lunedì 31 agosto 2015

0087 - la Rayo de Luna

Dopo una settimana di navigazione, la vedetta avvista le torri di Vaelan che si stagliano tra le dune, illuminate dal sole appena sorto. In meno di un'ora la Aleta raggiunge la costa e si fa strada fra le navi attraccate fino a raggiungere un pontile libero. Sulle banchine fervono i preparativi per la partenza di alcune grosse navi da carico battenti bandiera straniera.
"Portiamo subito i contratti ad Amir" propone Delorean, "poi andiamo a prendere la ricompensa alla Casata Seltarir per aver salvato i loro uomini".
"Ricordati che c'è anche la questione della Candela di Myrkul" interviene Miodrag.
"Io lascerei la questione per ultima" replica il chierico. "Ci sono tanti soldi in ballo e non mi piace girare con così tanto denaro in tasca".
"Guarda che la Candela serve per liberare la nipote di Bilmin" ribatte lo spadaccino. "E' per quello che siamo partiti!"
"Vi state dimenticando che ci sono quaranta uomini a bordo della nostra nave?" esclama Fiona. "Io prima accompagnerei loro, poi libererei la ragazzina e solo dopo porterei i contratti ad Amir".
"Hai ragione, per prima cosa riaccompagniamo a casa questi poveretti" conviene lo spadaccino.
Il gruppo scende sotto coperta e informa Ibu dell'intenzione di condurre lui ed i suoi compagni alla Casata Seltarir.
"Grazie, non dimenticheremo quello che avete fatto per noi" risponde il gigante, poi si gira per informare gli altri.
Mentre i naufraghi sbarcano sul pontile sotto lo sguardo incuriosito dei marinai delle altre navi, gli avventurieri raggiungono Lizzy sul castello di poppa.
"La nostra avventura per mare è finita" dice Miodrag. "Che ne dici di raggiungerci con il tuo equipaggio stasera alla Duna di Zaffiro? Ai tuoi uomini serve un po' di svago!"
"Volentieri!" esclama il capitano. "Una bevuta in compagnia fa sempre piacere!"
Delorean si avvicina a Lizzy ed abbassa la voce. "Una sola cosa, però. Ti conviene lasciare la scimmietta a bordo. Alla locandiera potrebbe venir voglia di farne uno stufato".

La banchina è affollata di marinai e passeggeri in attesa di imbarcarsi, i cui sguardi curiosi si posano sul variegato gruppo che si sta dirigendo verso la città. Molti si scostano al passaggio del gigante nero, intimoriti dalla sua stazza. Lui sembra far finta di nulla, continuando a confabulare con lo spadaccino.
Ad un certo punto Fiona si accosta a Delorean e gli indica una nave ancorata poco distante. "Quel nome non ti dice nulla?"
Il chierico osserva la caravella, che riporta sulla fiancata il nome Rayo de Luna. "Ma certo! Quella è la nave che è arrivata prima di noi a Shilparam!"
"Secondo te potrebbero essere qui per rubarci l'artefatto?"
"Nessuno sa che ce l'abbiamo noi" ribatte Delorean.
"In realtà nessuno sa che cosa diavolo sia quest'artefatto" interviene Miodrag, affiancando i due. "Il tappo non è riuscito ad identificarlo".
"Ho bisogno di più tempo e di una biblioteca per riuscirci" commenta acido Zigfrid. "Non è semplice come piantare una spada nel petto di un uomo".
"Loro comunque non sanno nulla di noi, probabilmente non sanno neanche che eravamo sull'isola" esclama Fiona.
Il chierico e lo spadaccino si scambiano uno sguardo, poi in coro rispondono: "Forse".
"Tra l'altro, i tizi che erano arrivati sull'isola con la Rayo de Luna avevano lasciato in locanda un medaglione ed una lettera di R" continua la ladra. "Il testo parla dell'Undicesimo Fuoco e l'incisione sembra una stella ad undici punte".
"Dobbiamo portare il medaglione da un alto prelato e farlo identificare" ribatte Miodrag. "Quando ne sapremo di più decideremo cosa fare".
"Ok, ora però andiamo alla Casata Seltarir" replica Fiona. "Non possiamo girare per la città con quaranta naufraghi".

venerdì 28 agosto 2015

0086 - i naufraghi

Le abili manovre del capitano fanno avvicinare velocemente la Aleta al relitto ancora fumante. Ad un certo punto la vedetta comincia a gridare: "Uomini a cinquanta metri!"
Con un urlo perentorio Lizzy fa ammainare le vele, quindi ordina ai marinai di preparare la scialuppa ed appendere fuori bordo una scaletta di rete. Alcuni dei naufraghi cominciano a nuotare debolmente verso la nave, mentre altri riescono a malapena a voltare lo sguardo verso i soccorritori. La piccola lancia viene calata in mare e gli uomini della Aleta iniziano a recuperare le persone in acqua.
"Diamo una mano anche noi" esclama Fiona, afferrando una cima e lanciandola in mare. Un paio di superstiti afferrano la corda e si fanno trascinare verso la scaletta, iniziando poi a salire lungo il fianco della nave.
Miodrag aiuta il primo naufrago a salire, quindi gli chiede che cosa è successo. L'uomo lo fissa con uno sguardo vitreo ed inizia a balbettare frasi sconnesse. A quel punto un marinaio si avvicina, avvolge il poveretto in una coperta e lo accompagna nella stiva. Quando lo spadaccino si gira verso il secondo sopravvissuto, si trova davanti un nero alto più di due metri e largo quanto un armadio.
"Chissà quello quanto mangia" mormora Iriel all'orecchio di Fiona, lanciando l'ennesima cima in mare.
"Cosa è accaduto? Dov'è il capitano?" chiede Miodrag al gigante.
"Io sono Ibu, il secondo in comando. Siamo stati attaccati a notte fonda dai pirati" risponde l'uomo. "Ci hanno abbordati ed hanno saccheggiato la stiva, poi hanno ucciso il capitano ed hanno affondato la nave con fiamme magiche".
"Per chi lavorate? Trasportavate cose di valore?" si intromette Delorean, continuando ad aiutare la gente a salire sul ponte.
"La nave apparteneva alla Casata Seltarir" replica Ibu. Tutti si lanciano occhiate preoccupate, cercando di ricordare quali rapporti intercorrono tra le due Casate.
Fiona si avvicina a Iriel. "Secondo me questi sono criminali" le sussurra all'orecchio. "Non mi fido".
"Se ricordo bene, siete specializzati nel commercio di oggetti in avorio e porcellana" dice Miodrag.
"Esattamente. Stavamo tornando da un viaggio con un carico" conferma il gigante.
"Avevate qualche oggetto particolarmente prezioso per cui siete stati presi di mira dai pirati?" chiede Delorean.
"No, era un carico come tanti altri. Fortuna che siete arrivati voi, siamo rimasti in acqua solo alcune ore. Poteva finire molto peggio".
Lizzy si avvicina. "Abbiamo salvato quaranta persone, non sembrano essercene altre vive".
Miodrag si volta verso Ibu. "L'equipaggio da quante persone era formato?"
"Cinquanta uomini".
Lizzy si aggrappa al parapetto ed ordina ai marinai della scialuppa di controllare bene tra i resti della nave, nel caso ci sia qualche altro uomo da salvare. Dopo un po' torna dal gruppo. "Sembra che non ci siano altri sopravvissuti".
"Grazie ancora per averci salvato" mormora il gigante. "La Casata Seltarir vi ricompenserà per la vostra generosità".
Mentre Ibu raggiunge gli altri naufraghi sotto coperta, Iriel si sporge a prua e richiama uno dei delfini avvistati da Miodrag. "Puoi controllare se ci sono casse o oggetti grossi sott'acqua?"
"Prrr! Prrrrrrrrrr!" risponde la creatura, immergendosi e tornando in superficie poco dopo.
Dopo aver scambiato due parole con il delfino, la druida ringrazia e congeda l'animale, quindi torna dai compagni. "A quanto pare non c'è nulla di recuperabile sott'acqua".
"Anche se ci fosse, probabilmente non faremmo in tempo a recuperarlo. La tempesta sta arrivando" esclama Lizzy, indicando le grosse nuvole cariche di pioggia che si stanno avvicinando da ovest.
I marinai spiegano le vele, quindi la Aleta si dirige alla volta di Vaelan, allontanandosi dai resti della nave affondata.

giovedì 27 agosto 2015

0085 - fumo in mezzo al mare

Il sole è sorto da poco quando il gruppo sale a bordo della Aleta. Lizzy, impegnata a controllare il lavoro dei marinai che stanno finendo di caricare a bordo le ultime casse di viveri, fa un cenno di saluto con la testa. Zigfrid sparisce sotto coperta, mentre gli altri raggiungono il capitano sul piccolo castello di poppa.
"Sarà un viaggio piacevole" mormora Iriel osservando il cielo terso e respirando l'odore salmastro del mare.
"Speriamo" ribatte Miodrag, sedendosi sul parapetto e contemplando il porto di Shilparam.
"L'importante è che non ci sia mare mosso" brontola Delorean. "Ho lo stomaco delicato, io".
Lizzy ordina di spiegare le vele e si piazza al timone. "Un paio di settimane e sarete di nuovo a Vaelan" esclama, mentre un largo sorriso le illumina il volto.
"Sei anche tu ansiosa di tornare a casa?" chiede lo spadaccino.
"No, è solo che mi piace navigare!" replica il capitano.

