domenica 31 maggio 2015

0023 - una cena alternativa

"Provviste? Nel carro non ne ho viste" ribatte perplesso lo spadaccino.
Il mezz'orco si fionda a controllare. "Nulla... siamo senza cibo" esclama, tornando dagli altri.
Fiona, Miodrag e Delorean controllano invano negli zaini, mentre Zigfrid li guarda ridacchiando.
"Che hai da ridere!?! Siamo fregati!" esclama Fiona. "Abbiamo solo il mio sacchetto di datteri!"
"Voi di sicuro sì" risponde il mago, "io invece, che sono una persona previdente, mi sono portato dietro le provviste. Provviste che VOI non avrete".
Delorean ringhia e fa per alzarsi.
"Cosa vorresti fare? Rubarmele? Vuoi davvero affrontare la mia magia?" puntualizza Zigfrid con tono di sfida. "Siete sopravvissuti sottoterra nel Dambrath in condizioni peggiori di queste! Qui siamo all'aperto! Vi siete già rammolliti?"
Odio quando il tappo ha ragione... Fiona sbuffando si alza e comincia a perlustrare l'oasi. Le palme non hanno frutti, come anche gli arbusti. Sconsolata torna a mani vuote dal gruppo.
"Beh, ci rimane una sola cosa da fare..." mormora Miodrag, guardando dietro di sé. Si alza, si avvicina al cadavere dello gnoll e comincia a macellarlo.
Fiona sgrana gli occhi. Delorean le si avvicina e sussurra: "Mentre lo cucina vedrò di purificarlo. Non ti preoccupare... fai finta che sia qualcos'altro".

Mentre tutti piluccano la cena cercando di non pensare a quello che stanno mangiando, Agha chiede: "Quindi... libererete gli altri schiavi?"
"Spiacente, abbiamo già una missione" risponde Fiona.
Zigfrid si infila in bocca una galletta: "Così, tanto per sapere... Dove si trova l'accampamento? E quanti sarebbero gli gnoll?"
"Gli gnoll hanno eretto il loro accampamento in una specie di grosso buco nel terreno laggiù sulle colline, scavato probabilmente da nani. Sul fondo c'è anche l'entrata di una costruzione abbandonata, in cui ora vive la sacerdotessa che comanda. E' a mezza giornata da qui. Nell'accampamento vivono circa cinquanta gnoll".
Delorean sputa il boccone che stava masticando: "Sono decisamente troppi per noi quattro!"
"Io propongo di attendere il ritorno dei Turuq qui. Se un gruppo è partito per qualche motivo, presto tornerà" commenta Fiona.
"Ma non sono tutti combattenti, solo una dozzina sanno come si impugna bene un'arma" ribatte esitando Agha. Poi sussurra: "Così Jinn sarà condannata... la mia adorata Jinn..."
"Sono sempre troppi, per me è un rischio inutile" dice Miodrag.
"Potremmo trovare un modo per liberare gli schiavi ed armarli, così loro sarebbero il nostro diversivo con gli gnoll e noi avremmo più libertà d'azione" pensa a voce alta Zigfrid, immerso nei suoi pensieri. "Oppure potremo aspettare qui i Turuq e convincerli a darci una mano. Agha, spiegaci com'è strutturato e gestito questo accampamento".
Mentre Agha disegna con un bastoncino sulla sabbia una piccola mappa, indicando la posizione delle capanne e delle gabbie per gli schiavi, illustra come gli gnoll gestiscono la sicurezza: "C'è un solo accesso per raggiungere il fondo del buco ed è una serie di larghe passerelle di legno che scendono fino a terra. Davanti a questa struttura sono state costruite due casupole di legno in cui ci sono due guardie gnoll. Di notte, altre due percorrono la sponda del buco, una in senso orario ed una in senso antiorario. Tutti gli altri gnoll di notte dormono".
Mentre il mago ed Agha discutono, Fiona e Miodrag continuano a sostenere che sia meglio rimanere all'oasi. Delorean invece rimane in silenzio, combattuto su quale sia la cosa migliore da fare.
Dopo quasi un'ora di discussione, Zigfrid propone di attendere fino a mezzodì del giorno dopo. "Se per quell'ora i Turuq non saranno rientrati, andremo a controllare l'accampamento degli gnoll".
Delorean fa un cenno di assenso ed anche Miodrag e Fiona alla fine acconsentono di malavoglia.

sabato 30 maggio 2015

0022 - Agha

"Io sono Agha" dice l'uomo. Poi si gira, afferra la borraccia e la porta alla bocca. Nemmeno una goccia d'acqua scende dall'imboccatura.
Il chierico gliela toglie gentilmente dalle mani, mormora un'orazione e gliela restituisce piena. Agha comincia ad ingurgitare il liquido e subito dopo sputa il contenuto in un accesso di tosse.
"Piano, un sorso alla volta" dice Delorean, aiutandolo a reidratarsi mentre Zigfrid, Fiona e Miodrag si avvicinano.
"Chi sei? Cosa è successo?" chiede il mago, accucciandosi vicino all'uomo.
"Come ho detto al tuo amico, mi chiamo Agha. Sono un artista".
"Questo risponde solo alla prima domanda" incalza Zigfrid.
"Ero diretto con la mia compagnia teatrale a Lastarr, dove un facoltoso mecenate di Vaelan ci aveva trovato un ingaggio. Siamo stati attaccati da un branco di gnoll. Alcuni di noi hanno tentato di difendere la carovana e sono stati uccisi. Gli altri si sono arresi. Una decina di noi, me compreso, sono stati fatti schiavi".
"Sì, sì, una triste storia. A me interessa cosa è successo qui" taglia corto il mago.
Agha osserva perplesso l'halfling. "Uno dei nostri carcerieri, un esploratore, era venuto qui per recuperare dell'acqua ed ha scoperto che qualcun altro aveva avuto la stessa idea e si era accampato nell'oasi. Si è accorto che c'erano solo pochi uomini che giravano tra le tende, una preda facile per gli gnoll. E' tornato qui con una decina di schiavi, quelli di noi che potevano combattere, ed alcuni sgherri dei suoi. Ci hanno mandato all'assalto per impegnare gli avversari, mentre loro potevano finire i superstiti con facilità".
"Questo spiega perché ci sono così tanti cadaveri vestiti come te" commenta Miodrag.
"Già, io sono l'unico sopravvissuto. Mi sono salvato solo perché ho finto di essere morto e la fortuna mi ha assistito. Qui c'erano molte provviste, quindi non si sono affannati a riportare al campo anche i caduti. Sono sopravvissuto una giornata con quel pugnale piantato nella pancia, all'ombra di questa palma. Sarei sicuramente morto se tu non mi avessi salvato con la tua magia" Agha guarda Delorean e sorride riconoscente.
"Quindi hanno ucciso tutti e razziato l'accampamento" commenta Zigfrid.
"Non proprio, hanno anche fatto quattro o cinque prigionieri" risponde l'uomo. "Scusate se mi permetto, ma... non è che avreste qualcosa da mangiare? Sto morendo di fame".
Fiona estrae un dattero dal sacchetto e lo posa sulla mano di Agha, che comincia a masticarlo piano, assaporando ogni boccone.
"Se gli gnoll non tornano, possiamo accamparci qui. Miodrag, prendi le provviste dal carro" dice la ladra.

