnale, scateniamo la vera festa!" dice strizzandole l'occhio.
"Contaci, mio caro" risponde Kalina, ridacchiando.
"Ricorda che tuo marito tra poco tornerà a casa" interviene Amir, trattenendo a stento un sorriso.
"Lo so, amico mio! Ma ora non è qui" replica la donna, strizzando a sua volta l'occhio in direzione del mago.
Un tonfo sordo fa girare tutti. Baler, il giovane erede della Casata Nacmoran, è riverso sul tavolo con il volto affondato nel piatto.

lunedì 19 ottobre 2015

0122 - notizie fresche

Gli avventurieri, dopo essere stati congedati dal Consiglio, escono dalla sala e si dirigono verso l'uscita, ma Malika li ferma. "Amir mi ha fatto un cenno, vuole parlarci. Dobbiamo aspettarlo qui".
Dopo qualche minuto il nababbo esce da una porta laterale e si avvicina al gruppo. "Mi congratulo con voi, gli altri membri del Consiglio sono stati colpiti dalle vostre azioni. Discuteremo con il capitano il da farsi domani sera, dopo la cena di gala che si terrà nella villa di Dragan, il nababbo della Casata dell'Aurora. Mi raccomando, siate puntuali".
Detto questo, Amir si volta e torna all'interno della sala.
"Bene, abbiamo giusto il tempo di tornare a casa, vestirci e raggiungere la villa" commenta Zigfrid, avviandosi lungo le scale.

"Stavo riflettendo su una cosa" mormora Miodrag, sistemandosi la giacca del vestito. "Il culto si chiama l'Undicesimo Fuoco, giusto? L'Alto Consiglio è composto da undici membri. Non è che ci stanno prendendo per i fondelli?"
"Non ne sappiamo ancora abbastanza per fare ipotesi" ribatte Zigfrid, sistemandosi il cavallo.
Fiona tira fuori dallo zaino la lettera trovata sull'isola e la rilegge a voce alta. "Qui non dice nulla che possa far pensare ai nababbi. Invece io mi concentrerei sulla firma, R. Non abbiamo ancora scoperto chi sia".
"Sarà il gran sacerdote del culto" commenta lo spadaccino aprendo la porta di casa. "Avvertite Delorean di sbrigarsi, che siamo in ritardo" aggiunge, uscendo in strada.
Dopo qualche minuto il chierico scende dalle scale sfoggiando un completo bianco. "Che ne dite? Ho speso bene i miei soldi?"
"Vestito così non sembri neanche il rozzo mezzorco che si sfonda di cinghiale e frittura" commenta ridacchiando Fiona. "Stai benissimo. E comunque è decisamente più dignitoso della calzamaglia azzurra del tappo".
"Tu non hai idea di come ci si vesta a palazzo" ribatte Zigfrid. "E poi così metto in evidenza la dote di famiglia! Stasera farò un figurone!"
Miodrag rientra in casa con un sorriso radioso. "Domani dovremo passare a ringraziare Bilmin" dice, "c'è qui fuori una carrozza che ci sta attendendo per portarci alla villa".

Il cocchio si ferma dietro alle altre vetture in attesa di raggiungere l'ingresso della villa. Mentre Miodrag e Delorean ingannano l'attesa discutendo di cosa produrre nei laboratori che hanno approntato nel seminterrato, Fiona ammira l'elegante edificio che si intravede oltre l'alta siepe che delimita il giardino, pensando al miglior modo per introdursi all'interno. Un sommesso bussare sulla porta della carrozza interrompe i discorsi ed attira l'attenzione di tutti. Zigfrid apre la piccola finestrella e nota Hanin che, dopo essersi guardato attorno, si volta verso l'halfling sfoggiando un largo sorriso. "Ciao! Mi fate salire? Non dovrei essere qui ed è bene che nessuno mi veda".
Il mago apre lo sportello per far salire il derviscio, quindi si assicura che tutte le tende siano ben tirate.
"E' da un pezzo che non ci si vede!" esclama Miodrag. "Cosa ci fai qui?"
"Ho sentito alcune voci di corridoio e, sapendo che il signor Sandstone avrebbe partecipato questa sera ad una cena nella villa del nababbo Dragan, sono venuto a cercarlo qui. Ma direi che posso riferire direttamente a voi. Per stasera c'è in ballo qualcosa di grosso nel quartiere nobiliare, vi conviene tenere gli occhi aperti".
"Di che si tratta?" chiede Zigfrid.
"Non ne so molto, ma sembra che i pezzi grossi siano stati pagati da uno sconosciuto per rimanere tranquilli per tutta la notte".
"Cosa vuol dire rimanere tranquilli?" domanda Delorean guardando perplesso il derviscio.
Hanin alza le spalle. "Non chiedetelo a me, io faccio parte della bassa manovalanza, a me non riferiscono i dettagli. Posso solo dirvi che nessuno si è rifiutato di guadagnare del denaro per non fare niente".
"Voi siete dei mercenari e fate anche da guardie del corpo, giusto?" interviene il mago. Quando riceve un cenno di assenso, continua: "Probabilmente vorranno colpire qualcuno che si serve di voi come scorta. Secondo me uno dei vostri verrà sostituito da un uomo di fiducia di questo misterioso committente".
"E' plausibile" replica il derviscio. "Il mio lavoro l'ho fatto, ora sta a voi portare il messaggio al signor Sandstone. Io devo andare".
Detto questo Hanin apre lo sportello, si guarda attorno e poi con un balzo felino sparisce dentro un vicolo.