La Aleta si allontana dal porto e fa rotta verso il mare aperto, accompagnata dal volo di alcuni gabbiani. Quando la nave è abbastanza distante dall'isola, Fiona estrae una moneta dalla tasca e cerca Eek con lo sguardo. La scimmietta si fionda sulla sua mano, afferra il piccolo oggetto luccicante e comincia ad arrampicarsi sul sartiame. "Ridammelo!" urla la ladra, lanciandosi all'inseguimento.
Lo sguardo perplesso di Iriel fa sorridere Miodrag. "E' il suo modo di passare il tempo" spiega lo spadaccino.
La druida volta lentamente la testa. "Ma... perché?"
"Così mi tengo in allenamento!" replica con un urlo Fiona, lanciandosi dall'albero maestro aggrappata ad una cima e sfiorando con uno stivale il naso di Iriel.
"E continueranno per tutto il viaggio" borbotta il chierico, scuotendo la testa. "E' per quello che il tappo si rintana di sotto".

All'alba del settimo giorno il grido del marinaio di vedetta sveglia di soprassalto gli avventurieri: "Fumo in vista a tribordo!"
Miodrag si alza in piedi di scatto e comincia a scuotere Delorean. "Hai sentito? Sembra che ci sia del fumo in mare!"
Il chierico si stropiccia gli occhi. "Come può esserci qualcosa che brucia in mezzo a tutta quest'acqua?"
"E' praticamente impossibile" mormora Zigfrid, voltandosi dall'altra parte e ricominciando a dormire.
"Io vado comunque a controllare" esclama lo spadaccino, salendo di corsa la ripida scaletta.
Delorean brontola qualcosa, poi si infila un paio di calzoni e sale sul ponte, seguito da Iriel e Fiona. Alcuni marinai stanno scrutando l'orizzonte nel punto indicato dalla vedetta. Dopo aver raggiunto Lizzy accanto al timone, Miodrag estrae il suo cannocchiale e lo punta verso la nuvoletta di fumo nero che si vede in lontananza. "Non vedo niente, a parte un paio di delfini che nuotano a pelo d'acqua".
"Stai guardando nel punto sbagliato" esclama Fiona, con gli occhi socchiusi e lo sguardo concentrato. "Devi guardare più a sinistra. Sembra ci sia il pennone di una nave in mezzo al mare che brucia".
Lo spadaccino sposta il cannocchiale ed alla fine individua la fonte del fumo. "Hai ragione! C'è una nave praticamente affondata, laggiù. E quello che rimane delle vele sta bruciando!"
"Vedi qualcos'altro? Perché io non riesco a capire nemmeno dove sia il fumo" borbotta Iriel.
"C'è della gente in acqua aggrappata ad alcune tavole" dice Miodrag, osservando i flutti.
"Confermo" si intromette Lizzy, guardando attraverso il cannocchiale. "E laggiù in fondo sembra sia in arrivo una grossa tempesta. Dato che siete voi che pagate, volete andare a soccorrerli?"
"Tu li lasceresti a mollo?" esclama Miodrag, squadrando la giovane halfling. "Non c'è un codice che impone di salvarli?"
Lei sostiene lo sguardo. "Sto solo dicendo che manca ancora una settimana di viaggio ed io ho contato più di trenta persone. Non so se abbiamo cibo a sufficienza per tutti".
Lo spadaccino guarda Lizzy a bocca aperta, poi si gira ad osservare di nuovo i resti della nave. "Trenta persone?! Non mi parevano così tante!"
"Posso procurare io cibo per tutti" si intromette Delorean. "Andiamo a salvarli".
"Ottimo!" esclama il capitano, ruotando il timone e dando istruzioni ai suoi uomini. La nave cambia velocemente direzione e punta verso il fumo nero.

mercoledì 26 agosto 2015

0084 - dimostrazione di riconoscenza

Helcar deposita un grande vassoio pieno di frittura mista sul tavolo. Il mezzorco si fionda sul cibo, generando una sequela di insulti da parte dei compagni.
Miodrag si volta verso l'oste. "Ah, in merito alle stanze che tenevi occupate per i tizi scomparsi... puoi lasciar perdere. Abbiamo trovato i loro cadaveri".
Helcar prorompe in una sonora bestemmia, iniziando poi a lamentarsi a gran voce dei mancati guadagni. Dopo essersi calmato, si allontana per parlare con Ipa.
Mentre lo spadaccino si riempie il piatto con quello che resta della frittura, Roland varca la soglia della locanda e si dirige al bancone.
"Ehi! Roland!" lo invita a gran voce Delorean, sputacchiando pezzi di pesce. "Vieni a sederti al nostro tavolo!"
Il sacerdote afferra il boccale, avvicina uno sgabello e vi si accomoda sopra. "Siete tornati sani e salvi, vedo".
"Modestamente, è tutto merito mio" esclama Zigfrid, beccandosi una gomitata dalla ladra.
"Ci siamo addentrati nella palude ed abbiamo trovato qualcosa che penso ti possa interessare" dice Miodrag, tirando fuori il medaglione del figlio.
Il sacerdote prende in mano il ciondolo e lo rigira tra le dita con timore, soffermandosi sull'incisione che riporta il suo nome. "E' morto, vero?"
Quando lo spadaccino annuisce, le lacrime cominciano a rigare il volto di Roland.
"Lo portava al collo?" Altro cenno affermativo.
"Ora almeno so che non ce l'aveva con me, che non se ne è andato per colpa mia" sussurra il sacerdote, continuando a guardare il medaglione. "Vorrei potervi ringraziare" dice, alzandosi in piedi ed uscendo dalla locanda.
Dopo una ventina di minuti, mentre il gruppo si arrovella sulle ultime parole dell'uomo, Roland rientra ed appoggia sul tavolo un piccolo sacchetto.
"Non è molto" dice il sacerdote, "spero lo accetterete come segno della mia gratitudine".
Fiona apre il sacchetto: una ventina di monete d'oro brillano accanto ad un paio di fiale. "Grazie! Queste ci torneranno utili" aggiunge, estraendo le pozioni. Poi, dopo un'occhiata ai compagni, spinge il sacchetto verso Roland. "Queste invece puoi tenerle, ne hai di sicuro più bisogno tu".
"Che Istishia vi benedica!" esclama il sacerdote, riprendendosi il denaro. "Lasciate almeno che vi offra da bere!"
"Questo possiamo accettarlo" ribatte allegramente Delorean, richiamando l'oste con un gesto.

martedì 25 agosto 2015

0083 - affari in sospeso

Il ritorno al villaggio si rivela meno pericoloso rispetto all'andata, grazie soprattutto al ritrovato senso dell'orientamento di Zigfrid, che mantiene il gruppo sulla giusta rotta, e ad Iriel, che individua le zone più pericolose.
Il sole sta ormai scendendo quando gli avventurieri escono dalla palude. Dopo un'altra mezz'ora di cammino il profilo dei tetti di Shilparam si delinea all'orizzonte, illuminato dalla calda luce del tramonto.
"Accompagniamo Iriel dall'erborista" propone Miodrag, "poi passiamo a siglare l'accordo commerciale con Brida".
"Sbrighiamoci, ho voglia di andare a mangiare al Timone Spezzato" esclama Delorean. "Sono stufo di queste insipide razioni".
L'erboristeria è ancora aperta e gli avventurieri trovano l'elfa indaffarata a sistemare su un ripiano alcuni vasetti pieni di una pasta giallognola.
"Sei tornata!" esclama la donna, correndo ad abbracciare Iriel. "E sei riuscita a ricondurli sani e salvi al villaggio!"
"Ehi! Ehi!" interviene Zigfrid. "Ce la stavamo cavando benissimo da soli".
Le due donne si scambiano uno sguardo d'intesa, poi Aisha si gira verso il gruppo. "Sono contenta che siate tornati. Avete trovato quello che cercavate?"
"Sì, è stata una passeggiata" replica Miodrag con aria spavalda.
"Già che siamo qui, possiamo acquistare altri infusi di abrotano?" chiede Fiona, avvicinandosi allo scaffale e prendendo alcune boccette.
"Giusto! L'infuso!" esclama il mago. "Riusciresti a produrne anche per l'esportazione? La Casata della Sabbia potrebbe accollarsi il costo del trasporto e venderle a Vaelan".
"Con il suo aiuto potrei riuscirci" replica Aisha, facendo un cenno ad Iriel.
"Ehm... io in realtà pensavo di accompagnarli a Vaelan" mormora la mezzelfa, sorridendo imbarazzata.
"Capisco" risponde l'erborista, con lo sguardo velato di tristezza. "Sei sicura?"
"".
"Da sola però non riuscirò a produrre grandi quantità di infuso. Avrei bisogno di un paio di assistenti capaci".
"Nessun problema" interviene Zigfrid. "La Casata della Sabbia invierà un paio di persone che lavoreranno per te".
L'elfa abbassa il capo sospirando. "E sia. Vi fornirò le boccette a quaranta monete d'oro l'una".
Il mago annuisce soddisfatto. "Direi che è un prezzo equo".
Dopo aver compilato le carte necessarie, il gruppo si dirige nel negozio di gioielli per parlare con Brida, mentre Iriel si ferma per un ultimo colloquio privato con Aisha.