venerdì 29 maggio 2015

0021 - grattare il terreno

Nel silenzio che circonda l'oasi, Fiona e Midrag si avvicinano con circospezione al cadavere più vicino al carro, riverso sopra ad una cassa sfasciata. I larghi vestiti neri sono lacerati da segni di lama ed un grosso foro trapassa il corpo da parte a parte, pochi centimetri sopra il cuore.
"E' stato ucciso con una lancia" commenta Miodrag, esaminando la ferita mortale.
Fiona fa un cenno di assenso, mentre perquisisce il cadavere. "A parte i segni del combattimento, è pulito e vestito bene. Probabilmente faceva parte dei Turuq. Non ha nulla addosso. Guarda, i passanti della cintura sono lacerati, probabilmente qualcuno gli ha strappato ciò che portava legato in vita".
"Ok, ma qualcuno... chi?" Miodrag si guarda intorno, poi si alza e si avvicina ad un altro cadavere. L'uomo è vestito con abiti vecchi e laceri, è coperto da uno spesso strato di sporcizia ed è talmente magro che le ossa sporgono. Le ferite recenti ed il sangue misto a polvere di cui è coperto il corpo non riescono a nascondere segni di vecchie ferite, ormai cicatrizzate. "Questo non sembra appartenere ai Turuq, forse faceva parte degli aggressori. Era ridotto male anche prima di iniziare a combattere".
Un rumore alla loro destra attira l'attenzione di entrambi, che si voltano di scatto.
"Qui non c'è nulla, hanno portato via tutto! Carri, viveri, armi... non è rimasto niente" sbraita Delorean uscendo da una tenda.
Poi il chierico nota un movimento al limitare del suo campo visivo. L'istinto spinge il corpo a muoversi prima che il cervello riesca a formulare un pensiero: Non siamo soli!
Il chierico, ascia in mano, comincia a perlustrare con lo sguardo l'ambiente circostante. I cadaveri ricoperti di sangue, le tende piantate tra l'erba bassa, le rocce che emergono dalla sabbia. Tutto è immobile. Solo le piante si agitano debolmente, mosse da una leggera brezza.
Poi il movimento si ripete e Delorean riesce a focalizzare cosa ha attirato la sua attenzione. Il corpo di un uomo appoggiato ad una palma, con un pugnale affondato fino all'elsa che gli esce dall'addome. Le dita della mano destra stanno lentamente grattando il terreno nel tentativo di raggiungere una borraccia, appena fuori dalla sua portata.
Il chierico si inginocchia accanto all'uomo, che gira lentamente la testa e lo guarda senza riuscire a metterlo a fuoco. La mano continua a grattare il terreno, afferrando nient'altro che sabbia e pietrisco. Delorean invoca i poteri della sua divinità ed appoggia le mani sul corpo del moribondo. Quando la magia comincia a guarire le ferite interne, lo sguardo dell'uomo torna improvvisamente vigile e la sua gola manda un suono roco, mentre le sue dita afferranno spasmodicamente manciate di terra.
"Ora questo farà male" dice il mezz'orco, quindi afferra l'elsa del pugnale che gli sporge dal petto e tira. Un fiotto di sangue segue il percorso disegnato dalla lama, finendo sul terreno e sui pantaloni dell'uomo. Un urlo di dolore squarcia il silenzio. Delorean ricomincia a salmodiare e la profonda ferita si richiude velocemente.
"Gr... grazie" dice l'uomo. "Ti devo la vita".
"Questo è poco ma sicuro" esclama Delorean. "Ora dimmi... tu chi sei?"

giovedì 28 maggio 2015

0020 - l'oasi

"COSA!?!" urla Ghazal. "Volete andarvene!?! Adesso? E che ne sarà della spedizione?"
"Staremo via solamente una giornata, forse due. Dobbiamo controllare un sito poco distante e vogliamo approfittare di questa opportunità" spiega Miodrag.
Il mercante è paonazzo, stringe i pugni fino a farli sbiancare e fatica a respirare mentre cerca di frenare la rabbia. "Come faremo senza quattro guardie? Vi rendete conto di cosa state facendo?" sbraita, mentre gli altri mercenari osservano la scena. Alcuni si lanciano sguardi preoccupati, altri invece sembrano tranquilli, come se non fosse un problema loro.
Zigfrid squadra il mercante: "Anche se noi ci allontaniamo per un paio di giorni, potete sempre contare sulla dozzina di uomini che vi sta seguendo. Finora non è accaduto niente, e saremo di ritorno prima che raggiungiate il limitare delle colline. Non c'è nulla di cui preoccuparsi".
"Scordatevi il compenso! Da me non riceverete neanche una moneta di rame!" urla Ghazal, fissando l'halfling con uno sguardo carico d'odio misto a disperazione.
"Sta bene" taglia corto il mago, risalendo sul carro e facendo cenno a Delorean di spronare i cavalli.

Il sole sta calando, portando via con sé il caldo opprimente delle ore precedenti, quando il carro arriva in vista di una conformazione rocciosa in mezzo alle dune del deserto.
"Dietro quello sperone di roccia dovrebbe esserci l'oasi" dice Zigfrid, bevendo un sorso d'acqua dalla borraccia.
"Spero che tu non abbia sbagliato i calcoli, tappo" dice Miodrag. "Qui non sembra esserci nessuno".
Il terreno comincia a farsi roccioso e le ruote del carro scricchiolano sopra i ciottoli, mentre Delorean conduce i cavalli lungo un percorso che sembra esser stato battuto di recente.
Il cerchio di rocce rivela al suo interno un avvallamento dove affiorano piccole polle d'acqua, attorniate da erba, arbusti e palme da dattero, all'ombra delle quali sono state piantate una dozzina di tende. In mezzo all'erba si notano alcuni corpi riversi al suolo.
"Sembra siano tutti morti" dice Fiona, aguzzando la vista. "Ho contato almeno una decina di cadaveri. E quello peloso lì in fondo non mi pare umano".
"Che facciamo?" chiede Delorean, fermando i cavalli. "Chi ha fatto questo macello potrebbe essere ancora qui intorno".
"Avvicinati lentamente a quella pozza d'acqua laggiù" indica Miodrag. "Mentre i cavalli si dissetano, possiamo controllare il campo".
"Un momento, non sappiamo cosa abbia ucciso quelle persone" Zigfrid intima a Delorean di fermarsi, salta giù dal carro e si avvicina all'acqua. Il suo sguardo si concentra sulla superficie della polla, mentre le parole dell'incantesimo gli escono dalle labbra in una fievole cantilena. "Ok, nessun pericolo. Non è avvelenata. Fai abbeverare i cavalli".
Mentre le bestie cominciano a dissetarsi, tutti scendono dal carro e cominciano ad inoltrarsi nell'accampamento.

mercoledì 27 maggio 2015

0019 - fulmini nella notte

La carovana si incammina sull'unica strada che collega Assur a Lastarr, sulla quale i segni delle ruote dei carri hanno scavato solchi profondi, che si riempiono di sabbia sottile all'alzarsi del vento e si svuotano al passaggio dei mezzi.
Mentre il sole sorge, il deserto si manifesta in tutto il suo splendore: la dune di sabbia che circondano la città assumono toni arancioni, in netto contrasto con i colori scuri delle montagne Curna che sullo sfondo delimitano l'orizzonte.
I giorni e le notti si susseguono tranquilli e la carovana procede spedita, senza incontrare pericoli o intoppi.
Alla sera del decimo giorno di viaggio, la carovana si ferma per affrontare i rigori notturni del deserto. Vengono decisi i turni di guardia, il cuoco prepara la cena e la distribuisce equamente a tutti, poi ognuno srotola il proprio giaciglio e si stende a dormire. Dopo una decina di minuti un sonoro russare copre i rumori del deserto.
Miodrag osserva gli altri due mercenari che stanno facendo la guardia assieme a lui. I pensieri vagano alle notti di guardia nelle grotte del Dambrath, dove l'unico vero compagno era l'onnipresente fango.
Alcuni bagliori ad ovest riscuotono lo spadaccino dai suoi pensieri. Sembrano fulmini in mezzo al deserto, abbastanza lontani da non suscitare eccessiva preoccupazione, ma comunque decisamente strani.

"Sarà una sacca di umidità nelle vicinanze di una polla d'acqua sotterranea" minimizza Ghazal.
"E' strano vedere fulmini nel deserto, soprattutto così bassi all'orizzonte" ribatte Miodrag.
"Se li hai visti nel punto in cui mi hai indicato, non c'è nulla di cui preoccuparsi" dice Ghazal, fissando l'orizzonte. "La nostra strada porta a sud ovest, quindi eviteremo quella strana tempesta".
"Non era una tempesta. Non c'erano nuvole in cielo" mormora tra sé lo spadaccino, tornando dai compagni.

Gli strani fulmini li accompagnano nelle notti successive, sempre più vicini e sempre nello stesso punto. La preoccupazione comincia a contagiare anche Ghazal, che non è più così baldanzoso come prima. Molte delle guardie faticano a prendere sonno, perciò decidono di tenere compagnia a coloro che fanno i turni di guardia.
E la stanchezza comincia a farsi sentire.

martedì 26 maggio 2015

0018 - proposta di lavoro

Ghazal si presenta come un uomo d'affari che, a causa delle voci sulla sfortunata sorte delle carovane partite per Lastarr o Radapur, non si sente sicuro a viaggiare senza scorta, come era sua consuetudine fare fino all'anno scorso.
"E' per questo che sto cercando persone valide. E se avete passato la selezione dei miei uomini, dovete esserlo di certo!" esclama, guardando soddisfatto la massiccia corporatura di Delorean. "La paga è una moneta d'oro al giorno, e vi verrà offerto vitto e alloggio".
"Abbiamo un nostro mezzo con cui accompagnarvi" dice Miodrag. "Un mecenate ci ha messo a disposizione un carro dei suoi per il viaggio".
"Dato che posso utilizzare uno dei miei carri per ulteriori mercanzie, posso offrire a ciascuno di voi una moneta d'argento al giorno in più. Pagamento all'arrivo, s'intende".
"Come all'arrivo!?!" esclama Miodrag. "Non vedremo il becco d'un quattrino per un mese?"
Zigfrid guarda lo spadaccino con aria di sufficienza: "E' normale che ci paghi all'arrivo. Sta portando la sua merce a Lastarr, avrà i soldi per pagarci solo dopo che l'avrà venduta".
"Il suo amico è perspicace e sa come gira il mondo!"
Delorean si avvicina a Zigfrid: "Ma se noi li abbandoniamo a metà strada" gli sussurra all'orecchio, "non vedremo un soldo".
Zigfrid fa spallucce: "In fondo è solo una copertura". Poi, rivolto verso il mercante: "Ok, ci stiamo. Quando si parte?"
"Domani mattina, prima che sorga il sole" risponde Ghazal. "Fatevi trovare pronti".

