venerdì 31 luglio 2015

0066 - le origini dell'isola

Zigfrid tira l'ennesima boccata di fumo mentre attende all'ombra dell'erboristeria che i suoi compagni raggiungano lui e lo spadaccino. Il caldo comincia a farsi sentire, anche se la brezza che viene dal mare sembra mitigare un po' la situazione.
Una serie di passi fanno girare i due, che notano l'arrivo della ladra e del chierico.
"Fatto buoni acquisti?" chiede Miodrag, guardando con curiosità Delorean che ripone un groviglio di funi bianche che nello zaino.
"Sì, ho comprato un'amaca per dormire nella palude" risponde il mezzorco. "Me l'ha consigliato Ipa".
"Che consiglio cretino" esclama Zigfrid battendo il fornello della pipa sulla suola dello stivale per svuotarlo. "Hai buttato i tuoi soldi".
Il volto del mezzorco si adombra. "Vedremo chi avrà ragione" ringhia in direzione del mago, poi apre la porta dell'erboristeria e si fa da parte per far passare ai compagni.
All'interno il locale è fresco e un pungente profumo di spezie pervade l'aria. Aisha esce da una porta con alcune ampolle fra le braccia e le sistema sopra una mensola, quindi si gira per accogliere i nuovi venuti. "Buongiorno! Siete qui per farvi accompagnare alla palude, vero?"
"Esattamente" risponde Miodrag. "E ci scusiamo per il lieve ritardo".
"Nessun problema. Mi spiace dirvi che ho delle faccende da sbrigare qui in negozio" dice l'elfa. "Ma non preoccupatevi, ho parlato con Iriel, la mia assistente. Vi accompagnerà lei".
Dal retrobottega esce la mezzelfa dai capelli biondi incontrata la sera prima che, dopo aver squadrato il gruppo ad occhi socchiusi, saluta con un leggero inchino.
Delorean guarda Miodrag e Zigfrid con preoccupazione, quindi si rivolge ad Aisha. "Non ce ne voglia, ma con la sua assistente ci sono stati degli screzi e non vorremmo che questo creasse problemi. Non potrebbe lasciare le incombenze a lei?" propone in tono amichevole.
"Io non c'entro" borbotta il mago. "Se se l'è presa per qualcosa che abbiamo detto o fatto, sono problemi suoi".
L'erborista lancia uno sguardo interrogativo ad Iriel, che continua a fissare duramente lo spadaccino. Quando la mezzelfa si volta e coglie la domanda nello sguardo dell'amica, un sorrisetto ed un'alzata di spalle sono la sua unica risposta.
L'erborista sbuffa, increspando le labbra in una smorfia. "Va bene, vi accompagnerò io. Iriel, dovrai controllare costantemente il contenuto del pentolone, non deve smettere di bollire per nessuna ragione".
Aisha recupera un cestino e dei vasetti dal retrobottega e poi precede gli avventurieri fuori dal negozio.

Il gruppo procede compatto lungo la strada che esce dal villaggio e si snoda tra i campi. L'erba cresce rigogliosa, inframezzata qua e là da bassi cespugli. In alcuni punti si scorgono piccole zone brulle, in cui grossi massi scuri affiorano dal terreno.
"Sembra roccia lavica" commenta Fiona, raccogliendo ed esaminando un piccolo sasso poroso.
Un fugace sorriso appare sul volto dell'erborista. "Non potrebbe essere altrimenti. L'intera isola è in realtà la bocca di un vulcano spento".
Delorean annusa l'aria in cerca del caratteristico odore di uova marce. "Confermi che questo vulcano non è più attivo, vero? Non mi pare di sentire odore di zolfo".
"Ho controllato il terreno ed analizzato le piante" spiega l'erborista. "Le ultime tracce di attività risalgono a quando l'isola era ancora sommersa. Potete stare tranquilli". Poi l'elfa indica l'intrico di piante che si staglia di fronte a loro. "Lo spesso strato di roccia lavica ha inoltre impedito all'acqua piovana di defluire ed è per questo che al centro dell'isola si è creata la palude".

L'ultimo tratto di sentiero finisce con un piccola passerella di legno che attraversa un tratto di acqua stagnante, in cui un intrico di canne cresce attorno ad alcuni tronchi cavi ormai coperti di alghe e muschi. Il gruppo attraversa il ponte e si ferma nel piccolo spiazzo antistante la palude. Piante rigogliose ed intricate, immerse in pozze di fango, circondano il terreno.
"Io mi fermo qui" dice l'elfa, sistemandosi il cestino sul braccio ed avvicinandosi ad un cespuglio carico di bacche. "State attenti al terreno, ci sono zone simili a sabbie mobili. Se avete bisogno di indicazioni, potete arrampicarvi su alcuni alberi, come questo e quello" aggiunge, indicando due piante dai grossi rami. "Le altre non reggerebbero il vostro peso".
Miodrag, Zigfrid e Fiona annuiscono, mentre Delorean si guarda intorno. A me queste piante sembrano tutte uguali...

giovedì 30 luglio 2015

0065 - seconda colazione

Fiona aiuta Delorean e Miodrag a salire a bordo, quindi si sposta a prua per permettere a Zigfrid e Stybba di stendersi sul fondo. Il chierico si avvicina ai due feriti e controlla le loro condizioni.
"Sei preso male, tappo" commenta il mezzorco, poi invoca i suoi poteri e distende la sua mano sulle ferite del mago, che si rimarginano velocemente.
"Come sempre ho dovuto fare tutto io" replica l'halfling, tirandosi su a sedere. "Dai un'occhiata anche alla gamba del ragazzo, quel bestione ha tentato di strappargliela".
Delorean si china per esaminare le ferite di Stybba. "Sei fortunato a riuscire ancora a camminare! Dannatamente fortunato" esclama, mentre la sua magia rimette in sesto le profonde lesioni che smettono di sanguinare e si richiudono.
Miodrag afferra il bastone e comincia a manovrare la barca. "Avete sentito anche voi parlare quello squalo gigantesco? Non è una cosa tanto normale".
"Probabilmente era sotto l'effetto di qualche incantesimo" borbotta il mago, incrociando le braccia. "Speriamo di non incontrarlo di nuovo".
Tutti rimangono in silenzio mentre l'imbarcazione si dirige verso il porto.

"Siamo in ritardo per il nostro appuntamento!" urla Miodrag, saltando sul pontile mentre Lothar lega la barca al molo.
"Con calma!" esclama Zigfrid, fermando l'impeto dello spadaccino. "L'erborista può anche aspettare un po'. Dobbiamo ancora riportare Stybba da sua madre e stipulare il contratto per la Casata della Sabbia".
"E dovremmo anche passare da Ipa" commenta Fiona. "Mi sono accorta di non avere razioni e mi rimangono solo un paio di frecce nella faretra".
"A sentir parlare di cibo mi è venuto un certo languorino" interviene Delorean. "Che ne dite se ci fermiamo per una fritturina?"
"Il tuo stomaco ragiona al posto della segatura che hai nel cervello" ridacchia il mago. "Ti sei sfondato di frittelle solo un'ora fa!"
"Lo scontro mi ha fatto venire fame" replica il chierico, sorridendo.
"Anche a me ha messo appetito" esclama la ladra, scendendo dalla barca.
Il gruppo si avvia lungo il pontile e imbocca la via principale. Il mezzorco e la mezzelfa si fermano a prendere frittura per tutti. "Voi accompagnate il ragazzo da sua madre" dice Delorean, afferrando un pesciolino dalla bancarella ed infilandoselo in bocca sotto lo sguardo divertito del garzone. "Noi prendiamo da mangiare e poi andiamo all'emporio".

La porta si apre con un cigolio mentre Zigfrid e Miodrag varcano la soglia del negozio, seguiti dal ragazzo. Vedendo il figlio entrare nella gioielleria, Brida si alza di scatto dalla poltrona e corre ad abbracciarlo. "Stybba, figlio mio! Mi hai fatto preoccupare!"
Lo spadaccino appoggia una mano sulla spalla del giovane. "Come vede è tornato sano e salvo".
"Aidan e Geldon sono morti" dice Stybba, abbracciando la madre e scoppiando a piangere. "Un grosso squalo li ha divorati!"
"Mi dispiace così tanto per loro e per le loro famiglie" cerca di consolarlo la donna, "ma per me l'importante è che tu sia tornato vivo".
Il ragazzo continua a piangere tra le braccia della madre, mentre gli avventurieri attendono il momento giusto per andarsene.
"Avete salvato mio figlio" sussurra Brida, continuando ad abbracciare suo figlio. "Grazie. Terrò fede alla mia parte di accordo e firmerò il contratto con la vostra Casata".
"Bene" replica Miodrag. "Ora abbiamo un altro impegno urgente, passeremo da lei nei prossimi giorni per le formalità".
"Mi troverete qui" replica la donna. "Ora scusatemi, devo prendermi cura di mio figlio".
Brida saluta i due avventurieri e si dirige con il ragazzo nel retrobottega.

mercoledì 29 luglio 2015

0064 - zuppa di squalo

Miodrag afferra il corallo con entrambe le mani e cerca di issarsi all'interno della barriera corallina. Mentre i suoi muscoli si tendono per lo sforzo, lo squalo torna alla carica, ruotando sul suo asse e spalancando le fauci per attaccare. Lo spadaccino molla la presa e si spinge indietro, uscendo dalla traiettoria del mostro. La bestia cozza violentemente contro il muro di corallo, che gli lacera il muso, poi si ritira per attaccare un'altra volta.
"Maledizione, non possiamo farci battere da dei pesci!" grida Delorean, issandosi in piedi e sollevando l'ascia con entrambe le mani sopra la testa. Con un balzo che fa ondeggiare paurosamente la barca, si getta in mare sopra lo squalo ed affonda la lama nelle sue carni tranciandogli di netto una pinna.
"Grazie dell'aiuto!" esclama Miodrag, che estrae la spada e la infila tra le fauci spalancate del mostro, dilaniando i suoi organi interni.
Altre due frecce scoccate dalla ladra uccidono il secondo squalo. "Ed anche questo è sistemato!" esclama Fiona, alzando gli occhi verso i compagni.