Zigfrid appoggia la penna sul tavolo e stringe la mano alla donna. "Grazie per aver accettato l'accordo".
"Grazie a voi per aver salvato mio figlio! Accettare il contratto era il minimo che potessi fare".
Miodrag sorride. "Il nostro capo sarà soddisfatto e questo ci basta".
"Ora possiamo andare a cena?" si lamenta Delorean. "Sto morendo di fame!"
Lo spadaccino scoppia a ridere, imitato dagli altri. "Va bene, va bene! Magari riusciamo a parlare anche con Roland".

lunedì 24 agosto 2015

0082 - un altro genere di non morti

La prima stanza si rivela un dormitorio. Un pungente odore di muffa e polvere ammorba l'aria più che nelle altre stanze. Una decina di pagliericci ormai distrutti dal tempo sono disposti lungo le pareti, inframezzati da alcuni bauli di legno.
Fiona si fionda su uno di essi, con l'elsa del pugnale fa saltare il piccolo lucchetto e tenta di aprire il coperchio. Le assi di legno marcio si spaccano ed un paio di piccoli roditori scheletrici si fiondano fuori, cercando riparo altrove.
"Ah! Che schifo!" esclama la ladra, facendo un balzo all'indietro.
"Ma sono bellissimi!" grida Miodrag, rincorrendone uno ed afferrandolo con le mani. Il topo gli morde la mano, ma lo spadaccino con una mossa rapida gli ferma la mandibola con le dita. "Chissà se qualcuno è disposto a comprarli!"
Il piccolo mostriciattolo finisce nello zainetto pratico, seguito da altri due recuperati dietro gli altri bauli.
"Tu sei malato" commenta Delorean con un'espressione schifata sul volto. "Davvero".
Mentre Miodrag cerca altri topi in giro per la stanza, Fiona controlla tutti i bauli, non trovando altro che resti di stoffe, escrementi di topo e polvere. "Ci rimane la porta con i cinque teschi".

I teschi incastonati nel muro osservano minacciosamente la ladra mentre appoggia la mano sulla maniglia ed apre la porta. La stanza è più piccola della precedente ed il mobilio è più ricercato: un letto in ferro battuto ormai coperto di ruggine occupa il centro e nasconde parzialmente un piccolo forziere ed uno scrittoio. Sul tavolino è appoggiato un vecchio libro dalla copertina nera su cui si è depositato uno spesso strato di polvere.
Mentre la ladra si china sul baule, Iriel si avvicina al libro e lo apre. La copertina di carta si sbriciola, disperdendo vari pezzi sul tavolo.
"Puoi evitare di fare danni?" brontola Zigfrid, spostando la mezzelfa ed evocando una mano magica. Con molta attenzione gira la prima pagina e comincia a leggere. Dopo le prime righe il suo sguardo si fa duro; con un gesto secco comanda alla mano di strappare il foglio, che si disfa in mille pezzi.
"Perché l'hai fatto?" domanda Delorean, avvicinandosi.
"Era una ode a Myrkul" replica il mago, senza aggiungere altro.
Il chierico annuisce. "Prova a vedere cosa c'è scritto alla fine".
La mano magica del mago volta il libro ed arriva all'ultima pagina scritta. Il mago legge ad alta voce: "Ormai Myrkul è morto ed i suoi poteri non scorrono più in noi. Non ha senso rimanere qui. Alcuni seguaci del sud sostengono che l'essenza del dio sia ancora presente. Dovremo indagare. Abbiamo sigillato la Stanza della Meditazione grazie ad uno degli adepti che si sacrificherà per tutti. Purtroppo non è stato molto contento di adempiere al suo dovere. Ha grattato sulla porta per tutto il tempo".
"Povero" sogghigna lo spadaccino.
"Meglio sbarazzarsi di questa immondizia" mormora Zigfrid, distruggendo il libro e spargendone i pezzi per la stanza.

venerdì 21 agosto 2015

0081 - la sala delle torture

"Ci rimane un'ultima porta" sussurra Fiona, facendo scattare la serratura. Di fronte al gruppo si para l'ennesimo corridoio, illuminato questa volta dalla verde luce di una torcia perenne. Due scheletri, falci in pugno, fanno la guardia ad una grande porta sulla sinistra, di fronte alla quale ci sono altre due porte più piccole. La prima è sormontata da uno teschio incastonato nel muro, la seconda da cinque.
"Fermo!" urla Delorean al mago quando questo si avvicina agli scheletri. I due non morti si animano ed affondano le lame nella sua carne.
"Ma perché non mi dà mai retta?" ringhia il chierico, facendo esplodere un'altra onda di energia positiva che sgretola le creature. Una delle due falci rimane un attimo in bilico, poi cade a terra con un tonfo metallico.
"Quante storie!" esclama Zigfrid, evocando con uno schiocco di dita una decina di piccole spazzole che cominciano a rimuovere la polvere dalla sua tunica. "Volevo vedere se anche questi erano animati".
Fiona intanto si dirige al portone e comincia a lavorare sulla serratura. Dopo alcuni tentativi infruttuosi, Iriel appoggia una mano sulla sua spalla e le indica il chierico che ha già estratto l'ascia e si prepara a colpire. La ladra fa appena in tempo a scansarsi che la lama affonda nel legno, scheggiandolo. Un altro colpo sortisce il medesimo effetto.
"Non mi sembra che tu faccia molto meglio" commenta Fiona, infilando di nuovo gli attrezzi nella toppa. Il suono della serratura che scatta viene coperto dall'ennesimo colpo d'ascia del chierico che si abbatte a pochi centimetri dalla testa della ladra, strappandole un grido. Delorean, ignorando lo sguardo di rimprovero che lei gli lancia, appoggia il piede sul legno e spinge per disincastrare la lama. I cardini saltano e metà del battente crolla al suolo.
"L'ho aperta, no?" sorride il chierico. La mezzelfa allora gira la maniglia, aprendo la porta e lasciando la parte del battente spaccato in bilico contro l'architrave. "Io l'ho aperta. Tu l'hai sfondata. Ricordati la differenza".
Il varco conduce in una grande stanza, al centro della quale c'è un trono di pietra dotato di fasce di cuoio che immobilizzano uno scheletro, coperto malamente da un vestito un tempo bianco con un simbolo di Tyr ricamato sul petto. Su un lato fa bella mostra di sé un'imponente rastrelliera piena di attrezzi per la tortura, ormai arrugginiti. Due larghi tavoli macchiati di sangue completano il macabro arredamento.
"Non si sa mai..." mormora Zigfrid avvicinandosi al cadavere, afferrando una tibia e lanciandola in un angolo.
"Qui non c'è nulla di interessante" commenta Miodrag, girando per la stanza. "Passiamo alle altre due stanze".

giovedì 20 agosto 2015

0080 - i guardiani dell'ossario

Miodrag istintivamente arretra di qualche passo, fermandosi a ridosso di Delorean che ha già estratto l'ascia. Fiona e Iriel si riparano dietro il mezzorco, mentre Zigfrid si piazza in mezzo al corridoio ed attende l'arrivo dell'orda.
Gli scheletri avanzano compatti fino al varco, poi si fermano e rimangono immobili, fissando con le loro orbite vuote gli avventurieri.
Il mago osserva incuriosito il comportamento dei non morti, quindi si china, afferra un sasso, arma la fionda e fa partire il colpo. La pietra rimbalza sulla cassa toracica dello scheletro, che fa un passo indietro e poi riprende la sua posizione originale, ritornando immobile.
"Strano, molto strano" mormora Zigfrid, avvicinandosi all'apertura. "Il mio sasso non ha nemmeno scalfito le loro costole".
Poi, d'istinto, allunga la mano per toccarli. Gli scheletri roteano le falci e le abbattono sul braccio del mago, che si ritrae con qualche brandello di carne in meno.
"Ahia!" grida l'halfling, scuotendo la mano. "Mmm... vediamo cosa succede se faccio così" borbotta, agitando le braccia e trasformando il terreno di fronte a sé in un'unica massa di grasso.
Le ossa a contatto con il terreno cominciano a schizzare ovunque sotto il peso degli scheletri, che faticano a mantenere l'equilibrio. Una sventagliata di schegge investe gli avventurieri, che si proteggono con i mantelli.
"Che schifo!" urla Fiona, togliendosi un dente dalla scollatura. "Allora, la smetti di giocare con quegli esseri immondi?"
"Non posso neanche divertirmi" brontola il mago, scuotendo la testa. Poi mormora alcune parole magiche e d'improvviso le sue percezioni cambiano. Osserva le ossa degli scheletri, percorse da sottili scariche violacee, poi si concentra sull'involucro traslucido che avvolge i non morti.
"Ho capito, sono protetti da una specie d'armatura" mormora fra sé, poi sposta lo sguardo sul resto della stanza. Il suo sguardo attento non nota nulla che brilla, quindi batte un paio di volte le palpebre per terminare l'effetto dell'incantesimo.
"Quindi?" chiede Delorean. "Entriamo e li abbattiamo?"
"Lascia perdere questi esseri" replica Zigfrid. "Non c'è nulla di valore lì dentro. E' solo un vecchio ossario".
Delorean lancia un'ultima occhiata piena d'odio alla massa di scheletri nella stanza, quindi fa esplodere un'onda di energia positiva che sgretola le creature. Quando anche l'ultimo non morto crolla a terra, il chierico sorridendo si volta e raggiunge i compagni.