venerdì 16 ottobre 2015

0121 - relazione all'Alto Consiglio

Fiona si accomoda su una delle poche poltrone libere ed osserva Zigfrid seduto per terra a gambe incrociate che sta sfogliando il suo libro degli incantesimi mentre fuma una lunga pipa. "Secondo te ci metteremo ancora tanto? Ormai è più di tre ore che aspettiamo di essere ricevuti".
"Ci vuole pazienza" risponde il mago, poi indica le altre persone nella stanza. "Non vedi quanti stanno attendendo di parlare con l'Alto Consiglio?"
"Sì, ma io mi sono rotta".
Miodrag e Delorean tornano dai compagni con un sacchetto pieno di panini ed una brocca piena di caffè.
"Il tavolo del buffet è ben fornito" esclama il chierico, raggiante. "Sono riuscito a fare un'ottima seconda colazione!"
"E' rimasto qualcosa per gli altri?" chiede la ladra sorridendo, poi afferra un panino ed inizia a mangiare. Zigfrid rifiuta il cibo e continua a leggere.
Malika si avvicina al gruppo, saluta e si sistema su una sedia. "Tra poco dovrebbe toccare a noi. Avete capito come comportarvi?"
"Certo" esclama il mago, alzando gli occhi dal grosso volume. "Non siamo mica degli zotici, sappiamo come trattare con l'autorità".
Il capitano delle guardie solleva un sopracciglio. "Ne dubito". Poi, indicando il sacchetto nelle mani di Miodrag, sussurra: "Posso?"
"Prego" replica lo spadaccino.
La mezzelfa fruga nel sacchetto e prende l'ultimo panino rimasto.

Mentre il gruppo sta chiacchierando per passare il tempo, si avvicina un uomo di mezz'età in livrea, fa un piccolo inchino e dice a bassa voce a Malika: "Buongiorno, capitano. E buongiorno anche a voi, signori. Vi prego di prepararvi, sarete i prossimi ad entrare".
"Bene" replica la mezzelfa, alzandosi e strofinandosi le mani sui pantaloni.
Le porte si aprono e Ramesh, il padrone del rifugio Tulloch, esce a grandi passi, scuro in volto. Si ferma a scambiare due parole con un uomo elegante, poi di dirige all'esterno.
"Devono avergli rifiutato per l'ennesima volta i finanziamenti che cerca" sussurra Malika.
Il gruppo segue il capitano nella grande stanza del Consiglio. Una gradinata semicircolare ospita molte poltrone su cui sono seduti gli undici nababbi, che stanno discutendo tra loro a bassa voce, e sovrasta un piccolo palco in legno. Un paio di sacerdoti ed alcune guardie sostano lungo i muri laterali, pronti ad intervenire in caso di necessità.
Malika si posiziona davanti agli avventurieri ed attende pazientemente che i membri dell'Alto Consiglio smettano di parlare e si dedichino a loro. Ad un certo punto un nano si alza e invita gli altri nababbi a fare silenzio, quindi si volta verso il gruppo. "Buongiorno, io sono Krakus Stoutgut, il nababbo della Casata della Gemma. A nome di tutto il Consiglio vi invito ad esporre quanto è emerso negli ultimi giorni".
Zigfrid prende la parola, illustrando con dovizia di particolari le attività dei pirati contro la Casata Seltarir, il recupero dei naufraghi, le attività al magazzino 24 e l'arresto di Frederik Acquadifonte.
"Dal rapporto del capitano Morningstar sembra che in tutto questo fossero implicati anche due mercenari che si sono dileguati prima dell'arrivo della guardia cittadina" chiede uno dei membri più giovani del Consiglio. "Che ruolo avevano in tutto questo?"
"Quello è Baler, il principale erede della Casata Nacmoran" sussurra Malika.
Miodrag prende la parola e spiega che Huriya e Nadja hanno convinto Acquadifonte a mettere in pratica questo piano.
"Quindi mi state dicendo che i responsabili di tutti questi eventi sono questi due mercenari?" chiede il ragazzo.
"Esatto" risponde Zigfrid.
"In pratica" interviene Kalina, "tutti gli eventi hanno lo scopo di attaccare la mia Casata ed i miei averi".
"Avete scoperto altro?" chiede Krakus.
"Abbiamo il luogo in cui si dovrebbe svolgere il prossimo incontro con il pirata Antail Gaud" risponde Malika mettendosi sull'attenti. "Ho già predisposto alcune navi per catturare lui e la sua ciurma".
"Rimane il problema degli attacchi alla Casata Seltarir" dice Baler, dopo aver confabulato con gli altri nababbi. "E' volontà dell'Alto Consiglio che il capitano Morningstar si occupi di indagare sulla vicenda".
"Abbiamo pochi uomini per gestire sia la cattura del pirata che le indagini" replica Malika. "C'è inoltre un altro problema di cui vorrei discutere. In città sta nascendo un nuovo culto e non abbiamo ancora idea se sia pericoloso per la comunità. Vi chiedo di mettere a disposizione della guardia cittadina altri uomini".
Amir si alza in piedi e si volta verso i suoi colleghi. "Questi uomini hanno servito Vaelan con onore. Propongo al Consiglio di assegnare a loro il compito di indagare sui due mercenari e sul nuovo culto".
I nababbi discutono tra loro osservando gli avventurieri, poi Krakus prende la parola. "Sta bene. L'Alto Consiglio approva la proposta".