Stybba si muove rapidamente lungo il muro di corallo, seguito da Zigfrid che vola a pochi centimetri dal suo braccio e lo aiuta a rimanere in equilibrio.
Ad un tratto l'enorme squalo balza fuori dall'acqua e cerca di mordere il ragazzo, che si abbassa per evitare l'attacco. Le fauci del mostro addentano l'aria sopra la sua testa e la bestia ricade oltre la barriera corallina, voltandosi per attaccare di nuovo. Il muso si sporge dall'acqua ed i denti affondano nella caviglia di Stybba, che scivola in acqua. Una altra scarica di dardi parte dalla mano del mago e brucia la pelle dello squalo, che lascia la presa e si gira verso l'aggressore. Dopo una rapida virata, il mostro salta fuori dall'acqua e azzanna la gamba di Zigfrid, trascinando anche lui tra le onde. Il sangue colora di rosso il mare mentre il mago, per metà sommerso, si strofina le mani e pronuncia freneticamente una formula arcana. Una fiammata scaturisce dai suoi palmi, investendo il muso dello squalo che molla la presa e ritorna sott'acqua.
Mentre l'halfling si rialza in volo, la testa del mostro appare tra le onde. "Non finisce qui! Ritornerò!" urla la creatura, mentre la pinna si allontana per scomparire poco distante.

"Ce l'abbiamo fatta!" esclama Miodrag, mentre allontana delicatamente l'ampolla di fuoco dell'alchimista che galleggiando gli passa accanto.

martedì 28 luglio 2015

0063 - acqua che gorgoglia

"Vado a vedere se è Stybba, voi aspettate qui" dice Zigfrid, poi mormora alcune parole e disegna strane figure con le dita. Lentamente i suoi piedi si staccano dalla barca. Proiettando la sua mente verso l'esterno si spinge in alto e con una traiettoria a parabola raggiunge l'isolotto, dove un ragazzo tremante sta rannicchiato tra gli arbusti.
"Sei Stybba?" chiede ad alta voce il mago, levitando ad un metro dalla soffice sabbia.
Il ragazzo alza lentamente gli occhi e fa un cenno affermativo con la testa.
"Cosa è successo? Che fine hanno fatto i tuoi due compagni?"
"Non... non lo so" balbetta il giovane. "L'acqua gorgogliava e qualcosa ha urtato con violenza la barca. Io sono stato scaraventato oltre la barriera corallina, mi sono voltato e... c'erano pezzi di legno ovunque ed i miei amici erano spariti tra le onde. Mi sono rifugiato qui".
"Ora vedo se è possibile raggiungere la nostra imbarcazione". Zigfrid si volta e comincia a volare a mezzo metro dall'acqua in direzione della barca, scrutando le profondità marine. Il mare oltre la barriera corallina è profondo ed a parte qualche pesce, non si vede nulla.
Dopo aver percorso circa duecento metri, un gorgoglio attira l'attenzione al mago, che rallenta per vedere cosa si muove sotto la superficie. In mezzo al blu del mare comincia a formarsi una figura che sembra avvicinarsi alla superficie. L'acqua si solleva ed appare la bocca aperta di un gigantesco squalo che balza fuori dall'acqua e si chiude sulla gamba di Zigfrid che, colto alla sprovvista, non ha il tempo di alzarsi per evitare l'attacco.

"Avete visto cosa è successo?" urla Fiona, indicando la figura sospesa a mezz'aria.
"Sembrava un grosso squalo" risponde Delorean. "Che facciamo? Ci avviciniamo?"
"Lo stiamo già facendo... la barca si sta muovendo!" esclama Miodrag, girandosi e vedendo il bastone conficcato nel fondale allontanarsi di qualche metro. "Stiamo andando al largo!"
La ladra si sporge e nota che la corrente sta trascinando l'imbarcazione verso il mare aperto. Sotto di loro non c'è più la barriera corallina: non si vede più il fondale e l'acqua comincia ad assumere un tono più scuro.
"Io provo a creare un'esca per lo squalo, voi vedete di fermare la barca" dice Miodrag, estraendo dalla borsa alcune razioni ed un'ampolla di fuoco dell'alchimista. Dopo aver avvolto la carne secca alla boccetta ed aver fissato il tutto con un pezzo di corda, lo spadaccino lancia in mare la piccola palla, che inizia a galleggiare a pochi metri dall'imbarcazione.
Mentre Delorean comincia a remare con un braccio per tornare verso la barriera corallina, Fiona imbraccia l'arco e comincia a cercare qualche traccia della bestia tra i flutti.

Il mostro balza fuori dall'acqua, ma questa volta Zigfrid non si fa cogliere impreparato. Quando la bocca dello squalo sta per chiudersi attorno alle sue braccia, un raggio incandescente esplode dalle mani del mago e ustiona la bocca e la gola della creatura. Nello stesso istante, la ladra scocca una freccia che si conficca sotto la pinna dorsale. I denti riescono solamente a graffiare i polsi di Zigrfid prima che la bestia si inabissi nelle acque rosse di sangue.
All'improvviso un'altra pinna compare vicino alla barca e un secondo squalo cozza contro la fiancata. Fiona e Delorean mantengono l'equilibrio, mentre Miodrag viene sbalzato fuori bordo. L'armatura lo trascina a fondo e lo spadaccino raggiunge in fretta il fondale. Trattenendo il fiato e spingendo con le gambe si erge in piedi. Con suo enorme stupore riemerge, rendendosi conto che in quel punto il mare non è molto profondo: l'acqua gli arriva appena alle spalle, permettendogli di respirare senza fatica e di notare un terzo squalo in avvicinamento. Il mostro aggira la barca e tenta di morderlo ad un braccio, ma i denti si chiudono attorno all'armatura senza affondare nella carne.
Mentre Fiona scaglia frecce contro la bestia, lo spadaccino riesce ad arretrare e ad avvicinarsi alla barriera corallina.

Zigfrid, notando che i suoi compagni sono impegnati con un altro problema, si alza di qualche metro ed attende il ritorno del mostro. Quando lo squalo balza fuori dall'acqua addentando l'aria a pochi centimetri dai suoi piedi, una scarica di dardi parte dalle sue mani e brucia la delicata pelle della bestia, che si reimmerge tra le onde.
Vediamo se è attirato dal movimento sopra l'acqua... L'halfling prende quota, estrae dallo zaino una razione, la lega ad una corda e la fa penzolare a pochi centimetri dall'acqua nel punto in cui lo squalo è balzato fuori. Nessun movimento, nessun gorgoglio.
La testa della creatura emerge tra i flutti poco distante e, con sommo stupore del mago, scandisce una frase in comune: "Resta fin che vuoi nel cielo, prima o poi dovrai scendere. Ed io sarò qui ad aspettarti". Poi la pinna dello squalo si allontana, immergendosi fino a scomparire tra le onde.
Zigfrid rimane paralizzato. Quello squalo riesce a parlare! Poi ripensa a quanto detto dallo squalo e scende di corsa verso l'atollo. Non mi è rimasto più molto tempo. Devo portar via il ragazzo!
"Stybba, è meglio muoversi prima che quel mostro ritorni. Vedo di trovare un passaggio sicuro". Il mago si rialza in volo e si guarda attorno, notando un dettaglio che prima gli era sfuggito: tra i flutti c'è una parte della barriera corallina che si allontana dall'atollo, correndo lungo una specie di lembo di terra.
"Riesci a camminare? Devi percorrere quella piccola via, io sarò subito dietro di te" urla Zigfrid, mentre il ragazzo si alza in piedi e si affretta a raggiungere il punto indicato, poi inizia a camminare con circospezione lungo lo stretto lembo di corallo, mentre il mago vola accanto a lui.