mercoledì 19 agosto 2015

0079 - la cavalleria è morta

"Dato che siamo qui, potremmo finire di esplorare il tempio" propone Fiona dirigendosi verso l'uscita. "Magari possiamo trovare qualcos'altro di interessante".
"Ottima idea" conviene Zigfrid, "strano che sia venuta a te! Che ne dite se cominciamo dalla porta che abbiamo oltrepassato nel corridoio?"
La ladra lo fulmina con lo sguardo e mugugnando esce dalla stanza, seguita dagli altri. Il gruppo ritorna sui propri passi e si ferma vicino ai resti dello scheletro abbattuto.
Il mago ruota la maniglia, constatando che la porta è chiusa a chiave. Quindi si volta verso la ladra e con un colpo di tosse ed un gesto eloquente le fa segno di aprirla. Fiona finge di ignorarlo e si china per esaminare le ossa ammucchiate per terra. Quando i colpi di tosse si fanno più insistenti, lei si gira e scocciata esclama: "Che c'è?"
"E' chiusa a chiave".
"E' magica?"
"E' chiusa a chiave" ripete Zigfrid.
Fiona incrocia le braccia e lo guarda con aria di sfida. "Puoi aprirtela da solo".
Il mago batte sulla porta e prova più volte a girare la maniglia. "E' solo chiusa a chiave. Se ci fosse qualche trappola magica, mi avrebbe già polverizzato la mano!"
"E se mi esplode in faccia quando infilo i miei attrezzi da scasso?"
"Sei abile in queste cose" la imbonisce Zigfrid. "Sicuramente te la sai cavare".
Fiona sbuffa, poi procede a forzare la serratura, che cede con facilità. I cardini ruotano cigolando e la luce magica illumina un largo corridoio che conduce ad un'altra porta. C'è un'iscrizione sull'architrave, ma il tempo e l'umidità l'hanno resa illeggibile.
Delorean, per prevenire ulteriori battibecchi, invoca la sua divinità. "Non c'è nessuna traccia di magia sulla porta".
"Grazie" risponde la ladra sorridendo al chierico, poi introduce il grimaldello nella toppa e cerca di far scattare il chiavistello. "Questa è più difficile" mormora tra sé, tentando di sbloccare gli ingranaggi incrostati di ruggine.
"Stai perdendo la mano, eh?" la canzona il mago.
Alla fine la serratura scatta e Fiona si alza in piedi, appoggiandosi al muro ed incrociando le braccia. "Prego" sibila in direzione di Zigfrid.
"Avete sentito?" mormora Iriel, indicando la porta. "Mi è sembrato di percepire qualcosa".
Il mago guarda la ladra. "Non è compito tuo aprirci le porte? Questa non mi pare aperta".
"Non sopporto queste situazioni di stallo" ringhia Miodrag, squadrando entrambi. Poi avanza e sferra un potente calcio sul rinforzo centrale. I cardini, indeboliti dall'umidità, si spezzano e la porta vola in avanti di un paio di metri. Per un momento sembra rimanere in piedi in equilibrio precario, poi si abbatte al suolo facendo schizzare da tutte le parti pezzi di ossa.
La luce che si sprigiona dall'armatura dello spadaccino illumina una grande caverna, coperta di ossa umane e di bare di legno ormai marcio. Una ventina di scheletri armati di falce si girano a guardare Miodrag, poi cominciano ad avanzare.

martedì 18 agosto 2015

0078 - inferno di fiamme

Il pavimento si ricopre velocemente di minuscole creature che cominciano ad arrampicarsi sulle gambe degli avventurieri, infilandosi sotto i vestiti ed iniziando a mordere e strappare la carne.
"Ahia! Cosa sono questi cosi?" urla Fiona, pestando i piedi nel tentativo di liberarsi di quelle che si sono già infilate sotto i suoi pantaloni.
"Bestiacce affamate!" risponde Delorean, cercando di colpirne il più possibile con il piatto dell'ascia. "Non vorrei fare il guastafeste, ma riesco a colpirne solo una decina alla volta e queste sono migliaia!"
Miodrag, distratto dal dolore provocato dai morsi, smette di leggere il rituale. Dopo aver osservato la disposizione dei compagni, si dirige verso l'angolo più isolato e lancia davanti a sé un'ampolla di fuoco dell'alchimista.
Il vetro si infrange spargendo sul pavimento il liquido verde che si incendia immediatamente bruciando parecchi millepiedi, che iniziano a sfrigolare sotto l'effetto del fuoco alchemico. Una leggera nebbia verdognola si alza dal terreno attorno ai piedi dello spadaccino, mentre altre bestie prendono il posto dei compagni morti.
Mentre Fiona estrae dalla borsa la bacchetta e comincia a scagliare vampe di fuoco attorno a sé, Iriel evoca una sfera infuocata che inizia a rotolare per la stanza lasciando una scia di fiamme e di insetti morti.
"Meglio togliersi di torno" mormora Zigfrid, lanciando un incantesimo e librandosi in volo. Poi anche dalle sue mani scaturiscono fiamme che riducono gli ultimi millepiedi in cenere.
"Fortuna che ci siete voi e le vostre magie" esclama Delorean, avvicinandosi al gruppo ed invocando i suoi poteri per curare i compagni.
Miodrag ricomincia a salmodiare, mentre la luce emanata dal fuoco fatuo aumenta d'intensità. Al termine del rituale la nebbia viene risucchiata nella bottiglia, che lo spadaccino si affretta a tappare.
Mentre lo spadaccino ripone la boccetta nella borsa, Zigfrid si avvicina alla sfera trasparente che levita a mezz'aria e comincia ad osservarla. L'oggetto sfocato all'interno sembra essere un dito che rotea come impazzito. Il mago pronuncia un incantesimo, poi distoglie subito lo sguardo. "E' decisamente potente".
"E' stata sigillata in questo tempio per molti anni" esclama Miodrag, "probabilmente è qualcosa di molto importante per il culto. Secondo me dovremmo distruggerla".
"Ma stai zitto!" Zigfrid afferra con delicatezza la sfera con entrambe le mani, percependo una sensazione di freddo, quindi infila l'oggetto nel suo zaino. "Ecco fatto, ora possiamo tornare al villaggio!"
"Un momento, prima voglio prendere una cosa" ribatte lo spadaccino, avvicinandosi ai resti accanto alla porta ed afferrando il teschio deformato e bucherellato. "Magari può interessare a qualcuno che studia le ossa!"

lunedì 17 agosto 2015

0077 - opera di convincimento

Delorean spinge la porta permettendo a tutti di passare, poi entra nella stanza e controlla cosa blocca l'apertura. Uno scheletro scomposto, avvolto da una tunica nera, è accasciato per terra ed una delle ossa del bacino si è incastrata tra lo stipite e l'anta, impedendo alla porta di aprirsi.
Il chierico si china ed afferra un lembo del vestito, che si polverizza tra le sue dita. "Questo qui dev'essere morto da parecchio".
"Questi invece sono schiattati da poco" commenta Fiona, pungolando i cadaveri al centro della stanza con l'arco. "Speriamo non si rianimino".
"Guardate qui" dice Delorean, sollevando il teschio tra le mani. Le ossa sono costellate di piccoli buchi e parecchi aghi ossei spuntano dagli zigomi e dalle tempie. "Poveretto, deve aver sofferto come un cane".
Miodrag intanto appoggia la bottiglia di vetro alla base del piedistallo. "Che ne dite se iniziamo il rituale?"
"Prima dovremmo chiedere allo spirito se è d'accordo" ribatte Zigfrid.
"Nieven ha detto che bastava leggere la pergamena" commenta Fiona, continuando ad esaminare i cadaveri.
Il mago ignora le parole della ladra e si piazza davanti al fuoco fatuo. "Paladino, acconsenti ad essere relegato nella bottiglia in attesa di essere liberato dalla prigionia che ti vincola a questo mondo?"
L'aspetto della nuvola dorata non cambia, quindi Zigfrid procede a ripetere la stessa frase in altre lingue. Quando inizia a parlare in draconico, i globi bianchi attorno al fuoco fatuo iniziano a girare vorticosamente, poi lo spirito scompare.
"Ecco! L'hai fatto sparire!" esclama Miodrag. "Richiamalo!"
"Ehm... volevo discutere con l'anima del nobile paladino!" balbetta il mago in comune, guardandosi attorno. Il fuoco fatuo riappare, ma le sfere continuano a vorticare furiosamente attorno a lui.
"Sembra che non gli piaccia il draconico" commenta Iriel guardando storto l'halfling, che replica con un'occhiata scocciata.
"Senti, tappo, io inizio a leggere il rituale e vediamo se funziona" dice lo spadaccino srotolando la pergamena e piazzandosi accanto a Zigfrid, che si allontana borbottando qualcosa di incomprensibile. Mentre Fiona si rialza infilandosi in tasca un sacchetto recuperato da uno dei cadaveri, Delorean ed Iriel si scambiano un'occhiata ed escono dalla stanza, riparandosi dietro la porta.
Miodrag inizia ad intonare la cantilena. I globi attorno al fuoco fatuo iniziano a rallentare e la luce dorata che emana si fa più intensa.
Poi tutti sentono un ticchettio confuso che si fa sempre più intenso. Quindi dalle grate sul pavimento si riversano nella stanza migliaia di millepiedi.