giovedì 15 ottobre 2015

0120 - la funzione della sfera

"Grazie ai due libri che Delorean mi ha procurato nei giorni scorsi dal tempio di Gond" esclama Nieven facendo un piccolo inchino nella direzione del chierico, "ho scoperto che questa sfera è chiamata il Dito di Myrkul ed è un artefatto clericale minore".
"Un nome prorompente, non c'è che dire" commenta sarcastica Fiona.
Il mago sembra non cogliere la battuta e continua a parlare. "A parte le sue capacità magiche evidenti, come la levitazione, ho scoperto che è stata anche riempita con un gas leggero, in modo da evitare che si sfracelli in caso sia presente un campo di antimagia".
"Tutti qui?" chiede Zigfrid con aria di sufficienza. "Non è una così grande scoperta".
Nieven fissa l'halfling per un momento, poi riprende: "Ho anche scoperto la principale funzione dell'artefatto. Indica l'essenza più malvagia nel raggio di cento metri".
Zigfrid fissa perplesso l'elfo. "L'aura che emana è molto forte, non può avere solo questo potere".
"E' quello che pensavo anch'io, ma purtroppo al momento non ho fonti che illustrino gli altri poteri. Però vi ho chiamato perché grazie a voi possiamo testare almeno questa facoltà della sfera".
Zigfrid sorride e si gira verso Miodrag. "E' il tuo turno".
"Io? Cosa dovrei fare?" chiede perplesso lo spadaccino.
"Lei ha qualcosa che sarebbe molto utile ai nostri scopi" dice Nieven indicando la sua borsa magica.
"Ah, ho capito" esclama Miodrag, estraendo dalla sua borsa uno dei topi scheletrici. Il dito nella sfera improvvisamente ruota e si ferma indicando la piccola creatura che si dibatte nelle mani dello spadaccino.
"Direi che funziona" esclama Zigfrid, mentre Nieven osserva la scena con un largo sorriso sulle labbra.
"Proviamo a vedere che succede con due topi!" ridacchia il giovane guerriero, estraendo un altro roditore dallo zaino e mettendoli entrambi davanti alla sfera. Il dito comincia a spostarsi dall'uno all'altro ritmicamente.
"Anche quest'effetto è interessante" commenta l'elfo, aggiungendo alcune note nel libro aperto sulla scrivania.
Delorean si appoggia con la schiena allo stipite della porta. "Se abbiamo finito, io tornerei in locanda a riposarmi. Domani avremo una giornata impegnativa".
"Certo!" replica il mago. "Grazie ancora della disponibilità. Io continuerò a cercare altri libri che parlano di quest'artefatto. Vi terrò informati".

mercoledì 14 ottobre 2015

0119 - la chiamata di Nieven

"Quindi questa è l'ultima sera che passate nella mia locanda" esclama Elin, appoggiando i boccali di birra sul tavolo.
"Già" ribatte Miodrag. "Abbiamo passato gli ultimi sei giorni a sistemare la nostra nuova casa e domani ci trasferiamo".
Fiona assaggia un sorso di birra poi fissa Zigfrid con uno sguardo carico di disapprovazione. "Certo che potevi risparmiarti quell'oscenità sulla facciata".
Il mago sorride senza alzare gli occhi dal suo libro. "Davvero non ti piace la mia opera?"
"Potevi dipingere qualcosa di più sobrio e meno appariscente dell'immagine in prospettiva di un vicolo" replica acida la ladra.
"Io avevo proposto di farla rossa" commenta Delorean, finendo il suo boccale.
"Troppo banale" ribatte Zigfrid con uno sguardo di sufficienza. "Anzi, avevo anche intenzione di aggiungere al centro l'immagine di una statua".
Fiona scuote la testa disperata, poi si accascia sulla sedia sotto lo sguardo divertito di Elin. "La locanda sarà vuota senza di voi" commenta la nana, alzandosi e dirigendosi verso il bancone. "Vi meritate un giro di birra gratis".