lunedì 27 luglio 2015

0062 - sopra la barriera corallina

Mentre i compagni discutono sulla Rayo de Luna, Miodrag saluta Lothar e si dirige verso la Aleta. Dopo esser salito a bordo, lo spadaccino comincia a chiamare a gran voce Lizzy, che esce dalla sua cabina sistemandosi la maglietta.
"Che c'è? Cosa vuoi a quest'ora del mattino?" chiede l'halfing, stropicciandosi gli occhi.
"Porco demonio mannaro! Non dovreste essere in giro per conto nostro?! Che ci fate ancora in porto?" urla Miodrag. "Non vi paghiamo per starvene in panciolle!"
"E secondo te dovevamo partire di notte? Ieri era troppo tardi per salpare, inoltre abbiamo dovuto rimpinguare le provviste. Saremmo partiti tra un'oretta" replica serafica il capitano.
"Ah, capisco. Sì, è ragionevole" mormora Miodrag, visibilmente imbarazzato.
Lizzy gli fa l'occhiolino. "Vedi che non c'era motivo si scaldarsi tanto?"
Lo spadaccino si gira per andarsene, notando che il resto del gruppo lo sta raggiungendo a bordo, ma improvvisamente si blocca. "Ah, già che sono qui vi do un altro incarico. Un ragazzo è uscito per recuperare del corallo, ma ieri non è rientrato. Dovreste chiedere in porto dove andava ed uscire a cercarlo".
"Mi spiace, la nave e le nostre scialuppe hanno un pescaggio troppo profondo per girare tra gli atolli. Serve una barchetta a fondo piatto".
"Davvero? Non lo sapevo" replica lo spadaccino. "E se ve ne noleggiassimo una?"
"Mancano ancora un paio d'ore all'incontro con l'erborista" interviene Zigfrid, salendo sul ponte. "La tipa della gioielleria ha detto che possiamo raggiungere l'atollo in una ventina di minuti. Possiamo arrangiarci da soli. Loro hanno faccende più importanti da sbrigare".
"Per una volta che potevo delegare..." brontola Miodrag, oltrepassando l'halfling e scendendo dalla nave.

Lo spadaccino precede il gruppo lungo il pontile e bussa alla parete della piccola baracca. "Ehi, Lothar! Quanto costa noleggiare una barca a fondo piatto per navigare tra gli atolli?"
"Cinque monete d'argento al giorno per sei persone, di più se vi serve un'imbarcazione più grande".
Miodrag recupera il denaro dal borsello e lo appoggia sul registro. Il ragazzo annota il pagamento e invita il gruppo a seguirlo. "Sapete come si naviga con uno di questi, vero?"
"Ovvio che sì" afferma spavaldo Zigfrid, seguendo Lothar.
Delorean si gira a guardarlo. "E dove avresti imparato?"
"So lanciare incantesimi, figurati se non so manovrare uno di quei cosi" borbotta il mago, indicando con un gesto la piccola imbarcazione. Delorean scuote la testa, per niente convinto delle parole del compagno.

Il gruppo sale sull'imbarcazione e si dirige a ovest verso gli atolli indicati dalla padrona della gioielleria. Nonostante qualche problema nell'uscire dal porto, con Zigfrid che rischia di scontrarsi con il pontile e di far colare a picco la barca, il viaggio procede spedito. In meno di mezz'ora Fiona, a prua, vede il primo di una serie di piccole isole che emergono dal mare incontaminato. L'acqua trasparente permette di osservare il basso fondale che circonda l'isoletta, dove una moltitudine di pesci nuota tra complesse formazioni di corallo dai molteplici colori.
"Secondo le indicazioni di Brida, il ragazzo dovrebbe essere andato più ad ovest, probabilmente verso quelle isolette laggiù" indica la mezzelfa.
Mentre la barca costeggia un atollo, un pezzo di legno sbatte contro la fiancata. Delorean lo raccoglie ed insieme a Miodrag esamina la tavola. "Dev'essere della barca del ragazzo. E' lo stesso legno della nostra".
"Laggiù!" grida Fiona, indicando un'isola a circa trecento metri, su cui crescono due palme e qualche arbusto. "Mi pare di aver visto la figura di un uomo!"
"Sì, lo vedo anch'io. Deve essere Stybba, ma non c'è traccia dei suoi due compagni" esclama Delorean, ergendosi in piedi.
Zigfrid conduce la barca fino al limitare della barriera corallina, poi pianta il lungo palo nel fondale.
"Perché ti fermi?" chiede Miodrag, girandosi verso il mago.
L'halfling indica un punto in mezzo al mare. "Fermiamoci un momento a riflettere. Cosa ha distrutto l'imbarcazione? Oltre questo punto l'acqua diventa più profonda ed i resti dell'imbarcazione sembrano concentrarsi laggiù".
Tutti si girano a guardare: pezzi di barca galleggiano a circa un centinaio di metri di fronte a loro.

venerdì 24 luglio 2015

0061 - l'undicesimo fuoco

"Cosa hai fatto!?!" sbraita Miodrag, sputacchiando pezzetti di frittella sul tavolo. Zigfrid si toglie una briciola dal sopracciglio senza smettere di leggere il suo libro.
"Ssh! Abbassa la voce" sussurra Fiona, afferrando un biscotto dal vassoio. "Era più semplice che aspettare due giorni".
"Hai trovato qualcosa di interessante?" biascica Delorean, infilandosi in bocca l'ennesimo dolcetto.
La mezzelfa si guarda attorno, poi vedendo che Helcar non è nella sala appoggia sul tavolo il medaglione. Delorean se lo rigira tra le mani, poi lo passa allo spadaccino.
"C'era anche questa lettera" continua Fiona, estraendo un foglio dalla busta. "Parla del tempio. Un certo R ha incaricato questi quattro tizi di trovarlo e recuperare al suo interno un artefatto. C'è anche una specie di poesia che parla di un undicesimo fuoco".
Miodrag dà un'occhiata alla lettera, poi legge a bassa voce le ultime righe: "L'Undicesimo Fuoco illumina la strada verso la salvezza delle vostre anime. Dimostrategli il vostro valore e lui ripagherà i vostri sforzi. Sembra qualcosa di religioso. Delorean, tu ne sai nulla?"
"No" risponde il mezzorco, scuotendo la testa. "Però il simbolo sul medaglione rappresenta due cerchi uno dentro l'altro uniti da undici punte. Probabilmente sono collegati".
Dalle scale scende la mezzelfa che ha consolato il sacerdote la sera prima, si ferma sull'ultimo gradino per squadrare il gruppo, quindi si dirige al bancone e chiama l'oste, che arriva con un bicchiere di latte ed alcuni biscotti, oltre ad un piccolo sacchetto di tela. Dopo aver mangiato in silenzio, afferra il sacchetto ed esce dalla porta senza proferir parola.
"Che tipa strana" commenta Miodrag, quando la porta si richiude. "Se avete finito, possiamo andare a cercare Lothar".

Il sole dell'alba illumina il porto ed alcune nuvole che si rincorrono alte nel cielo. Un paio di gabbiani garriscono striduli volteggiando sopra le poche barche ancorate al porto.
Il gruppo raggiunge il pontile e si dirige verso la piccola costruzione dove dovrebbe lavorare Lothar. A metà strada Miodrag si blocca di colpo. "La Aleta è ancora in porto! Non dovevano uscire in esplorazione?!"
"Prima pensiamo alle informazioni del ragazzo" sentenzia Zigfrid, "poi potrai andare a discutere con Lizzy".
All'esterno della casupola c'è un ragazzo seduto su una panchina che sta leggendo un libro. Quando sente i passi, alza gli occhi e si protegge con una mano dal sole. "Buongiorno, desiderate?"
"Tu sei Lothar, vero?" domanda Delorean, fermandosi a qualche passo da lui. "Sappiamo che sei tu quello che registra le navi in arrivo ed in partenza".
"Sì, perché?" chiede il giovane chiudendo il libro.
"Possiamo sapere quali navi sono attraccate ultimamente? Quattro persone sono sbarcate circa una settimana fa, vorremmo capire con che nave sono arrivate".
Lothar si alza, entra nel gabbiotto, apre un piccolo registro e comincia a sfogliare le pagine. "Ecco qui. La nave che è arrivata una settimana fa si chiama Rayo de Luna, è rimasta al porto per quattro giorni, poi è salpata".
"E da che porto venivano?" chiede Miodrag.
"Non l'hanno detto ed io non l'ho chiesto. Io registro solo il nome della nave, la data dell' arrivo e quella di partenza".
"Sai se si è imbarcato qualcuno prima che la nave partisse?"
"Io non ho visto nessuno. A parte i marinai che hanno caricato le provviste, s'intende".
"Questo è strano" mormora Fiona a Zigfrid. "Sono partiti senza attendere il ritorno dei loro passeggeri".
"Magari si sono imbarcati di notte" replica ad alta voce il mago. "E' possibile?"
"Beh, possono averlo fatto" risponde Lothar. "Di notte il porto non è sorvegliato".
"Male, molto male" commenta sarcastico l'halfling. "E' se qualcuno sbarcasse dal porto di notte ed attaccasse il villaggio?"
"Potrebbe farlo... ma per che motivo? Qui non c'è praticamente nulla da rubare. Solo del pesce e qualche rete. E la pipa del vecchio Ipa" replica sorridendo il ragazzo.