venerdì 14 agosto 2015

0076 - arrivo inaspettato

Fiona si gira di scatto nella direzione da cui il gruppo è arrivato ed alza la mano per zittire i compagni. "Avete sentito anche voi?" sussurra. "Sembravano dei passi".
Delorean tende l'orecchio. "Non si sentono lame grattare per terra. Almeno non è un altro di quegli immondi scheletri".
"Qualunque cosa sia, si è fermato dietro l'angolo" sussurra la ladra. Istintivamente tutti impugnano le armi e si preparano ad un nuovo scontro.
Una voce femminile giunge dall'oscurità. "Potreste evitare di attaccarmi?"
"E' uno spirito! Colpitela appena si paleserà!" esclama Zigfrid, recuperando un sasso dal borsello e caricando la fionda.
"A me questa voce pare familiare..." mormora il chierico, muovendo un passo verso la svolta.
Il mago gli blocca la strada con il bastone. "No! E' pericoloso, dobbiamo restare uniti!" Poi, girandosi verso la voce, esclama: "Fatti vedere, creatura!"
"Sono l'assistente di Aisha, l'erborista!" ribatte la voce, sbuffando. "Posso raggiungervi o volete ancora aggredirmi?"
A queste parole, Delorean e Miodrag ripongono le armi. Mentre lo spadaccino discute con il mago cercando di convincerlo ad abbassare la fionda, il chierico raggiunge la mezzelfa. "Iriel! Che ci fai qui?"
"Ah, quindi sei vivo! Ti ho cercato per quasi un'ora attorno alla radura!"
"Perché pensavi fossi morto o disperso?" chiede il mezzorco, facendo cenno alla ragazza di seguirlo dagli altri.
Iriel inizia a spiegare perché si trova lì. "Dato che eravate via da più di un giorno, Aisha mi ha mandato a cercarvi. Mentre raggiungevo il grande albero al centro della palude ho sentito rumori di combattimento ed al mio arrivo ho notato solo loro tre davanti al tempio" dice, indicando Fiona, Miodrag e Zigfrid. "Dato che non ti avevo visto, ho pensato fossi rimasto indietro, così ti ho cercato. Alla fine mi sono decisa ad entrare nel tempio e vi ho raggiunto".
"Come vedi, ce la stiamo cavando egregiamente" borbotta il mago, incrociando le braccia. "Non ci serve il tuo aiuto. Puoi tornare al villaggio".
Delorean appoggia la mano sulla spalla dell'halfling. "Non essere scortese come il tuo solito!" Poi, rivolgendosi alla mezzelfa: "Siamo qui per recuperare una candela di Myrkul. Vuoi unirti a noi?"
"Una candela di Myrkul? Cosa sarebbe?"
"Vedi quello spirito dorato circondato da piccoli globi bianchi al centro della stanza? Dobbiamo effettuare un rituale per rinchiuderlo in un'ampolla di vetro". Poi, vedendo il suo sguardo incupirsi, aggiunge: "Non ti preoccupare, è per il bene di quello spirito".
La mezzelfa ci pensa un attimo, poi annuisce. "Ok, farò quel che posso per darvi una mano".

giovedì 13 agosto 2015

0075 - altre ossa

"Anche a me è sembrato che si voltasse a guardare" commenta Miodrag. "Però è strano che non sia venuto ad attaccarci".
"Probabilmente gli è stato ordinato di pattugliare solamente il corridoio" replica Delorean, grattandosi la testa.
Zigfrid si muove verso la porta e sbircia oltre lo stipite. "Sono passati circa due minuti dal suo ultimo passaggio. Muoviamoci".
Il gruppo si inoltra nel corridoio, illuminato dall'armatura dello spadaccino che brilla di una luce azzurra. Resti di armi arrugginite e di ossa sono accatastate vicino ai muri e vecchi schizzi di sangue segnano in più punti le pareti. Lo stridio metallico della spada che gratta sul pavimento si sente a tratti, non riuscendo a coprire del tutto il tintinnio delle armature del chierico e dello spadaccino.
Miodrag avanza fino alla svolta e si sporge per osservare cosa c'è oltre. Un scintillio nel buio lo fa rizzare di scatto, mentre la lunga spada dello scheletro si infrange contro la dura pietra del corridoio, fermandosi a pochi millimetri dal suo naso.
Il gruppo si apre a ventaglio. Le lame dello spadaccino incidono a fondo le ossa del mostro, mentre le magie del chierico e del mago mettono fine velocemente allo scontro.
La ladra sbuffa infastidita. "Prima o poi finiranno tutti questi scheletri! Mi sento un po' inutile".
"Che ne dici di mettere in pratica la tua arte su quella?" replica Miodrag, indicando una porta al centro del corridoio.
Zigfrid scuote la testa. "Secondo me conviene fare prima tutto il giro. E poi ho la sensazione che quello che cerchiamo sia nella stanza centrale, non in qualche ala laterale..."
"Ok, però questa volta vado avanti io" replica Fiona. "Il naso di Miodrag è già stato abbastanza fortunato" conclude con un sorriso.
La ladra percorre in silenzio il corridoio, si china e sbircia oltre l'angolo. Non notando alcun movimento, fa un cenno con la mano ai compagni. "Venite, non c'è pericolo. E mi sa che ho trovato l'ingresso alla sala" sussurra, indicando una porta sulla sinistra.
Il gruppo si avvicina all'ingresso, notando che uno dei due battenti è solo accostato.
"Non ci sono trappole a contatto" dice Fiona, dopo aver controllato attentamente l'intelaiatura e la serratura. "Possiamo provare ad aprirla".
Zigfrid appoggia una mano sulla maniglia e spinge. I cardini ruotano stridendo e la porta si apre di qualche grado, facendo un po' di resistenza, per poi ritornare alla posizione originale quando il mago lascia la presa. "C'è qualcosa che blocca l'accesso".
"Delorean, tienila aperta mentre guardiamo dentro" propone Miodrag, cercando di sbirciare dalla fessura tra le due ante.
Il mezzorco appoggia la spalla sul legno e spinge, allargando l'apertura e permettendo agli altri di osservare la stanza.
La pareti sono coperte di bassorilievi raffiguranti cimiteri in cui orde di non morti si levano dalle tombe, inframezzati da colonne decorate con teschi ed ossa. Sul pavimento, lungo le pareti, corre una grata larga pochi centimetri. Al centro della stanza si erge un piedistallo di ossa alto circa un metro, sopra al quale levita una sfera di vetro trasparente che contiene qualcosa di sfocato, indistinguibile nella scarsa luce che proviene dall'armatura dello spadaccino.
Attorno al basamento ci sono tre cadaveri riversi in pose innaturali e ridotti ormai ad un cumulo di ossa.
"Quello dev'essere l'artefatto" mormora Zigfrid, ammirando l'oggetto che levita a mezz'aria.
"E quella è la candela di Myrkul!" esclama Miodrag, indicando un fuoco fatuo dorato sospeso sopra la sfera.

mercoledì 12 agosto 2015

0074 - la sala dei sarcofaghi

Il gruppo scende nelle profondità della terra seguendo la larga scalinata che, parecchi gradini più in basso, termina in una grande sala quadrata dalle pareti di granito nero costellate da centinaia di loculi. Decine di pietre tombali, ormai levigate dall'umidità e dal passaggio dei sacerdoti, decorano il pavimento. Una spessa porta di pietra, lasciata parzialmente aperta, conduce al resto del tempio. Negli angoli vicino alle scale sono state collocate due imponenti statue, raffiguranti uno scheletro ammantato con in mano una falce, che osservano in silenzio quattro sarcofaghi disposti a croce al centro della stanza.
"Che posto inquietante" mormora Delorean, aggirandosi nella stanza ed osservando i bassorilievi sulle lastre di marmo dei sepolcri.
Zigfrid si dirige al centro della stanza e sbircia all'interno di una delle tombe, la cui lapide sembra sia stata spostata di recente. "Qui devono aver già razziato tutto, c'è solo uno scheletro" borbotta, infilando una mano nel sepolcro, afferrando una tibia e lanciandola tra le gambe di una statua.
Il chierico si gira di scatto. "Perché stai dissacrando quei poveri resti?"
Il mago si volta a fissare il mezzorco, mentre un sorrisetto si dipinge sul suo volto. "Semplice. Siamo all'interno di un tempio dedicato ad una divinità che aveva a che fare con i morti e questo scheletro potrebbe animarsi".
"Togliergli un osso non impedirà ad una magia malvagia di riportarlo alla non vita" replica dubbioso Delorean.
"Vero, ma in questo modo dovrà strisciare per raggiungerci" esclama Zigfrid ridacchiando. "Ora datemi una mano a controllare gli altri sarcofaghi".
Dopo un paio di minuti di lavoro di squadra le rimanenti tombe vengono aperte ed altre tre tibie raggiungono la prima nell'angolo.
"Strano, a parte le tuniche e le ossa non c'è nulla" commenta il mago, esaminando l'interno delle vasche di pietra.
"Forse è una tradizione del culto" replica Fiona, osservando la fattura di una delle statue.
All'improvviso il silenzio viene rotto da uno stridio metallico che riempie l'ambiente, paralizzando gli avventurieri.
"Cos'è stato?" bisbiglia la ladra, impugnando l'arco ed incoccando una freccia.
"Mi è parso di vedere qualcosa" risponde Miodrag, estraendo le spade ed indicando il varco.
Il suono si ripete, più debole.
"Qualunque cosa sia, si sta allontanando" commenta Delorean, avvicinandosi alla porta aperta e sporgendosi per dare un'occhiata. I suoi occhi si abituano al buio, rivelando un corridoio che si estende a destra ed a sinistra.
"Se dovessi fare un'ipotesi, direi che c'è un'altra stanza circondata da un largo passaggio" sussurra il chierico. "Non ho visto altre porte. Che facciamo?"
"Direi di attendere qui e vedere che produce quel rumore" risponde Zigfrid.
Dopo un paio di minuti il suono si ripete, questa volta da sinistra. Gli avventurieri si preparano ad affrontare la minaccia, scrutando il corridoio debolmente illuminato di fronte a loro.
D'un tratto uno scheletro alto quasi due metri entra nel loro campo visivo e prosegue lungo il corridoio, scomparendo dietro l'altro battente. Tutti notano la lunga spada impugnata dal non morto che viene trascinata sul pavimento.
"Ci mette circa cinque minuti a fare il giro" calcola il mago. "Possiamo evitarla aspettando un po' e seguendo lo stesso percorso".
Fiona rimane immobile, lo sguardo sbarrato dalla paura. "E' stata solo una mia impressione o lo scheletro ha voltato la testa e ci ha guardato?"