Dopo aver recuperato un carro da deserto dai magazzini della Casata della Sabbia ed aver ricevuto le istruzioni su come gestire i cavalli e le loro razioni di cibo ed acqua, il gruppo passa la notte in una locanda che si affaccia sulla via principale, a pochi passi dalla casa del mercante.
I rumori provenienti dalla strada, dove sono in corso i preparativi per la partenza, svegliano di soprassalto gli avventurieri, che si affrettano a raccogliere i loro averi e a raggiungere il mercante. Quando il carro si accoda alla colonna, la carovana è ormai pronta a partire.

lunedì 25 maggio 2015

0017 - stato di servizio

Nel primo pomeriggio la nave raggiunge la città di Assur, che domina la costa dalla cima di un promontorio. I torrioni del muro perimetrale svettano sopra le basse case dai tetti piatti. Un frenetico viavai di persone e carretti percorre i tornanti che collegano la città alta al porto.
La Rayo de Sol attracca e, dopo aver ringraziato il capitano, il gruppo si avventura alla ricerca di una spedizione a cui aggregarsi. Un venditore ambulante li indirizza alla volta del mercante Ghazal, che sta assumendo mercenari per un viaggio verso Lastarr.
Dopo aver attraversato la zona del mercato gli avventurieri raggiungono la casa indicata, davanti alla quale una nutrita folla attende il proprio turno per farsi ingaggiare, mentre due addetti fanno la prima selezione sotto la sorveglianza di alcune guardie private.
"Conviene passare da dietro" sussurra Zigfrid, osservando il lento procedere della coda.
"Se facciamo come dici tu ci sbattono fuori prima ancora di poterci presentare" commenta Miodrag.
Il gruppo attende una mezz'ora in coda insieme agli altri candidati. Molti vengono respinti e si allontanano borbottando colorite minacce, ma nessuno si azzarda a metterle in pratica davanti alle guardie personali del mercante.
"Salve, sono Masoud. Chi siete e perché dovremmo assumervi?" dice l'impiegato, dopo un vistoso sbadiglio.
Mentre Miodrag e Zigfrid aprono la bocca per rispondere, Delorean estrae un documento dalla sacca e lo appoggia sulla cartelletta dell'uomo. "Questo è il mio stato di servizio".
Masoud guarda perplesso il foglio, poi comincia ad esaminarlo attentamente.
"Documento interessante, signor Delorean. I tuoi compari, invece...?"
"Facevamo parte della stessa pattuglia nel Dambrath"
"Direi che avete credenziali sufficienti, potete passare!" Masoud si scansa ed apre la porta. L'uomo che sta parlando con l'altro impiegato non ha la stessa fortuna e si allontana scuotendo la testa.
"Visto? Voi mi prendevate in giro perché mi portavo dietro quel pezzo di carta. E alla fine è servito!" esclama gongolando Delorean.

domenica 24 maggio 2015

0016 - preparativi per il viaggio

Dopo un pomeriggio passato a fare acquisti tra le bancarelle del mercato ed i negozi specializzati in equipaggiamento da deserto, il gruppo si riunisce attorno ad un tavolo alla Duna di Zaffiro.
"Potevamo partire subito, invece di perdere tempo al mercato" borbotta Zigfrid.
"Non ero certo di trovare ad Assur l'equipaggiamento che abbiamo acquistato qui" dice Miodrag, aggiustandosi la cintura del suo nuovo vestito da deserto.
"Per fortuna la tratta tra Vaelan ed Assur è ben coperta dalle navi di Amir" commenta Fiona, "c'è una nave che parte domani mattina. Galoppare per tre giorni non mi faceva molta voglia".
"Poi dovremo seguire il consiglio di Amir e trovare una carovana che ci accompagni per il primo tratto. Viaggeremo più sicuri" dice Delorean, raccogliendo gli ultimi bocconi dal vassoio.
"Non è un'idea stupida: se qualche spia Turuq è in città, non desteremo sospetti" replica il mago.

L'alba di Vaelan illumina le banchine del porto, popolate da marinai che lavorano alacremente per trasportare a bordo delle navi le merci destinate a porti vicini e lontani. Piccole nuvole si rincorrono in mare aperto, formando figure strane e mutando di continuo. Il vento che soffia da est porta il profumo del mare.
"La traversata sarà piacevole" commenta Fiona, annusando l'aria. "Il mare è calmo e stando sotto costa eviteremo le onde più alte".
"Le onde mi muovono lo stomaco" dice Delorean, con il ricordo dell'ultimo viaggio ancora ben chiaro in mente.
"Eccola lì, la Rayo de Sol" Zigfrid punta il dito verso una piccola nave attraccata al molo di fronte a loro. "Le indicazioni del marinaio erano corrette. Sbrighiamoci, non voglio sprecare altro tempo".

sabato 23 maggio 2015

0015 - il resoconto

"Avete capito chi c'è dietro il tentativo di rapimento?"
"Signor Sandstone, abbiamo interrogato il detenuto, che ci ha rivelato che fa parte dei Dervisci Turuq. Il loro capo è Kamal. Abbiamo anche esplorato il loro covo in città e trovato questa" dice Zigfrid, tirando fuori la mappa dalla borsa.
"Interessante... i Turuq sono dei mercenari che lavorano per il miglior offerente. Mi chiedo chi li abbia assoldati" riflette a voce alta Amir.
"Ci sarebbe un'altra cosa" dice Delorean. "Il loro covo è la terza casa dopo la colonnina in Via del Corallo. Quei delinquenti hanno assassinato tutta la famiglia e nascosto i loro corpi in uno stanzino. Meriterebbero una degna sepoltura, solo che se parliamo di questo alle guardie dovremmo anche spiegare come facciamo a saperlo".
"Di questo posso occuparmene io" risponde il nababbo.
"Meglio così, non vogliamo guai con l'autorità" il chierico abbozza un sorriso.
Amir prende da un cassetto un voluminoso borsello. "Vi siete comportati bene e questa è la vostra ricompensa. Non mi aspettavo che trovaste le informazioni in così breve tempo. Ecco per voi dieci monete d'oro a testa".
"Grazie mille!" esclama Fiona, afferrando la saccoccia. "Poi dividiamo" sussurra agli altri, che guardano il denaro sparire nella sua borsa.
"Ora eccovi il vostro prossimo incarico: trovate l'accampamento dei Turuq, parlate con Kamal. Voglio sapere chi li ha assunti. E non deve più tentare di rapire mio figlio. La cosa migliore sarebbe che iniziassero a lavorare per noi. Potete anche pagarli, ma non troppo... otterrebbero comunque lo scopo per cui sono stati assunti. Se invece non vogliono sentire ragioni" conclude Amir, serio. "Ammazzateli".
Un brivido corre lungo la schiena degli avventurieri. Zigfrid rompe il silenzio: "Quanto dovrò sporcarmi il vestito?"
Lo sguardo perplesso di Amir fa capire al mago che quel comune modo di dire del Dambrath è sconosciuto tra la gente del Durpar.
"Vorrei capire di quanti avversari stiamo parlando..."
"Non posso essere preciso, ma le storie sui Dervisci Turuq indicano che il gruppo è composto da circa una ventina di persone".
"Se le cose stanno così, è una missione suicida".
"Infatti l'idea è quella di convincerli a lavorare per noi" sorride il nababbo. "Ed è per quello che avrete una grossa ricompensa".