giovedì 23 luglio 2015

0060 - esplorazione notturna

La mezzelfa seduta al bancone fissa con astio il gruppo, poi si alza e raggiunge il sacerdote, sedendosi accanto a lui e cingendogli le spalle con un braccio.
"Siamo riusciti a farci una nuova amica, a quanto pare" mormora Fiona, osservando con la coda dell'occhio la scena.
"Perché, ti importa qualcosa?" replica Zigfrid. "Abbiamo un indizio in più per trovare il tempio".
"Mentre stavate sconvolgendo quel povero sacerdote" si intromette Delorean, "ho sentito una conversazione tra Helcar e quel vecchio. L'oste si lamentava di alcuni tizi che sono scomparsi da cinque giorni e non hanno saldato il conto. Forse sono gli stessi di cui parlava il padrone dell'emporio. Ha detto detto che terrà le stanze ancora per un paio di notti, poi venderà quello che c'è nelle due stanze".
"Ehi! Helcar!" urla Miodrag, sbracciandosi per farsi vedere dall'oste. "Vieni qui!"
L'uomo deposita un paio di birre ad un tavolo e si avvicina. "Complimenti, siete riusciti a far piangere il povero Roland. Che volete?"
"Abbiamo sentito che ci sono dei tizi che non pagano l'affitto delle camere da un po'. Prima di vendere all'emporio quello che trovi nelle stanze, possiamo darci un'occhiata noi? Pagheremo bene".
"Nessun problema" replica Helcar.

La locanda pian piano si svuota ed in breve nel salone rimangono solo i quattro avventurieri. Anche la giovane mezzelfa è uscita, dopo aver lanciato un'ultima occhiata stizzita al loro tavolo. Mentre l'oste comincia a pulire i tavoli e recuperare i boccali, il gruppo sale al piano di sopra per andare a dormire.
La stanchezza fa sprofondare in un sonno pesante tutti tranne Fiona, che rimane vigile e si mette ad ascoltare i rumori della locanda. Ad un certo punto il silenzio viene rotto da un debole cigolio proveniente dal corridoio, seguito dal rumore di una porta che si apre e si richiude e da una serratura che scatta.
La ladra attende immobile per un'altra mezz'ora, finché non sente altro che un sonoro russare. Quindi esce con circospezione nel corridoio, illuminato debolmente dalla piccola fiammella di una lampada ad olio appesa alla parete e comincia ad osservare le porte delle varie camere. Allora, se escludo le stanze in cui dormono Miodrag, Delorean e Zigfrid e le porte con la chiave nella toppa... Cavolo, ne rimangono tre!
Avvicinandosi di soppiatto alla porta senza chiave più vicina, Fiona posa l'orecchio sul legno e trattiene il respiro. All'inizio non avverte nulla, poi dall'interno si sente un debole respiro. Questa è la stanza occupata dall'altro ospite... ottimo!
La ladra si dirige in fondo al corridoio, estrae l'astuccio con il set di grimandelli e con calma forza la serratura della prima stanza. La maniglia gira senza rumore e davanti a lei si para una stanza con due letti, una scrivania ed un armadio. Una breve perquisizione rivela che l'unico oggetto estraneo è un vestito gettato su uno dei due pagliericci. La porta viene richiusa silenziosamente e il chiavistello torna alla posizione originale.
Ora vediamo l'ultima stanza Fiona si china davanti alla toppa ed i suoi attrezzi fanno scattare con un sonoro click la serratura. La mezzelfa si immobilizza, cercando di capire se il rumore possa aver svegliato qualcuno. A parte un colpo di tosse, nulla rompe il silenzio della notte.
Dopo qualche secondo, la porta viene aperta e si richiude alle sue spalle. Quando i suoi occhi si abituano alla debole luce che filtra dal corridoio, lo sguardo della ladra si posa su un piccolo bauletto appoggiato sopra al tavolino. Dopo un rapido controllo in cerca di eventuali trappole, il lucchetto si apre. All'interno c'è solo una lettera ed un medaglione, che Fiona si infila in tasca prima di richiudere il piccolo scrigno.
Ora posso tornare a dormire pensa la mezzelfa, chiudendo la porta e tornando nella sua stanza.

mercoledì 22 luglio 2015

0059 - questione di tatto

Fiona, Miodrag e Delorean ordinano da bere, poi raggiungono Zigfrid che si è accomodato con la bottiglia di vino al tavolo più lontano dall'ingresso.
"Certo che questa locanda è un mortorio" commenta Miodrag, sedendosi sulla panca e guardandosi attorno. "Mi sa che siamo gli unici clienti che quel tipo vedrà stasera".
"Secondo me no, probabilmente la gente del luogo cena a casa e poi viene qui a bere e scambiare due chiacchiere" ribatte Fiona, mentre l'oste appoggia i boccali facendo attenzione a non versare nemmeno una goccia.
"E' esattamente così" si intromette Helcar. "Godetevi questa tranquillità, tra poco non sarete gli unici clienti!"
"So che di solito il sacerdote Roland viene qui la sera per farsi un goccetto" chiede lo spadaccino fermando l'oste per un braccio. "Può dirgli di raggiungerci al tavolo, quando arriva?"
"Nessun problema. Ora scusatemi, ma tra poco comincerà ad arrivare la gente e devo preparare i boccali".
L'oste non fa a tempo a finire la frase che la porta si apre ed appare sulla soglia una ragazza magra in tunica. Entra, saluta con un cenno il barista e si accomoda al bancone.
"Secondo voi chi è? Non l'ho vista in città" sussurra Fiona.
"Di sicuro non è del posto" replica Zigfrid, "guardate la sua tunica. Ed a parte l'erborista, non ho visto altre orecchie a punta".
"Però assomiglia molto di più a te che ad Aisha" commenta Miodrag.
"Orecchie a punta, eh?" mormora la ladra tra i denti, rivolgendosi al mago. "Tu sì che sai trattare le signore, tappo".

In breve tempo, mentre il gruppo osserva la ragazza e discute su cosa fare l'indomani, la locanda si riempie di anziani e di pescatori che si mettono a discutere del numero di pesci catturati e di quanto una volta si pescasse di più.
Mentre un uomo sta illustrando ad un gruppo di increduli amici la forma e le dimensioni del pesce che gli ha spezzato la lenza durante la pesca della mattina, la porta si spalanca ed entra nel salone un mezzelfo dal ventre prominente e con il naso e le gote di un rosso acceso. Al suo passaggio, molti degli avventori alzano i boccali in segno di saluto.
Helcar si avvicina non appena il nuovo arrivato si siede al bancone. "Buonasera, padre! Ti servo il solito?"
"Fammene due, ho avuto una giornata difficile".
L'oste recupera due grossi boccali e procede a riempirli. Il sacerdote ne afferra uno e tracanna una lunga sorsata, pulendosi poi la schiuma con la manica del saio.
"Se non ho capito male, quello è Roland" commenta Miodrag.
"Sarebbe il caso di parlarci prima che sia troppo sbronzo per capire le nostre domande" replica Zigfrid, versandosi un altro goccio di vino.
Lo spadaccino fa un cenno all'oste, che si avvicina al sacerdote e gli sussurra qualcosa. Dopo essersi girato a guardare il tavolo degli avventurieri, Roland si scola quello che rimane del primo boccale, afferra il secondo e si dirige verso il gruppo, lasciandosi poi cadere di peso su uno sgabello. "Salute a voi! Helcar mi ha detto che volevate parlare con me. Di cosa si tratta?".
Delorean si china in avanti per farsi sentire. "Salve, padre. Abbiamo sentito che è lei ad occuparsi della comunità. Probabilmente conosce molto bene l'isola".
"Certo che la conosco bene! E' casa mia!" esclama Roland, battendosi una mano sulla coscia.
"Noi vorremmo informazioni sulla palude e sulle rovine che potremmo trovare al suo interno" interviene Miodrag.
Il sorriso dell'uomo lascia posto ad un'espressione triste, le sue mani si incrociano sul tavolo ed il suo capo si abbassa fino ad appoggiare la fronte sui pollici. "La palude... mi ricorda tanto mio figlio... il mio unico figlio scomparso".
Gli avventurieri si lanciano sguardi perplessi. "Aveva un figlio?" chiede Delorean. "Ed è scomparso? E cosa c'entra la palude?"
Roland alza la testa e comincia a tormentarsi le dita. "Avevo un figlio di nome Valon. Mi aiutava in chiesa come apprendista e si recava spesso alla palude per recuperare alcuni componenti per le mie pozioni. Un anno fa è uscito di casa e non è più tornato".
Fiona si sporge in avanti ed appoggia il palmo sulle mani del sacerdote. "Mi spiace per la sua perdita".
"E' una storia molto triste, davvero" si intromette Zigfrid tamburellando con le dita sul tavolo e beccandosi un'occhiataccia dalla ladra. "Noi però saremmo interessati alla palude. L'ha mai esplorata? Al suo interno dovrebbe esserci un tempio abbandonato, ne sa niente?"
"Mi spiace, non mi sono mai addentrato nella palude" risponde Roland con un tono sommesso. "Però mentre studiavo da novizio ho incontrato durante un viaggio una persona strana che girava con un sacco di libri. Ne aveva uno che parlava dell'arcipelago, quindi gli ho chiesto se potevo leggerlo. All'interno c'era un accenno ad un piccolo tempio abbandonato al centro della palude. C'era scritto che sorgeva accanto ad un enorme albero dai rami contorti".
"Sa qual era la divinità venerata nel tempio?" chiede Delorean.
"Non c'era scritto nel libro, mi spiace" replica Roland, sorridendo debolmente.
"Grazie mille, faremo tesoro delle informazioni che ci ha dato" dice Fiona, rispondendo al sorriso.
"Posso chiedervi un favore?" dice il sacerdote, alzando la testa. "Potreste cercare mio figlio? Forse è entrato nella palude e gli è successo qualcosa".
"Come facciamo a riconoscerlo?" chiede Delorean. "Indossava qualcosa di particolare o aveva qualche oggetto che ci permetta di trovarlo?"
"Purtroppo non ricordo cosa indossasse quando se ne è andato".
"Ha detto che è scomparso da un anno" interviene Miodrag. "Se non è scappato con qualche ragazza, potrebbe essersi inoltrato nella palude, ed ormai sarà sicuramente cibo per vermi".
Zigfrid sogghigna, mentre Fiona e Delorean fulminano lo spadaccino con lo sguardo. Roland impallidisce, la sua mano trema mentre raggiunge il boccale. Tracanna il contenuto in un'unica sorsata, poi si alza e si allontana barcollando verso una panca accanto all'ingresso su cui si lascia cadere.
"Hai il tatto di un elefante, lo sai?" rimprovera Delorean, fissando lo spadaccino che risponde alzando le spalle.