martedì 11 agosto 2015

0073 - i custodi del tempio

Fiona e Miodrag imboccano il sentiero e con circospezione avanzano verso il tempio, seguiti a breve distanza dai due compagni. Nel silenzio che avvolge la radura, il tintinnio delle armature sembra un rumore assordante.
"Guardate quei giunchi, si sono mossi!" mormora la ladra, indicando in mezzo ad una pozza.
"Sarà stato un po' di vento" ribatte lo spadaccino, avanzando verso il corpo. "Piuttosto... al tipo hanno mozzato una gamba".
La mezzelfa si gira a guardare il corpo che con una mano sembra protendersi verso l'ingresso del tempio. La gamba destra è tranciata di netto all'altezza del ginocchio e il pezzo staccato non si vede da nessuna parte.
"Cosa può averlo ridott..." Delorean non riesce a concludere la frase. Dagli stagni ai lati del tempio emergono due alligatori scheletrici che avanzano spalancando le fauci.
Fiona arretra d'istinto ma non riesce a scansare il primo morso, che lacera i pantaloni e segna in profondità la carne. La bocca dell'altro coccodrillo si chiude sul ginocchio di Miodrag, ma i denti stridono contro l'armatura senza provocare danni.
Delorean invoca la benedizione della sua divinità ed un'esplosione di energia positiva investe tutti, curando le ferite della ladra ed estirpando energia negativa dagli scheletri, che per un momento vacillano.
Un raggio bianco parte dalla mano di Zigfrid e colpisce il mostro vicino alla ladra. Alcune costole crollano a terra e lo scheletro inizia ad agitarsi come se stesse soffrendo.
"Voi aiutate Fiona, io penso a questo mucchio d'ossa" grida lo spadaccino, calando la spada sulla testa dell'alligatore, che si spezza in due.
"Vediamo se soffri il caldo, mostro!" La mezzelfa fruga nella borsa, estrae una bacchetta e pronuncia una parola di comando. Una vampata di fiamme esplode in faccia al mostro, che cerca di arretrare per immergersi nell'acqua, ma un'ultima spadata di Miodrag mette fine alla sua esistenza.
"Ricordami di lasciarti avanzare in avanscoperta, la prossima volta" sibila lo spadaccino guardando Zigfrid in cagnesco, poi si china a controllare il cadavere riverso sui gradini. "Potrebbe essere uno dei tizi arrivati prima di noi" mormora tra sé, esaminando il corpo in cerca di indizi ed oggetti.
"Quindi ne rimangono tre" ribatte Fiona.
"Direi di sì" conviene Miodrag. "Comunque questo non aveva nulla, a parte qualche moneta ed un pugnale".

Delorean sale i gradini e si avvicina all'ingresso del tempio. Un freddo innaturale esce dalla porta socchiusa, facendo rabbrividire il chierico. Con una spallata il battente si apre di qualche altro centimetro, permettendo anche al mezzorco di accedere all'interno.
L'interno del tempio è vuoto, a parte un'apertura al centro del pavimento. La poca luce che filtra dalla porta illumina debolmente alcuni gradini in pietra coperti di muschio che scendono nel sottosuolo, perdendosi nell'oscurità.
"Sembra ci siano delle impronte" sussurra Miodrag. "Facciamo attenzione, qualcuno potrebbe tenderci un'imboscata".
"Tanto ci noterebbero comunque" commenta Zigfrid, scuotendo la testa.
"E perché?"
"L'unico che ci vede al buio è il bisonte. Abbiamo bisogno di una fonte di luce". Il mago mormora una parola e posa la mano sull'armatura dello spadaccino, che inizia a brillare.
"Ecco, così va meglio" sghignazza l'halfling.
Miodrag replica con uno sguardo carico d'odio. "Io faccio anche da bersaglio, ma Fiona scenderà per prima. E' l'unica ci può salvarci da eventuali trappole".
"Uffa... sempre a me i rischi maggiori" borbotta la ladra, iniziando a scendere.

lunedì 10 agosto 2015

0072 - il tempio abbandonato di Myrkul

Il gruppo riprende il cammino e si inoltra di nuovo nel fitto della palude. Dopo alcune ore la luce comincia a farsi più fioca.
"Strano, secondo i miei calcoli dovrebbe essere solamente metà pomeriggio" commenta Zigfrid, facendosi largo tra le piante con il bastone.
"La vegetazione in alto si sta facendo più fitta. Probabilmente siamo vicini al centro della palude" replica Fiona.
"Io direi che siamo arrivati" interviene Miodrag, tranciando l'ennesima felce ed indicando di fronte a sé.
Davanti al gruppo si apre una grande radura larga una trentina di metri. Il tetto di rami intrecciati lascia filtrare solo pochi raggi di luce, donando un aspetto inquietante al luogo. Una bassa costruzione in pietra lavica si erge sopra un basamento di marmo nero posto al centro di un piccola montagnola circondata da acquitrini. Le pareti aggettano verso l'interno, dando l'impressione che l'edificio sia emerso dalle profondità della terra. Grossi blocchi di pietra, coperti da muschi e rampicanti, fanno da contrafforte negli angoli. Un unico sentiero in terra battuta conduce al tempio. Tre gradini permettono di raggiungere la porta in metallo brunito, corrosa in più punti dalle intemperie e sovrastata da un enorme teschio di pietra bianca. Le sue orbite, due pozzi colmi di un'oscurità sovrannaturale, sembrano fissare con odio gli avventurieri.
"Direi che questo è il tempio di Myrkul, il defunto dio della morte" bisbiglia Delorean, osservando la tetra costruzione.
"E quello è l'albero che ci ha descritto l'erborista" replica Zigfrid, puntando il dito in alto.
Dietro alla costruzione si erge un possente albero dal tronco contorto i cui rami, carichi di foglie nerastre, si legano alle altre chiome parecchi metri più in alto.
"Avete notato? Uno dei due battenti è aperto" osserva Fiona.
"E c'è qualcosa vicino ai gradini. Sembra il cadavere di un uomo" mormora Delorean. "Che facciamo?"
Zigrid muove un passo verso il sentiero, ma Miodrag lo ferma. "Facciamo prima un giro attorno alla radura. Vediamo se ci sono altre entrate o pericoli".
Sfruttando la copertura degli alberi, il gruppo effettua un rapido giro attorno alla costruzione, senza individuare altri accessi. Un silenzio inquietante grava sulla radura e sembra che nessuna creatura voglia avvicinarsi al tempio.
"Soddisfatto?" borbotta il mago. "Non abbiamo trovato altre entrate".
"Mi chiedo cosa abbia ucciso quel tipo" mormora lo spadaccino, indicando la figura riversa sugli scalini ed osservando le ombre attorno al tempio.
Zigfrid lo guarda con aria di sufficienza. "Basta avvicinarsi per scoprirlo, non credi?"
"Ok, avviciniamoci".

venerdì 7 agosto 2015

0071 - cibo per vermi

Mentre Zigfrid si riposa all'ombra di un albero, Delorean si avvicina al cadavere riverso nella fanghiglia, lo afferra per la caviglia ed inizia a tirare. Il corpo inizialmente si muove, poi si incastra su una radice sommersa. Il chierico, sorpreso dal contraccolpo, finisce di faccia dentro la pozza di fango.
"Che schifo!" esclama il mezzorco, sollevandosi sulle braccia e sputacchiando pezzetti di terra.
"Finalmente anche tu ti farai una doccia" lo schernisce lo spadaccino, mentre la ladra si tappa la bocca con la mano per evitare di ridere.
Mentre Delorean comincia a ripulirsi usando una piccola orazione, Fiona e Miodrag trascinano in secca lo scheletro e si chinano per esaminarlo. Tutta la carne è stata divorata e le ossa, coperte da muffe e piccoli insetti, rimangono legate assieme solo grazie ai tendini. Alcuni brandelli di una spessa tunica sono intrappolati tra le ossa.
"E' preso veramente male" borbotta il chierico, mentre evoca l'ennesimo scroscio di pioggia. "Dev'essere morto da circa un anno".
"Sembra che questa abbia resistito meglio del corpo" commenta la ladra, sfilando dal cadavere una tracolla.
Fiona apre il borsello, scoprendo che anche questo non è rimasto indenne: ricolmo di fango, brulica di vermi e piccoli insetti. Dopo averlo svuotato sull'erba, la ladra nota un riflesso e recupera alcune monete d'oro.
"Non può esserci solo questo!" esclama, frugando sul fondo della borsa. Un oggetto cilindrico si stacca dalla fodera interna e la mezzelfa lo tira fuori trionfante.
"Cos'è?" chiede Delorean, scuotendo la testa per asciugarsi i capelli.
Fiona gratta via le incrostazioni e lo esamina in controluce. "E' solamente una pozione" mormora sconsolata.
"Penso che questo sia più significativo" ribatte Miodrag, strattonando una catenina legata al collo del cadavere. Le fragili maglie si spezzano ed un piccolo medaglione circolare cade per terra, piantandosi in verticale tra due zolle.
Lo spadaccino raccoglie il dischetto e lo pulisce con un po' d'acqua. "Sembra ci sia scritto qualcosa..."
"Si riesce ancora a decifrare o è troppo rovinato?" chiede la ladra.
"Che Istishia ti protegga" legge Miodrag ad alta voce. "E sotto c'è scritto Roland".
"Quindi questo è il figlio del sacerdote!" esclama Fiona.
"L'avevo detto che ormai era cibo per vermi!" ridacchia Miodrag.
"Un po' di rispetto per i morti" brontola Delorean, mormorando poi un breve preghiera per il defunto.