"Beh, ci è andata bene" dice Fiona. "Abbiamo guadagnato in mezza giornata più di quanto avremmo potuto fare con il viaggio verso Radapur!"
"Certo" replica Miodrag, scuro in volto. "Dobbiamo solo convincere un gruppo di venti tagliagole a lavorare per Amir. O forse dovremo solo ammazzarli. Semplice no? E comunque l'unica cosa che volevo era evitare il deserto. Ed adesso cosa ci aspetta? Il deserto".
"Sempre meglio delle caverne piene di ragni nel Dambrath" commenta Zigfrid.

venerdì 22 maggio 2015

0014 - la cantina

Gli stretti scalini conducono ad uno basso corridoio, che dopo una decina di passi svolta a destra. Il gruppo sbircia oltre l'angolo, notando una grossa porta di legno con vari rinforzi in metallo.
"Chissà se il padrone di casa era un appassionato di vini" bisbiglia Miodrag, girando la maniglia.
"Aspetta, fammi contr..." cerca di bloccarlo Fiona.
Dalla serratura scaturisce una fiammata che investe in pieno lo spadaccino, raggiungendo anche i mantelli di Delorean e Zigfrid.
"Ma perché ogni volta che fai strada tu finisce in questo modo?" commenta il mago, leccandosi le dita e spegnendo un lembo del suo vestito.
"Co... cosa è successo?" balbetta Miodrag, avvolto da un leggero fumo grigio.
"Mi pare ovvio, no? Il padrone di casa ha intrappolato un drago dietro la porta e chiunque provi ad aprirla si prende una scarica del suo fiato" risponde serio Zigfrid.
"Un drago!?! No, io lì dentro non ci voglio entrare" esclama Delorean, facendo un passo indietro.
"Ma sei sicuro, mago?" dice lo spadaccino. "Quindi se colpisco la porta il drago si incazza?"
Tutti saltano indietro quando Miodrag percuote con il palmo della mano la porta, che regala al malcapitato un'altra fiammata. "Ahia... ma è stupefacente! Dev'essere un mago molto potente" conclude, sbuffando una nuvoletta di fumo.
"Ma sei scemo? Vuoi arrostirci vivi?" ringhia il mezz'orco.
Fiona si mette a ridacchiare quando nella sua mente compare l'immagine di un drago gigantesco con una narice appoggiata al buco della serratura. "Che fesso... ancora non hai capito quando il tappo ti prende in giro?"
Si avvicina e comincia ad esaminare l'interno della serratura. Attorno al bordo sembrano incise delle parole in un linguaggio a lei sconosciuto, che brillano di una fioca luce. Utilizzando i suoi attrezzi, riesce a cancellare alcuni caratteri, spezzando l'incantesimo. Il grimaldello fa il resto e la porta sia apre.

La cantina è illuminata da una piccola finestrella vicina al soffitto, sotto la quale sono disposti un paio di tavoli, ingombri di carte ed attrezzi. Miodrag comincia ad esplorare per prima cosa la rastrelliera dei vini, in cui sono infilate una mezza dozzina di bottiglie.
Fiona e Zigfrid squadrano lo spadaccino e, mentre Delorean continua ad esaminare la porta cercando tracce del drago, i due cominciano a frugare tra le carte. "Eccola!" esclama la mezz'elfa, estraendo una pergamena arrotolata da un contenitore in cuoio.
"Il nostro lavoro è finito, portiamo la mappa al signor Sandstone e prendiamoci la ricompensa" esclama Zigfrid, dirigendosi verso l'uscita.
"Un momento! Non penso che il morto sentirà la mancanza di queste!" sorride Miodrag, afferrando le bottiglie di vino ed infilandole nella tracolla.

giovedì 21 maggio 2015

0013 - nessuno in casa

L'esplorazione del piano terra sembra confermare il presentimento della ladra: gli inquilini non sono in casa. Una perlustrazione accurata non rivela nulla di utile. Solo lo studio attira l'attenzione del gruppo, dove c'è una piccola libreria che Zigfrid ispeziona accuratamente. "Solo tomi di storia e geografia, non vedo nessuna mappa infilata tra le pagine".
Poi il suo occhio nota un elemento che stona con il resto dei volumi presenti sugli scaffali, un libro dal dorso nero e dalla rilegatura in oro.
Sembra un libro di magia. Che ci fa qui? Il padrone di casa è forse un mago? Sfilandolo, l'halfling nota che è chiuso da un lucchetto fissato alla copertina. "Fiona, mi dai una mano?"
La ladra controlla che non ci siano trappole sulla serratura, poi le sue abili mani fanno scattare il meccanismo.
Zigfrid apre la prima pagina del libro. Un turbinio di parole si muovono sulla superficie del foglio, rendendo impossibile leggerne il contenuto.
"E' protetto magicamente" borbotta il mago, poi si concentra e declama una complessa formula. Le lettere sulla pagina tornano al loro posto, componendo le istruzioni di un incantesimo.
"Lo affronterò più tardi" mormora tra sé e sé, chiudendo la copertina. Il lucchetto si richiude da solo ed il libro viene avvolto da una luce violacea.
Zigfrid, pensieroso, infila il tomo nello zaino. "Qui non c'è altro da vedere. Cerchiamo di sopra".

Gli avventurieri stanno salendo lentamente le scale facendo attenzione a non far scricchiolare i gradini, quando uno sgradevole odore arriva alle loro narici.
"Qui è da tanto che non svuotano i pitali" sussurra Miodrag, con una smorfia.
"Non mi pare puzza di escrementi... sembra provenire da qui" fa cenno Fiona, indicando una porta. "Controlliamo?"
Quando la ladra gira la maniglia e apre, il tanfo di morte e putrefazione che esce dal piccolo sgabuzzino colpisce il gruppo come un pugno allo stomaco. Tre corpi sono accatastati sul pavimento, la gola squarciata ed i vestiti coperti di sangue: un uomo dai capelli grigi, una donna in carne ed un bambino poco più che adolescente. Svariati blocchi di ghiaccio, appoggiati alle pareti, si stanno lentamente sciogliendo.
Delorean si china sui cadaveri per esaminarli. "Sono freddi! Potrebbero essere stati uccisi due giorni come due settimane fa!"
"Due settimane fa? Com'è possibile? Il ghiaccio non è si è ancora sciolto!" ribatte stranita Fiona.
Delorean si concentra ed invoca il potere divino. I blocchi rilasciano una flebile luce azzurrina. "Sono stati congelati con la magia. Probabilmente dall'incantatore che abbiamo incontrato nel vicolo".
Esaminando i resti, l'occhio esperto della ladra nota un anello al dito dell'uomo. "Quel sigillo l'ho già visto in salotto. Questi sono i vecchi padroni di casa" dice Fiona, disgustata.
"Il simbolo è differente da quello inciso sulla copertina, quindi il libro che ho trovato non era suo..." mormora Zigfrid.
"Ormai per loro non possiamo fare più nulla" Delorean si china per una benedizione, mormora una  breve preghiera, poi chiude la porta. "Proseguiamo".

Un ringhio dietro la porta successiva rompe il silenzio nella casa. Tutti si immobilizzano. Miodrag impugna una spada, poi avanza circospetto e mette mano alla maniglia. Anche gli altri estraggono le armi e si preparano.
"Pronti?"
Lo spadaccino gira il pomello e spinge con circospezione la porta. Un grosso cane balza nel pertugio e si aggrappa al suo polso, affondando i denti nella carne. Miodrag con un urlo scuote il braccio liberandosi della bestia, poi entra nella camera ed gli affonda la spada nella gola. Il cane si affloscia sul tappeto, inondandolo di sangue.
Delorean esamina polso del compagno, poi vi appoggia sopra una mano e mormora una preghiera. Un bagliore bianco avvolge la mano di Miodrag e la ferita si richiude.
Nel frattempo Fiona perlustra brevemente la camera e non trova niente di utile. Nessuna mappa, nessun bottino. "Ci manca solo la cantina".

mercoledì 20 maggio 2015

0012 - il diversivo

"Un pezzo d'oro e questa bellissima stoffa è sua!" esclama il mercante.
"Una moneta d'oro?! Ma è un furto!" esclama Miodrag, rimettendo a posto il telo arrotolato.
"Guardi che questa merce proviene da Chavyondat! Vale tutto il denaro che le chiedo" ribatte piccato il mercante.
"Lei mi sta truffando!" urla Miodrag, mentre gli altri potenziali acquirenti si girano a guardare.
"... cheapskate" mormora l'uomo a denti stretti.
"Scusi? Come ha chiamato il mio amico?" interviene Delorean.
"Dicevo... lei è troppo abile negli affari, vuole rovinarmi!" replica il mercante.
Un drappello di guardie si ferma, cercando di capire da dove vengono le urla. "Cosa sta succedendo? C'è qualche problema?"
"Questo... truffatore mi ha dato del cipqualcosa!" esclama Miodrag, indicando l'uomo dietro la bancarella. "Avanti, ripeta come mi ha definito!"
"Cheapskate..." dice il mercante, abbassando gli occhi.
"Nel dialetto dell'Estagund vuol dire spilorcio" spiega una guardia.
"Ecco! Vedete?! Mi ha insultato!"
"Si calmi, non mi pare il caso di litigare per una sciocchezza come questa" replica la guardia, cercando di calmare gli animi.
"Non faremo più affari con lei" sentenzia Delorean, afferrando Miodrag per un braccio ed allontanandosi, mentre le guardie lanciano ai due sguardi curiosi.
"Ma... ma... quel che dite non ha senso! da me non avete mai comprato nulla!" sbraita il mercante, tra l'ilarità generale.
Le guardie scuotono la testa e si allontanano.