martedì 21 luglio 2015

0058 - il Timone Spezzato

"Di certo non possiamo andare a cercarlo stasera" dice Miodrag, chiudendo la porta del negozio. "Che ne dite di andare alla taverna a parlare con il sacerdote? Magari sa qualcosa del tempio!"
"Mi pare un'ottima idea. Anche perché ho sete" ribatte Delorean, incamminandosi lungo la strada.

La locanda è uno degli edifici più grandi del villaggio e sembra esser stata rimessa a nuovo da poco, anche se in alcuni punti la vernice si sta già scrostando. L'insegna, a cui è appeso un vecchio timone spezzato, cigola mossa al vento.
Fiona apre la porta ed il gruppo entra in un grande salone, arredato con pesci impagliati e quadri di paesaggi esotici appesi alle pareti. Nessun avventore è seduto ai tavoli e l'oste non si vede dietro al lungo bacone.
"Ehi! C'è nessuno? Oste!" grida Miodrag.
"Arrivo!" Un uomo magro, abbronzato, esce dalla porta che dà sulla cucina, si asciuga le mani con un canovaccio e si dirige verso il gruppo.
"Buonasera, gente! Sono Helcar. In cosa posso esservi utile?"
"Ci servirebbero delle camere" risponde Miodrag.
"Preferibilmente singole" aggiunge Zigfrid, poi indica con un cenno del capo Delorean. "Quando il bisonte russa non riesco a chiudere occhio. Sempre che questa bettola ne abbia".
"Non faccia caso a lui" interviene lo spadaccino. "E' una bellissima locanda".
L'oste guarda perplesso l'halfling, poi sorride agli altri avventori. "Grazie per i complimenti, signore. Posso offrirvi camere singole a cinque monete d'argento per notte, oppure quattro se pernottate per tutta la settimana".
"Di certo più economico che a Vaelan" sussurra Fiona a Zigfrid.
"Che ti dicevo? E' una bettola!" replica a bassa voce il mago.
"Intanto prendiamo la camera per stanotte" risponde Miodrag all'oste. "E' inclusa la cena?"
"E' inclusa la colazione, signore. Prendete intanto qualcosa da bere?"
Ad un cenno affermativo di Delorean, Helcar gira attorno al bancone e comincia a trafficare con boccali e bicchieri. "Cosa posso servirvi?"
"Immagino che il massimo che possiate servire è della birra..." dice Zigfrid con aria sdegnata, accomodandosi su uno sgabello.
L'oste squadra il mago. "Ho anche dell'ottimo vino... se ve lo potete permettere".
L'halfling appoggia il borsello sul tavolo. "Come vede, ho di che pagare".
"Bella la sua collezione di monete di rame" sogghigna Helcar.
Zigfrid fissa l'uomo per un momento, poi sogghigna a sua volta. Senza distogliere lo sguardo dagli occhi dell'oste, estrae una moneta d'oro e se la rigira tra le mani. "Lei è abituato al rame, io all'oro".
"Come desidera". Helcar recupera da sotto il bancone una bottiglia impolverata e con tracce di alghe secche, la stappa e versa generosamente.
Un dolce profumo riempie il naso di Zigfrid, mentre porta il bicchiere alla bocca. E' vino elfico! Dove diamine l'avrà trovato?
"Se non c'è niente di meglio, mi accontenterò" commenta l'halfling, sorseggiando il vino.
"Spiacente, la sciacquatura di piatti l'ho finita" replica serio Helcar, poi si rivolge agli altri con un ampio sorriso. "A voi, invece, cosa posso servire?"

lunedì 20 luglio 2015

0057 - un corallo interessante

Il sole è ormai basso ed il villaggio si sta tingendo di toni arancioni quando gli avventurieri escono dal negozio. Guardandosi attorno, notano che Zigfrid sta camminando tra le bancarelle e si dirige verso di loro quando si accorge della loro presenza.
"Dove cavolo ti eri perso?" gli chiede Delorean.
"Avevo dimenticato questo nella cabina del capitano" risponde il mago, agitando la boccetta con l'inchiostro.

Mentre il gruppo cammina accanto ai negozi, Fiona viene attirata da uno scintillio che proviene dalla vetrina di una piccola gioielleria. In mezzo a semplici monili di corallo e conchiglie c'è una splendida collana d'oro con un pendente fatto di un materiale che brilla dei colori dell'arcobaleno. Un cartellino riporta la parola Lakansyel.
La mezzelfa imbocca la porta, seguita dallo spadaccino e dal chierico, e si ritrova in una piccola stanza con alcune vetrine che mettono in mostra vari gioielli appesi a piccole sculture di legno intagliato.
Una signora in carne vestita con abiti sgargianti sta sistemando alcuni gioielli su un cuscino. Quando sente la porta aprirsi, si volta e con un sorriso stanco saluta i nuovi arrivati. "Buonasera, sono Brida. Benvenuti nel mio negozio".
"Buonasera! Ho visto quel bellissimo gioiello esposto in vetrina" inizia Fiona. "Quanto viene?"
"Ah, è interessata al Lakansyel!" replica la signora, prendendo la collana ed appoggiandola sul bancone. "E' un corallo che mi procura mio figlio, cresce in un atollo qui vicino. Viene 20 monete d'oro".
"Meno dell'infuso di abrotano" sussurra Miodrag all'orecchio della ladra.
"Ed a Vaelan sono sicura che potremmo rivenderlo per cinquanta" replica a bassa voce Fiona, poi si avvicina alla signora. "Ha altri gioielli dello stesso corallo?"
"Ci sono anche degli orecchini ed un braccialetto. Purtroppo in negozio non ho altro. Mio figlio stamattina è uscito per recuperare dell'altro corallo, doveva tornare a pranzo ma non è ancora rientrato. Sono molto preoccupata per lui e per i suoi due amici".
"Potremmo andare noi a controllare se sta bene" interviene Delorean. "Sa dirci dove si trova l'atollo?"
Lo sguardo di Brida si illumina. "Sarebbe molto gentile da parte vostra. Di solito Stybba raccoglie il corallo in un atollo poco distante, ma questa mattina ha detto che avrebbe esplorato un'altra zona ad ovest dell'isola".
Miodrag si avvicina al bancone. "Non sono tornati neanche i due amici?"
"No, di solito escono in barca e tornano insieme".
Zigfrid scosta lo spadaccino e si avvicina alla donna. "Se ritrovassimo suo figlio, quanto materiale grezzo potrebbe procurarci? Potremmo fare un accordo commerciale".
"Di solito vendo i gioielli già pronti. Penso che potremmo recuperare in un mese materiale grezzo per un valore di mille monete d'oro".
"Che potremmo rivendere a quattromila, una volta lavorato dagli artigiani della casata" mormora il mago fra sé. "Bene, andremo a cercare suo figlio".

venerdì 17 luglio 2015

0056 - prodotti erboristici

"Dato che per parlare con Lothar dobbiamo aspettare domattina, seguiamo il consiglio del vecchio. Che ne dite di vedere cosa vendono all'erboristeria?" dice Miodrag.
"Voi andate pure, io ho una commissione da sbrigare" risponde Zigfrid, dirigendosi verso la nave.
Lo spadaccino guarda perplesso Fiona e Delorean, poi scrolla le spalle, attraversa la strada e si dirige verso il negozio.