Tutti si voltano quando la porta della Duna di Zaffiro si apre. Un ragazzo vestito con una tunica azzurra entra e timidamente si avvicina al tavolo degli avventurieri, l'unico occupato di tutta la stanza. "Buonasera, signori. Cercavo il mago Zigfrid, l'esploratrice Fiona, il chierico Delorean e lo spadaccino Miodrag. Siete voi?"
Miodrag sorride al ragazzo ed allarga le braccia. "Mi spiace, ma il gruppo che cerchi è uscito pochi minuti fa".
"Grazie mille" replica il giovane, poi si gira e fa per andarsene.
"Non badare a lui" esclama Zigfrid, lanciando un'occhiataccia allo spadaccino che sta sghignazzando. "Siamo noi quelli che cerchi. Chi sei e cosa vuoi da noi?"
Il ragazzo sorride imbarazzato, poi si profonde in un inchino. "Mi ha mandato qui il mago Nieven Balliant. Ha delle notizie da riferirvi e vorrebbe che lo raggiungeste a casa sua".
"Ma... adesso?" chiede Miodrag appoggiandosi allo schienale della sedia e fissando il giovane con curiosità.
"Penso siano notizie molto importanti" replica il messaggero, abbassando lo sguardo ed accarezzandosi la nuca. "Il signor Balliant non mi ha detto altro, mi spiace".
Zigfrid chiude il libro e si alza. "Se ha scomodato il ragazzo, sarà bene andare subito da lui".
"Fammi almeno finire la birra" dice Delorean, afferrando il boccale e tracannando il contenuto in un solo sorso. "Ora possiamo andare".

Quando gli avventurieri si avvicinano alla casa di Nieven, i braccialetti forniti dal mago si illuminano di una debole luce verdastra e la porta si apre in silenzio. Miodrag guarda dubbioso Zigfrid ed appoggia la mano sull'elsa della spada. "Dobbiamo preoccuparci?"
"I bracciali li ha dati a voi" ribatte l'halfling. "Non vi ha spiegato come funzionano?"
Il gruppo varca la soglia e si guarda attorno con circospezione. Una piuma di pavone arriva levitando e si ferma a qualche metro da loro. Dopo essersi agitata un po' per attirare l'attenzione, si sposta e con la punta indica le scale che portano nel seminterrato. Seguendo la via tracciata dalla piuma, gli avventurieri scendono le scale e raggiungono Nieven in una piccola stanza ricolma di libri, pergamene e prodotti alchemici. Il mago sta riportando alcune note in un libro e con un cenno della mano invita il gruppo ad avvicinarsi.
"Benvenuti e grazie per essere arrivati qui così in fretta" esclama Nieven, voltandosi con un largo sorriso stampato sul volto.
"Di cosa voleva parlarci?" chiede Zigfrid.
"Di ciò che ho scoperto su quella" replica l'elfo, indicando la sfera recuperata nel tempio che sta levitando sopra un tavolo.

martedì 13 ottobre 2015

0118 - la riconoscenza della Seltarir

Il resto della nottata è trascorsa senza altri intoppi e nulla ha distolto il gruppo dal meritato riposo. Delorean, Fiona e Miodrag, già pronti per andare all'appuntamento, attendono con impazienza l'arrivo del mago.
"Decisamente un bella dormita!" esclama Fiona, stiracchiandosi. "Come mai il tappo non è ancora sceso?"
"Starà ancora sotto le coperte" borbotta Miodrag, battendo il piede con impazienza.
"Qualcuno ha visto Iriel, invece?" chiede Delorean. "Stanotte non mi pare sia tornata in locanda a dormire. E stamattina non l'ho vista".
"Probabilmente si è spaventata quando sono arrivate le guardie" risponde Fiona. "Di sicuro si farà viva quando noterà che siamo ancora a piede libero".
Zigfrid scende di corsa le scale e supera il gruppo fermo davanti all'ingresso della locanda, dirigendosi poi verso il Cortile Nador. "Allora, che state aspettando? Un invito scritto? Veloci, siamo in ritardo!"
"Una volta o l'altra una delle mie lame mi scapperà di mano e finirà tra le sue scapole" ringhia lo spadaccino, incamminandosi dietro l'halfling.
Fiona e Delorean si scambiano uno sguardo divertito, poi affrettano il passo per raggiungere Miodrag e si dirigono insieme verso la sede della Casata.