giovedì 6 agosto 2015

0070 - gli abitanti della palude

"Che cosa ti è successo?" chiede Zigfrid ruotando il bacino per far schioccare la schiena.
"Lasciamo stare" brontola Fiona, uscendo dal suo giaciglio e slegando la corda.
"Ieri sera avevate intenzione di costruire una specie di piattaforma, no? Perché sei finita a dormire in un giaciglio appeso agli alberi con le corde?" la incalza il mago con un sorriso malizioso. "Miodrag ha provato a molestarti nel sonno?"
"Ma figurati!" sbotta la ladra. "Devo aver legato male alcune frasche e la struttura ha ceduto. Per poco non mi rompo l'osso del collo".
Delorean si siede sul bordo dell'amaca e si dondola lentamente. "Quell'altro ha anche avuto il coraggio di svegliarmi e chiedermi se potevo dargli una mano".
"Immagino che la tua reazione sia stata compassata come al solito" sogghigna Zigfrid.
"Una doccia fredda ha risolto tutto" replica il chierico, lanciando uno sguardo eloquente allo spadaccino che, appoggiato ad un albero, si sta rispalmando il repellente sul corpo.

Il sole è alto nel cielo quanto il gruppo raggiunge una piccola radura di terra battuta, circondata da grossi massi nerastri e da alberi contorti che crescono sopra scure pozze di fango. Al centro, tra zolle d'erba e cumuli di foglie marce, spunta un cerchio di sassi coperti di muschio, segno di un vecchio accampamento. L'assenza di un tetto di foglie rende l'odore del sottobosco in decomposizione meno forte.
Il gruppo abbandona con circospezione la protezione delle piante e si aggira per la radura.
"Guardate, sembra ci sia qualcosa in quella pozza!" esclama Fiona, indicando un'ombra più scura che spunta vicino ad alcune radici di mangrovia.
La ladra ed il chierico si avvicinano per controllare, mentre il mago e lo spadaccino si sistemano attorno ai resti del fuoco da campo.
"Sembra uno stivale" dice Delorean, osservando la suola che sporge tra le alghe. "Forse sotto l'acqua c'è anche il proprietario".
Fiona raccoglie un bastone spezzato, incide una tacca con il pugnale e si sporge dalla sponda per raggiungere l'oggetto. Muovendo il ramoscello con mano ferma, arpiona la parte superiore e tira verso di sé. La calzatura fuoriesce dall'acqua, portando alla luce uno scheletro coperto di alghe e funghi.
All'improvviso una parte della fanghiglia attorno al cadavere si solleva e due grosse bestie dalla pelle lucida emergono dall'acqua, aprono le bocche irte di denti acuminati e si gettano sui due avventurieri. Una delle due sanguisughe affonda le zanne nella pancia della ladra e comincia a succhiare avidamente il sangue. L'altra aggredisce il chierico alla gamba, attaccandosi con la ventosa e piantando saldamente i denti in profondità.
Mentre Delorean comincia a scalciare furiosamente per liberarsi, Fiona afferra la testa del mostro con entrambe le mani, che affondano nella sua morbida carne, e stringe con tutta la sua forza. La dita affondano quando la pelle si lacera, spruzzando sangue sul terreno circostante. La sanguisuga inizia ad agitarsi in preda al dolore e molla la presa, permettendo alla ladra di estrarre il pugnale e di piantarlo fino all'elsa nella pancia della creatura.
Zigfrid si china a raccogliere un sasso, intanto Miodrag estrae le spade e si getta nella mischia. Con un preciso fendente decapita la sanguisuga aggrappata alla gamba del chierico. Il corpo senza vita ricade nella pozza schizzando fango dappertutto.
Se la smettesse di agitarsi sarebbe tutto più facile pensa il mago, tendendo l'elastico della fionda e mirando all'unico bersaglio rimasto. Un forte ronzare deconcentra l'halfing, che lascia partire il proiettile direttamente tra le scapole della ladra.
"Ahia! Non bastano questi bestioni, ti ci metti pure tu!" urla furibonda Fiona, che scansa l'ennesimo morso della sanguisuga ed affonda il pugnale vicino alla sua bocca. Il mostro sanguina copiosamente, ma non sembra intenzionato a desistere.
"Scusa, mi hanno deconcentrato quelle!" replica il mago, indicando in alto. Una mezza dozzina di piccole creature alate scende in picchiata sul gruppo, bloccandosi a mezz'aria e tentando di pungere con il grosso naso a pungiglione la pelle scoperta degli avventurieri.
"Maledizione, cosa sono questi cosi alati?" chiede Delorean, afferrandone uno con le mani e strappandoselo dal collo.
"Se non sbaglio, sono strigi!" risponde Zigfrid, mentre due bestie affondando il pungiglione nella sua morbida carne. Le pance cominciano a gonfiarsi, assumendo un colorito rossastro.
Il chierico scuote la creatura che stringe nel pugno, poi la getta per terra con violenza e la pesta con lo stivale. Si ode un sonoro schiocco ed una pozza di sangue comincia ad allargarsi sul terreno. "Sono solo grosse zanzare fastidiose!" commenta, correndo dal mago per aiutarlo a liberarsi degli attaccanti.
Miodrag trancia in due un altro strige, quindi si avvicina alla ladra per darle manforte. La ferita sulla pancia di Fiona continua a sanguinare ed una bestia le sta succhiando il sangue dal collo. Mentre la ladra sferra colpi alla cieca con il pugnale per cercare di colpirla, lo spadaccino infilza l'ultima sanguisuga con la lama.
Zigfrid nel frattempo riesce con l'aiuto di Delorean a liberarsi delle ultime due bestie che gli ronzavano attorno. Dopo aver assunto la posizione di guardia, estende le mani: una violenta fiammata polverizza gli ultimi strigi rimasti, lasciando nell'aria un forte odore di carne grigliata.
"La prossima volta che trovi un cadavere, lascialo in pace" esclama il mago, appoggiandosi ad un tronco e lasciandosi scivolare a terra.

mercoledì 5 agosto 2015

0069 - accampamento improvvisato

"Abbiamo sbagliato strada e ci siamo allontanati verso ovest" esclama Fiona, scendendo con agilità da un albero. "Abbiamo perso circa mezza giornata di viaggio".
"Colpa di questa dannata palude" brontola Miodrag, sedendosi su un tronco caduto. "Senza vedere il sole è difficile orientarsi".
"Ormai è il tramonto, conviene accamparci qui e proseguire domani" propone la ladra. "Se continuiamo al buio, rischiamo di farci molto male".
"Soprattutto perché sta anche salendo la nebbia" conclude Delorean, indicando una bassa nebbiolina che avvolge le caviglie ed impedisce di vedere il terreno.
Il chierico recupera l'amaca dallo zaino e la lega a due alberi, poi ci si sdraia sopra e comincia a mangiare avidamente un pezzo di carne secca.
Nel frattempo lo spadaccino libera un tratto di terreno con la spada, srotola il giaciglio e lo distende nello spiazzo appena creato. "A posto!" esclama, sedendosi al centro ed incrociando le gambe.
"Sicuro di volerti accampare per terra?" chiede Fiona.
Miodrag la guarda perplesso mentre estrae una razione dallo zaino. "Perché?"
"Vuoi inaugurare una fiera degli insetti?" replica la ladra, indicando una colonia di formiche che si sta arrampicando sulla coperta, seguita da millepiedi, scarabei ed una miriade di altre piccole bestie.
"Maledizione!" Lo spadaccino salta in piedi, afferra il telo e comincia a sbatterlo per liberarsi delle piccole creature.
Il chierico scoppia a ridere. "Ditemi ora, chi è lo stupido? Acquistare l'amaca è stata una scelta saggia!"
Zigfrid gli lancia un'occhiata truce. "Ripeto che è una spesa inutile" replica con fare sprezzante. Con fatica si arrampica su un albero contorto, quindi appoggia il giaciglio tra il tronco ed uno dei rami più bassi, ci si siede sopra a cavalcioni e si lega con la corda al fusto. "Visto? Non serve altro".
"Non mi pare molto comodo" osserva Delorean con un sorriso sulle labbra.
"L'importante è riuscire a dormire".
Mentre l'halfling ed il mezzorco continuano a battibeccare, Miodrag si avvicina a Fiona. "Dato che dobbiamo dormire anche noi sugli alberi, che ne dici se costruiamo qualcosa di più comodo?"
"Cos'hai in mente?"
"Prendiamo un po' di rami e creiamo una specie di telaio che ci possa sostenere!" esclama lo spadaccino con un sorriso. "Basterà legare gli incroci con queste frasche".
I due cominciano a raccogliere rami e frasche ed iniziano a legare i sostegni, un lavoro che si rivela più lungo del previsto. Dopo un'ora, mentre i compagni stanno già russando sonoramente, la struttura non è ancora pronta.
"Comincio a pentirmi di averti dato retta" borbotta la ladra, fissando l'ennesima giunzione.
"Vuoi smettere ora, dopo tutta la fatica che abbiamo fatto?"
Fiona lo fissa duramente ma non replica.
Dopo un'altra ora di lavoro l'impalcatura è abbastanza larga da permettere di riposare comodamente in due. Vengono stesi i giacigli e la ladra e lo spadaccino, stremati, si sdraiano sulla superficie irregolare, cadendo subito in un sonno profondo.