L'edificio è più grande dell'emporio ed ha un aspetto migliore. Il primo piano è coperto di edera, che copre una piccola tettoia sopra l'ingresso ed avvolge le colonne che la sorreggono. Sulla porta d'ingresso è appesa una ghirlanda di vimini intrecciati, da cui pendono piccole bustine con spezie profumate.
Quando la porta si apre, una campanella dorata emette un tintinnio cristallino. Un'esile elfa dai lunghi capelli neri raccolti in una treccia appare dietro al bancone. "Buongiorno, sono Aisha. In cosa posso esservi utile?"
"Buongiorno" risponde lo spadaccino, "siamo turisti appena sbarcati sull'isola. Ci ha mandati qui il vecchietto dell'emporio".
L'elfa accenna un sorriso. "Ah, il caro Ipa".
"In realtà non è che ci serva niente di erboristico, volevamo solo dare un'occhiata".
"Sicuri? Abbiamo molti prodotti che potrebbero tornarvi utili".
"Tipo?" chiede Fiona, afferrando da una mensola un barattolo di vetro con dentro delle piccole pigne e scuotendolo con delicatezza.
"Posso offrirvi delle sanguisughe di palude per un buon salasso!"
Miodrag sbarra gli occhi ed alza le mani. "No, grazie, il mio sangue è a posto così! Noi dobbiamo entrarci, nella palude... mica ritrovarcela addosso!"
"Ah, siete diretti alla palude? Allora avrete di sicuro bisogno di questo" ribatte la Aisha, recuperando da un mobiletto una piccola boccetta con un liquido verdastro. "E' un unguento contro le punture di insetto".
"Quello ci sarà molto utile!" esclama Fiona, riponendo il barattolo e raggiungendo il bancone. "Quanto costa?"
"Una moneta d'oro a fiala".
"COSA!?!" urla Miodrag. "E' carissimo!"
L'elfa raddrizza la schiena e si fa seria. "Perché è molto efficace. Lo preparo io stessa".
Fiona toglie il tappo di sughero ed annusa l'intruglio. "Ma è un repellente o serve dopo che un insetto ti ha punto?"
"Questo serve a prevenire le punture dei piccoli insetti, se vuole ho una pomata lenitiva contro il bruciore. Viene una moneta d'argento a flacone".
"Una moneta d'oro a fiala... pazzesco!" Miodrag si rigira tra le mani la piccola fiala di repellente, poi fruga in tasca ed appoggia una moneta sul tavolo. "Lo compro, anche se mi pare un furto. Ma se non funziona tornerò per farmi rimborsare!"
"Vedrà che non se ne pentirà" replica l'elfa, facendo sparire il denaro in un borsello.
"Prima parlava di piccoli insetti" dice Fiona, appoggiando la fiala sul tavolo. "Ce ne sono di grandi?"
"Nella palude vivono creature ben più grandi di zanzare e tafani" risponde Aisha, "che possono portare pericolose malattie". L'elfa si volta e recupera da un altro scaffale una fiala in vetro contenente un liquido trasparente. "Per quelle ho un altro rimedio: infuso di abrotano. Costa molto, ma vale ogni moneta".
Delorean fissa l'elfa. "Sta per caso dicendo che questo infuso riduce gli effetti della malattia?"
Un sorriso appena accennato compare sulle labbra di Aisha. "In molti casi ha fatto scomparire del tutto la febbre malarica".
Miodrag si appoggia al bancone e guarda l'elfa con sufficienza. "L'unguento costava una moneta d'oro. Sono curioso di sapere quanto vuole per questo infuso".
L'erborista socchiude gli occhi e ricambia lo sguardo. "Una fiala costa cinquanta monete d'oro".
"Cin... cin..." balbetta lo spadaccino. "E' uno scherzo, vero?"
"A quanto pare, è troppo per le vostre tasche" replica Aisha, riponendo sullo scaffale le fiale.
Delorean alza una mano. "Un momento! Se mi assicura che l'effetto è potente quanto un incantesimo di ristorazione, possiamo parlarne".
"Padre Roland ha usato spesso i miei infusi quando c'era troppa gente da curare. Diceva che assomigliavano molto ai suoi incantesimi, seppur meno efficaci. Chiedeteglielo stasera, quando andrà a cenare alla locanda".
"Se è così buono, allora ne farò scorta" replica il chierico, poi si gira a fissare Miodrag. "E tu non ne avrai manco una goccia".
Lo spadaccino sorride a Delorean e scrolla le spalle. "Sa dirci nulla sui fuochi fatui nella palude?"
"Di sera se ne vedono parecchi in lontananza" risponde Aisha mentre conta le monete d'oro e le ripone in una scatola di legno.
"Solo di sera? Non compaiono di giorno?"
"Sì, ce ne sono anche di giorno. Ma basta starci lontano".
"Ci hanno parlato di un tempio all'interno della palude. Lei ne sa niente?"
"Certo che questa palude vi interessa parecchio! So che ci sono dei resti poco oltre la zona in cui di solito mi fermo io, ma non ho mai sentito parlare di templi. Non so cosa ci sia nel profondo della palude".
"Interessante!" replica lo spadaccino. "Potrebbe accompagnarci fin là?"
"Posso condurvi fino a dove arrivo io di solito, ma non mi spingerò oltre" risponde l'erborista.
"Ottimo!" esclama Miodrag. "Allora torneremo domattina".

giovedì 16 luglio 2015

0055 - stranieri meno simpatici

Miodrag si appoggia al bancone e fissa il vecchio. "E costoro chi sarebbero?"
"Un altro gruppetto di gente che è passata di qua circa una settimana fa" risponde il vecchio. "Ma se ne sono già andati".
"Sono già andati via? Sono rimasti pochissimo!" esclama lo spadaccino.
"Beh, la loro barca non è più in porto. Quindi direi di sì".
"La nave può esser partita anche senza di loro".
Il vecchio risponde con un'alzata di spalle e si rimette a fumare la pipa.
"E chi erano?" lo incalza Miodrag.
"Se non erro, nel mio negozio sono entrati due tizi... ma non so se sono gli unici ad esser sbarcati".
"Solo due? Può descriverceli?"
Ipa si batte sorridendo la testa con il bastone. "Mi spiace. La mia memoria non è più quella di una volta. Posso solo dirvi che voi eravate più simpatici".
Delorean prende in disparte i compagni. "Ci conviene tornare al porto" sussurra, "ci sarà qualcuno che ha visto chi è arrivato".
"Presumo ci sia un registro delle navi che attraccano" sussurra Miodrag. "Almeno sapremo qualche dettaglio in più sulla nave e sul suo equipaggio".
"Ehi, vecchio, c'è un registro delle navi in porto?" chiede Delorean.
"Potete chiedere a Lothar. Lo trovate domani mattina al banchetto di fronte al pontile".
"Grazie mille, ci è stato molto utile" risponde Miodrag. "Ah, quanto vuole per la mappa?"
"Una moneta d'argento".
Lo spadaccino appoggia il denaro sul bancone e raggiunge i compagni che stanno uscendo dal negozio.
"Visitate anche gli altri negozi, mi raccomando! Di questi tempi sono pochi gli stranieri che arrivano sull'isola!" urla il vecchio, mentre la porta si chiude.

mercoledì 15 luglio 2015

0054 - le specialità dell'isola

Shilparam è un piccolo villaggio che si sviluppa lungo la costa, costituito da piccole case a due piani dipinte con colori vivaci, che si succedono l'una accanto all'altra lungo la banchina e lungo l'unica stradina sterrata che si inoltra nell'isola, perpendicolare alla costa e visibile dal pontile, abbastanza larga da lasciar passare due carri affiancati. Il vento fa dondolare le insegne dei piccoli negozi lungo la via e porta alle narici degli avventurieri odore di pesce grigliato.
Miodrag percorre il pontile e si avvicina alla prima casa sul lungomare, dirigendosi verso una donna seduta all'ombra di un pergolato. "Scusi, signora! Sa dirci dove possiamo trovare la locanda?"
Lei alza gli occhi e sorride, mostrando i pochi denti rimasti. "Salute a voi! Siete appena sbarcati, vero? Non si vedono spesso facce nuove. La locanda è in fondo alla via, non potete sbagliare".
Dopo aver ringraziato, il gruppo imbocca la strada principale. Mentre Zigfrid osserva con occhio critico i primi negozi dove alcuni pescivendoli espongono calamari, cernie, polipi e merluzzi adagiati su uno spesso strato di ghiaccio, Delorean viene attratto da una bancarella poco distante, in cui un ragazzo sta friggendo del pesce.
"Quanto vuole per una porzione di pesce fritto?"
"3 monete di rame, signore".
Delorean spalanca gli occhi. "Così poco? Allora dammene due porzioni! Abbondanti!"
"Una porzione anche per me, per favore" aggiunge Fiona, affiancando il chierico.