Un valletto annuncia gli avventurieri e si sposta di lato per lasciarli entrare nella piccola saletta, dove Amir e Kalina stanno attendendo seduti attorno ad un tavolo su cui è appoggiato un vassoio pieno di frutta fresca.
"Accomodatevi pure" dice il nababbo, indicando le sedie. "Servitevi pure".
Tutti si accomodano e si servono, tranne Miodrag che dopo aver preso posto inizia a giocare con il suo anello del sostentamento.
"Come vi avevo promesso, ho convocato Kalina per discutere di quello che avete fatto ieri notte" dice Amir.
La piccola halfling si alza per poter vedere meglio i suoi interlocutori, poi appoggia una mano sulla spalla del nababbo della Casata della Sabbia. "Amir mi ha spiegato a grandi linee cosa è successo al porto. In un solo giorno siete riusciti a stupirmi per ben due volte. Avete salvato i miei uomini da morte certa in mezzo al mare ed avete sventato i piani di un gruppo di pirati che avevano preso di mira la Casata di mio marito. Senza di voi difficilmente avremmo mantenuto il nostro posto nell'Alto Consiglio. La Casata Seltarir vi deve molto".
"Ci fa molto piacere sentirlo" ribatte Miodrag. "Vorrei chiederle una cosa: c'è qualcuno che vuole la vostra rovina?"
"Nessuna delle principali Casate agirebbero in tal senso. Sono convinta che una qualche entità esterna al Consiglio sia al lavoro per destabilizzare l'autorità della città e del Durpar. Prima il tentativo di rapimento di Gamal, poi gli assalti alle mie navi. Anche alcune carovane sono state attaccate nel deserto. Dubito che gli eventi non sia collegati fra loro".
"Non potrebbe essere qualcuno dentro la vostra Casata? Qualcuno senza scrupoli che aspiri al comando?" chiede Delorean, prendendo un altro dattero dal piatto ed infilandoselo in bocca.
"Danneggiare una Casata per prenderne il controllo non sarebbe una mossa saggia. Se io fossi un padrone con un palazzo e tu un mio dipendente e volessi il mio palazzo, non prenderesti a picconate i muri per rubarglielo, giusto? Otterresti solamente delle macerie di ben poco valore" ribatte la piccola halfling sorridendo.
Il chierico gioca un po' con il cibo mente riflette, poi si volta a guardare Kalina. "Però io potrei aver venduto i pezzi ed aver fatto su un gruzzolo. E con quelli rimetterei a posto i danni".
"Quello che descrivi è un processo lungo e difficile, sarebbe più semplice agire in altri modi. E comunque ci sarebbe un solo bersaglio".
"Probabilmente i due tizi con cui ci siamo scontrati sulla nave sono invischiati in tutto questo" interviene Miodrag.
"Queste sono solo congetture" lo zittisce Zigfrid. "E' inutile fare queste ipotesi senza nessun indizio. Dovremo indagare per capire cosa sta succedendo".
Amir si alza in piedi e prende la parola. "Dato che siete tutti qui, è arrivato il momento di discutere della vostra ricompensa".
Miodrag sfoggia un sorriso smagliante mentre si appoggia al tavolo. "Finalmente! Siamo tutt'orecchi".
Il nababbo si volta un momento verso Kalina, poi riprende a parlare. "Voi siete arrivati poco tempo fa in città e vivete ancora come stranieri di passaggio. Dato che le vostre azioni ci hanno ben impressionato, vorremmo aiutarvi a mettere radici nella nostra splendida terra. E' nostra intenzione farvi dono..."
"... di un ruolo nel Consiglio?" la interrompe Delorean. "E' un po' troppo, ma siamo ben felici di accettare".
Kalina socchiude gli occhi senza smettere di sorridere. "Quali sono i tuoi guadagni nell'ultimo anno?"
"Le dieci monete d'oro a settimana che ci paga Amir" risponde Miodrag ridacchiando.
"Mi sa che dovrai lavorare di più, se quello è il tuo obiettivo" commenta Zigfrid con tono tagliente. "Scusi per l'interruzione, Kalina".
Lei sorride al mago e riprende il discorso. "E' nostra intenzione farvi dono di una dimora, un edificio di tre piani all'interno della Lama dell'Onore, più un po' di denaro per arredarlo".
Zigfrid guarda i compagni che stanno sorridendo, poi si gira verso i due nababbi. "Accettiamo con piacere".
"Bene" esclama Kalina battendo le mani. "Sono molto felice che l'idea vi aggradi!"
"Per quanto riguarda il Consiglio" interviene Amir, "dovrete testimoniare tra sette giorni davanti agli undici membri. La riunione durerà per tutto il giorno, voi probabilmente verrete convocati nel primo pomeriggio".
"Immagino che dovremo rimanere a disposizione già dalla mattina" commenta il mago.
"Immagini bene" replica il nababbo con un cenno di assenso. "Un'ultima cosa. Verrete anche invitati come ospiti d'onore alla cena di gala che si terrà quella stessa sera".
Tutti prorompono in esclamazioni di gioia ed approvazione. Quando Amir riesce a riportare un po' d'ordine nella sala, Kalina attira l'attenzione e sorride ai presenti. "E' richiesto un vestito elegante, mi raccomando".

Mentre gli altri si recano presso la Lama dell'Onore per vedere la nuova proprietà, Fiona si dirige al mercato e si avvicina alla bancarella dei saponi e degli unguenti. La commerciante sta tentando di vendere una lozione per la pelle ad una nana, tutt'altro che intenzionata ad acquistare alcunché.
"Grazie, ma non mi interessa! Io cercavo una spazzola per la barba, che qui non vedo" dice la donna, appoggiando sul banchetto il flacone ed allontanandosi prima di essere nuovamente abbordata dalla venditrice.
La ladra si avvicina e porge alla commerciante il piccolo borsello che aveva sottratto il giorno prima. "Ieri ho visto un ragazzo allontanarsi dalla sua bancarella e gettarlo in un vicolo. Ero di fretta e purtroppo sono riuscita a passare solo oggi per restituirglielo".
La donna sgrana gli occhi, apre il sacchetto e conta le monete. "Grazie! C'è tutto il mio denaro!"
Brava, fingi che le due monete d'oro che ho aggiunto io ci siano sempre state pensa Fiona, trattenendo una smorfia. "Sono felice per lei, mi pareva giusto riconsegnarlo al legittimo proprietario!"
"Un momento!" esclama la signora, fissando la mezzelfa.
Oddio, non può avermi riconosciuta! pensa la ladra. "Mi dica, signora. Qualcosa non va?"
"In questa città dovrebbero essercene di più di persone come lei, così buone ed oneste! Non come quel brutto delinquente figlio di un cammello che mi ha rapinato!" esclama la donna sorridendo.
Fiona ricambia il sorriso e si volta per andarsene, ma la venditrice la afferra per il braccio. "Vorrei ricompensarla per il suo bel gesto con un piccolo dono" dice, prendendo lo stesso flacone di unguento che aveva proposto alla nana qualche minuto prima e porgendoglielo.
"Grazie mille! Arrivederci!" replica Fiona, afferrando il regalo ed allontanandosi tra la folla mentre la donna riprende a sgolarsi per fermare altre potenziali clienti.