Lo spadaccino ed il chierico tornano verso il covo di Jorik, mentre la porta si apre e compare Fiona.
"Allora, la smettete di far casino? Come al solito devo pensare a tutto io" li accoglie la ladra.
"Ma se abbiamo inscenato un diversivo perfetto!" esclama Miodrag, entrando in casa.
"Sì, come dici tu" dice Fiona, richiudendo la porta. "In casa non sembra esserci nessuno, comunque".

martedì 19 maggio 2015

0011 - Via del Corallo

Il sole è quasi allo zenit quando il gruppo svolta in Via del Corallo. Il caldo soffocante ha svuotato le strade, i pochi che ancora non sono rientrati si fermano al riparo dei portici o sotto le tende dei mercanti che espongono i propri beni in vendita, prendendo fiato in attesa di proseguire per la loro strada.
"Ecco la colonnina, quindi quella lì dovrebbe essere il covo di Jorik" dice Miodrag, avviandosi verso una costruzione a due piani.
"Qualche idea su come entrare? Non penso che bussare sia una buona idea" sussurra Fiona, asciugandosi la fronte davanti alla porta sbarrata. "Le uniche finestre sono quelle al piano superiore, e non mi pare il caso di attirare l'attenzione scalando l'edificio con tutta la gente che guarda".
Delorean si avvicina alla porta e prova la maniglia. "Purtroppo non hanno dimenticato la porta aperta" commenta, ritornando dai compagni.
"Potremmo distrarre la gente mentre tu tenti di aprire la porta" propone Miodrag, guardandosi attorno. "Compriamo un tappeto o un telone, magari possiamo usarlo come copertura..." dice lo spadaccino, dirigendosi verso un carretto. Delorean lo segue, cercando di seguire il ragionamento del suo compagno di viaggio.

Fiona scuote la testa sconsolata. Certo, così attiriamo meno l'attenzione... come hanno fatto a non farsi ammazzare nel Dambrath?
La ladra si guarda intorno in cerca di un modo di aggirare l'isolato. Un vicolo sembra fare al caso suo. Con circospezione entra nello stretto passaggio tra i due edifici e sbuca in un cortile interno, in cui sembra non esserci nessuno. Si avvicina al retro della casa e nota che al primo piano si apre un terrazzino.
Dopo una breve rincorsa, Fiona salta. Gli stivali fanno presa sul muro e la ladra si appende al parapetto, poi con una capriola si ritrova sul terrazzino. Solo in quel momento nota un paio di ragazzini che guardano in su, nella sua direzione, rapiti dalla sua prodezza. Per un attimo rimane immobile, terrorizzata dalla possibilità che avvertano qualcuno. Ma i due le sorridono e si rimettono a leccare un gelato mezzo sciolto.
Fiona si tranquillizza e fa loro l'occhiolino, poi si gira per esaminare la terrazza: due porte conducono al primo piano dell'abitazione. Dopo pochi secondi il lucchetto che chiude la porta più grande si apre con un clic. La ladra sbircia dentro, assicurandosi che non ci sia nessuno. Con passo felpato attraversa la grande stanza, raggiunge le scale e scende al piano terra. La serratura chiusa dall'interno ha ancora la chiave nella toppa.
Strano, come sono usciti? pensa Fiona, mentre gira la maniglia.

lunedì 18 maggio 2015

0010 - interrogatorio

"Immagino che vogliate interrogare Jorik, l'unico sopravvissuto di ieri notte. A me sta bene, ma una guardia sarà presente durante l'interrogatorio" dice il capitano.
"Nessun problema" ribatte Miodrag.
Il gruppo viene accompagnato in una piccola stanza dove ad un capo del tavolo c'è seduto il mercenario, che li guarda con aria di sfida. Una guardia accanto alla porta attende in piedi.
"Chi si vede! Siete venuti a trovarmi? Che carini..." sogghigna Jorik.
"Vogliamo sapere per chi lavori" dice Fiona.
"Fatemi pure tutte le domande che volete, io non vi dirò nulla" dice Jorik, incrociando le braccia e sorridendo alla guardia.
Miodrag si avvicina al soldato accanto alla porta. "Salve, come ti chiami?"
"Mi chiamo Laidan" risponde l'uomo.
"Bene, ora che ci conosciamo, potresti lasciarci soli?"
 Gli ordini sono che rimanga qui per la salute del prigioniero" balbetta la guardia.
"Dimmi, quanto guadagni per il tuo solerte lavoro?" gli sussurra Miodrag all'orecchio.
"Ehm... una moneta d'agento al giorno, signore".
"E che ne diresti di uscire dalla stanza per una moneta d'oro?"
"Ma, signore, non posso... gli ordini..."
"Facciamo due?"
Jorik strabuzza gli occhi quando il soldato si infila le monete in tasca ed apre la porta. "Non puoi uscire! Lo farò sapere al tuo superiore!"
"Sarà la tua parola contro la nostra e lui negherà tutto" ribatte sorridendo Miodrag.
"Ah, Laidan... potresti portarmi un secchio?" dice Delorean alla guardia.

"E' stato più semplice del previsto" commenta Delorean, asciugandosi le mani e guardando Jorik disteso per terra, che cerca di riprendere fiato tra i continui colpi di tosse.
"Occorreva tutto questo per rivelarci che fai parte dei Dervisci Turuq e lavori per un tipo di nome Kamal?" dice Miodrag, rivolto al mercenario.
"Ora bisogna andare a controllare il suo covo" dice Fiona, cercando di non pensare all'interrogatorio. Ed al secchio. "La terza casa di Via del Corallo, a partire dalla colonnina a sinistra. A quanto pare dovrebbe esserci una mappa che indica dove si è accampato il suo capo".
"Ha detto che sarà lì per un mese, poi si sposterà" puntualizza Miodrag.
"Ok, allora non perdiamo tempo" dice Delorean, dando un calcio al secchio.

domenica 17 maggio 2015

0009 - primo incarico

Dopo aver firmato le carte, Amir sorride e si rivolge ai nuovi assunti: "Ecco il vostro primo compito. Probabilmente il tentativo di rapimento è stato ordito da qualcuno che voleva estorcermi del denaro per rovinare la mia ascesa al potere. Forse addirittura una Casata tra quelle escluse. Voglio che scopriate chi vuole la mia rovina".
"Siamo liberi di indagare a modo nostro?" chiede Zigfrid.
"Rispettate le leggi cittadine ed evitate di portare disonore alla Casata. Per il resto, potete lavorare come più vi aggrada" risponde il nababbo.
"Potremmo interrogare il sopravvissuto all'aggressione, solo che non abbiamo alcuna autorità presso la guardia cittadina" dice Delorean.
"Portate con voi questi, vi garantiranno alcuni privilegi, tra cui quello di parlare con il prigionieri" dice Amir, consegnando dei medaglioni con incisa una clessidra.

Dopo una breve camminata sotto il sole, il gruppo raggiunge la Lama della Giustizia, dove c'è la prigione di Vaelan e la sede della guarnigione. Una grossa costruzione squadrata, in contrasto con l'architettura della città, si staglia tra le case.
"Dobbiamo vedere un prigioniero" dice Zigfrid ad una guardia appena oltre alla porta, mostrando il medaglione. Questa, dopo un attimo di perplessità, conduce i quattro avventurieri in un piccolo ufficio, dove una donna dalla pelle scura siede dietro ad una scrivania. Senza degnare di uno sguardo i nuovi arrivati, continua ad appuntare alcune cose su un registro.
"Capitano, queste persone chiedono di vedere un prigioniero" dice la guardia.
"Falli accomodare, mentre finisco questo rapporto" dice la donna senza alzare gli occhi dal tavolo.
"Atteggiamento deciso, muscoli ben delineati... non male" sussurra Miodrag a Delorean.
"Ed ho anche un buon udito, uomo" risponde il capitano, alzando gli occhi sullo spadaccino. "Quindi voi volete vedere un prigioniero. Di chi si tratta? E perché dovrei farvelo incontrare?"
"Signora, ieri notte tre furfanti hanno tentato di rapire il figlio del signor Sandstone e noi gli abbiamo salvato la vita" dice Miodrag. "Dato che ora lavoriamo per la Casata della Sabbia, vorremmo poter interrogare il prigioniero per avere più informazioni sul rapimento".
"Ah, quindi siete voi i responsabili di quel casino" dice la donna, alzandosi. "Penso di dovervi ringraziare per aver risolto la questione, anche se uccidere delle persone dentro le mura di Vaelan sarebbe illegale..."
"Non abbiamo iniziato noi la scaramuccia, ci siamo solo difesi" sottolinea Zigfrid. "All'ingresso la guardia ha detto che ci si poteva difendere! Lo ricordo bene!"
"Sì, piccoletto, ho già detto che non ci sono problemi per ieri sera. Comunque gradirei sapere i vostri nomi" ribatte la donna con un sorriso. "Io sono Malika Morningstar, il capo della guardia cittadina di Vaelan. Voi siete?"

sabato 16 maggio 2015

0008 - Amir della Casata della Sabbia

"Quanto vuole per queste due mappe?"
"Una moneta d'argento sia per quella della città sia per quella del Durpar, bella signora" risponde la vecchia mercante.
"Mi sembrano un po' care, sono parecchio rovinate"
"Ok, va bene una d'argento e cinque di rame?" sbuffa la vecchia. Zigfrid continua a sfogliare un libro, mentre Fiona mette mano al portamonete.
"Dato che hai il borsello in mano, puoi comprarmi anche questi due libri?" dice Miodrag. "Magari ci tornano comodi se dobbiamo girare nel deserto. Una moneta d'oro ciascuno, vero?"
Ad un cenno affermativo della mercante, Fiona appoggia le monete sul palmo della sua mano.
"Ehi, carina, hai confuso le monete! Qui ce ne sono due d'argento che dovrebbero essere d'oro" dice la vecchia con un sorriso che mette in mostra i denti marci.
"Mi scusi... devo essermi confusa" risponde piccata Fiona.
"Nessun problema, sono cose che succedono" dice la vecchia, infilando le due monete nel suo borsello.