Mentre i compagni si siedono su una panchina per gustarsi la frittura, Miodrag si dirige all'emporio. E' una piccola costruzione a due piani che porta i segni del tempo: la vernice è scrostata in più punti e l'insegna si legge a malapena.
Accanto all'ingresso c'è un vecchio seduto su una sedia di vimini, che sta fumando la pipa. Il sole ha incartapecorito la sua pelle, rendendola simile al cuoio, ed il suo volto, parzialmente coperto da un cappello, è solcato da una miriade di rughe. "Oh, buongiorno straniero! E' venuto all'emporio del vecchio Ipa!"
"Buongiorno, buon uomo! Come va? Sto cercando una mappa dettagliata dell'isola".
"Ah, una mappa dell'isola!" ripete il vecchio. "Forse dentro ho qualcosina".
L'uomo afferra un bastone e si alza lentamente in piedi, entra nel negozio e si accomoda dietro al bancone. Comincia a frugare in una specie di cestone e ne estrae un rotolo tenuto fermo da un cordino.
"Questo è ciò che mi è rimasto. Spero sia di suo interesse!" dice, stendendo il foglio.
Miodrag guarda la mappa disegnata: l'isola sembra avere una forma corretta, il villaggio di Shilparam è pieno di particolari e sono indicati altri villaggi di due o tre case sulla costa, ma nell'entroterra c'è solo scritto palude. Un tratteggio che indica le tre colline dell'isola e due o tre strade completano il tutto.
"Non ha nulla che abbia qualche informazione in più sulla palude?"
"Mi spiace, ho solo questa mappa" risponde il vecchio, prendendo una boccata di fumo dalla pipa.
Mentre Delorean e Fiona entrano nel negozio, Miodrag osserva meglio la mappa, quindi indica una stradina che parte da Shilparam e si ferma vicino alla scritta palude.
"E questa? Finisce nel nulla?"
"E' una piccola strada di terra battuta che viene usata per raggiungere il limitare della palude e recuperare ciò che ci serve".
"E che cosa c'è di utile nella palude?" chiede lo spadaccino, mentre Delorean e Fiona si avvicinano al bancone.
"Giunchi per realizzare ceste, arbusti che producono mirtilli rossi... volete della confettura di mirtilli rossi?" dice il vecchio, recuperando da sotto il bancone dei vasetti pieni di marmellata.
Delorean prende in mano un barattolo e lo osserva con attenzione. "Ha mai sentito parlare di templi sacri o rovine abbandonate?"
"L'unico tempio è la chiesa di Istishia, qui dietro. Passate a trovare Roland".
"Chi è Roland?" chiede Miodrag, arrotolando la mappa.
"L'unico sacerdote dell'isola. Magari vi dà una benedizione, può sempre far comodo!"
"E dei fuochi fatui che ci dice?"
Il vecchio sembra non aver sentito. Si gratta la barbetta ispida con la mano e, con lo sguardo perso nel vuoto, dice: "E' strano, non siete i primi a chiedermelo".
"Dei fuochi fatui?"
"Fuochi? Che fuochi? No, parlavo delle rovine".

martedì 14 luglio 2015

0053 - arrivo al porto di Shilparam

Zigfrid completa con uno svolazzo l'ultima frase dell'incantesimo. Le parole sulla pagina si accendono di una debole luminescenza, rischiarando la mano e l'espressione soddisfatta del mago. La pergamena che conteneva la formula si sgretola, diventando rapidamente polvere.
Ed anche questo è completo. Zigfrid si asciuga la fronte con la manica della tunica, poi ripone il pennino e chiude la boccetta d'inchiostro. 
Mentre si curva per prendere la custiodia con gli altri incantesimi da ricopiare, un urlo sovrasta il rumore delle onde sullo scafo. "Terra! Terra!"

Miodrag sale sul ponte e raggiunge Delorean e Fiona a prua. L'isola di Bhelani si staglia all'orizzonte, attorniata da isolotti coperti da una folta vegetazione. Una decina di piccole imbarcazioni si muovono pigramente tra le onde, attendendo che le reti si riempiano o che i pesci abbocchino.
Avvicinandosi alla costa, gli avventurieri cominciano a scorgere le case del porto di Shilparam, che sembrano grandi meno di un pollice. Costruzioni colorate a due piani, dal tetto spiovente.
"Finalmente" esclama Delorean, con un sorriso sul volto. "Non ne potevo più di tutta quest'acqua".
"Certo che Shilparam non è un villaggio molto grande..." commenta Fiona. "Non saranno più di una quarantina di case".
"L'importante è che ci sia una taverna dove poter riposare" replica Miodrag, "e che gli abitanti ci possano dare qualche informazione in più sulla Palude dei Fuochi".

La Aleta attracca al porticciolo sotto il sole del tardo pomeriggio. Mentre i marinai ammainano le vele e sistemano le cime, Lizzy si avvicina al gruppo. "Bene, signori. Noi staremo qui per la settimana pattuita. Attenderemo un'ulteriore settimana, in caso non avessimo vostre notizie, poi torneremo a Vaelan".
"Dato che vi paghiamo la permanenza" dice Miodrag, "potreste esplorare le altre isole dell'arcipelago e cercare altri porti in cui potremmo fare affari".
"Siamo al vostro servizio, signori" risponde il capitano sorridendo e facendo un leggero inchino.
"Vi faremo avere nostre notizie! Arrivederci!" grida Delorean, percorrendo la passerella e raggiungendo il pontile. Gli altri sorridono, ringraziano l'halfling e scendono a terra.
"Ah, quasi dimenticavo..." mormora Fiona. "Ehi, Eek!" urla la ladra, poi tira una moneta in alto, verso l'albero maestro. La scimmietta spicca un salto, afferra la moneta e si appende ad una cima.
La mezz'elfa si allontana sorridendo.

lunedì 13 luglio 2015

0052 - la traversata

"Non hai una bella cera, amico" dice Miodrag battendo sulle spalle del chierico, che si aggrappa con tutte le sue forze al parapetto. "Ancora problemi con lo stomaco?"
"Ora va un po' meglio. Fortunatamente il mare è calmo" risponde Delorean con un filo di voce.
"Dovresti bere un po', almeno ti sciacqueresti la bocca dal cattivo sapore" replica ridacchiando lo spadaccino.
Il mezz'orco indica con mano tremante qualcosa di scuro che galleggia in lontananza. "Farebbe la fine del pranzo".
"Eheh... penso proprio di sì. Dimmi una cosa, ma il tappo è ancora sotto coperta?" dice Miodrag, guardandosi attorno.
"Si è chiuso nella cabina del capitano per poter trascrivere le pergamene sul suo libro" biascica Delorean. "Dice che è l'unico posto in cui nessuno lo disturba. Soprattutto Eek".
"Chi?"
"Quella dannata scimmietta".
Miodrag esplode in una risata, attirando lo sguardo di alcuni marinai. "Secondo me Eek ha trovato qualcosa di meglio da fare. Guarda là".
Delorean si gira ed alza gli occhi. Fiona sta scalando il sartiame per raggiungere la scimmia, che sghignazza appesa al pennone. Ad un tratto, la ladra si lancia nel vuoto, afferra una cima e dopo un'acrobazia si appende sull'albero. Tra le sue dita tiene una moneta che scintilla alla luce del sole. "Ora ce l'ho io!" grida Fiona in direzione di Eek, che guarda la sua mano vuota. Con un urlo la scimmia comincia a rincorrere la ladra per la nave.
"Beh, almeno i nostri borselli sono al sicuro" commenta Miodrag, sorridendo.
Un grido richiama l'attenzione dei tre avventurieri, che si radunano sul castello di poppa.
"Affrettatevi a scendere sotto coperta" urla Lizzy, manovrando il timone. "Dobbiamo evitare quel brutto banco di nubi che non promette nulla di buono e qui sopra sareste solo un impiccio". Poi si volta verso alcuni marinai. "E voi, scansafatiche, muovetevi! O vi mando a far compagnia ai pesci!"