lunedì 12 ottobre 2015

0117 - problemi spinosi

Alcuni colpi alla porta attirano l'attenzione dei presenti. Quando Malika si alza ed esce dalla stanza, Frederik comincia a sudare copiosamente, temendo che lo spadaccino possa aggredirlo di nuovo. La mezzelfa rientra poco dopo insieme a due guardie e si dirige verso il prigioniero, facendogli cenno di alzarsi. "Il tempo per questo interrogatorio è finito".
"Tanto non avevamo altro da chiedergli" ribatte Zigfrid, arrotolando la mappa e porgendola al capitano.
Malika lascia Frederik nelle mani delle guardie ed esce dalla sala interrogatori, dirigendosi verso il suo ufficio.
"Una curiosità" esclama Miodrag, seguendola lungo il corridoio. "Che fine ha fatto Jorik?"
"Intendi il prigioniero che avete catturato? Quello che ha tentato di rapire Gamal Sandstone?"
"Proprio lui".
"E' stato giudicato colpevole di triplo omicidio, occultamento di cadavere e tentato rapimento" risponde Malika. "E' stato giustiziato la settimana scorsa".
"Bene, bene" commenta lo spadaccino. "La giustizia ha fatto il suo corso e posso dire di aver contribuito a ripulire questa città".

Amir sta attendendo l'arrivo del capitano in piedi al centro dell'ufficio. Quando Malika ed il gruppo varcano la soglia, saluta cortesemente e chiede spiegazioni sul motivo di questa convocazione notturna. Zigfrid spiega brevemente gli eventi della notte ed illustra tutto quello che hanno scoperto, quindi attende la reazione del Nababbo.
"Quindi stiamo parlando di pirateria" commenta Amir.
"Già" ribatte Miodrag. "E l'obiettivo era impoverire la Casata Seltarir".
"La Casata Acquadifonte è molto piccola, non si può permettere le risorse ed i contatti per mettere in piedi un piano così ardito. Ci dev'essere di sicuro qualcuno dietro".
"Lo sappiamo" interviene Zigfrid. "Sulla nave abbiamo incontrato due persone invischiate in quest'attività, ed ora conosciamo le loro facce ed i loro nomi".
"Purtroppo però non sappiamo come rintracciarli" aggiunge Delorean.
Amir guarda distrattamente le carte sopra la scrivania, poi si volta verso il gruppo. "Questi sono problemi abbastanza spinosi, non è ora e luogo per discuterne". Poi voltandosi verso Malika, aggiunge: "Voglio che questa faccenda venga discussa davanti all'Alto Consiglio. Tutti quanti sarete chiamati a testimoniare e dovrete presentare tutte le prove raccolte".
"Non ci sono problemi" dice Malika. "Mi faccia sapere solo quando verrà convocato l'Alto Consiglio".
"Per quanto riguarda invece voi" dice Amir, "riferirò a Kalina tutta la faccenda. Penso che la Casata Seltarir vi vorrà ricompensare adeguatamente, in fondo avete salvato l'equipaggio di una delle sue navi e recuperato le loro merci rubate".
"Effettivamente le abbiamo reso un discreto servizio" lo interrompe Zigfrid.
Il nababbo, per nulla turbato dall'atteggiamento del mago, annuisce col capo. "Direi proprio di sì. Ora andate a riposarvi. Presentatevi domani a pranzo presso la sede della mia Casata, organizzerò un incontro nel mio ufficio con Kalina".
"Penso che anche lei voglia tornare a dormire" commenta Miodrag, accennando un sorriso.
Un lieve sorriso increspa le labbra di Amir. Dopo aver salutato il capitano delle guardie, in silenzio accompagna il gruppo all'aperto e poi si dirige verso la sede della Casata della Sabbia.