"Probabilmente controlla con più attenzione le monete d'oro che quelle d'argento" sussurra Miodrag, mentre si allontanano in direzione del cortile Nador. "Per le mappe che cosa gli hai rifilato?"
"Non so assolutamente di cosa tu stia parlando" ribatte Fiona, giocando con una moneta di legno.

Dopo una mezz'ora di camminata, i quattro avventurieri si ritrovano dinnanzi alla costruzione che ospita la Casata della Sabbia. Un'edificio circolare imponente, con la cupola a bulbo e due costruzioni più piccole che danno sulla strada. La porta sotto la tenda è chiusa per evitare che entri la sabbia. Una grossa insegna con scritte in oro indica che sono nel posto giusto.
Miodrag precede il gruppo all'interno dell'atrio. Dietro ad un lungo bancone tre donne dal bell'aspetto stanno riempiendo dei moduli. A parte alcune sedie finemente lavorate, il resto dell'arredamento è spartano. Due porte alle spalle delle impiegate conducono all'interno dell'edificio.
"A quanto pare siamo i primi della fila" dice Zigfrid, dirigendosi da una delle donne ed arrampicandosi sullo sgabello.
"Salute a voi, stranieri. Desiderate vendere o acquistare?" dice la donna, con un sorriso.
"Desideriamo ritirare" ribatte il mago, posando il ciondolo sul bancone.
Le tre donne smettono immediatamente di scrivere e cominciano a parlottare tra loro.
"Attendete un momento" dice la donna, poi apre una delle porte e scompare chiudendosela alle spalle. Torna dopo qualche minuto e con un sorriso dice: "Se volete seguirmi, vi è stata accordata udienza".

Il gruppo attraversa la porta ed entra in una specie di chiostro, dove è presente una piccola piscina incastonata nel pavimento di piastrelle finemente lavorate. Da alcune colonne pendono tende di seta semitrasparente e ci sono cuscini e divanetti dall'aria raffinata e costosa. Una luce fioca entra da un lucernario dal vetro satinato.
"Prego, seguitemi". L'impiegata fa strada lungo alcuni corridoi pieni di porte senza targhetta fino all'ennesima porta, che questa volta è socchiusa. I quattro avventurieri entrano nella stanza, dove è presente un'ingombrante scrivania, alle spalle della quale tra due finestre che danno su un cortile interno c'è un enorme quadro che raffigura un uomo dall'aspetto austero, vestito con abiti sgargianti. Alla scrivania è seduta la persona raffigurata nel ritratto, che si alza per accogliere gli ospiti.

"Buongiorno, io sono Amir" si presenta l'uomo. "Ieri notte avete salvato quell'inetto di mio figlio da un tentativo di rapimento" dice guardando verso destra. Solo ora tutti si accorgono della presenza del giovane Gamal.
"Effettivamente se l'è vista brutta" puntualizza Miodrag, gli occhi fissi sul nababbo.
"Avete dimostrato notevole abilità ed intelligenza, a differenza di Gamal" continua l'uomo, serio in volto. "E queste sono cose che la Casata della Sabbia apprezza. Immagino siate venuti qui per ottenere una ricompensa..."
"Signore, suo figlio aveva parlato di un possibile lavoro" dice Delorean.
"Capisco. I vostri talenti possono essere molto utili alla mia Casata, quindi posso offrirvi un contratto" dice Amir, tirando fuori dei documenti da un cassetto.
"Addirittura un contratto? Non so mica se ho voglia di firmare" sussurra Miodrag all'orecchio di Fiona.
"Vediamo che propone" ribatte Fiona con un filo di voce.
"Essendo voi stranieri, probabilmente non sapete come funzionano le cose qui a Vaelan e nel Durpar. Le casate più ricche del Durpar, e si può dire senza peccare d'immodestia dell'intero Faerun, fanno parte dell'Alto Consiglio di Vaelan e governano il Durpar, promuovendo le leggi e favorendo il commercio e la prosperità del paese. La Casata della Sabbia è entrata solo quest'anno nel Consiglio" il nababbo fa una piccola pausa. "Solo il duro lavoro ci ha portato dove siamo. La Casata viene gestita come una grande famiglia, in questo modo il bene della Casata è il bene di tutti".
"In che senso?" interrompe Delorean, grattandosi la testa.
"Tutti quelli con cui stipuliamo un contratto come quello che sto offrendo a voi fanno parte della Casata. Vi verrà dato uno stipendio fisso e potrete guadagnare di più servendo la Casata in due modi: facendola guadagnare o evitando che le ricchezze diminuiscano" risponde Amir. "Dovete seguire queste tre semplici regole. Lealtà, fedeltà ed onestà alla Casata della Sabbia. Potete ricevere incarichi da me o da alcuni miei sottoposti, stipulare contratti per conto nostro e accrescere la ricchezza della Casata in tanti altri modi. Vi si chiede il dieci per cento dei guadagni, ma in cambio vi verranno forniti svariati servizi".
"Lo stipendio fisso a quanto ammonta?" chiede Miodrag.
"Dieci monete d'oro a settimana, finché svolgerete lavori per noi, più alcuni bonus in base a come porterete a termine i vostri incarichi. E' abbastanza?" risponde serio Amir.
"Tre monete a settimana in più di quelle offerte per la carovana, e non dobbiamo farci due mesi nel deserto" sussurra lo spadaccino a Fiona.

Dopo qualche rapido sguardo, tutti e quattro esclamano all'unisono: "Dove bisogna firmare?"

venerdì 15 maggio 2015

0007 - discussioni alla Duna di Zaffiro

La serata trascorsa alla Duna di Zaffiro è stata piacevole. La birra è scorsa a fiumi, soprattutto giù per l'esofago di Delorean, ed i discorsi al tavolo si sono incentrati sullo strano incontro nel vicolo. Poi la stanchezza per il lungo viaggio ha preso il sopravvento e tutti si sono ritirati nelle loro stanze.
"Finalmente una sana notte di sonno in un vero letto" pensa Fiona, mentre si distende tra le morbide lenzuola.

"Hai già ordinato?" dice la ladra, mentre prende posto accando a Miodrag.
"Ovvio che sì! Latte di cammello e fette di dolce per tutti. Sai bene cosa succede se Delorean non mangia subito dopo le sue preghiere" risponde lo spadaccino.
"Il bestione non è ancora sceso?" esclama Zigfrid, accomodandosi al tavolo.
"La volta che ti sente fai una brutta fine, lo sai?" gli risponde Fiona.
"Vedremo, vedremo..." sogghigna il mago, mentre comincia a guardarsi attorno. "Oh, ecco il brutto addormentato che fa la sua comparsa. Dormito bene?" ridacchia, mentre Delorean si siede.
"Sempre la solita solfa, eh? Sei fortunato che non hai nessun piatto davanti, sennò te l'avrei messo per cappello" ringhia il chierico. "Dov'è la mia colazione?!"