martedì 4 agosto 2015

0068 - nuotata fuori programma

"Sicuro che stiamo andando nella direzione giusta?" chiede Delorean, guardando il cielo nascosto dalla fitta vegetazione.
"Direi di sì, ma se volete controllo" replica Miodrag.
Gli altri annuiscono all'unisono, quindi cercano un posto dove sedersi per riposare. Lo spadaccino si guarda intorno, individua un grosso albero che potrebbe reggere il suo peso ed inizia la scalata facendosi largo tra il fitto fogliame. Dopo aver superato la zona più intricata e aver raggiunto i rami più alti, Miodrag si aggrappa al tronco e sporge la testa per guardare sopra le chiome degli altri alberi.  Nella variegata distesa di verde, un albero più grosso degli altri dai rami contorti e senza foglie spicca al centro della palude.
Aiutandosi con la corda e facendo attenzione a non scivolare sul muschio, lo spadaccino scende a terra. "Ho visto il grosso albero al centro della palude, quello di cui ci ha parlato Roland. La direzione è corretta. Possiamo proseguire".

Dopo un'ora nella folta boscaglia, il gruppo raggiunge uno specchio d'acqua limacciosa, largo una decina di metri, che taglia in due la palude. I rami più alti degli alberi sulle due sponde si intrecciano al centro, creando una volta che impedisce al sole di filtrare. Alcuni massi emergono dalla superficie dello stagno, completamente coperti di muschio.
Fiona si sporge aggrappandosi ad una radice e saggia la profondità dell'acqua con un bastone. "Decisamente troppo profondo per guadarlo. Dobbiamo trovare un'altra via".
"Saremo costretti ad una lunga deviazione" replica Miodrag, guardando a destra ed a sinistra. "Non vedo passaggi sicuri".
"Se una via non c'è, basta crearla!" esclama Delorean, prendendo in mano l'ascia e cominciando ad abbattere un grosso albero.
Dopo alcuni colpi ben assestati la pianta si inclina e cade, incastrandosi tra i rami contorti di una mangrovia sulla sponda opposta e facendo alzare uno piccolo stormo di uccelli che fugge in tutte le direzioni. Dove prima c'era la chioma dell'albero, ora appare il cielo azzurro.
"Possiamo passare" gongola il chierico, indicando la pianta e facendo un piccolo inchino.
Zigfrid si arrampica sul tronco, si aggrappa con mani e piedi alla corteccia, quindi si trascina fin dall'altra parte dello stagno, scendendo poi con l'aiuto di una corda.
Fiona sogghigna. Usando il ceppo mozzato come trampolino, la ladra spicca un salto e sale sul tronco, quindi si ferma ed allarga le braccia per ritrovare l'equilibrio. Dopo una breve occhiata per individuare eventuali ostacoli, scatta in avanti correndo sul tronco come fosse una passerella e raggiunge in breve l'altra sponda. Con un'agile capriola atterra a fianco del mago, che inizia a fissarla con uno sguardo divertito. "Su chi volevi fare colpo con quelle mosse da acrobata?"
"Suvvia, ogni tanto anche io posso divertirmi, no?" replica la ladra, strizzandogli l'occhio.

Se può farlo lei, anch'io posso riuscirci! pensa lo spadaccino mentre si arrampica sul tronco e si alza in piedi, ondeggiando per cercare di mantenere l'equilibrio. Dopo alcuni passi incerti, si lancia in avanti e comincia a correre lungo il tronco.
E' facile, basta rimanere concentr... D'un tratto il piede destro scivola su una parte di corteccia coperta di muschio. Miodrag tenta di afferrare un ramo, ma manca la presa e piomba in acqua.
"Zigfrid! Lanciagli una fune, presto!" grida Fiona, mentre il compagno annaspa per mantenersi a galla.
Il mago srotola la corda, la fissa ad un albero e lancia l'altro capo in acqua. La mano di Miodrag la afferra proprio mentre il peso dell'armatura lo tira a fondo.

La ladra ed il mago tirano con tutte le loro forze, mentre il respiro dello spadaccino sale in grosse bolle e increspa la superficie dell'acqua, spostando i cumuli di alghe e foglie che galleggiano in superficie. La fune si tende, trascinando il corpo del guerriero verso la riva. Prima affiora un pezzo d'armatura, poi anche la testa ed il tronco emergono dalla superficie limacciosa dello stagno.
Miodrag afferra alcune radici e si issa sulla riva, iniziando a sputacchiare acqua nerastra.
"Se volevi un po' d'acqua potevi chiedere a Delorean" commenta Fiona, togliendogli di dosso alcune alghe.

lunedì 3 agosto 2015

0067 - trappola di fango

Miodrag estrae la spada e si fa strada tra la bassa vegetazione, creando un passaggio per i compagni. Già dopo pochi metri la luce si affievolisce e l'umidità comincia a salire, mentre nugoli di zanzare iniziano a ronzare attorno agli avventurieri.
"Proviamo questo unguento miracoloso" propone Fiona, estraendo dalla tasca la boccetta comprata in erboristeria e cominciando a cospargersi di lozione. Anche gli altri si fermano e si spalmano il repellente.
"Funziona benissimo!" esclama la ladra, notando che gli insetti si tengono a debita distanza. "Vale ogni moneta spesa".
"Alla fin fine il costo non era così elevato" conviene Miodrag. "Dovrò scusarmi con l'erborista".
Il gruppo si addentra tra la vegetazione lussureggiante, tranciando rami e felci con la spada e fermandosi spesso a saggiare il terreno.
"Ma perché vi fermate ad ogni piè sospinto?" sbraita Zigfrid, sbuffando infastidito. "Con il mio sistema si fa prima".
Il mago si sposta in testa alla fila e comincia ad avanzare battendo il terreno davanti a sé con il suo bastone. Gli altri, dopo essersi scambiati alcune occhiate dubbiose, iniziano a seguirlo a breve distanza.
"Visto? Così è più veloce!" esclama l'halfling, saltando una piccola pozza di acqua limacciosa. I suoi piedi atterrano sul terreno asciutto, che per un momento sembra reggere. Poi d'improvviso lo strato superficiale cede ed il fango inghiotte gli stivali, i polpacci e le cosce del povero mago.
Zigfrid comincia ad agitarsi nel tentativo di liberare le gambe, ottenendo solamente di sprofondare fino alla vita. "Aiutatemi, maledizione!"
Mentre Delorean e Fiona si guardano preoccupati, Miodrag si siede su un tronco ed inizia a ridere. "Davvero ottimo il tuo metodo! Sempre che il tuo scopo fosse finire nelle sabbie mobili, anziché di evitarle!"
Zigfrid risponde con una sequela di imprecazioni, nel frattempo la ladra recupera una corda dallo zaino e gliela lancia. Entrambi iniziano a tirare, ma il fango esercita una forte resistenza e rende vano il tentativo di salvataggio.
"Dai qua" ringhia il chierico, strappando dalle mani della mezzelfa la fune. Dopo averla fatta passare attorno al tronco di un albero, il mezzorco con un rapido gesto se la avvolge all'avambraccio e tira con entrambe le mani. I muscoli si tendono nello sforzo mentre la corda comincia a sfregare contro la corteccia. L'inguine di Zigfrid riemerge di pochi centimetri, poi tutti sentono un sonoro schiocco. Zolle di terra volano da tutte le parti quando le radici si sollevano perdendo la presa sul terreno. L'albero frana in avanti e si schianta al suolo, mancando Delorean di pochi centimetri.
"Ma stai cercando di aiutarlo o di ammazzarlo?" esclama ridendo lo spadaccino mentre si alza e si dirige verso l'albero caduto. Con l'aiuto di Fiona disincastra la corda impigliata nelle radici, se la lega attorno alla spalla e, gettando tutto il suo peso in avanti, inizia ad allontanarsi dal mago tra la bassa vegetazione. La figura di Zigfrid riaffiora pian piano dal fango, lasciandosi dietro due profondi solchi.
"Grazie dell'aiuto" borbotta Zigfrid.
"Ritorniamo al vecchio metodo?" ridacchia Miodrag, osservando il mago che schiocca le dita e pronuncia un paio di parole in draconico. La melma comincia a staccarsi dai vestiti e cade a terra con un sonoro splat.
"Bel siparietto" commenta la ladra, lanciando un'occhiataccia all'halfling. "Possiamo rimetterci in marcia o vuoi giocare ancora un po' con il fango?"