venerdì 9 ottobre 2015

0116 - tante domande, pochi diritti

Il capitano delle guardie invita il gruppo ad entrare nel suo ufficio, quindi si accomoda alla sua scrivania e comincia ad esaminare quanto recuperato dagli avventurieri.
"Qui abbiamo il registro del magazzino, quello della nave, le mappe nautiche, i resti delle casse originali, il documento firmato da questo Gaud... c'è altro?" dice Malika, alzando gli occhi dai documenti.
"E' tutto qui" dice Fiona, guardando in tralice i propri compagni. Zigfrid risponde con un leggero cenno del capo, poi accarezza involontariamente la borsa in cui ha riposto il denaro.
"Da quello che avete trovato, non dovrebbe esserci più nulla di cui preoccuparsi in città" commenta il capitano sfogliando uno dei registri.
"Il passo successivo sarebbe quello di fermare Gaud" ribatte Zigfrid. "Non penso si fermerà solo perché il suo contatto è stato arrestato".
"Voi lavorate ancora per la Casata della Sabbia?"
"" risponde Miodrag. "Perché?"
"Perché voglio convocarlo" dice Malika, alzandosi e raggiungendo la porta. Dopo aver confabulato con una guardia, chiude la porta e torna a sedersi.
"Lei pensa che il nostro capo si presenti di persona a quest'ora della notte?" chiede incredulo lo spadaccino.
"Spero di sì. Ho mandato uno dei miei uomini a chiamarlo" risponde il capitano appoggiandosi allo schienale ed incrociando le braccia. "Qui si parla di un traffico di merci su vasta scala che vede come protagonisti dei pirati, ha come bersaglio una delle Casate che compongono l'Alto Consiglio e coinvolge la città di Vaelan. Penso sia opportuno parlarne con i piani alti. E dato che il signor Sandstone è uno dei membri dell'Alto Consiglio ed anche il vostro datore di lavoro, mi pare sia la scelta più logica".
"Non fa una piega" commenta Zigfrid.
"Speriamo si svegli con la luna buona" mormora Delorean.
"Mentre aspettiamo l'arrivo di Amir, non sarebbe il caso di interrogare quello smidollato di Acquadifonte?" propone Miodrag.
Malika non ha obiezioni. "Va bene, ma voglio assistere all'interrogatorio".

Il gruppo si trasferisce in una piccola saletta con un tavolino ed alcune sedie. Dopo un paio di minuti il capitano trascina nella stanza il prigioniero ancora ammanettato, lo fa accomodare in malo modo su una sedia, poi ne afferra un'altra e ci si siede sopra a cavalcioni. "Chiudete la porta ed iniziate pure con le domande. A me interessa solo assistere e garantire che il signor Acquadifonte esca vivo da questo incontro".
Il sorriso di Frederik si spegne quando Malika aggiunge: "Questo non vuol dire che uscirai con tutte le dita intere. Ai pirati non è concesso questo lusso".
"Mi piace come ragiona" esclama Zigfrid, accomodandosi di fronte all'uomo ed intrecciando le mani sul tavolo. "Ora veniamo a noi. Ci sono due metodi per affrontare il nostro incontro. Tu puoi dirci subito tutta la verità oppure..."
"Io sono solo un povero commerciante" balbetta Frederik, interrompendolo.
Miodrag si alza di scatto facendo cadere la sedia e si avventa sul malcapitato con uno sguardo folle negli occhi. Il capitano della Rayo de Luna lo guarda terrorizzato e si aggrappa alle mani del mago. "No, no! Chiedetemi quello che volete e vi dirò tutto!"
Zigfrid si scrolla dalla presa dell'uomo e si appoggia allo schienale. "Ok, hai capito le due opzioni. Partiamo dalla domanda più facile. Chi sei tu veramente?"
"Sono Frederik Acquadifonte e commercio un po' di tutto".
"Che accordi avevi con il pirata?"
Il capitano della nave comincia a strofinarsi nervosamente le mani. "Ecco, io... in realtà...
"Ti ricordo che di dita ne hai solo dieci. Non ti conviene dire troppe bugie".
"Abbiamo raggiunto un accordo in cui lui assaltava le navi, io lo pagavo per la merce rubata, cambiavo gli imballi con casse marchiate Acquadifonte, le registravo come arrivate da un porto lontano e le rivendevo come fossero di mia proprietà".
"La tua Casata è informata di questo?"
Frederik lo guarda perplesso, come se non avesse capito la domanda. Malika allora si schiarisce la voce, attirando l'attenzione di Zigfrid. "Ha detto che lavora per la Casata Acquadifonte, che è molto piccola. E' lui... la Casata".
Il mago fa un colpo di tosse, poi sussurra in direzione della mezzelfa: "Grazie della precisazione. Non mi sono ancora abituato ai vostri costumi". Poi, girandosi verso Frederick, domanda: "Ed i due tizi che pagavi?"
"Sono loro ad avermi suggerito questa strategia per fare soldi facili".
"Vogliamo sapere i nomi" esclama Miodrag, che viene fulminato da un'occhiataccia del mago.
"Huriya e Nadja".
"E questi due sono comparsi così, dal nulla?" chiede Zigfrid, ma la sua domanda viene interrotta dallo spadaccino, che salta in piedi, afferra Frederik per la collottola e lo fa voltare verso di lui. "Dove li trovo?"
"Non so dove trovarli, sono venuti loro sulla mia nave per assoldarmi per un viaggio, poi al ritorno mi hanno proposto l'affare con Gaud. Da allora non sono più usciti dalla cabina. Non so altro, lo giuro!"
"Dove li hai portati? Rispondi!"
"Ormpé! Li ho portati ad Ormpé!" piagnucola Frederik, inarcando la schiena per allontanarsi dallo spadaccino e cercando l'aiuto degli altri con lo sguardo.
"Ti ha risposto" esclama Delorean. "Puoi anche mollarlo".
Miodrag gli lascia il bavero e torna a sedersi, seguito dallo sguardo interdetto di Malika. "Ma è sempre così?" sussurra verso Fiona.
"No, è che stanotte non ha chiuso occhio ed a quanto pare è stato distolto da altre attività più... attraenti rispetto ad un interrogatorio" risponde la ladra sghignazzando.
Zigfrid intanto recupera una delle mappe, la distende sul tavolo ed indica con il dito il punto corrispondente alle coordinate trovate. "Qui? Cosa c'è?"
Frederik, dopo un'ultima occhiata allo spadaccino, osserva la mappa e dice: "Il luogo del prossimo incontro con Gaud".
"Interessante!" esclama Malika, alzandosi dalla sedia. "Ora abbiamo in pugno quello sporco filibustiere!"