Dopo aver finito di mangiare, Fiona introduce l'argomento di cui hanno già parlato la sera prima. "Allora, cosa avete intenzione di fare oggi?"
"Potremmo aspettare di vedere cosa scende dalla prossima nave in arrivo. L'hai sentito anche tu ieri sera il marinaio al bancone, no?" dice Delorean, sputacchiando il cibo.
"Io propongo di andare nella zona dove ci sono gli uffici, se non ho capito male dovrebbe essere il Cortile Nador... di solito lì ci sono un po' di offerte di lavoro" risponde distrattamente Miodrag, dondolandosi sulla sedia.
La sua attenzione è rivolta ad un altro gruppo di persone che siede a qualche tavolo di distanza e sembra discutere animatamente. Tendendo l'orecchio riesce a sentire solo una parte della conversazione. Quando sente le parole "lavoro" e "monete d'oro" si alza e si avvicina ai tre mercenari che stanno discutendo.
Sono poco più che ragazzi si ferma a pensare Miodrag, squadrando il gruppetto. Poi nota un foglio al centro del tavolo.
"Buongiorno a voi, avventurieri! Il mio nome è Miodrag" si presenta lo spadaccino con un leggero inchino, "e non ho potuto far a meno di sentire che state parlando di un lavoro".
Il tre alzano gli occhi con aria spavalda, squadrando il nuovo arrivato. Dopo aver visto l'atteggiamento e l'equipaggiamento dell'uomo, sembrano molto meno baldanzosi e sicuri di sé.
"Sì, stanno cercando uomini per una carovana che si dirige a Radapur, un villaggio alla base delle montagne Curna dove si estrae il granito, poco oltre Lastarr. Ci vogliono due giorni per Assur e poi si viaggerà per circa un mese" risponde il più magro tra i tre, abbassandosi il cappuccio. E' un elfo.
"E quanto pagano?"
"Una moneta d'oro al giorno. E' parecchio perché la Casata dell'Aurora ha già inviato altre tre carovane, di cui non si ha più notizia. Probabilmente avranno incontrato qualche brigante. Tu ed i tuoi amici potreste unirvi, se siete in grado di usare quel bell'equipaggiamento che vi portate dietro" ribatte il più grosso dei tre, squadrando dall'alto in basso Miodrag.
Un pezzo d'oro al giorno per scortare nel deserto la quarta carovana, dopo che le altre tre si sono perse? Mi pare una miseria riflette lo spadaccino tra sé e sé. "Grazie delle informazioni, purtroppo non so se in città vendano l'equipaggiamento magico giusto... sapete che nei dintorni di Lastarr ci sono i beholder, vero?" mente Miodrag. "Che altro avevamo incontrato l'ultima volta, Zigfrid?"
"Scorpioni grossi come palazzi, se non ricordo male" risponde il mago, senza alzare gli occhi dal suo tomo.
Gli sguardi impauriti dei tre si incontrano. Lentamente si alzano, lasciando un paio di monete d'argento sul tavolo. "Beh... noi abbiamo altro da fare in città... se volete, potete andare voi a Radapur" dice l'elfo, pallido in volto, e consegna a Miodrag il foglio con il bando.
"Ah, grazie!" risponde con un sorriso lo spadaccino, mentre guarda il gruppetto recuperare le armi dalla rastrelliera ed uscire dalla locanda.

"Ecco qui" dice ai compagni, appoggiando il foglio sul tavolo, "se volete c'è questo lavoro. E' pagato una miseria e ci porta via due mesi tra andata e ritorno".
"Secondo me dobbiamo andare alla Casata della Sabbia. Mal che vada, possiamo sempre unirci alla carovana nel pomeriggio" ribatte Fiona, facendo roteare una moneta tra le nocche.
"Elin, sai nulla di questa Casata della Sabbia?" esclama Miodrag, rivolto al bancone.
La nana dietro al bancone li squadra, senza smettere di strofinare l'interno di un boccale con uno straccio. "C'è stata da poco l'elezione dell'Alto Consiglio e per la prima volta la Casata della Sabbia è riuscita ad entrare".
"Ah, quindi a Vaelan comandano le Casate dei Mercanti?"
"Nel Durpar comandano i più ricchi" ribatte Elin, "se sei il nababbo delle undici casate più ricche, detti legge. La Casata della Sabbia deve aver avuto un notevole colpo di fortuna o aver giocato sporco per esserci riuscita".
"Direi che è il posto giusto per guadagnare bene" conclude Fiona, alzandosi dal tavolo.

giovedì 14 maggio 2015

0006 - lo straccione

"Un momento!" urla una voce dal vicolo, seguita da un colpo di tosse. "Questi uomini non sono delinquenti, hanno sventato un tentativo di rapimento".
Tutti si girano a guardare lo straccione che, tenendosi lo stomaco, si avvicina alle guardie. "Quello che avete in custodia è l'unico che si merita la prigione".
"E voi chi sareste, di grazia? Tornatevene nel vicolo tra la vostra sporcizia" esclama disgustata la guardia.

L'uomo allora sposta una parte del vestito, rivelando una manica colorata su cui è ricamata con filo d'oro una clessidra. "Sono Gamal Sandstone, figlio del nababbo Amir Sandstone della Casata della Sabbia".
Le guardie sono stupefatte, mentre parecchi interrogativi popolano le menti dei quattro compagni d'arme.
"Questi coraggiosi uomini mi hanno salvato la vita, intervenendo al momento opportuno. Voi dov'eravate?" urla Gamal in direzione del sergente.
"Ma... signor Sandstone... noi eravamo di pattuglia, sa che siamo pochi per una città così grande..." balbetta la guardia.
"Questi uomini ora sono sotto la protezione della Casata della Sabbia, garantisco io per loro" ringhia Gamal, poi fissando il mercenario in manette: "E fate finire questo malvivente in prigione!"

Mentre le guardie si allontanano con il prigioniero in catene, Gamal si rivolte a coloro che l'hanno salvato.
"Vi ringrazio per quello che avete fatto. Avete rischiato la vita per me" esordisce l'uomo mascherato da straccione.
"Era doveroso salvare un pover uomo da un brutto ceffo" ribatte Delorean.
"Scusatemi, ma voi chi siete?" dice Miodrag.
"Come ho detto alle guardie, sono Gamal della Casata della Sabbia, figlio del mercante nababbo Amir. Parlo a nome di tutta la Casata, quando vi ringrazio per il vostro gesto eroico..." comincia a dire il mercante.
"Ok, tante belle parole" lo interrompe Zigfrid, "ma... non c'è un ringraziamento che si possa toccare con mano?"
"Ecco, posso ricompensarvi con questo" risponde, facendo scivolare nelle mani del mago un borsello tintinnante. "Non è molto, ma con me non ho altro. Posso però offrirvi un lavoro, se vi interessa. Presentatevi domani alla sede della Casata della Sabbia con questo ciondolo" dice il mercante, posando un piccolo medaglione con una clessidra incisa sulla mano di Miodrag.
"Ora devo andare, ho già fatto aspettare abbastanza il mio appuntamento" dice il mercante, allontanandosi in fretta.

Finché loro parlano con quel tipo, vediamo un po' se trovo qualcosa di utile... Fiona comincia a perquisire i cadaveri nel vicolo. Si intasca qualche moneta, ma non trova nulla che possa indicare l'identità degli aggressori o qualche cosa che spieghi il motivo del tentato rapimento.

mercoledì 13 maggio 2015

0005 - il combattimento

Il mercenario fa un cenno ad altre due figure che sbucano dall'oscurità del vicolo, estrae la spada e fa un passo verso Zigfrid, pronto a trapassare le sue carni.
Tra i due si frappone Miodrag, che con un gesto fulmineo ha già estratto le sue fidate lame. In un istante le due spade penetrano la guardia del mercenario, lacerano l'armatura di cuoio e segnano la carne dell'uomo.
Uno sguardo di stupore si dipinge sul volto del mercenario. Non si aspettava certo di affrontare un imprevisto così pericoloso!

Mentre uno dei due gregari comincia a recitare una formula magica e scaglia dardi incantati verso Miodrag, l'altro estrae una spada e si avventa su Zigfrid. Purtroppo lo slancio iniziale rende impreciso l'affondo, che ferisce solo superficialmente il mago.

Zigfrid balza indietro, fuori portata, e comincia a pronunciare un incantesimo mentre con la mano fruga nella sua borsa dei componenti. Un piccolo panetto di burro compare nella mano del mago, per poi volatilizzarsi mentre il terreno sotto i piedi degli aggressori diventa improvvisamente scivoloso. I due gregari del mercenario volano gambe all'aria e solo il capo riesce a rimanere in piedi, irrigidendo i muscoli e mantenendo l'equilibrio.

"Ecco il momento adatto". La sagoma indistinta di Fiona appare per un attimo alle spalle dei suoi compagni. Il suo arco scocca una freccia che colpisce il fianco di uno dei due gregari, centrando in pieno il suo fegato.

Un compagno ad un passo dalla morte, un altro che sta letteralmente mangiando la polvere. Dopo essersi guardato attorno, il mercenario mette in atto il piano B: salta con un balzo la zona sotto l'effetto dell'incantesimo e si dà alla fuga.

Delorean pianta la sua ascia nella testa del mago avversario e fa un cenno a Miodrag, mentre l'incantesimo di Ingrandire svanisce e lo straccione torna alle dimensioni normali.
"Controllo che gli altri stiano bene e ti raggiungo. Prendilo, Miodrag!" gli urla il chierico. Lo spadaccino si lancia all'inseguimento, utilizzando l'unica base d'appoggio disponibile per attraversare la zona unta: il guerriero ferito dalla freccia di Fiona. L'urlo del poveretto mentre la morte lo coglie riempie la notte.