"Abbiamo evitato la tempesta" esclama Lizzy, raggiungendo il gruppo che è salito sul ponte per guardare il tramonto. "Vi va un goccetto?" aggiunge poi, scuotendo una fiaschetta.
"Io passo" dice Delorean, mentre gli altri assaggiano il potente alcolico.
Miodrag passa la bottiglia al mago. "A proposito... che ci fai qui fuori, Zigfrid?"
"Con tutti quegli scossoni non riuscivo a scrivere. Quindi ho deciso di prendermi una pausa e respirare un po' di aria fresca" replica l'halfling, bevendo un goccetto. "Ehi, Lizzy. Quanto manca a Bhelani?"
"Ancora quattro giorni di navigazione e poi attraccheremo a Shilparam, l'unico vero porto dell'isola" risponde il capitano, tappando la fiaschetta e dirigendosi verso il timone.

venerdì 10 luglio 2015

0051 - l'unica alternativa

Delorean batte sulla spalla di un marinaio che, seduto su una cassa, sta avvolgendo una cima. "Scusi, mi potrebbe indicare il capitano?"
Il ragazzo si volta. "Cercate Lizzy? E' quella che sbraita sul castello di poppa" dice, indicando un'halfling che sta strigliando a dovere un marinaio. "Spero non vi debba del denaro, perché è già abbastanza arrabbiata".
"Non si preoccupi, non ci deve nulla" lo rassicura il chierico.
"Ok, allora evitate solamente di infastidire la sua amica" replica il marinaio, con un sorriso sghembo.
"Quale amica?" chiede Miodrag.
"Quella arrampicata lassù" risponde il ragazzo, indicando una scimmietta aggrappata all'albero maestro.
"Ottimo, proprio quello che ci voleva" borbotta Delorean, tastando l'equipaggiamento per assicurarsi che tutte le tasche siano chiuse e le cinghie della sacca ben strette.

Il gruppo sale sulla passerella e raggiunge il castello di poppa. Una ragazza halfling, magra nonostante il petto prorompente, sta urlando improperi ad un giovane umano che ascolta a testa bassa.
"Torna a pulire quel dannato ponte! Devo potermici specchiare! E voi che diamine volete?" dice girandosi verso gli avventurieri.
Delorean fa un passo avanti. "Salve, noi stavamo cercando un passaggio per l'isola di Bhelani".
Lizzy si gratta la tempia con la mano sinistra. "Bhelani... ah, l'arcipelago al centro delle Acque Dorate".
"Esattamente" risponde Miodrag.
"E voi volete andare là" commenta l'halfling, pensierosa.
"Sì, abbiamo bisogno di un passaggio per andare sull'isola e poi ritornare qui" spiega il chierico.
"Quanto pensate di restare sulla terraferma?"
"All'incirca una settimana" risponde lo spadaccino.
"Quindi non ha senso muoversi" borbotta tra sé il capitano.
"Scusi?" chiede Miodrag. "Se è necessario, possiamo rimanere sull'isola anche due settimane. Non è un problema".
"Scusate, stavo pensando a voce alta. Ci vogliono due settimane per raggiungere l'arcipelago, quindi non ci sarebbe il tempo per fare due volte la traversata mentre sarete sull'isola" spiega Lizzy. "A noi conviene rimanere ancorati al porto dopo avervi accompagnati. Aspetteremo il vostro ritorno sulla nave".
"Mi pare sensato. Quindi ci può portare?" chiede Zigfrid. "E quanto ci verrebbe a costare?"
"Due settimane di viaggio, una di permanenza e due di ritorno... sì, posso farlo. Vi costerà una moneta d'oro al giorno. A testa, s'intende" esclama l'halfling, con i pugni sul fianco e un largo sorriso sul volto.
"Quindi... per cinque settimane... fanno..." commenta a bassa voce il mezz'orco, con la lingua all'angolo della bocca e lo sguardo perso nel vuoto.
"Sono trentacinque monete d'oro a testa" ridacchia Lizzy. "Facciamo così. Mi pagate la traversata e la prima settimana di permanenza, e poi ci accordiamo sul ritorno".
"Eh, no!" esclamano in coro Miodrag e Delorean.
"Scusate?"
"Questa mi pare la più classica delle truffe! Poi finisce che per il ritorno ci chiedi molto di più!" replica lo spadaccino, fissandola torvamente. "Trentacinque monete d'oro a testa. E se rimaniamo di più sull'isola paghiamo la differenza. Accetti?"
"Ok, ci sto" dice Lizzy, stringendo la mano di Miodrag.
Tutti frugano nei borselli e consegnano l'oro pattuito. Lizzy strabuzza gli occhi. "Fantastico! Non avevo neanche accennato al pagamento anticipato! Portate pure a bordo le vostre cose, gente, io vado ad istruire i miei uomini".
Mentre l'halfling si allontana urlando ordini a tutti i marinai a portata d'orecchio, Fiona guarda gli altri. "Direi che ci è andata di lusso".
"Io andrei a fare scorta di provviste e di equipaggiamento, ma non vorrei che se ne andasse col nostro oro mentre noi siamo al mercato" borbotta lo spadaccino, guardandosi attorno.
"Sto io sulla nave" dice Zigfrid, sbuffando. "Non che sia necessario, ho visto un paio di marinai scendere con un sacchetto tintinnante. Direi che anche loro sono andati a far provviste".

Miodrag, Delorean e Fiona scendono dalla nave e si dirigono al mercato, mentre Zigfrid li saluta appoggiato al parapetto.
"Hai visto? Le mancano le ultime due dita della mano" sussurra lo spadaccino. "Chissà che le è successo".
"Probabilmente gliele ha mangiate la scimmietta nel sonno" commenta la ladra con un sorrisetto.

giovedì 9 luglio 2015

0050 - alla ricerca di un passaggio

Dopo una notte di sonno tranquilla, il gruppo si incammina verso la villa di Bilmin.
"Chissà su che nave viaggeremo" sussurra Miodrag al chierico. "Con tutte le amicizie che ha il nostro caro mecenate, sarà una di quelle grosse. Viaggeremo comodi. Speriamo di avere una cabina a testa!"
"Io spero solo di tenere nello stomaco colazione, pranzo e cena" borbotta Delorean.

"Buongiorno" saluta lo gnomo facendoli accomodare in salotto. "Purtroppo ho cattive notizie per voi".
"Cioè?" dice Fiona, accomodandosi su un divanetto.
Bilmin si gratta la nuca, guardando il pavimento. "Ieri sera ho incontrato alcuni amici armatori ed ho chiesto se qualcuno di loro poteva darvi un passaggio fino all'isola di Bhelani. Nessuno è disposto a far deviare una delle navi dal tragitto abituale, danneggerebbe troppo i loro affari. I favori che mi devono non sono così grossi".
Miodrag si piazza davanti allo gnomo. "Quindi non abbiamo alcun passaggio?"
"Mi spiace".
"Cosa dovremmo fare, adesso?" chiede lo spadaccino, lasciandosi cadere su una poltrona.
Bilmin si alza in piedi, congiunge le mani dietro la schiena e comincia a camminare per il salotto. "Io non conosco tutti gli armatori di Vaelan. Di sicuro c'è una nave disposta a portarvi all'isola". Lo gnomo si ferma ed appoggia le mani sullo schienale di un divanetto. "Vi conviene scendere al porto e chiedere direttamente ai capitani presenti. Sono sicuro che troverete qualcuno disposto ad offrirvi un passaggio".
"Meglio andarci subito, allora" dice Fiona, alzandosi di scatto. "Bilmin, grazie per averci provato".
Lo gnomo sorride imbarazzato. "Purtroppo i miei sforzi non sono bastati. Vi auguro buona fortuna" conclude, accompagnandoli alla porta.

Il gruppo giunge al porto accompagnato dai garriti dei gabbiani e dall'odore salmastro del mare.
I pontili sono gremiti di marinai che stanno sgobbando sotto il sole per caricare casse piene di merci sulle navi in partenza, mentre i capitani urlano ordini e controllano che tutto sia fatto a regola d'arte.
Vicino alle banchine alcune persone attendono pazientemente di poter salire a bordo.
Dopo una breve ricerca, gli avventurieri si riuniscono all'imbocco di un pontile.
Miodrag allarga le braccia. "Nessuno è disposto ad accompagnarci a Bhelani, dicono che non conviene".
"Neanche quelli con cui ho parlato io sono disponibili" dice Fiona, scuotendo la testa. "L'unico passaggio che ho trovato ci costerebbe mille monete d'oro. Più che l'offerta di un capitano, mi pare l'estorsione di un pirata!"
"Scusate" interviene Delorean, attirando l'attenzione con un colpo di tosse. "Quel marinaio lì, Imsh" dice il chierico indicando un grosso mezz'orco che sta trasportando un pesante baule, "mi ha detto che forse il capitano della nave ancorata in fondo al porto può fare al caso nostro. Si chiama Lizzy".
Tutti si girano a guardare la piccola imbarcazione ad un solo albero attraccata al pontile più lontano. Una ventina di marinai stanno sistemando il cordame e lucidando il ponte, mentre una figura minuta si agita sul castello di poppa.
"Tanto vale provare" esclama Zigfrid, avviandosi lungo la banchina.