giovedì 8 ottobre 2015

0115 - spiegazioni per l'autorità

Zigfrid si affretta ad infilare nella borsa magica il registro, le carte e le monete, quindi attende l'arrivo del capitano Morningstar. Passi pesanti precedono l'arrivo della mezzelfa, che si piazza sulla porta con i pugni ben piantati sui fianchi ed uno sguardo gelido negli occhi. "Che diavolo avete combinato?! Per colpa vostra mezzo porto sta bruciando! Quel muro di fiamme si è visto fin dal deserto!"
"Abbiamo un mago solo, non se la può prendere con noi" ribatte Miodrag. "Io ho anche dato una mano a bagnare gli edifici per contenere le fiamme!"
"Non guardi me" dice serafico il mago quando Malika si gira verso di lui. "Non ho mai visto quel muro di fiamme in vita mia. E poi il clima è molto secco, di sicuro qualche monello..."
La mezzelfa avanza e pianta un dito sul petto di Zigfrid ed esclama: "Conosco i professori dell'accademia, quello non era un fuoco naturale! E come se non bastasse, arrivo al porto ed invece di trovare i colpevoli in manette, vedo i miei uomini che spengono l'incendio! E mi dicono anche che hanno lasciato andare i responsabili perché dovevano fermare una nave! Siete nei guai fino al collo, sapete?"
"Ci hanno lasciato andare perché avevamo dei validi motivi".
"Spiegati, halfling, prima che decida di sbatterti in una cella e buttare la chiave in un tombino".
"Abbiamo fermato una pericolosa attività illegale" interviene Miodrag. "Questa è una nave che è in combutta con i pirati che hanno fatto affondare la nave della Casata Seltarir, e ne abbiamo le prove".
"Registri, carte, mappe..." elenca il mago, contando sulle dita, mentre lo spadaccino porge a Malika la lettera di Gaud. "Ah, sì. Anche un contratto con un pirata".
Il capitano delle guardie lancia un'ultima gelida occhiata a Zigfrid, strappa il foglio dalle mani dello spadaccino e scorre velocemente la lettera. "Il deposito ventiquattro è quello in cui c'è stato tutto quel putiferio, giusto?"
"Proprio quello" esclama Delorean, poi si volta verso Miodrag e gli sussurra: "Io l'avevo detto che sarebbe stato meglio affondarla, questa nave".
Malika trapassa il chierico con lo sguardo. "Farò finta di non aver sentito. Posso arrivare quasi a considerare un incidente un muro di fiamme alto sei metri che distrugge una parte del porto, d'altronde si sa che i maghi sono inaffidabili. Ma per l'affondamento volontario di una nave nel porto c'è la galera a vita. A volte anche il patibolo".
"I tarli..." prova a dire Delorean, ma viene zittito da un gesto della mezzelfa.
"Mai visto tarli in questo mare" esclama, poi si volta verso l'uomo legato nella stanza. "E questo chi è?"
"Questo è Frederik Acquadifonte, capitano della Rayo de Luna, colui che intratteneva rapporti coi pirati" dice Zigfrid.
Il capitano Morningstar richiama con un urlo l'attenzione di un paio di guardie, che arrivano di corsa, afferrano Frederik per le braccia e lo conducono fuori. Quando l'uomo scompare dalla sua vista, Malika si volta verso il gruppo e dice: "Venite con me alla sede della guarnigione, dovrò controllare le prove che avete raccolto e bisognerà stendere un rapporto". Poi mormora fra sé e sé: "Sarà una lunga notte..."
"A chi lo dice" sibila Zigfrid, uscendo dalla stanza.
Fiona e gli altri si scambiano uno sguardo divertito, poi si accodano al mago.

"Stavo riflettendo su una cosa" mormora Miodrag, camminando accanto al mago verso la Lama della Giustizia. "Se nei registri erano segnate cinquemila monete, cosa ne è stato di quelle mancanti?"
"Avrà pagato i due tizi che sono scappati" ribatte Zigfrid, avanzando lungo il pontile.
"Dai discorsi che Fiona ha sentito, sembrava che Frederik lavorasse per loro. Non ha senso pagare i tuoi datori di lavoro!"
"No, Huriya ha detto che lui si occupava dei pirati, non che lavorava per la Fredda Mano".
"Quindi erano loro a lavorare per il capitano della Rayo de Luna?"
"A quanto pare..." commenta il mago, pensieroso.
"Ma erano più capaci di quel rammollito!" esclama Miodrag.
"E quindi? Amir ci paga, ma pensi che sia anche più in gamba di noi?" ribatte Zigfrid.
"Per capire come stanno le cose dobbiamo assolutamente interrogare Frederik" conclude lo spadaccino, girando il capo verso Malika.