Il grido lascia il posto al rumore dei passi sull'acciottolato, mentre Miodrag svolta l'angolo cercando di raggiungere il mercenario.
Il suo sguardo deciso si trasforma in stupore mentre vede un drappello di guardie fermare l'aguzzino. Poi una guardia si accorge di lui, mentre dal vicolo esce come un indemoniato anche Delorean, con l'ascia che rotea sopra la testa.

Le guardie intimano l'alt e raggiungono lo spadaccino ed il chierico. Una rapida occhiata al vicolo convince le guardie ad alzare le lame contro i compagni d'arme.
"Siete in arresto per omicidio" esclama la guardia, avvicinandosi con le manette.
"Ma come? No, c'è un errore!" ribatte Miodrag, arretrando.

martedì 12 maggio 2015

0004 - il vicolo

Mentre camminano lungo la via, illuminata da lampade ad olio fissate alle pareti delle case, la strada pian piano si svuota, lasciando posto al silenzio della notte, rotto solamente dai passi in lontananza di un drappello di guardie.
Ad un certo punto Fiona si ferma. "Voi non avete sentito niente?"
Miodrag si guarda un po' attorno, poi il suo sguardo si ferma su una piccola forma nei pressi di una catasta di cassette di legno: "Guarda, è solo un topo".
Fiona gli lancia un'occhiataccia ed indica agli altri un vicolo sulla destra: "Sembra che ci sia qualcuno che litiga in quel vicolo". Con passo felpato si avvicina al muro e sbircia nel buio, mentre i suoi occhi da mezz'elfo si abituano alla semioscurità.

Un tipo grosso dall'aria poco raccomandabile sta tenendo per il bavero un poveraccio vestito di stracci che, aggrappato alla mano dell'energumeno, tenta di divincolarsi.
"Lasciami andare, ti prego!" piagnucola l'uomo.
"Ehehe, sapevo che ti avrei beccato, adesso con te faremo un sacco di soldi" dice il mercenario, alzando di peso la sua vittima, che ora poggia a terra solo per le punte dei piedi.
"No, vi prego... vi darò tutto quello che possiedo, ma lasciatemi andare!" singhiozza lo straccione.

"Una moneta d'oro sul piccoletto!" esclama Zigfrid, entrando spavaldo nel vicolo.
Entrambe le figure girano la testa verso il nuovo arrivato, mentre anche Delorean e Miodrag fanno il loro ingresso nel vicolo, affiancando l'halfling.
"Voi non immischiatevi se non volete perdere la vita" ringhia il mercenario verso i tre, tenendo sempre sollevato il piccoletto, che si dimena nel tentativo di liberarsi. Poi, rivolto verso la sua vittima, esclama: "E tu smettila di agitarti!" Il poveraccio viene gettato a terra e l'energumeno gli tira un poderoso calcio alla bocca dello stomaco.

"Due pezzi d'oro sul piccoletto" esclama l'halfling, tenendo due monete tra le dita, poi sussurra un incantesimo fissando lo straccione. Immediatamente il corpo rannicchiato dell'uomo comincia ad ingrandirsi, superando rapidamente i due metri.

L'aggressore, colto di sorpresa, fa un balzo indietro. Zigfrid ride apertamente: "Ora vediamo come te la cavi con uno grosso quanto te...".
Il mercenario si gira verso l'halfling e ringhia: "Vi siete impicciati di affari che non vi riguardavano, ed ora... morirete!"

lunedì 11 maggio 2015

0003 - il mercato

Dopo aver attraversato il bastione ed aver osservato stupiti la strana architettura di Vaelan, il gruppetto segue il flusso della folla in mezzo al grande mercato all'aperto. Una miriade di bancarelle popolano la piazza ed i mercanti invitano all'acquisto di stoffe colorate, spezie dall'odore pungente, filtri d'amore, libri e frutta esotica.

"Datteri freschi, datteri squisiti!" esclama un mercante, cercando di attirare clienti.
Fiona si avvicina alla bancarella, contratta col mercante, acquista un sacchetto di datteri al prezzo di una moneta d'argento e ritorna a fianco dei suoi compagni.
"Perché ridacchi?" le chiede Delorean.
"Perché ho pagato con questi un sacchetto di datteri" risponde Fiona, mostrando una manciata di ciottoli e due sacchetti colmi di datteri.
Delorean la guarda ad occhi spalancati ed a denti stretti le sussurra: "Siamo appena arrivati... e ti sei già messa a rubare?"
Fiona si infila in bocca un dattero ed allunga il sacchetto: "... non ne vuoi?"
Delorean sorride, afferra il sacchetto e comincia a mangiare.

Gli avventurieri esplorano un po' la città finché la luce lo consente, quindi fermano un giovanotto per farsi indicare una buona locanda per la notte.
"Per gli stranieri e gli avventurieri, la miglior locanda è la Duna di Zaffiro, in fondo alla Lama del Riposo" risponde sorridendo il ragazzo.
"... lama?" chiede Miodrag.
"Siete appena arrivati a Vaelan, vero? Questa città, probabilmente l'avrete notato, ha una pianta molto particolare. E' a forma di stella: il centro è diviso in quartieri, chiamati Cortili, mentre le punte esterne sono chiamate Lame" dice il ragazzo.

Gli avventurieri ringraziano e si avviano verso la locanda mentre le stelle cominciano a comparire nel cielo. La serata è relativamente fresca, dal mare soffia una piacevole brezza e gli odori che escono dalle case mettono un certo languorino.

domenica 10 maggio 2015

0002 - ingresso in città

C'è una lunga coda all'ingresso, dove le guardie controllano le identità e registrano i dati di chi entra in città.

Dopo una mezz'oretta arriva il turno di Miodrag e dei suoi compagni di viaggio, che presentano i documenti. Mentre il sergente sta registrando i dati in una cartelletta, un sottoposto li ammonisce sulle regole cittadine.
"... e ricordate: non si possono utilizzare magie all'interno delle mura" puntualizza la guardia.
Zigfrid si rabbuia: "Cos'è questa idiozia!?!"
La guardia lo squadra: "Gli incantesimi sono proibiti all'interno delle mura di Vaelan, a meno che non siano di cura, per difesa o per divertimento".
Zigfrid, con un ghigno di scherno, ribatte: "Alcuni potrebbero trovare divertente uccidere con gli incantesimi..."

A quella sparata anche le altre guardie presenti rivolgono la propria attenzione al piccolo halfling.
La guardia socchiude gli occhi, squadra il piccoletto ed esclama: "Se sei venuto qui per creare guai, puoi pure portare il tuo culo sulla nave e tornartene da dove sei venuto".
Preoccupata dalla troppa attenzione che il suo compagno sta attirando su di loro, Fiona pesta il piede a Zigfrid e poi si rivolge alla guardia: "Scusate il mio amico, abbiamo fatto un lungo viaggio e l'attesa per entrare è stata lunga... e quando Zigfrid è stanco diventa sarcastico. Non vi preoccupate, non creeremo nessun problema".
La guardia rivolge l'attenzione al resto del gruppo e platealmente sottolinea il nome di Zigfrid sulla cartelletta che ha in mano: "Ok, entrate. Ma vi terremo d'occhio!"

sabato 9 maggio 2015

0001 - arrivo a Vaelan

Il sole sta calando dietro le Montagne Curna mentre il vento sospinge la "Hija del mar" verso la costa. Le ombre si allungano mentre Vaelan si profila all'orizzonte: i suoi alti bastioni si stagliano nel cielo, mentre il porto comincia a delinearsi con il suo carico di navi e magazzini.

"Guardate, compari. Finalmente siamo arrivati!" urla Miodrag, di vedetta sul castello di poppa.
"Finalmente... non sopportavo più il movimento del mare!" esclama Delorean, appoggiato sul parapetto.
"Sempre meglio il mare delle distese del Dambrath devastate dalla guerra" ribatte Fiona, mentre tiene in equilibrio un coltello sulla punta dell'indice.
"Io mi sono divertito" ridacchia Zigfrid, alzando gli occhi dal libro aperto tra le sue ginocchia.
Gli sguardi torvi di tutti i suoi compagni suscitano in lui solo un'alzata di spalle.

La nave attracca e, dopo aver sbrigato le prime questioni burocratiche, il capitano fa sbarcare i passeggeri. Le quattro figure percorrono la passerella e scendono sul pontile. Una rapida occhiata all'attività frenetica degli scaricatori, poi si immergono nella folla e percorrono le vie del porto, dirigendosi verso uno dei due bastioni che permettono l'ingresso in città.

venerdì 8 maggio 2015

0000 - disclaimer

Dopo aver letto molti post del blog "il sussurro di even", ho deciso di aprire anch'io un blog dove raccontare le gesta dei miei giocatori di Pathfinder, sia per tenere traccia di quanto avvenuto (utile sia a me che ai miei giocatori), sia affinché magari qualcun altro possa trarre piacere da un racconto fantasy... senza alcuna pretesa.

Prendete pure spunto da quanto scritto!

Ovviamente tutti i commenti saranno apprezzati!